Di tanti pulpiti.

Dal 2006, episodiche esternazioni sulla musica lirica e amenità varie. Sempre tra il serio e il faceto, naturalmente. #verybullo

Don Giovanni a Trieste: considerazioni a margine.

Il Don Giovanni di Mozart mancava al Verdi di Trieste da 17 anni.

La regia del capolavoro mozartiano, in quest’occasione, è stata affidata a Daniele Abbado.

La compagnia di canto era di buon livello, con punte d’eccellenza.

Il direttore d’orchestra, Tomaš Netopil, giovane ma ampiamente affermato.

La prima è finita in una marea di fischi.

Nel dettaglio, qui potete leggere la mia recensione per Operaclick.

Cosa ha scatenato la rabbia del pubblico triestino? La regia.

E siamo alle solite, diciamo.

Indubbiamente non è una regia convenzionale, e quindi Abbado si è esposto a qualche rischio.

Il problema, aldilà del fatto che possa piacere o no l’allestimento, è un altro.

Il pubblico triestino è troppo tradizionalista e conservatore; ha fatto passare senza sussulti regie di una banalità sconcertante (ricordo un’orrida Turandot, la scorsa stagione, ma ci starebbero altri esempi) ed ogni volta che si trova di fronte ad un’idea nuova reagisce malissimo, dimostrando solo di avere una visione limitata e codina della cultura in generale.

Dico, vogliamo ricordare che Trieste è la città nella quale Verdi ha fatto debuttare 2 opere?

Verdi, è stato un innovatore, un rivoluzionario nel suo campo.

Di questa contestazione io ho avuto sentore già alla prolusione dell’opera, peraltro noiosissima, il venerdì precedente alla prima.

Nella sala Victor De Sabata io, che m’avvio non troppo felicemente verso i 52 anni, ero tra i più giovani.

Quando il relatore ha affermato che la regia non sarebbe stata tradizionale, si è levato un generale mormorio di disapprovazione.

Preventivo, ingiustificato e foriero di quello che è poi successo in teatro.

Andare a teatro già sapendo che si contesterà lo spettacolo è penoso.

Sono sempre più convinto che l’assioma di Giovanni Vitali , che recita lapidariamente così:

"la maggior parte dei critici musicali e degli spettatori che frequentano i teatri lirici non capiscono un cazzo" 

sia molto vicino alla verità.

Vale anche per me, ovviamente.

Buona settimana a tutti.

 

47 risposte a “Don Giovanni a Trieste: considerazioni a margine.

  1. bobregular 2 aprile 2007 alle 6:16 PM

    quando parli di conferenze-incontro col pubblico, magari pomeridiane, devi mettere al post anche il tag (la categoria) “anziani”.
    Ogni tanto io ci vado e mi sento un embrione.

    Per il resto, il pregiudizio è il peggior guaio al giorno d’oggi.
    Anche perche chi, come te, riesce – anche quando esprime un dissenso – a separare criticamente le varie componenti della regia, rischia di essere ingurgitato dallo Stige ululante dei contestatori acritici.

    Per come descrivi il pubblico triestino, immagino cosa sarebbe successo al (famoso, lo cito spesso) Boris di Nekrosius, che invece di quintali di oro e broccato aveva sassi, lenzuoli e tre gufi di gomma stile dolce Euchessina.
    Eppure era un allestimento valido, ed ha poi vinto il premio Abbiati della critica.
    Morale: io penso che, più che non capire un c, i critici – non parliamo poi degli spettatori – tendano molto a farsi traviare dal contesto e dal “gioco delle grandezze artistiche”, come talvolta ho provato a dire.

    ciao Amf e complimenti per la recensione. 🙂

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  2. mu 2 aprile 2007 alle 6:52 PM

    > Ogni tanto io ci vado e mi sento un embrione.

    …infatti rimarrà storica la volta in cui Bob ed io abbiamo sensibilmente abbassato l’età media della platea del Comunale di Firenze… 😀

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  3. utente anonimo 2 aprile 2007 alle 7:03 PM

    un saluto affettuoso da chi ti legge costantemente e spesso non ha i requisiti per commentare degnamente. 🙂

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  4. MariaStrofa 2 aprile 2007 alle 7:21 PM

    Or sai chi l’onore
    rapire a me volse

    non inorridire ma, ho una passione così smisurata per cecilia bartoli che, avendo fatto lei quest’opera, la so – quasi – a memoria!

