Di tanti pulpiti.

Dal 2006, episodiche esternazioni sulla musica lirica e amenità varie. Sempre tra il serio e il faceto, naturalmente. #verybullo

I’m in a Bayreuth state of mind. Sabato 25 luglio si apre il Festival di Bayreuth con Tristan und Isolde.

Sabato prossimo ricomincia l’annuale rito del Festival di Bayreuth.
Quest’anno, come argutamente sottolinea daland, sembra che ci sia un po’d’Italia anche sulla collina sacra (smile). Speriamo bene.
Si comincia con Tristan und Isolde, una delle opere che amo di più e quindi è imprescindibile l’ascolto radiofonico, su RADIO3, che merita una volta di più un plauso e gratitudine da tutti i melomani.
Appuntamento alle 15.57 di sabato 25 luglio, quindi.
Seguirà, credo, la consueta recensione semiseria.
Qualcuno mi ha chiesto nei giorni scorsi un consiglio discografico per questo straordinario capolavoro. Non è facile, anche perché le edizioni sono molte e io ci trovo un pregio in tutte (smile).
Diciamo che, a mio parere, non si può prescindere dalla Isolde di Birgit Nilsson,
di cui ci sono diverse testimonianze. Se dovessi sceglierne una consiglierei quella, un po’tardiva per quasi tutti i protagonisti ma forse per questo così preziosa, diretta proprio a Bayreuth nel 1966 da Karl Böhm.
Qui la Nilsson, accusata spesso di una qual freddezza da certa critica, ammorbidisce il suo canto e il suo strumento fenomenale in un lirismo sfocato e sfuggente, presago di sventura dalla prima frase e pur radiosissimo e sensuale nel duetto, ad esempio. Un’interpretazione che non esito a definire sconvolgente.
Gli altri protagonisti sono tutti a livelli eccellenti, a mio parere.
Il Tristan di Wolfgang Windgassen è memorabile, meravigliosa la Brangäne di Christa Ludwig, ottimi sia Eberhard Wächter (Kurwenal) sia Martti Talvela (Re Marke).
La direzione di Böhm è magnifica: non indugia in effetti retorici ma anzi snellisce, se così si può dire, la sterminata partitura wagneriana. Manca il colpo di genio? Probabilmente sì, ma non se ne sente la mancanza, con quegli interpreti.
L’appassionato wagneriano che c’è in me sta scalpitando, perché indico un solo titolo. In realtà ce ne sarebbero tante, di registrazioni memorabili, ma non la finirei più di scrivere.
Lascio un ascolto, non il famoso Liebestod questa volta, ma l’altrettanto emozionante Preludio, nell’interpretazione di Daniel Barenboim in occasione della prima alla Scala di Milano nel 2007.
A presto!

22 risposte a “I’m in a Bayreuth state of mind. Sabato 25 luglio si apre il Festival di Bayreuth con Tristan und Isolde.

  1. AntonioSabino 22 luglio 2009 alle 5:20 PM

    Appuntamento immancabile, non mi perderei un Tristan per nulla al mondo e provo una fortissima invidia per un mio amico che avrà la possibilità di assistere a Tristan e Tetralogia in quel di Bayreuth, premio meritato e guadagnato, senza dovere aspettare 10 anni per un biglietto, beato lui!!!! Viva Radio3 🙂
    Ciao

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  2. AntonioSabino 22 luglio 2009 alle 5:20 PM

    Appuntamento immancabile, non mi perderei un Tristan per nulla al mondo e provo una fortissima invidia per un mio amico che avrà la possibilità di assistere a Tristan e Tetralogia in quel di Bayreuth, premio meritato e guadagnato, senza dovere aspettare 10 anni per un biglietto, beato lui!!!! Viva Radio3 🙂
    Ciao

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  3. amfortas 22 luglio 2009 alle 8:31 PM

    AntonioSabino, beato lui, davvero! Peccato che la RAI quest’anno si limiti a solo due appuntamenti.
    Ciao.

