Di tanti pulpiti.

Dal 2006, episodiche esternazioni sulla musica lirica e amenità varie. Sempre tra il serio e il faceto, naturalmente. #verybullo

I quattro elementi.

Ho cominciato la lettura di “La ballata di Iza”, della scrittrice ungherese Magda Szabò, circa un mese fa, dopo una segnalazione sul blog dell’ottima gabrilu.
La lunga frequentazione con i romanzi mi ha fatto capire subito, dopo dieci pagine, che si trattava di un libro memorabile. Io però, non c’ero con la testa, troppi problemi pratici da risolvere, scarsa concentrazione, perciò ho preso il volume e l’ho messo da parte in attesa di tempi migliori.
Ho fatto bene, perché nei giorni scorsi ho potuto apprezzare questo bellissimo libro, dedicandogli l’attenzione che merita.
Il romanzo è diviso in quattro capitoli, diciamo così: Terra, Fuoco, Aria, Acqua.
Io, che sono melomane marcio, mi sono ritrovato a pensare al Rossini di “Il Turco in Italia”, quando nella sua cavatina di sortita Selim canta “l’aria, il suolo, i fiori, l’onda: tutto ride e parla al cor.” Le analogie però, finiscono qui.
Certo, questo è un libro “che parla al cor”, che fa riflettere intensamente sul nostro futuro, sui rapporti familiari ed interpersonali, su come sia difficile e faticoso vivere: è faticoso per i giovani, è terribilmente difficile per gli anziani.
È difficile vivere per chi vuole mantenere la propria integrità morale, ad esempio rifiutandosi, come il giudice Vince, di compiacere il potere e condannare ingiustamente qualcuno.
E poi c’è Iza, figlia modello ma quasi arida di vero sentimento, di passione. Quel fuoco per le piccole cose che non manca ad Etelka, l’anziana vedova di Vince.
E che dire di Antal, che potrebbe permettersi qualcuno che gli lavi le stoviglie o che rassetti la casa, ma non vuole farlo, perché anche il disbrigo di queste umili faccende lo riempie di soddisfazione e dignità?
Non voglio svelare oltre, ma vi consiglio di leggere questo straordinario romanzo che assolve il compito che dovrebbero avere tutti i libri, e cioè ci fa pensare, ci costringe a confrontarci con noi stessi e con i nostri inevitabili limiti; forse ci migliora o perlomeno ci indica la strada per farlo.
Lunedì sera, tornavo a casa dopo un brevissimo soggiorno al mare: stavo ascoltando il Don Giovanni e mi è costato molto parcheggiare ed entrare in casa perché stavo bene lì, in compagnia di quella musica.
La stessa cosa mi è successa con questo libro: non volevo che finisse.
Buona settimana a tutti.

17 risposte a “I quattro elementi.

  1. Princy60 17 luglio 2007 alle 10:56 am

    Metto da parte il consiglio, sperando di trovarlo in versione e-book. ;-)***

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  2. utente anonimo 17 luglio 2007 alle 11:01 am

    Ho letto tutto, ma mi appoggio alla tua chiusura. E’ bello che tu abbia letto un libro desiderando che non finisse. Non mi capita più da secoli. Forse la vista che digrada. Forse ho imparato i trucchi della narrativa e colgo in fallo gli scrittori subito. Forse è che sono stanco. Ciao amf.

    Mio Capitano

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  3. gabrilu 17 luglio 2007 alle 1:03 PM

    Amfortas, sono veramente contenta che il libro ti sia piaciuto, soprattutto perchè stiamo avendo la possibilità di scoprire e far apprezzare in Italia una scrittrice davvero grande.
    Adesso leggiti “La porta” (sempre Einaudi), e questa volta mi assumo in pieno la responsabilità del consiglio perchè se ti è piaciuto “La ballata di Iza” non potrà che piacerti anche questo. Alcuni sostengono che sia addirittura migliore. Io non saprei dire. Spero solo che di questa autrice ungherese, la cui bibliografia è vastissima, traducano in italiano altre opere.

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  4. utente anonimo 17 luglio 2007 alle 4:18 PM

    I libri che leggo io, non posso consigliarli. Trooppo pesanti. Lo so che è da masochisti.
    ciao dal polpo

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  5. utente anonimo 17 luglio 2007 alle 4:49 PM

    Musica e lettura, dunque, due passioni comuni. Quel libro non l’ho letto, ma lo scriverò nella lista dei testi da acquistare. Una tale recensione va premiata.
    Le mie letture di questo anno sono scientifiche. La scuola in cui ho lavorato mi ha fatto venire la voglia di riprendere a pensare.
    Nulla di meglio che ottime letture, i cui personaggi sono atomi e galassie, molecole e cellule.
    Per quanto possa sembrare strano, anche la scienza è un romanzo con un finale libero.
    Ciao.

    PS – non so se altri della Tiscali si stiano lamentando. Da alcuni commenti al mio post, ho notato la creazione di diverse fazioni e principi di inevitabile fuga. Il mio nuovo blog (ancora sperimentale) è legato all’indirizzo hotmail.