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  5. utente anonimo 2 aprile 2007 alle 8:25 PM

    E se l’assioma di Giovanni Vitali fosse valido anche per chi frequenta i teatri di prosa? Ne ho riscontrata l’esattezza in più di un’occasione, anche per quanto riguarda qualche mia prevenzione, poi smentita dalla scena.
    Ciao!
    Ghismunda

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  6. gabrilu 2 aprile 2007 alle 8:29 PM

    Ho letto la tua recensione. Dalla descrizione e dalle due foto del sito mi sembra che tutto sommato, rispetto agli orrori che ahinoi negli ultimi tempi ci hanno ammannito, con Mozart, quest’allestimento effettivamente non sia poi così sconvolgente da venir fischiato. Abbiamo visto ben altro, purtroppo…
    Cmq sai, forse c’è anche il lato positivo della cosa. Forse il pubblico comincia a sviluppare una sana allergia preventiva nei confronti dei “nuovi allestimenti”. Poi magari fischia nell’occasione sbagliata, ma ormai siamo prevenuti. Io per esempio confesso che ormai lo sono. A Budapest, dove sai che sono stata le settimane scorse, c’era in programma, all’Opera, una “maratona mozartiana”. Tre opere di Mozart. Alcune foto di scena contenute nella della brochure del Festival mi hanno talemente atterrita che mi sono ben guardata dal cercare i biglietti per qualche spettacolo. Mi sono detta: “ma chi me lo faffare ammè di rovinarmi la serata?”. E invece magari saranno stati spettacoli bellissimi, ma io sono ormai prevenuta…

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  7. utente anonimo 3 aprile 2007 alle 6:42 am

    Posti davanti al nuovo,un po’ ‘codini’ lo siamo tutti…difficile stabilire cosa non piace, quando una cosa non piace è istintivo lamentarsene, eppure tu hai ragione, a Trieste culla e vanto di una certa cultura musicale dovrebbe essere diverso.
    Non lo è stranamente, come non lo è a Milano e non lo è a Roma e tanto meno al S.Carlo o al Verdi…
    O tempora.O mores! Appunto:-)Nè

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  8. utente anonimo 3 aprile 2007 alle 7:41 am

    Avevo già lasciato un commento su un argomento simile, e spero di aver detto che le regie avveniristiche non mi piacciono molto. Per dire, Shakespeare è uno dei più maltrattati da questo punto di vista… e a me Amleto ambientato in Giappone nel 3500 non convince moltissimo…
    Sì, sono bigotta. E allora???

    Margot

    P.S. “A volte” capita che io abbia una scadenza… su Skype non c’è l’opzione “Scadenza impellente”. Mica è colpa mia! :p

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  9. minstrel 3 aprile 2007 alle 11:43 am

    La mia l’ho già detta.
    Fosse per me farei un Don Giovanni suonato da Bollani al fortepiano nei recitativi, con la Galas che fa donna Anna e zerlina, john de leo come don giovanni con tanto di microfono e sperimentazioni e l’orchestra che usa violini e strumenti MIDI in modo da far suonare tutto con timbriche da synth!

    O meglio darei spazio a musiche contemporanee che queste cose le introducono, magari nella stessa serata di un Don giovanni tradizionale. Almeno si da una scossa al vecchiume concedendogli poi il confettino se ben si comportano prima.

    Cioè pura utopia. L’opera è tradizione pura e come tale destinata ad essere cestinata.
    Se non si apre, cambia, modifica muore con la morte del suo pubblico pagante.

    L’opera è già morta?
    Viva l’opera?

    Ti parlo così di una cosa che amo, che sento come uno dei vertici dell’arte umana. Forse c’è bisogno di dare spazio allo sperimentalismo e alla contemporanea in modo che i registi non si debbano impelagare in allestimenti “da fischio” per poter lavorare di fantasia.

    Io sono di un’idea: se Abbado ha scelto Don Giovanni perchè ha scovato nuove idee registiche e perchè è assolutamente quello che in questo periodo sentiva di dover fare, nulla va contestato. E’ il regista e lui ha visto cose che nessun’altro ha visto.

