Di tanti pulpiti.

Dal 2006, episodiche esternazioni sulla musica lirica e amenità varie. Sempre tra il serio e il faceto, naturalmente. #verybullo

Archivi Mensili: novembre 2007

Stride la rampa.

Il mio collega Alessandro Cammarano (scusa, Alessandro, si fa per dire) due anni fa scriveva su OperaClick:
"…una serie di scale rosse che sembrano costruite coi mattoncini Lego e di praticabili malverniciati, sui quali si avventurano perigliosamente i cantanti…"
Parole profetiche.
Quante volte ho parlato male delle regie operistiche? Tante. (per la serie me le faccio e me le dico)
Ebbene, il regista dell’Ernani che ha aperto la stagione operistica triestina era nientemeno che Pier Luigi Pizzi.
Una brutta regia? No. Una regia sostanzialmente banale, molto statica.
Ernani è un’opera che ha un tema conduttore molto preciso: la vendetta.
Tutto rosso, quindi, come il sangue. Ci può stare, diciamo.
Invece non va bene che Sondra Radvanovsky, costretta dal regista a salire e scendere le scale di un castello nobiliare (che a me sembravano, a dire il vero, le scale di un condominio popolare, ma vabbè, transeat) con un vestito a strascico, inciampi e cada.
Perché la povera Sondra, splendida Elvira, deve cantare, accidenti, e la sua parte non è per niente facile. Che senso ha farla preoccupare anche di dove mette i piedi?
La trama dell’Ernani è molto facilmente riassumibile, in tono un po’ ironico, ché non vorrei che qualche parruccone venga qui a dirmi d’essere serio, così:
 
“Un vecchio erotomane (Silva) vuole scoparsi la vispa nipote (Elvira), che è innamorata di un giovanotto tanto stupido (Ernani) da mettersi a litigare con un probabile futuro imperatore ( Don Carlo)”
 
Finisce male, è evidente.
L’erotomane continuerà ad allenarsi da solo (thank you, Woody), la vispa nipote piangerà perché il giovanotto stupido le morirà tra le braccia.
Il probabile futuro imperatore, lascerà per strada gli aggettivi e se ne fregherà altamente di tutti.
Voti, in stile “Gazzetta dello Sport”:
Il giovane stupido: Roberto Aronica 7 ½
La vispa nipote: Sondra Radvanovsky 9
Il probabile futuro imperatore: Franco Vassallo 6 ½
Il vecchio erotomane:  Ferruccio Furlanetto 7
 
Il qui presente finto critico musicale: 2, perché non si applica.
Uff…
Buon fine settimana a tutti. (strasmile)
 
 
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Brevità e fuoco.

Oggi si festeggia Santa Cecilia, patrona della Musica.
 
 
Potrebbe essere di buon auspicio, in occasione dell’inaugurazione della stagione operistica triestina.
Stasera, infatti, a Trieste ritorna Ernani di Giuseppe Verdi, assente dal (mi pare) 1979.
 
"Io desidererei un libretto grandioso e nell’istesso tempo appassionato, e che si staccasse dal Nabucco e dai Crociati. Siavi molto fuoco, azione moltissima, e brevità."
 
Questo il desiderio di Verdi, che Francesco Maria Piave, librettista dell’opera, cercò di assecondare.
Sono passati 163 anni e 13 giorni dalla prima alla Fenice di Venezia e stasera a Trieste si va in scena di nuovo.
Sembra che Verdi e Piave abbiano fatto un buon lavoro.
Intanto, anche Maurice Béjart non c’è più.
 
 
 
 

Bianca al par di neve alpina.

Dopo circa dieci anni, sono tornato a Cortina d’Ampezzo, per una fulminea vacanza di 36 ore.
Perché Cortina, direte voi? Perché non c’è nessuno, in questa non stagione, tanto da trovare con estrema difficoltà un bed and breakfast aperto.
Comunque, sulla questione specifica di Cortina, che conosco molto bene, tornerò in un altro momento.
Da un certo punto di vista, la perla delle Dolomiti non si è smentita: ho visto infatti in vetrina un paio di mocassini da 2700 euro (i) ed un trolley da 12.750, classici acquisti da pirla delle Dolomiti.
Considerato che non viaggio molto, mi sono limitato a comprarmi due paia di mocassini.
Però, oltre a queste meraviglie, Cortina offre pure altro, in questa non stagione.