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  4. amfortas 22 luglio 2009 alle 8:31 PM

    AntonioSabino, beato lui, davvero! Peccato che la RAI quest’anno si limiti a solo due appuntamenti.
    Ciao.

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  5. daland 22 luglio 2009 alle 9:42 PM

    L’edizione che citi – in vinile! – è proprio quella che mi ha accompagnato nella scoperta di questa sorta di viaggio al centro della terra che è il Tristan.

    Il preludio e il finale sono perle ormai esposte in ogni vetrina… se dovessi citare un momento ancor più “sbudellante”: l’attacco del preludio all’Atto terzo, quel dissonante SOL della corda vuota dei violini tenuto sul pedale di FA minore, che ha una forza espressiva stupefacente, sintetizzando al contempo la disperazione dell’anima di Tristan e la desolazione del luogo che lo ospita.

    Poi, per smaltire la droga del sabato, domenica potremo tracannare quel barile di birra che sono i Meistersinger!

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  6. daland 22 luglio 2009 alle 9:42 PM

    L’edizione che citi – in vinile! – è proprio quella che mi ha accompagnato nella scoperta di questa sorta di viaggio al centro della terra che è il Tristan.

    Il preludio e il finale sono perle ormai esposte in ogni vetrina… se dovessi citare un momento ancor più “sbudellante”: l’attacco del preludio all’Atto terzo, quel dissonante SOL della corda vuota dei violini tenuto sul pedale di FA minore, che ha una forza espressiva stupefacente, sintetizzando al contempo la disperazione dell’anima di Tristan e la desolazione del luogo che lo ospita.

    Poi, per smaltire la droga del sabato, domenica potremo tracannare quel barile di birra che sono i Meistersinger!

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  7. amfortas 23 luglio 2009 alle 10:49 am

    daland, che competenza! Oggi mi riascolto con calma il momento che hai sottolineato 🙂
    E poi domenica io invece della birra tracanno acqua, ché sono astemio, va bene ugualmente vero?
    Ciao 🙂

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  8. amfortas 23 luglio 2009 alle 10:49 am

    daland, che competenza! Oggi mi riascolto con calma il momento che hai sottolineato 🙂
    E poi domenica io invece della birra tracanno acqua, ché sono astemio, va bene ugualmente vero?
    Ciao 🙂

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  9. gpitalia 23 luglio 2009 alle 11:35 am

    “A lungo andare il pessimista puo’ avere ragione. Ma, fino a quel giorno, l’ottimista fa un viaggio piu’ piacevole” D. Reardon

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  10. amfortas 23 luglio 2009 alle 12:32 PM

    gpitalia, ti ringrazio di aver lasciato una perla di saggezza…

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  11. Princy60 23 luglio 2009 alle 3:53 PM

    sempre puntuale. grazie!

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  12. amfortas 23 luglio 2009 alle 5:18 PM

    Marina, grazie, si fa il possibile, anche per festeggiare le 100.000 visite, cifra inconcepibile per un blogghettino che si occupa quasi esclusivamente di musica lirica, e senza urlare e ricorrere ad “effetti speciali” 🙂

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  13. utente anonimo 23 luglio 2009 alle 8:10 PM

    Mentre ascoltavo il “tuo” brano, dal balcone mi arrivavano note dei Creedence Crealwater Revival, riproposte da un complesso per l’estate sorese.
    Morale.
    Non ho capito niente.

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  14. utente anonimo 23 luglio 2009 alle 8:10 PM

    Mentre ascoltavo il “tuo” brano, dal balcone mi arrivavano note dei Creedence Crealwater Revival, riproposte da un complesso per l’estate sorese.
    Morale.
    Non ho capito niente.