    Se è un modo come un altro per far vedere che ha fantasia da vendere, che lo faccia vedere su altre opere più comtemporanee (e quindi essendo senza tradizione da spezzare, più complesse!).
    La difficoltà sta nel capire se la regia è ONESTA o meno.

    Se non lo è il fischio ci sta tutto, previa riflessione sullo stato dell’arte moderna in questo mondo che guarda solo al passato! (ergo: io non fischierei assolutamente visto che Abbado non ha altri spazi d’inventiva!);
    Ma se lo è… ragazzi ehm, volevo dire… anziani: andate TUTTI a fare in cof cof cof…

    maledetta vecchiaia!

    yours

    MAURO

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  10. utente anonimo 3 aprile 2007 alle 1:29 PM

    Secondo l’assioma di Giovanni Vitali allora potrei trovarmi a mio agio pure io in un teatro lirico, visto che la maggioranza non capisce un c… 🙂
    Interessante la tua recensione, posso farti una domanda che magari ti sembrerà banale ma è una mia curiosità? Ma come fai a ricordarti tutto quello scrivi? Prendi appunti, oppure tale è la tua attenzione che riesci a memorizzare mentalmente attimo x attimo? In ogni caso, complimenti 🙂

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  11. amfortas 3 aprile 2007 alle 2:13 PM

    Bob, mi sa che seguirò il tuo consiglio sui tag 🙂
    Hai centrato il problema, è il pregiudizio che mi è insopportabile. Poi i pareri sullo stesso spettacolo possono anche essere diametralmente opposti, evidentemente.
    Giorgia, se vado a Firenze per il mezzo Ring, ci penserò io a rialzarla 🙂
    Fiore, su questioni di principio i requisiti non servono, ciao 🙂
    MariaStrofa, la Bartoli non è un mio idolo (ne ho pochi assai…) però piace abbastanza anche a me, Peccato che quando canta faccia boccacce orribili 🙂
    Ghismunda, io sono certo che valga anche per gli spettacoli di prosa, nella Lirica c’è un elemento in più e cioè il canto. Tutto qui.
    gabrilu, lo sai che io sono un portatore sano delle novità, che non mi piacciono a tutti i costi o perchè fa tendenza.
    La mia discriminante è questa: m’informo sulle intenzioni del regista, cerco di valutare perchè le ha perseguite e poi do il mio parere.
    Mi sembra solo onesto, nulla di più.
    nenè, forse hai ragione, tutti siamo spaventati dal nuovo, però è curioso che non ci spaventiamo della stupidità 🙂
    Margie, tu sei reazionaria, non bigotta.
    Meno male che non ami particolarmente la Lirica, altrimenti vedresti Shakespeare davvero deturpato, qualche volta…
    Comprati una cuffia nuova, comunque.
    Mauro, conosco bene il tuo parere che hai riassunto qui, ed hai ragione. E poi si capisce da come scrivi che sei competente ed appassionato 🙂
    Come Alice, in realtà è più facile di quanto tu possa pensare.
    Tieni conto che normalmente conosco quasi a memoria le opere, come ogni appassionato peraltro, e che di conseguenza so bene come e dove valutare con serenità un cantante o un direttore.
    Inoltre, se un protagonista non ha, ad esempio, il gusto per cantare Mozart, lo si capisce appena apre bocca 🙂

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  12. utente anonimo 3 aprile 2007 alle 2:17 PM

    La novità di per sè dovrebbe essere presa con un misto di curiosità ed eccitazione, no?? Lasciarsi sorprendere da qualcosa potrebbe dare quel pizzico in più per commentare anche dopo. Trovo fastidioso il borbottio iniziale prima ancora di sapere! Poi, certo, sta anche nel buon senso di chi crea l’originalità dell’allestimento, non è che proprio tutto è concesso!!!

    grisù

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  13. utente anonimo 3 aprile 2007 alle 2:51 PM

    sinceramente non ho mai visto in teatro (dal vivo) un’opera lirica,e per quello che può valere la mia visione di un eventuale rappresentazione,la immagino nel modo più tradizionale possibile,poichè forse non riuscirei neanche a capire eventuali innovazioni rientrando così in quel gruppo di pubblico che non se ne capisce niente…ma criticare a prescindere dalla regia e prima ancora di aver visto lo spettacolo,concordo assolutamente con te che sia davvero penoso!
    Grazie per il bentornata e non avevo dubbi che fossi tu il fratello “migliore”:))
    Un abbraccio!

