Questa mattina, un po’ a sorpresa perché sembrava che la conferenza stampa dovesse essere rimandata alla prossima settimana, è stata presentata la stagione di Lirica e Balletto del
Teatro Verdi di Trieste.
Anche il teatro triestino ha dovuto fare i conti con la crisi finanziaria, anzi, direi che almeno per ora sembra l’unica fondazione lirica in cui si è tenuto conto dei tagli al FUS.
Non so se rallegrarmene o dispiacermi. È una dimostrazione di serietà o d’incapacità di saper navigare nel sottobosco che garantisce favori e clientele, di uno scarso peso politico?
Boh.
Il tentativo di contenere i costi appare evidente nella scelta dei cast alternativi (secondi cast, per dirla tutta), nei quali compaiono spesso artisti non di primissimo piano. Anche tra i direttori d’orchestra non si leggono nomi di stelle particolarmente luminose.
Lodevole e lungimirante la valorizzazione delle forze locali, molti spettacoli sono prodotti a Trieste e sono già stati visti in alcuni teatri italiani, così come mi sembra eccellente la scelta d’affidare l’orchestra, in due occasioni, ad artisti triestini meritevoli: Paolo Longo e Lorenzo Fratini.
I titoli proposti nel cartellone sono abbastanza interessanti, nella maggior parte dei casi mancano da Trieste da molti anni.
Si apre il 18 novembre nientemeno che con Il Trovatore di Giuseppe Verdi, lavoro popolarissimo e affascinante, uno di quei titoli che fanno sempre notizia.
È una nuova produzione del Verdi con l’Opèra Royal de Wallonie di Liegi.
Discreto il cast, che vede Tatiana Serjan e Rachele Stanisci alternarsi nel ruolo di Leonora, Francesco Hong e lo sconosciuto (per me) Badri Maisuradze nei panni di Manrico. Il Conte di Luna sarà impersonato da Alberto Gazale e Claudio Sgura, mentre Mariana Pentcheva e Andrea Ulbrich si esibiranno come Azucena. Sul podio Maurizio Barbacini, la regia è di Stefano Vizioli.
A gennaio si riparte con la Maria Stuarda di Donizetti nell’allestimento (coprodotto con Venezia, Palermo e Napoli) di Denis Krief già visto alla Fenice di Venezia il mese scorso.
Gli interpreti principali sono Annick Massis e Maria Costanza Nocentini (Maria Stuarda), Tiziana Carraro e Elena Belfiore (Elisabetta), Celso Albelo e Fernando Portari (Roberto). Dirige (arghhhh, strasmile) Julian Mano de Pedra Kovatchev.
Qui c’è da seguire con attenzione, soprattutto, il tenore Albelo, che a me è sempre piaciuto quando l’ho sentito. La Massis è un soprano di ottimo gusto e può risolvere bene il difficile personaggio di Maria Stuarda. Preoccupa la presenza del direttore Kovathcev, che non mi sembra molto adatto alla concertazione belcantistica. Vedremo e sentiremo.
A febbraio l’appuntamento che, già lo so, creerà scompiglio tra i miei concittadini, il Roméo et Juliet di Gounod, che a Trieste, incredibilmente, non è mai stato rappresentato.

Lo spettacolo del regista Damiano Michieletto (anche qui una coproduzione: Verona, Venezia, Trieste) non è proprio di quelli adatti al giurassico pubblico triestino e sento che ci saranno polemiche sanguinose, in questa occasione.
Roméo sarà interpretato da Antonino Siragusa (ottimo tenore, ma io in questo ruolo struggente ed amoroso non ce lo vedo…) e Atalla Ayan, cantante che non conosco ma di cui si dice un gran bene. Silvia Dalla Benetta sarà Juliette e ci può stare, anche se il soprano continua a navigare a vista tra ruoli diversi tra loro come Norma, che debutterà nella prossima stagione mi pare nel circuito lombardo, e appunto questa Juliette. Sul podio Christian Badea.
Sarà poi il turno dell’Elisir d’Amore di Donizetti, in cui ci sarà il prevedibile trionfo di Eva Mei nella parte di Adina (nel secondo cast Annamaria Dell’Oste), che le calza artisticamente a pennello. Antonino Siragusa interpreterà Nemorino, alternandosi a Emanuele Daguanno. Roberto De Candia e Paolo Rumetz si alterneranno a Gezim Myshketa e Nicolò Ceriani nei panni di Belcore e Dulcamara. Dirige, e ne sono molto felice, Paolo Longo. La regia è del madonno Davide Livermore.
