Di tanti pulpiti.

Dal 2006, episodiche esternazioni sulla musica lirica e amenità varie. Sempre tra il serio e il faceto, naturalmente. #verybullo

Album mnemonico.

Esistono situazioni, eventi, persone addirittura, che si possono apprezzare pienamente solo nel loro ambiente naturale.
Raccontarle non solo è difficile, ma appare quasi una mancanza di rispetto.
Tanto per fare un esempio sciocco, sono certo che nessuno potrebbe descrivere a me la bora a Trieste. Come si fa a fissare nella memoria il vento?
Ecco, oggi io mi cimento in una di queste imprese impossibili.
Non è quindi, il mio, un atto di superbia, bensì solo il desiderio di esprimere un ringraziamento alla fine del quale, ancora una volta, mi sentirò inadeguato.
Se, camminando per il centro storico di una città, la Musica di Verdi è intorno a te, ma anche dentro di te e respiri un’aria in Sol maggiore, solare ed ottimista, un’aria limpida che ti riempie i polmoni di gioia, sei a Parma.
Se, mentre sei in fila alla cassa del teatro, entrano persone sorridenti e chiedono se sono ancora disponibili biglietti per una rappresentazione che hanno già vissuto tre volte, sei a Parma.
Se, al ristorante, tra i tortelli di zucca ed il culatello, qualcuno si mette a suonare il pianoforte ed intona una romanza, sei a Parma.
Se, seduto al tuo posto in palco, la signora vicino a te scoppia a piangere commossa dopo un recitativo, sei a Parma.
Se, mentre intoni il Brindisi della Traviata con la voce resa roca da troppe sigarette, vedi Fiorenza Cedolins che canta vicino a te, sei a Parma.
Se, in un teatro magico, ti senti parte di una vera tradizione culturale italiana e capisci perché è così difficile rinunciare all’applauso del pubblico, sei a Parma.
Se, durante la recita, dimentichi le tue conoscenze musicali e ti lasci prendere per mano dall’entusiasmo, sei a Parma.
Se, nelle pieghe della tua memoria, provi a focalizzare un momento significativo di due giorni splendidi e ti appaiono volti sorridenti tra le note di un pentagramma, sei stato a Parma.
E basta.

19 risposte a “Album mnemonico.

  1. ivyphoenix 16 ottobre 2007 alle 4:45 PM

    in riferimento alla conversazione dell’altro post… agghiacciante! poi dicono che è solo colpa dei figli se non si rispettano più i genitori..
    purtroppo è così sai? ho amiche e amici anche più vecchi di me e con figli però pare che l’unico scopo della loro vita sia divertirsi e agganciare ragazzine giovani.. per non parlare di chi alla mia età non trova di meglio andare in disco con la mini e le zeppe… mostri davvero— e non se ne accorgono. Ora mi leggo questo di post

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  2. ivyphoenix 16 ottobre 2007 alle 4:53 PM

    molto amore in questo post… direi al secondo posto dopo trieste eh?
    salutino

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  3. utente anonimo 16 ottobre 2007 alle 5:31 PM

    Ricordo un piatto di prosciutto, culatello e grana. Il profumo ed il gusto.
    Sono stato a Parma.
    polpo goloso

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  4. luanossa 16 ottobre 2007 alle 6:19 PM

    Bellissimo post!!!

    lo copio e lo incollo nella memoria! 😉

    saludos, Lu

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  5. utente anonimo 16 ottobre 2007 alle 7:35 PM

    Ciao Paolo, è stato bello averti qui….. a Parma

    Patrizia

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  6. bobregular 16 ottobre 2007 alle 9:09 PM

    io aggiungo anche: se dopo una passeggiata in centro hai il torcicollo sei a Parma 😉

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  7. ElfaProfonda 17 ottobre 2007 alle 12:50 am

    Ti offendi se mi stampo questo post? In qualche modo mi rappresenta!

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  8. utente anonimo 17 ottobre 2007 alle 12:09 PM

    E pensare che non ci sono mai stata! Un’altra lacuna da colmare.
    Ciao!
    Ghismunda

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  9. utente anonimo 17 ottobre 2007 alle 1:20 PM

    Che bella descrizione. E che bello sapere che sei stato bene. :o)

    Margot

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  10. utente anonimo 17 ottobre 2007 alle 8:00 PM

    e invece, e invece, queste righe rendono più che giustizia al Festival Verdi e alla città di Parma e ad un amore per l’opera che diventa sempre più un bene prezioso.

    grazie
    🙂

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  11. utente anonimo 17 ottobre 2007 alle 8:55 PM

    Gioiosi, dolci, piacevoli, ironici, coinvolgenti, teneri, suggestivi, geniali, i tuoi otto “punti”. In una parola: belli!