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  14. amfortas 3 aprile 2007 alle 3:00 PM

    Grisù, bellissima ‘sta cosa di curiosità ed eccitazione, è proprio quello che succede a me 🙂
    lelli, argh…speriamo che non legga il tuo commento, mio fratello :-)(che vale molto più di me, detto per inciso)
    Per il teatro non è mai troppo tardi sai?

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  15. utente anonimo 3 aprile 2007 alle 5:54 PM

    Io volevo bene a Notung, te non ti conosco!

    La fuori contesto Margot.

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  16. utente anonimo 3 aprile 2007 alle 8:03 PM

    A naso, senza sapere niente di lirica e di questa rappresentazione operistica, e sfidando pure il tuo parere, sarei portato a concordare con il pubblico triestino. Essere conservatori in lirica mi pare un’ottima cosa. Generalmente quando si cerca di innovare in questo campo, specie su vecchi canovacci, si fanno delle corbellerie. Modestamente e ingenuamente tuo,
    Capitano. 🙂

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  17. utente anonimo 3 aprile 2007 alle 8:58 PM

    Ho letto la tua recensione su Operaclick e mi complimento per l’accuratezza, la professionalità e la serietà che tanto spesso mancano a quelli definiti critici per mestiere. Sei veramente bravissimo.
    Ciao vecio mulo lirico.

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  18. amfortas 4 aprile 2007 alle 9:00 am

    Capitano, qualsiasi allestimento può essere interessante e bello, ma deve essere intelligente.
    Con la tradizione si rischia poco, ma il manierisimo e la stucchevolezza sono dietro l’angolo…
    Ariela, grazie dei complimenti…fatti da una persona del tuo stampo e con la tua esperienza in campo teatrale, hanno un valore particolare 🙂

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  19. utente anonimo 4 aprile 2007 alle 9:06 am

    Notung was last seen parting this universe saying: “Fuck off and die, whore! I don’t know who the hell gave you the number of my self phone!

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  20. utente anonimo 4 aprile 2007 alle 9:50 am

    Ho assistito alla prima del Don Giovanni, a Trieste. Ho trovato effettivamente assurda la reazione, in particolare dei “loggioniani”, nei confronti della regia di Abbado.
    Sono convinto che l’ innovazione e il coraggio siano essenziali alla buona riuscita di un lavoro teatrale. Tuttavia nel teatro, come inogni forma d’ arte, l’ INNOVAZIONE NON DEVE ESSERE FINE A SE STESSA e non si deve mai anteporre l’ ORIGINALE al BELLO.
    Per quanto riguarda il caso specifico di questo Don Giovanni, non mi sembra che si tratti di un allestimento particolarmente rivoluzionario. Se bastano un paio di proiezioni sulle pareti scenografiche e un approccio registico non del tutto convenzionale per sconvolgere il pubblico triestino, siamo proprio messi male.
    Detto questo, personalmente ho trovato la regia di Abbado non certo eccelsa ( nonostante qualche innegabile merito ), così come l’ altalenante direzione musicale.

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  21. ivyphoenix 4 aprile 2007 alle 3:09 PM

    già… trieste ha questo enorme freno dei muli più duri che appena scorgono qualcosa di nuovo i disi “no se pol far”…
    già…
    strana città la nostra.. anche se da parte mia almeno, tanto amata

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  22. utente anonimo 4 aprile 2007 alle 4:16 PM

    però scusa…le idee non è che solo perchè sono nuove devono anche essere buone…o no?
    by malmostosa

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  23. amfortas 4 aprile 2007 alle 4:55 PM

    #20, hai detto tutto tu, e sono completamente d’accordo.
    Ivy, Trieste è facile da amare, i triestini un po’ meno…
    Sally, no , non tutto quello che è nuovo deve essere buono per forza, anzi, ma bisogna combattere il pregiudizio!