Finalmente un titolo wagneriano, in aprile, si tratta del Tannhäuser nell’allestimento del Teatro Wielki di Poznan. Non conosco nessuno della compagnia di canto e nemmeno il direttore, Niksa Bareza.
Speriamo bene!
Un classico del melodramma non poteva mancare, e quindi rieccoci con la Madama Butterfly di Puccini.
Anche questa è una produzione del Verdi.
Svetla Vassileva (Mina Taska Yamazaki) sarà Cio Cio San, mentre Roberto De Biasio e Sung Kyu Park si alterneranno nel ruolo di Pinkerton. Spettacolo tutto triestino pure questo, già visto ma di buon livello.
Dirige Lorenzo Fratini, che di solito ha la responsabilità d’istruire il Coro di Trieste, compito che svolge in maniera eccellente.
Chiude la stagione l’Otello di Giuseppe Verdi, nuova produzione che avrebbe dovuto rappresentare l’occasione del debutto nel ruolo del titolo di Fabio Armiliato, accompagnato dalla Desdemona di Daniela Dessì. Beh, i due artisti non ci saranno, del cast originale rimane il glorioso Juan Pons che sarà Jago.
Dirige Nello Santi e Desdemona sarà…la figlia Adriana Marfisi. Il Moro sarà impersonato dal tenore Walter Fraccaro.
Insomma.
La stagione è completata da due balletti, uno a dicembre e l’altro a giugno: La fanciulla di neve di Pëtr Il’ič Čajkovskij e Antonio con la compagnia di ballo di Antonio Marquez.
A novembre 2010, nell’ambito del progetto Opera Domani, Hänsel und Gretel di Engelbert Humperdinck.
Aggiungo che buona parte degli spettacoli saranno rappresentati anche a Udine e Pordenone, dove ottengono sempre ottima partecipazione di pubblico.
Questo è tutto.
Manca qualche concerto di canto, ma il Direttore Artistico Umberto Fanni m’ha detto che non ci sono soldi.
Chissà, magari qualcosa salta fuori, non si sa mai.
Credo che il Verdi di Trieste, in un momento difficilissimo per i teatri italiani, abbia fatto uno sforzo notevole per garantire una stagione più che dignitosa al pubblico.
Ci vorrebbero gli sponsor, soprattutto sarebbe indispensabile un interesse reale della politica per la cultura in generale, ma lo spettacolo inverecondo che stanno offrendo i nostri rappresentanti in questi giorni non mi pare possa lasciare troppe speranze, in questo senso. Anzi, meglio che non m’addentri in queste paludi.
Come sempre seguirò per
Operaclick gli spettacoli e ne darò conto qui in forma semiseria e meno paludata.
Quindi, amici lettori e simpatizzanti del melodramma, abbiate fede. Paolo Bullo alias Amfortas continuerà a scrivere stupidaggini, con la speranza di strapparvi un sorriso ogni tanto.
So che ne avete bisogno anche voi!
Buon fine settimana a tutti.
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ciao dal polpo
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……stagione effettivamente ai limiti della decenza…..ma la chiusura con Nello Santi e la figlia è a dir poco imbarazzante…..
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Octopus, ciao a te 🙂
anonimo, sarei meno severo con la stagione in generale, mentre sono d’accordo con te per la Marfisi, che peraltro bisogna pur ascoltare, prima di dire qualcosa di definitivo…
Ciao.
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Octopus, ciao a te 🙂
anonimo, sarei meno severo con la stagione in generale, mentre sono d’accordo con te per la Marfisi, che peraltro bisogna pur ascoltare, prima di dire qualcosa di definitivo…
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Non t’è bastata l’aiduccia di quest’anno?
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Sì in Aida la Marfisi è stata oggettivamente tremenda, e l’ho scritto chiaramente.
ECCO QUI.
Ciao.
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Sì in Aida la Marfisi è stata oggettivamente tremenda, e l’ho scritto chiaramente.
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c’è sempre bisogno di parole…parlate e scritte che siano…l’importante che arrivino come messaggio di crescita.