Averau e Croda Negra

 

 

Croda da Lago
S’impongono ringraziamenti ai blogger e ai radicali.
L’informazione ufficiale? Tutti quei giornalisti che latrano inutilmente, dove sono?
Nel frattempo continuano le uscite del Rotocalco: questa settimana il tema è “Russia, oggi”.
Per chi ha voglia di leggere, il mio pezzo è qui. Scegliete voi se commentare qua o di là, o fregarvene, mica è un obbligo!
Oggi incontro con gli artisti al ridotto del Verdi, domani prolusione all’opera di Angelo Folletto, critico musicale di Repubblica; giovedì l’apertura della stagione operistica, con Ernani.
Amo l’odore del Verdi incendiario alla mattina, mi sa di vittoria.
Buona settimana a tutti (strasmile).

Vissi d’Arte?

Credo non ci sia bisogno che spieghi da che parte sto politicamente. Quindi, non penso mi si possa accusare di essere un affamatore del popolo.
Oggi però, dopo il doppio sciopero alla Scala per il previsto Requiem di Verdi, leggo sulla benemerita rivista Il Giudizio Universale” queste righe, a firma di Antonio Lubrano.
Una lettrice chiede quali sono le voci che concorrono a formare il prezzo di uno spettacolo di lirica. Il Lubrano, dopo aver enumerato le spese che un po’ tutti conosciamo, ( regia, artisti, orchestra, scenografia ) ricorda un episodio che ha vissuto da testimone diretto.
Al debutto napoletano del Socrate Immaginario di Giovanni Paisiello, nel settembre 2005, durante la generale succede una cosa un po’, come dire, strana, ecco.
A metà del secondo atto entra in sala la sezione fiati (trombe, corni, clarinetti e tromboni), per accentuare un effetto comico di scena. I professori d’orchestra devono suonare al buio, a memoria, perché non riuscirebbero a leggere lo spartito sulla piccola consolle dello strumento.
La prova s’interrompe, tutto tace, i suonatori non suonano.
Come mai?
Problemi sindacali: alla banda non fu riconosciuta l’indennità buio. Tutto si risolve ma, attenzione, ecco un’altra grana.
Il Coro, che deve cantare in greco, rivendica l’indennità lingua straniera.
Ecco qui altre due voci che concorrono alla formazione del prezzo del biglietto.
Io non ci avevo mai pensato, sinceramente.
Una settimana fa ho intervistato per OperaClick il Dr. Umberto Fanni, direttore artistico del Verdi di Trieste.
A proposito della questione scioperi, ha espresso un’opinione molto intelligente:
 
“È assolutamente ovvio che i lavoratori debbano essere tutelati dai contratti di lavoro, ma non può essere il punto centrale della strategia di un ente lirico; occorre agire cum granu salis, fare qualche volta un piccolo passo indietro in favore di una causa più alta, in questo caso verso il pubblico…(omissis)… il Verdi di Trieste esiste da 206 anni, si tratta di difendere i diritti dei lavoratori ma anche quelli dei nostri figli e dei figli dei nostri figli i quali, si spera, diventeranno il pubblico del futuro.”
 
Amen e buon fine settimana a tutti.
 
 

Nuovi mostri, take two.

Finalmente, dopo quasi 2 mesi d’attesa, il qui presente Amfortas si presenta presso uno studio medico polifunzionale, dove ha prenotato una radiografia della rachide lombare e della colonna vertebrale.
L’appuntamento è alle 11.30.
Puntuale come una dichiarazione qualunquista di Casini, mi avvicino al banco della segreteria e presento l’impegnativa del medico di base.
Le infermiere mi guardano stupite, e mi assicurano che non c’è appuntamento a mio nome.
Io, imbestialito, comincio un numero da guitto fantastico:
 
“È uno scandalo, poi si dice che la Sanità pubblica fa schifo, ancora poco, dovrebbero mettervi tutti a lavorare in miniera. Sono un cittadino che paga le tasse e devo sottostare a questi disservizi, poi dice che uno si butta a destra, due mesi d’attesa per una radiografia, in privato avrei potuto averla in un giorno.”
 