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  24. keroppakerokero 4 aprile 2007 alle 11:01 PM

    in effetti la regia non era sì orrenda e aveva spunti molto positivi… però come ha detto qualcuno che non nomino ma che sai 😉 e che parlava con cognizione di causa era un po’ OGNUNO FA QUEL CHE VO’ e il fatto che a don Giovanni venissero i crampi per il fagiano andato a male ecco non era bellissimo no no (e quella temo fosse un’indicazione di regia… temo e spero )

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  25. mu 5 aprile 2007 alle 1:29 am

    (niente, volevo solo dire che probabilmente Giampiero Ruggeri era in una giornata così così, se t’è sembrato avere “la voce un po’ anonima”, perché ti assicuro che è molto bravo, invece – visto e sentito a Napoli giusto un anno fa. Pure personcina a modo e molto simpatica, mi permetto di aggiungere. Grasse risate davanti a una pizza dopo la recita, anche con lo Schrottino, ça va sans dire. Tra l’altro, è proprio Ruggeri quello che io dico avere le mani talmente grandi che sembrano quelle di giannimorandi… :))

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  26. amfortas 5 aprile 2007 alle 6:43 am

    Kero, scusa, ma evidentemente il fagiano era buono, altrimenti avrebbe fatto male anche a Leporello, no? 🙂
    Quindi stai tranquilla, evidentemente era una trovata del regista e non di Colui che non si può nominare (sembra un racconto di Lovecraft…)
    Giorgia, non lo metto in dubbio, anche perchè mi hanno riferito che nelle recite successive spiccava anche per volume e timbro.
    Del resto, tu lo sai che le prime sarebbero da evitare, c’è sempre troppa tensione.
    Le mani parevano enormi anche nelle repliche, invece 🙂

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  27. utente anonimo 5 aprile 2007 alle 8:20 am

    Come per Ariela, Manouche etc vengo a portare gli auguri pasquali a te Maestro, a Ripley
    E Gesù rivedeva, oltre il Giordano
    campagne sotto il mietitor rimorte:
    il suo giorno non molto era lontano.

    E stettero le donne in sulle porte
    delle case, dicendo: Ave, Profeta!
    Egli pensava al giorno di sua morte.

    Egli si assise all’ombra d’una meta
    di grano, e disse: Se non è chi celi
    sotterra il seme, non sarà chi mieta .

    Egli parlava di granai ne’ Cieli:
    e voi, fanciulli, intorno lui correste
    con nelle teste brune aridi steli.

    I Egli stringeva al seno quelle teste
    brune; e Cefa parlò: Se costì siedi,
    temo per l’inconsutile tua veste .

    Egli abbracciava i suoi piccoli eredi;
    Il figlio – Giuda bisbigliò veloce –
    d’un ladro, o Rabbi, t’è costì tra’ piedi:
    Barabba ha nome il padre suo, che in Croce
    morirà ».

    Ma il Profeta, alzando gli occhi,
    « No », mormorò con l’ombra nella voce;
    e prese il bimbo sopra i suoi ginocchi.
    Felice e serena Pasqua a te Melomane;-)Nenè

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  28. bobregular 5 aprile 2007 alle 11:08 am

    ho trovato gli “anziani mannari” anche ieri al cinema!!! 😉

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  29. utente anonimo 5 aprile 2007 alle 1:31 PM

    Riporto solo una frase di Zappa, che mi sembra si avvicni a quello che dice Vitali.

    «Le riviste di musica sono scritte da gente che non sa scrivere che intervista gente che non sa parlare per gente che non sa leggere»

    Ciao.
    medusa

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  30. amfortas 5 aprile 2007 alle 2:29 PM

    nenè, grazie per gli auguri, sinceramente.
    Maestro mi sembra troppo poco, però 🙂
    Bob, quando ho tempo passo a vedere che ti è successo 🙂
    Med, mi sa che Zappa ci ha preso, decisamente.