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forse per la stagione nel complesso sono stato eccessivamente intransigente, ma noto che si rimesta quasi sempre nel solito: quando ci sarà dato un Janacek, un Fidelio un Pelleas…? Ridicola è la santificazione (sic) di Santi…soprattutto se ogni volta ti devi pippare la figlia. E piantiamola con sta storia che è uno dei massimi direttori viventi….
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camaleonticando, concordo, ma mi sfugge il nesso con quello che ho scritto io…comunque grazie del passaggio.
anonimo, capisco il tuo desiderio di vedere qualcosa di diverso, che esca dalle solite proposte.
So per certo che Fanni vorrebbe proprio Janacek, credo che lo staff abbia le mani legate anche per la situazione economica.
In quanto a Santi, nessuna santificazione…è un buon professionista e basta, ma ricordi il Ballo in Maschera di Palumbo? Hai sentito Kovatchev nella Norma? O anche Ettinger, proprio nell’Italiana di un paio di giorni fa…
Sulla Marfisi, credo di aver detto a sufficienza.
Ciao e grazie per i tuoi contributi.
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camaleonticando, concordo, ma mi sfugge il nesso con quello che ho scritto io…comunque grazie del passaggio.
anonimo, capisco il tuo desiderio di vedere qualcosa di diverso, che esca dalle solite proposte.
So per certo che Fanni vorrebbe proprio Janacek, credo che lo staff abbia le mani legate anche per la situazione economica.
In quanto a Santi, nessuna santificazione…è un buon professionista e basta, ma ricordi il Ballo in Maschera di Palumbo? Hai sentito Kovatchev nella Norma? O anche Ettinger, proprio nell’Italiana di un paio di giorni fa…
Sulla Marfisi, credo di aver detto a sufficienza.
Ciao e grazie per i tuoi contributi.
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io la trovo una stagione splendida, ce ne fosse una del genere al Filarmonico correrei per prendere l’abbonamento.
non mi stupisco della Juliette della Silvia della Benetta, dato che sta cercando un po’ qua e un po’ là cosa fare (la Norma del circuito lombardo mi interesserebbe). immagino che la troverò anche a Verona per lo stesso ruolo e la vedova (e magari anche per Ninetta nella gazza?)
ma la Francesca da Rimini non si farà più più???
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io la trovo una stagione splendida, ce ne fosse una del genere al Filarmonico correrei per prendere l’abbonamento.
non mi stupisco della Juliette della Silvia della Benetta, dato che sta cercando un po’ qua e un po’ là cosa fare (la Norma del circuito lombardo mi interesserebbe). immagino che la troverò anche a Verona per lo stesso ruolo e la vedova (e magari anche per Ninetta nella gazza?)
ma la Francesca da Rimini non si farà più più???
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Badoero, la Francesca è al momento accantonata, è un’opera che costa troppo (pensa a quanti cantanti ci sono, in 2 cast).
Ciao!
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Badoero, la Francesca è al momento accantonata, è un’opera che costa troppo (pensa a quanti cantanti ci sono, in 2 cast).
Ciao!
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francamente la Dalla Benetta e Park il coreano cominciano ad essere come il prezzomolo a Trieste….ovunque e dappertutto…e non se ne può più! davvero non esistono altri interpreti? o hanno qualche contratto particolare? una osservazione: per il Romeo e Juliette (che ho visto a Venezia…e ho qualche perplessità sulla regia, innovativa ma tutt’altro che colta) non credete che la Dalla benetta manchi un tantino di “fisico da ruolo”….! sentiremo la voce…sperando non strilli troppo.
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anonimo11, non credo che Park e Dalla Benetta abbiano contratti particolari.
Quanto al fisico adatto, se mai può essere significativo, la Dalla Benetta è una ragazza giovane e carina…inoltre io trovo che nel repertorio lirico leggero sia a suo agio.
A me la regia di Michieletto è piaciuta (ero a Venezia anch’io).
Ciao e grazie.
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anonimo11, non credo che Park e Dalla Benetta abbiano contratti particolari.
Quanto al fisico adatto, se mai può essere significativo, la Dalla Benetta è una ragazza giovane e carina…inoltre io trovo che nel repertorio lirico leggero sia a suo agio.
A me la regia di Michieletto è piaciuta (ero a Venezia anch’io).
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allora io non ho capito nulla della tessitura drammaturgica nè delle intenzioni registiche (anche se a me l’edizione Michiletto sembra efficace piuttosto per l’impianto scenico che per la conduzione registica…mah!), dato che Juliette mi sembra una ragazzina, un’adolescente…non una donna sui 40…Comunque, sono punti di vista!