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  6. utente anonimo 17 luglio 2007 alle 5:14 PM

    Mi hai fatto nascere un grande desiderio di conoscere questa scrittrice. Da quello che ne hai scritto, mi ha richiamato Sandor Marai, per la capacità di calarsi in maniera profondissima nelle vicende individuali e familiari, nella complessità dei rapporti interpersonali… che sia un tratto distintivo della narrativa ungherese?

    Hai fatto bene a riprendere in mano il libro in momenti più favorevoli…:
    “A volte mi poneva a leggere coll’animo freddissimo, e le più belle, più tenere, più profonde cose non erano capaci di commuovermi: per giudicare non mi restava altro che il gusto e il tatto già formato. Ma il mio giudizio si ristringeva così alle cose esterne, e nelle interne a una congettura dell’effetto che l’opera potesse produrre in altrui. E l’opera non mi restava per conseguenza, in grande ammirazione”
    (Leopardi, Zibaldone)
    Ciao!
    Ghismunda

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  7. utente anonimo 17 luglio 2007 alle 8:25 PM

    Ciao Amfortas,scusa la mia assenza,ma questi cambiamenti ( malefici) di tiscali mi hanno incasinata non poco.Ogni giorno c’è qualche disservizio. E non so come andrà a finire…volevo farti una domanda. Anche Tu hai la possibilità di correggere i comenti,tuoi e dei comentatori? Perchè questa è una innovazione tiscaliana ,che mi ha fatto letteralmente inorridire!!! posso accettare che un commento venga cancellato perchè offensivo o non gradito,ma l’idea che possa essere manipolato…..mi fa rabbrividire!!!

    Aspetto fiduciosa una tua risposta.

    In quanto al libro di cui hai parlato penso proprio che lo leggerò.L’estate è il periodo migliore per la lettura.Non me lo farò scappare!

    Un caro saluto ,Vitty

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  8. amfortas 17 luglio 2007 alle 9:07 PM

    Una risposta veloce per Vitty, il resto a domani.
    Io posso cancellare i commenti, non modificarli, per quanto mi risulta.
    Però non escludo che si possa fare; non mi sono mai posto il problema, ovviamente, anzi invito qualche splinderiano doc a dire una parola definitiva.
    Ciao Vitty 🙂

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  9. irism 17 luglio 2007 alle 9:24 PM

    grazie amfortas del suggerimento..ne terrò conto.sicuro.
    i.

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  10. utente anonimo 18 luglio 2007 alle 1:45 PM

    Grazie della solerte risposta! Aspetto anch’io “qualche parola definitiva dai tiscaliani doc!”

    Ancora grazie,e ciao!!!
    Vitty

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  11. Flormanouche 18 luglio 2007 alle 3:26 PM

    Come ho detto da Ghismunda mi è accaduto più o meno lo stesso leggendo Oblio di Wallace lo scorso anno, e con Everyman quest’inverno, “fiutati” e subito rifiutati: troppo faticosi e dolorsi per come ero io in quel momento.
    Ma i libri hanno la pazienza che l’uomo non ha, e ti aspettano, aspettano che tu sia pronto. Solo allora diventano luce e compagni di viaggio. E ombra ristoratrice nell’afa.
    Ciao, Amfortas, buon tempo 🙂

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  12. filorosso 19 luglio 2007 alle 7:35 PM

    Forse adesso qualche libro non di scuola me lo posso leggere.
    Non per molto, però.
    Baci, Filo

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  13. VanaMind 20 luglio 2007 alle 12:50 am

    Meno male che ci sono libri così, quelli che non si ha voglia di finire, quelli che si leggerebbero per giorni.

    Accetto il consiglio e vado in libreria.

    Bacio

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  14. utente anonimo 22 luglio 2007 alle 10:05 am

    ogni volta che leggo non ci sono mai con la testa: ne risulta un ibrido interessante, che non smetterà di produrre frutti succulenti

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  15. utente anonimo 22 luglio 2007 alle 2:02 PM

    Il tuo post, che si apre sul gusto della lettura di un buon libro e si chiude sul piacere dell’ascolto di un momento musicale, ha dato il via a commenti di condivisione. Conforta essere partecipi – in tanti -di sentimenti e di emozioni per niente straordinari, nè eccezionali, poichè – sembra- propri dell’uomo, ma che fanno riflettere in una società – mondo – dove ci si massacra , si affama e sfrutta . si prevarica persino nelle piccole cose: eppure siamo capaci di estasiarci immergendoci nel nostro profondo – estasiandoci all’ascolto di un pensiero musicale. Forse che questo aiuti a migliorarci, tutti? (…e grazie per la solidarietà). Ciao, da Giovanni

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  16. utente anonimo 24 luglio 2007 alle 8:09 am

    Io è da un pò che non trovo libri che mi prendano come vorrei, e dopo un paio di pagine abbandono…
    Questo mi dispiace molto sia per l’amore che ho sempre avuto x i libri, sia perchè spesso mi sono stati di conforto ed hanno riempito la mia vita in momenti non proprio felici….
    Non so se dipende da un mio periodo o magari dai libri che ho provato a leggere…
    Questo che consigli me lo segno, chissà che non cambi qualcosa…
    Ciao 🙂

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