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  31. ivyphoenix 5 aprile 2007 alle 4:30 PM

    trieste è facile d’amare i triestini un po’ meno…
    sì hai ragione..
    siamo dolcemente ruvidi…

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  32. utente anonimo 5 aprile 2007 alle 8:59 PM

    auguri, sull’aria di “..libiamo..libiamo..”
    dal polpo

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  33. utente anonimo 5 aprile 2007 alle 10:14 PM

    Auguri di Buona Pasqua a tutti e due.
    Un abbraccio,
    Ariela

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  34. ivyphoenix 5 aprile 2007 alle 10:57 PM

    TENORE DI VITA
    Cantante lirico di facili costumi.

    dal Vaccabolario

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  35. ico68 6 aprile 2007 alle 10:40 am

    …d’accordissimo sul commento che indica in primis “non particolarmente rivoluzionario” l’allestimento triestino – già peraltro come apparso a Verona l’anno scorso. Giudico riduttivo, fuorviante e “triste” che se ne parli tanto, però, tralasciando più severi e commenti riguardo alla esecuzione.
    Ho assistito al debutto della seconda compagnia. Mi sono ritrovato tra attacchi sbagliati, frasi omesse, voci inesistenti, imprecisioni musicali a iosa, per non addentrarmi poi sulla bruttezza di certe interpretazioni (Donna Elvira della Irina Muratbekova una su tutte). Che la gente si soffermi a guardare cosa accade sul palco (o in platea, come nel caso in oggetto!!!) senza ascoltare che suoni vengano prodotti e in che ordine – o disordine – dimostra soltanto un preoccupante abbassamento della preparazione musicale del pubblico. Ben vengano VERE sperimentazioni, VERE innovazioni che non si permettano però di rubare spazio alla VERA musica, BEN eseguita.

    Una Serena Pasqua di Risurrezione a tutti

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  36. utente anonimo 6 aprile 2007 alle 11:22 am

    Tanti cari auguri di una Pasqua serena anche a tua moglie.
    Mary

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  37. utente anonimo 6 aprile 2007 alle 2:34 PM

    Auguri di una buonisima Pasqua a te e a tua moglie.
    Un abbraccio grande
    Manouche

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  38. filorosso 6 aprile 2007 alle 6:42 PM

    Buona Pasqua, Amf!
    Baci, Filo

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  39. sgnapisvirgola 7 aprile 2007 alle 12:04 am

    Carissimo ti auguro Buona Pasqua a te e famiglia:)
    Di cuore.

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  40. utente anonimo 7 aprile 2007 alle 12:18 PM

    una buona e serena Pasqua con vibrazioni di campane argentine e uova multicolori.
    :):):):):)

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  41. utente anonimo 7 aprile 2007 alle 2:43 PM

    Tantissimi auguri di una serena Pasqua a te e famiglia 🙂

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  42. utente anonimo 7 aprile 2007 alle 6:14 PM

    Pace e tanta serenità…auguri Amfortas:))

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  43. utente anonimo 8 aprile 2007 alle 12:40 am

    scusate, non sono entrata per fare commenti sull’opera, perchè non me ne intendo. solo voglio chiedere: se conoscete un violinista di nome valentino, per favore, me lo salutate? dite che mi chiamo daniela, del piemonte. lui, credo, capirà. grazie!

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  44. ivyphoenix 8 aprile 2007 alle 10:32 am

    Buona Pasqua Amofrtas!

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  45. utente anonimo 8 aprile 2007 alle 6:57 PM

    Mamma mia che pauraaaa! Non ti trovavo più!!!!!! Buona Pasqua!!!!

    Alatiel

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  46. utente anonimo 8 aprile 2007 alle 7:26 PM

    amphy…tu lo sai che questa pasqua è una bella pasqua vero? e che non è davvero pasqua se non ti lascio gli asparagi in spezzatino, le uova e le briciole della colomba che mi sono appena fatta fuori?
    by malmostosa

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  47. amfortas 23 settembre 2008 alle 6:09 PM

    Di Irina Muratbekova, caro amico, hai parlato tu e non io.
    Commenti offensivi e gratuiti nei confronti di chiunque non sono ammessi su questo blog.
    Insulta me, eventualmente, che me ne sbatto serenamente le palle e se ho voglia e tempo ti rispondo. (ma non ci sperare troppo).
    Sono stato costretto per la prima volta da quando scrivo su un blog (e sono 5 anni tra Tiscali e Splinder) a cancellare un commento.
    Che tristezza!

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