Leonardo
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allora io non ho capito nulla della tessitura drammaturgica nè delle intenzioni registiche (anche se a me l’edizione Michiletto sembra efficace piuttosto per l’impianto scenico che per la conduzione registica…mah!), dato che Juliette mi sembra una ragazzina, un’adolescente…non una donna sui 40…Comunque, sono punti di vista!
Leonardo
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Leonardo, capisco ciò che vuoi dire, però se si dovessero scegliere gli interpreti con il metodo della verosimiglianza fisica…saremmo davvero nei guai 🙂
Una Cio Cio San, solo per fare il primo esempio che mi passa per la testa, sarebbe irrappresentabile, non ti pare?
Ciao e grazie.
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Leonardo, capisco ciò che vuoi dire, però se si dovessero scegliere gli interpreti con il metodo della verosimiglianza fisica…saremmo davvero nei guai 🙂
Una Cio Cio San, solo per fare il primo esempio che mi passa per la testa, sarebbe irrappresentabile, non ti pare?
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sì ma Cio Cio San è in genere truccatissima da giapponesina e dunque mascherata….l’hai vista la regia di Michieletto? per la metà dell’opera Juliette è in sottoveste…le mancano solo i codini e poi è fatta| Quello volevo dire: la regia è giovane e luccicante, o meglio fosforescente….molto disco music…e lì il fisico serve…se no facciamo a meno delle scelte registiche e tappiamoci gli occhi! leonardo
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Leonardo, l’importante è che Silvia Dalla Benetta canti bene credimi…poi può piacerti o meno fisicamente…è questione di gusti 🙂
E poi ho fatto l’esempio di Cio Cio San, ma vale praticamente per ogni personaggio operistico, non ti pare?
Gli uomini sono pure peggio…
Ciao.
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Leonardo, l’importante è che Silvia Dalla Benetta canti bene credimi…poi può piacerti o meno fisicamente…è questione di gusti 🙂
E poi ho fatto l’esempio di Cio Cio San, ma vale praticamente per ogni personaggio operistico, non ti pare?
Gli uomini sono pure peggio…
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è qui che casca l’asino! è qui la differenza da chi vuole un teatro d’opera e non solamente l’opera! Parlando di teatro, non basta che un soprano canti bene,serve che sia anche adatto al ruolo, in tutto e per tutto….altrimenti si faccia l’opera in forma di concerto e non la si metta un scena. Ma se teatro ha da essere che lo sia e che lo sia ben fatto e non a spanne! Non è una questione di piacermi o meno il soprano in questione (è una bella donna, fuor di dubbio), ma non va bene per quella regia. Ne sono e ne resto convinto. e capisco perchè quando leggo le recensioni degli spettacoli d’opera lirica in genere fatte da musicologi o melomani non sono MAI d’accordo. E capisco anche perchè non son MAI d’accordo con il premio Abbiati per la regia (non discuto la parte musicale). Ma scusate trovate giusto che i critici teatrali siano esclusi dalla giuria? lancio quindi una provocazione: proviamo a parlare di teatro d’opera con maggiore attenzione alla parte teatrale?
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Leonardo, lo spunto per la discussione è molto gustoso.
Dal mio punto di vista è una questione di priorità e per me in uno spettacolo di lirica la priorità è il canto.
Questo non significa che le altre componenti di uno spettacolo debbano essere trascurate, però ti faccio un esempio.
Se tu devi valutare un film, da cosa cominci? Dalla qualità della recitazione o dalla pur importante fotografia?
Spero di essermi spiegato, ciao e grazie.
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Leonardo, lo spunto per la discussione è molto gustoso.
Dal mio punto di vista è una questione di priorità e per me in uno spettacolo di lirica la priorità è il canto.
Questo non significa che le altre componenti di uno spettacolo debbano essere trascurate, però ti faccio un esempio.
Se tu devi valutare un film, da cosa cominci? Dalla qualità della recitazione o dalla pur importante fotografia?
Spero di essermi spiegato, ciao e grazie.
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Recentemente, per restare in tema, si sono allestiti i Pagliacci a Roma, regia di Zeffirelli.