Insomma cose simili, il tutto affiancato da una gestualità sì tipicamente italiana, ma ricercata, sottile, che si rifà alla vecchia scuola dei cantastorie.
Le signorine, che evidentemente di soggetti come me hanno le palle piene, riescono a mantenere la calma e mi propongono, scusandosi per il disagio, di effettuare l’esame in privato.
Io, scandalizzato, ripeto il numero da one man show di poco prima, in modo ancora più incisivo.
Alla fine, decido che spendo gli 85 euro (i) necessari e mi sottopongo all’esame diagnostico.
Le segretarie tirano un sospiro di sollievo.
Me ne vado, altezzoso e senza salutare.
Arrivo a casa e controllo.
Ho sbagliato studio medico: dovevo andare da Zucconi (sarà un caso???) e sono andato da Mazzocchi.
Abbiate pietà di me, ve ne prego.
Anzi “Deh signori, perdono pietade al vegliardo la memoria ridate…”

Parola non permessa.

L’altro giorno parlavo con una psicoterapeuta, donna straordinaria, aldilà dei meriti accademici, diciamo così. Ad un certo punto della conversazione, che verteva su argomenti futili, mi ha detto:
 
“Sai Paolo, io esercito questa professione da quasi 35 anni e quindi la mia base statistica è molto ampia: ebbene non ho mai vissuto un periodo come questo, dal punto di vista professionale. La conflittualità sociale, e di conseguenza i problemi delle persone, è a livello d’allarme rosso, per usare un eufemismo. La prima a risentirne è la famiglia, come istituzione ormai obsoleta eppure così presente nella vita di tutti.
Sono molto preoccupata per il futuro, sotto ogni punto di vista. Aspettati, negli anni a venire, un’intensificazione di episodi border line, come quello recentemente accaduto in Danimarca, così simile ad altri già accaduti negli Stati Uniti.”.
 
Allora io, forse per la prima volta, ho ripensato seriamente alla frase scherzosa, ma molto amara e sicuramente dettata da esperienza diretta, di Giorgia: I forum sono uno strumento der dimonio.”
Beh sì, ha ragione Giorgia.
Il fatto è che i forum, e non è certo la mia una considerazione così originale, sono lo specchio della società. Si litiga ovunque, anzi sembra che accapigliarsi sia diventato lo sport nazionale.
Il bello è che, almeno in teoria, una persona dovrebbe iscriversi ad un forum (ne esistono, come ben sapranno tutti, d’ogni tipo) per divertirsi.
Peraltro, la mamma dei cretini non solo è sempre incinta, ma è pure di fertilità spaventosa, la dà via come se non fosse sua e non conosce l’uso degli anticoncezionali.
L’anonimato in Rete è pernicioso, almeno dal mio punto di vista, perché scatena la sindrome del teppista, una malattia che colpisce anche le persone più insospettabili.
V’assicuro che anche il forum di OperaClick, che potrebbe sembrare un’isola felice, ospita delle alzate d’ingegno straordinarie, e non mi riferisco certo a scambi d’opinione anche duri su questioni artistiche, ma proprio ad insulti veri e propri.
Chi amministra i forum è costretto ad implementare una funzione che trasforma le parolacce più diffuse in un asettico “parola non permessa”, e meno male che ci sono gli emoticon(s) che spesso spengono sul nascere polemiche inenarrabili, altrimenti più che esprimere la propria opinione su di un argomento si passerebbe il tempo a scusarsi per un avverbio od un aggettivo.
Io ho deciso, ormai da molto tempo, che scrivere senza aggiungere faccine più o meno esplicative del mio pensiero (ammesso che ne abbia uno…) è un’ottima maniera per selezionare i contatti e valutare le persone che ci sono dietro al solito nickname. Chi capisce l’ironia, la battuta, di solito è intelligente, gli altri sono figli di quella madre pluripartoriente.
Ovviamente, non posso fare a meno di pensare alle più note litigate della Lirica.
Prendiamo d esempio la “Maria Stuarda” di Donizetti:
 
Figlia impura di Bolena
Parli tu di disonore?
Parola non permessa indegna oscena
Su te cada il mio rossore.
Profanato è il soglio inglese
Parola non permessa dal tuo piè.”
 
Ho cominciato questo post citando le parole ammonitrici di una psicoterapeuta, forse dimostrare civiltà nei forum può essere un buon inizio per evitare che la profezia della strizzacervelli si avveri.
Non so, possiamo provare, credo.
Buon fine settimana a tutti. (mi aspetto insulti, al posto dei soliti commenti…)
 

Daniele Luttazzi e Mario Del Monaco, passando per Cecilia Bartoli.