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  12. utente anonimo 18 ottobre 2007 alle 8:12 am

    Che bello questo post! Mi piacerebbe tanto che qualcuno parlasse così della mia città (Catania) dopo esserci stato. Ma si sa, sono una sognatrice. Buona giornata 🙂

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  13. utente anonimo 18 ottobre 2007 alle 9:55 am

    Orca… peccato che Parma non ti sia piaciuta…

    eheheh Grande!

    yours

    MAURO

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  14. utente anonimo 18 ottobre 2007 alle 11:34 am

    Ecco, adesso so dove dovrei andare, ora che mi ci vorrebbe proprio un posto buono ma proprio buono. Scusami per la lunga assenza. Un saluto affettuoso
    Manou

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  15. Princy60 18 ottobre 2007 alle 11:38 am

    Se prima di entrare in scena, mediti la fuga, sei a Parma. ;-)***

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  16. utente anonimo 20 ottobre 2007 alle 9:00 PM

    OT, ma non del tutto, trattandosi di lirica: sto ascoltando la Norma su Radio Tre, in una registrazione del 1955 con Maria Callas ecc.
    Mi piacerebbe sapere il tuo parere, da melomane appassionato e fine intenditore quale sei: ci sei anche tu, in ascolto? E con quali emozioni o sensazioni? Che ne pensi delle registrazioni…d’epoca? Grazie.
    ANonimissIMA

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  17. amfortas 20 ottobre 2007 alle 9:35 PM

    Anonimissima, non sono all’ascolto di quella incisione di Norma, perchè ho il cd e lo conosco a memoria.
    È, a mio parere, una delle più grandi interpretazioni della Callas, supportata (si fa per dire, vista la grandezza di tutti) da un Del Monaco (Pollione) straordinario ed una monumentale Ebe Stignani ( Adalgisa), per non parlare della direzione di Tullio Serafin.
    Norma è uno di quei personaggi che hanno reso celebre la Callas, ma anche e soprattutto la sua interpretazione è veramente storica, dove per storica s’intende una lettura del personaggio che ha spazzato via eccessivi accenti veristi e languidità stucchevoli.
    Le registrazioni d’epoca sono una benedizione per gli appassionati: sono la testimonianza dell’arte di cantanti scomparsi o comunque non più attivi, ad esempio.
    Qualche volta il suono non è perfetto o addirittura scadente, ma non è certo un ostacolo per chi è davvero appassionato.
    Le registrazioni di tanti anni fa hanno anche un altro grande pregio: sono, nella maggior parte, non manipolate; riproducono cioè quello che davvero successe su quel palco, quella sera.
    Oggi invece, un disco (o un dvd) contiene gli highlight di una serie di rappresentazioni.
    Questo lavoro di editing è ancora più evidente nelle registrazioni in studio.
    Non è poi così inconsueto sentire un cantante che sembra avere caratteristiche straordinarie in disco e poi rimanere delusi (per usare un eufemismo) quando lo si sente in teatro.
    Ciao.

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  18. utente anonimo 20 ottobre 2007 alle 9:52 PM

    Grazie, sei davvero premuroso e gentile: mi hai confermato nelle mie quasi certezze di appassionata-profana: ma CASTA DIVA è una delle arie della mia infanzia e degli ascolti radiofonici con mia nonna – membro di una famiglia di melomani -e sentirla in questa versione mi emoziona, come succederebbe con VERRANNO A TE SULL’AURE dalla LUCIA..e molte altre (avevo 13 anni, nel 55!). Mi riportano alle emozioni, poco più che infantili, e perciò importantissime, di allora! Grazie ancora, e..che cosa augurarti? Festivals di Bayreuth a go-go, come minimo!
    Buona notte!
    ANonimissIMA

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  19. Tuosk 23 ottobre 2007 alle 10:55 PM

    …se davanti agli occhi hai il volto di un amico – che vive lontano ma che senti amico – serio, concreto, severo …ma così regale con un diadema in testa e una foto gigante di Leo Nucci alle spalle … sei a Parma.
    Quella giornata è stata un’oasi per me!

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