Era previsto che nel ruolo di Canio cantasse Fabio Armiliato. Ora, Zeffirelli ha deciso che la figura slanciata di Armiliato mal si adattasse alla sua opulenta regia e ha preteso che cantasse il boteriano Stuart Neill.
Al di là dei giudizi miei e tuoi sui due cantanti, ti pare una cosa sensata? A me no.
E questo a prescindere dal fatto che per me Armiliato sia un tenore molto migliore di Neill.
Ciao.
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Recentemente, per restare in tema, si sono allestiti i Pagliacci a Roma, regia di Zeffirelli.
Era previsto che nel ruolo di Canio cantasse Fabio Armiliato. Ora, Zeffirelli ha deciso che la figura slanciata di Armiliato mal si adattasse alla sua opulenta regia e ha preteso che cantasse il boteriano Stuart Neill.
Al di là dei giudizi miei e tuoi sui due cantanti, ti pare una cosa sensata? A me no.
E questo a prescindere dal fatto che per me Armiliato sia un tenore molto migliore di Neill.
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no no no il modo di impostare il problema è proprio sbagliato. è assurdo dire che in uno “spettacolo” di lirica si preferisca il canto: ripeto, se questo è il nucleo, non si allestisca lo spettacolo con notevole risparmio di danaro. Si canti e suoni la partitura. ma se lo si allestisce non esistono elelmenti prioritari, esiste una visione d’insieme, esiste una totalità. come in un film. e lo direbbe qualunque filomologo degno di questo nome. organicità è la parola: almeno, da Wagner in poi, sul versante della concezione del melodramma. dalla fondazione della regia, sul versante teatrale. Non voglio poi discutere delle innovazioni del novecento teatrale dalle quali il mondo della lirica è rimasto pressochè intoccato (purtroppo). e non mi riferisco a questioni di becera verosimiglianza, il discorso sarebbe retrivo del tutto anacronistico. Certamente antistorico, date le rivoluzioni in questo senso che il teatr ha già da lungo tempo affrontato. Ma per rilanciare, segnalo l’ultimo numero di Veneziamusica e dintorni, che trovate on-line all’indirizzo http://www.euterpevenezia.it/attivita/rivista/28_vemu_29-54_cantiereregia.pdf, nel quale è contenuto un interessantissimo dossier sulla regia d’opera. Poi, se volete, ne parliamo. leonardo
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Leonardo, ora mi scarico il pdf e quando ho tempo lo leggo con calma, è un argomento che m’interessa molto.
Ti anticipo che credo di aver capito le tue ragioni, ma non mi pare che si possa affermare che il teatro lirico sia rimasto al palo per quanto riguarda le innovazioni registiche. Penso a un Robert Carsen, citato nel post, ma anche a tanti altri registi. Recentemente ho visto (solo in tv, purtroppo, ché sono agli arresti domiciliari) un bellissimo allestimento del Freischütz a Baden Baden (Bob Wilson): bene, quello era, per me, un ottimo esempio di regia intelligente, in cui canto, recitazione, scenografia erano curate e contribuivano alla riuscita dello “spettacolo”. Come vuoi chiamarlo, altrimenti?
Ciao!
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Leonardo, ora mi scarico il pdf e quando ho tempo lo leggo con calma, è un argomento che m’interessa molto.
Ti anticipo che credo di aver capito le tue ragioni, ma non mi pare che si possa affermare che il teatro lirico sia rimasto al palo per quanto riguarda le innovazioni registiche. Penso a un Robert Carsen, citato nel post, ma anche a tanti altri registi. Recentemente ho visto (solo in tv, purtroppo, ché sono agli arresti domiciliari) un bellissimo allestimento del Freischütz a Baden Baden (Bob Wilson): bene, quello era, per me, un ottimo esempio di regia intelligente, in cui canto, recitazione, scenografia erano curate e contribuivano alla riuscita dello “spettacolo”. Come vuoi chiamarlo, altrimenti?
Ciao!
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benappunto: due esempi e due stranieri, di cui per altro uno è un maestro del 900! possiamo aggiungere la Fura, e qualche altro nome. (che intanto Michieletto studi…però…nel mondo della prosa – di cui faccio parte….ma forse si era capito – nessuno sa chi è…strano no?). Ma possiamo togliere il restante 80%…e soprattutto ignorare il giudizio del pubblico che costringe le direzioni artistiche a scelte (spesso loro malgrado) eccessivamente ponderate e che in genere puntano sul visivo (basta leggere l’articolo di un tuo collega sulla stagione triestina pubblicato su operaclick…e si capisce quale sia il rapporto del pubblico con la regia).