A me Daniele Luttazzi faceva ridere quando partecipava ad un programma di cui ora non ricordo il nome, con Gloria De Antoni e Oreste De Fornari.
Già con Satyricon mostrava, evidentissimi, segnali d’imbolsimento. Sabato sera m’è sembrato di vedere un Santoro più stupido ed arrogante e , considerata la mia opinione su Santoro, non è un complimento. Questi tipi (Santoro, Luttazzi ed altri) ritengono che il mondo possa andare avanti solo se loro stanno in video. Spiacente, ce la caviamo malissimo anche da soli. (ne parla Bob, tra gli altri)
 
Le offerte speciali sono una meraviglia, ma sono speciali davvero? Il cofanetto della Decca per i 25 anni dalla morte di Mario Del Monaco, uscito il 19 ottobre, costava 29.90 euro (i): dopo qualche giorno i siti specializzati mi hanno intasato la posta offrendolo da 25.20 a 28.90, ovviamente più le spese di spedizione. Per non sbagliare l’ho comprato nel negozio sotto casa a 22.90. ( e magari si trova a meno soldi ancora, da qualche parte). La stessa solfa si è ripetuta con l’ultima incisione di Cecilia Bartoli (che è una ciofeca di proporzioni galattiche, tra l’altro). Alla fine l’ho portata a casa (il cd, non Cecilia) per 14.50. Ora c’è il nuovo cd di Juan Diego Florez che costava 35.00 € in Germania, qualche mese fa. Siamo arrivati a 17.50 ed io aspetto ancora un paio di settimane. Tutto ciò mi ricorda la meravigliosa battuta di Woody, che ad una Diane Keaton in evidente crisi affettiva e “sempre libera” diceva: “Certo che ultimamente vai a ruba eh?” (anche questi argomenti, sempre da Bob)
 
        E basta, per ora.
 

È di nuovo lunedì.

Come potete vedere nel nuovo box a sinistra, mi esibisco in tutta la mia insipienza anche da altre parti.
 
 
Il tema di questa settimana è “Televisione e Mass media”.
Se volete, potete commentare anche qui sul blog, nel caso incontraste difficoltà sull’altro sito.
Oppure non commentare, che va bene ugualmente. (smile)
Sono molto soddisfatto di aver aderito all’iniziativa, perché mi pare un modo non banale per sfruttare questo media, cioè Internet.
Da sempre, in merito ad ogni argomento, ho cercato di conoscere punti di vista diversi e soprattutto non istituzionali, perché trovo sia un arricchimento culturale indispensabile.
A mio avviso, in questa prospettiva, sono molto interessanti tutti gli interventi.
Sto ascoltando, mentre scrivo queste poche righe, un’incisione straordinaria: il Don Carlo eseguito a Salisburgo nel 1976.
Insomma, almeno dal punto di vista musicale, cerco di cominciare bene la settimana.
Sul resto, stendiamo una coltre pesantissima, che è meglio.
Come saggiamente dice una mia amica, “I forum sono strumento del dimonio”.
Buona settimana a tutti.
 
 

Pasolini, che viveva in una lampada.

Sono già passati 32 anni dalla scomparsa di Pier Paolo Pasolini.
 

"…Poiché sono uno scrittore, e scrivo in polemica, o almeno discuto, con altri scrittori, mi si lasci dare una definizione di carattere poetico-letterario di quel fenomeno che è successo in Italia una decina di anni fa. Ciò servirà a semplificare e ad abbreviare il nostro discorso (e probabilmente a capirlo anche meglio).
Nei primi anni Sessanta, a causa dell’inquinamento dell’aria e, soprattutto, in campagna, a causa dell’inquinamento dell’acqua (gli azzurri fiumi e le rogge trasparenti) sono cominciate a scomparire le lucciole. Il fenomeno è stato fulmineo e folgorante. Dopo pochi anni le lucciole non c’erano più. (Sono ora un ricordo, abbastanza straziante, del passato: e un uomo anziano che abbia un tale ricordo, non può riconoscere nei nuovi giovani se stesso giovane, e dunque non può più avere i bei rimpianti di una volta).
Quel qualcosa che è accaduto una decina di anni fa lo chiamerò dunque "scomparsa delle lucciole"…
L’articolo delle lucciole, da Scritti corsari.
Categoria scelta: me medesimo.
E non è necessario aggiungere nulla, ne ho gia parlato qui.
Buon fine settimana a tutti.
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