Update dopo l’ascolto radiofonico:
Le previsioni, sin troppo facili, si sono avverate.
Grandissimo Floréz, la cui prestazione è stata esaltata dalla pochezza degli altri.
Reso l’onore delle armi a Merritt, sul quale è ingeneroso infierire, va detto che avrebbe dovuto essere protestato, come si dice in gergo. Il Festival non si può permettere, a mio avviso, di ingaggiare un cantante dal passato prestigioso ma dal presente imbarazzante. È stato un fenomeno, ma gli anni passano per tutti.
Kunde ha cercato di scurire la voce in modo innaturale, gonfiando i centri ed i gravi a dismisura, ma non ha la vocalità adatta per questo ruolo.
Olga Peretyatko mi è parsa buona, anzi forse sorprendente dal punto di vista tecnico, ma il personaggio non le appartiene: la voce è troppo esile e leggera per il ruolo.
Sono rimasto soddisfatto dalla direzione di Renato Palumbo, un direttore che non amo molto, ma che stasera è stato all’altezza della situazione.
Questo è tutto, almeno per ora.
Oggi è un giorno importante per i melomani di tutto il mondo.
L’opera che inaugura la stagione è, quest’anno, l’Otello.
Otello? Sì, pure Rossini ha preso spunto dal dramma scespiriano. (ci sarebbero da fare molti distinguo, ma non è questa la sede).
Gli appassionati del Belcanto sono in fibrillazione e hanno motivo di contendere, anche aspramente, per vari motivi.
Il principale nodo da risolvere è quello dei cantanti. Rossini, quando l’opera debuttò a Napoli nel 1816, aveva a disposizione un manipolo straordinario di artisti: per il Moro, un tenore dalle risonanze baritonali, Andrea Nozzari; nella parte di Rodrigo un tenore contraltino, Giovanni David.
Desdemona fu affidata nientemeno che a Isabella Colbran (che qui vediamo proprio nelle vesti di Desdemona) un mezzosoprano tra i più celebri di sempre.
La diatriba tra appassionati nasce proprio da questi dati. I falchi, cioè l’ala più oltranzista, sostengono che in mancanza di cantanti che abbiano le caratteristiche necessarie, sia meglio non rappresentare l’opera.
È una posizione dura, ma che ha i suoi fondati motivi per essere sostenuta.
Le colombe invece, che sono i rossiniani più morbidi, ritengono che l’opera debba essere rappresentata comunque, servendosi dei migliori specialisti del ruolo odierni.
Purtroppo, a mio avviso, la direzione artistica del festival ha optato per una soluzione che scontenta tutti.
Se nessuno contesta l’eccellenza e la congruità, anche storica, di
Juan Diego Floréz nella parte di Rodrigo (uno dei migliori tenori contraltini di cui vi sia traccia sonora) le perplessità sono molte sull’ottimo
Gregory Kunde nella parte del Moro, perché, in teoria, è un tenore che ha caratteristiche sovrapponibili a Floréz stesso.
Nella parte di Desdemona abbiamo addirittura il debutto di Olga Peretyatko, in quella di Jago una vecchia gloria ( con tutto quello che ne consegue) del belcanto rossiniano come
Chris Merritt.
Insomma, si poteva fare meglio, anche per una colomba come me.
Naturalmente, tutti gli appassionati sarebbero ben felici di essere smentiti dai fatti, vale a dire da una serata memorabile dal punto di vista artistico.
Però, e questo vale anche per il debutto di Alessandra Marianelli (splendida cantante e simpaticissima ragazza) quale Fiorilla, nel Turco in Italia di domani sera, il ROF ( acronimo che significa appunto Rossini Opera Festival ) dovrebbe essere un punto d’arrivo per gli specialisti di questi ruoli, non il punto di partenza.
L’allestimento è di Giancarlo Del Monaco, regista figlio dell’indimenticabile Mario.
Allora, appuntamento per chi vuole questa sera alle 20, su RADIO3, che trasmetterà questo controverso Otello in diretta.
Dimenticavo, questo blog ha un grosso debito di riconoscenza con il Rossini serio: “Di Tanti Pulpiti” è solo uno sciocco calambour che scimmiotta maldestramente una meravigliosa aria del Tancredi (“Di Tanti Palpiti”), forse l’opera di Rossini che amo di più.
Buon ascolto agli appassionati e ai volenterosi (smile)
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