Io credo che innovazione non sia il termine giusto. credo che sia piuttosto un modo di vedere altro. e credo che la mancanza di risorse economiche sia l’occasione per ripensare oltre che le strutture produttive anche le linee estetiche dell’opera. d’altonde il teatro si reinventò quando il cinema lo mise in crisi, economicamente e “ontologicamente”!
Bisognerebbe organizzare una due giorni di chiacchiere sul tema tra operatori economici, direttori artistici, registi, storici, e – perchè no – melofili.
che ne dici?
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benappunto: due esempi e due stranieri, di cui per altro uno è un maestro del 900! possiamo aggiungere la Fura, e qualche altro nome. (che intanto Michieletto studi…però…nel mondo della prosa – di cui faccio parte….ma forse si era capito – nessuno sa chi è…strano no?). Ma possiamo togliere il restante 80%…e soprattutto ignorare il giudizio del pubblico che costringe le direzioni artistiche a scelte (spesso loro malgrado) eccessivamente ponderate e che in genere puntano sul visivo (basta leggere l’articolo di un tuo collega sulla stagione triestina pubblicato su operaclick…e si capisce quale sia il rapporto del pubblico con la regia).
Io credo che innovazione non sia il termine giusto. credo che sia piuttosto un modo di vedere altro. e credo che la mancanza di risorse economiche sia l’occasione per ripensare oltre che le strutture produttive anche le linee estetiche dell’opera. d’altonde il teatro si reinventò quando il cinema lo mise in crisi, economicamente e “ontologicamente”!
Bisognerebbe organizzare una due giorni di chiacchiere sul tema tra operatori economici, direttori artistici, registi, storici, e – perchè no – melofili.
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Leonardo, penso che sia una buona idea.
Il pubblico a Trieste è particolarmente reazionario e allergico alle novità, ma lo zoccolo duro degli spettatori è così ovunque.
Ti ringrazio per i tuoi interventi, molto stimolanti, e vado studiare il pdf, ché oggi forse ce la faccio.
Ciao!
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Leonardo, penso che sia una buona idea.
Il pubblico a Trieste è particolarmente reazionario e allergico alle novità, ma lo zoccolo duro degli spettatori è così ovunque.
Ti ringrazio per i tuoi interventi, molto stimolanti, e vado studiare il pdf, ché oggi forse ce la faccio.
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Leonardo, ho finito di leggere ora il lavoro che hai curato assieme a Ilaria Pellanda, davvero molto interessante.
Le risposte date dai registi sono molto stimolanti (sorvolo su Arruga…) e sposterò la discussione sul forum di Operaclick, dove forse il terreno è fecondo per una discussione che mi sembra più consona agli addetti ai lavori.
La mia posizione personale sull’argomento si può sommariamente riassumere così:
1) il regista d’opera deve conoscere la musica
2) perché uno spettacolo sia riuscito il messaggio del compositore e del drammaturgo che ha scritto il testo originale deve essere chiaro.
3) il regista deve rispettare le esigenze dei cantanti.
Se una regia risponde a questi requisiti primari, ci sono buone possibilità che lo spettacolo (io continuo a chiamarlo così) sia soddisfacente.
Ora provo a postare nel forum di OC un thread sull’argomento, peccato che siamo in estate e le discussioni stiano languendo.
L’iscrizione al forum, nel caso volessi intervenire, è libera a tutti.
Infine una curiosità. Come mai tra i registi interpellati non c’è Michieletto, che mi pare di capire, è pure tuo concittadino?
Ciao e grazie, a rileggerti.
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Leonardo, ho finito di leggere ora il lavoro che hai curato assieme a Ilaria Pellanda, davvero molto interessante.
Le risposte date dai registi sono molto stimolanti (sorvolo su Arruga…) e sposterò la discussione sul forum di Operaclick, dove forse il terreno è fecondo per una discussione che mi sembra più consona agli addetti ai lavori.
La mia posizione personale sull’argomento si può sommariamente riassumere così:
1) il regista d’opera deve conoscere la musica
2) perché uno spettacolo sia riuscito il messaggio del compositore e del drammaturgo che ha scritto il testo originale deve essere chiaro.
3) il regista deve rispettare le esigenze dei cantanti.
Se una regia risponde a questi requisiti primari, ci sono buone possibilità che lo spettacolo (io continuo a chiamarlo così) sia soddisfacente.
Ora provo a postare nel forum di OC un thread sull’argomento, peccato che siamo in estate e le discussioni stiano languendo.
L’iscrizione al forum, nel caso volessi intervenire, è libera a tutti.
Infine una curiosità. Come mai tra i registi interpellati non c’è Michieletto, che mi pare di capire, è pure tuo concittadino?
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Caro, si tratta di un caso di omonimia, ma non sono quel Leonardo! Comunque posso risponderti perchè Mello lo conosco ed ho seguito la vicenda: Michieletto è stato assolutamente invitato ma ha declinato l’invito! il che la dice lunga!!!!
a presto e grazie
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Caro, si tratta di un caso di omonimia, ma non sono quel Leonardo! Comunque posso risponderti perchè Mello lo conosco ed ho seguito la vicenda: Michieletto è stato assolutamente invitato ma ha declinato l’invito! il che la dice lunga!!!!
a presto e grazie
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Ok, grazie della precisazione e ciao.
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ho avuto qualche indiscrezione dalle prove di Vedova allegra, in corso al Verdi. Tiezzi ha dato una lettura molto singolare, colta, agrodolce…certamente non semplicista e da avanspettacolo come quelle proposte negli anni da registi di minor calibro intellettuale e certamente più “spettacolari”.
Chissà se il pubblico dell’operetta potrà apprezzare….spero di sì….altrimenti non resta che la televisione e Raffaella Carrà!
Lucio
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ho avuto qualche indiscrezione dalle prove di Vedova allegra, in corso al Verdi. Tiezzi ha dato una lettura molto singolare, colta, agrodolce…certamente non semplicista e da avanspettacolo come quelle proposte negli anni da registi di minor calibro intellettuale e certamente più “spettacolari”.
Chissà se il pubblico dell’operetta potrà apprezzare….spero di sì….altrimenti non resta che la televisione e Raffaella Carrà!
Lucio
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Lucio, è abbastanza probabile che non possa essere presente alla prima di sabato, ma vedrò questa nuova produzione dell’operetta in una delle recite successive.
Tiezzi è un regista che mi piace molto, speriamo sia anche questa volta all’altezza della sua meritata fama.
Ciao e grazie.
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Lucio, è abbastanza probabile che non possa essere presente alla prima di sabato, ma vedrò questa nuova produzione dell’operetta in una delle recite successive.
Tiezzi è un regista che mi piace molto, speriamo sia anche questa volta all’altezza della sua meritata fama.
Ciao e grazie.
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Buongiorno Signor Bullo ,
s Lei è felice per l’ascesa al Podio di Paolo Longo e Lorenzo Fratini dovrebbe esserlo altrettato per i “ritorno” di Niksa Bareza , titolato e famoso Direttore Wagneriano e Straussiano e Verdiano in Carriera da oltre 30 anni nei più prestigiosi Teatri e spesso boicottato professionalmente (specialmente in Italia) a favore di certi direttori che sul Podi si agitano insulsamente come tanti piccioni spennacchiati . con Palco e Buca che se ne van per conto proprio ed i Solisti abbandonati a sè stessi !
Ascendere al Walhalla comporta obblighi di conoscenza (le dico ciò con assoluta simpatia) . Con affetto : Mephistopheles .
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Buongiorno Signor Bullo ,
s Lei è felice per l’ascesa al Podio di Paolo Longo e Lorenzo Fratini dovrebbe esserlo altrettato per i “ritorno” di Niksa Bareza , titolato e famoso Direttore Wagneriano e Straussiano e Verdiano in Carriera da oltre 30 anni nei più prestigiosi Teatri e spesso boicottato professionalmente (specialmente in Italia) a favore di certi direttori che sul Podi si agitano insulsamente come tanti piccioni spennacchiati . con Palco e Buca che se ne van per conto proprio ed i Solisti abbandonati a sè stessi !
Ascendere al Walhalla comporta obblighi di conoscenza (le dico ciò con assoluta simpatia) . Con affetto : Mephistopheles .
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Mephistopheles, spero non s’adombri , ma le do del tu e la invito cordialmente a fare altrettanto.
Confesso che non conosco direttamente il M° Niksa Bareza, non l’ho mai sentito in teatro, a quanto ricordo. Cosa dirigerà a Trieste? Sono un po’ affannato tra mille impegni e mi faresti una cortesia se m’illuminassi sull’argomento.
Ciao (sto leggendo un libro sulla tua presenza nell’opera, a cura di Marco Capra, ne parlerò anche qui).
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Mephistopheles, spero non s’adombri , ma le do del tu e la invito cordialmente a fare altrettanto.
Confesso che non conosco direttamente il M° Niksa Bareza, non l’ho mai sentito in teatro, a quanto ricordo. Cosa dirigerà a Trieste? Sono un po’ affannato tra mille impegni e mi faresti una cortesia se m’illuminassi sull’argomento.
Ciao (sto leggendo un libro sulla tua presenza nell’opera, a cura di Marco Capra, ne parlerò anche qui).
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buon giorno sono stefano vizioli, e dovrei inaugurare il Verdi con Trovatore.. rientro dopo 10 anni a Trieste e sono abbastanza emozionato perchè ne ho firmate tante li (turco in italia cenerentola maestri cantori flauto magico ecc ecc) e sono molto risollevato a leggere che ci siano forum e blog a proposito del Verdi e del suo pubblico, quest’ultimo credo non è composto nè da cariatidi nè da talibani dell’ultima ora, è un foglio bianco onnivoro e curioso su cui un teatro, che ha il dovere anche di educare e proporre, scrive la storia della sua città.
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Un caloroso benvenuto a Stefano Vizioli di cui ho spesso apprezzato il lavoro.
Il pubblico di Trieste non è poi diverso da quello di altre città d’Italia, io mi diverto un po’ a prenderlo in giro.
Certo, è un dato di fatto che quando giro per teatri vedo pochi concittadini in trasferta e questa circostanza m’inquieta: difficile valutare un allestimento se non si hanno termini di paragone, il tutto si può ridurre ad uno sterile Ah…ai miei tempi e relativo pippone sul passato perduto.
In generale, il web è un’ottima opportunità per dare un minimo di rilievo ad argomenti (e anche realtà culturali, come il Verdi di Trieste) che di solito trovano poco spazio nei media.
Aspettiamo questo Trovatore, allora!
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Un caloroso benvenuto a Stefano Vizioli di cui ho spesso apprezzato il lavoro.
Il pubblico di Trieste non è poi diverso da quello di altre città d’Italia, io mi diverto un po’ a prenderlo in giro.
Certo, è un dato di fatto che quando giro per teatri vedo pochi concittadini in trasferta e questa circostanza m’inquieta: difficile valutare un allestimento se non si hanno termini di paragone, il tutto si può ridurre ad uno sterile Ah…ai miei tempi e relativo pippone sul passato perduto.
In generale, il web è un’ottima opportunità per dare un minimo di rilievo ad argomenti (e anche realtà culturali, come il Verdi di Trieste) che di solito trovano poco spazio nei media.
Aspettiamo questo Trovatore, allora!
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Rileggendo con calma il post ho visto che il Maestro Niksa Bareza dirige in occasione dell’appuntamento wagneriano: è proprio il caso di dire che sono diabolicamente disattento 🙂
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caro amfortas, grazie del benvenuto.. le dirò che trovatore è una gatta a pelare proprio difficile, anche per i continui”ai miei tempi” che già sento in giro, io farò il mio, non so come verrà, mi aiuta l’amore per questo titolo (e il fatto che il mio diploma in pianoforte serve moltissimo), ma sarò molto disponibile se lo vorrete a intraprendere conversazioni e dibattiti sulla regia, che è un po’ una bestia nera, ammettiamolo, nel mondo lirico. un caro saluto e sono felice di vedere quanto fermento ci sia a trieste sulla lirica, un fermento brillante acuto e gentilmente provocatorio
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L’argomento “regia nel teatro d’opera”, Sig.Vizioli, è affrontato su questo blog quasi ad ogni post 🙂
Lo spunto ci è stato fornito anche da questo documento, nel quale molti suoi colleghi esprimono il loro parere in merito alla questione.
Buona giornata a lei!
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L’argomento “regia nel teatro d’opera”, Sig.Vizioli, è affrontato su questo blog quasi ad ogni post 🙂
Lo spunto ci è stato fornito anche da questo documento, nel quale molti suoi colleghi esprimono il loro parere in merito alla questione.
Buona giornata a lei!
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