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  15. utente anonimo 23 luglio 2009 alle 8:44 PM

    da Giuliano:
    io sono molto affezionato al mio Furtwaengler-Flagstad-Suthaus, ma le edizioni belle del Tristano sono tante, per fortuna. La Nilsson e la Flagstad avevano un po’ lo stesso “difetto”, ma chiamalo difetto!!! (troppa perfezione, troppa voce, troppo brave…)
    In più, con Furtwaengler, c’è anche un FischerDieskau giovane che canta veramente bene, senza le pose che avrebbe poi assunto.

    E l’edizione di Carlos Kleiber? Peccato non esserci stati, quando si poteva…

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  16. utente anonimo 23 luglio 2009 alle 8:44 PM

    da Giuliano:
    io sono molto affezionato al mio Furtwaengler-Flagstad-Suthaus, ma le edizioni belle del Tristano sono tante, per fortuna. La Nilsson e la Flagstad avevano un po’ lo stesso “difetto”, ma chiamalo difetto!!! (troppa perfezione, troppa voce, troppo brave…)
    In più, con Furtwaengler, c’è anche un FischerDieskau giovane che canta veramente bene, senza le pose che avrebbe poi assunto.

    E l’edizione di Carlos Kleiber? Peccato non esserci stati, quando si poteva…

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  17. amfortas 24 luglio 2009 alle 6:59 am

    Octopus, grandiosi i Creedence! Recentemente ho sentito su Youtube un paio di canzoni di John Fogerty, ancora in gran forma.
    Born on the bayou è il loro album che preferisco…è passato qualche anno da allora…
    Ciao!
    Giuliano, anche a me piacciono molto le edizioni che segnali, in particolare quella di Kleiber in studio. In effetti è sempre difficile scegliere un solo disco, si lasciano fuori altre pietre miliari. La Flagstad era grandissima, accidenti!
    Ciao 🙂

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  18. amfortas 24 luglio 2009 alle 6:59 am

    Octopus, grandiosi i Creedence! Recentemente ho sentito su Youtube un paio di canzoni di John Fogerty, ancora in gran forma.
    Born on the bayou è il loro album che preferisco…è passato qualche anno da allora…
    Ciao!
    Giuliano, anche a me piacciono molto le edizioni che segnali, in particolare quella di Kleiber in studio. In effetti è sempre difficile scegliere un solo disco, si lasciano fuori altre pietre miliari. La Flagstad era grandissima, accidenti!
    Ciao 🙂

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  19. annaritav 24 luglio 2009 alle 5:33 PM

    Accipicchia, mi sento così analfabeta! Ho ascoltato fino ad ora due Tristani e sono ben lontana dalla comprensione dell’opera, a parte qualche pezzo particolarmente emozionante. Ci vorranno anni e anni e dubito di arrivare mai a una soluzione finale. Per fortuna posso contare sul robusto appoggio del consorte melomane e sulle iniezioni ricostituenti di questo blog. A propostito, complimenti per il traguardo nelle visite. la qualità premia sempre :-))
    Salutissimi, Annarita

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  20. annaritav 24 luglio 2009 alle 5:33 PM

    Accipicchia, mi sento così analfabeta! Ho ascoltato fino ad ora due Tristani e sono ben lontana dalla comprensione dell’opera, a parte qualche pezzo particolarmente emozionante. Ci vorranno anni e anni e dubito di arrivare mai a una soluzione finale. Per fortuna posso contare sul robusto appoggio del consorte melomane e sulle iniezioni ricostituenti di questo blog. A propostito, complimenti per il traguardo nelle visite. la qualità premia sempre :-))
    Salutissimi, Annarita

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  21. amfortas 24 luglio 2009 alle 6:00 PM

    Annarita, sai che la meraviglia dell’opera è riscoprirla diversa ad ogni ascolto? Chiedi al marito!
    Nel caso del Tristan, poi, le emozioni non finiscono mai e spesso si scoprono angolazioni o visuali che erano rimaste nell’ombra.
    Ciao 🙂

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  22. amfortas 24 luglio 2009 alle 6:00 PM

    Annarita, sai che la meraviglia dell’opera è riscoprirla diversa ad ogni ascolto? Chiedi al marito!
    Nel caso del Tristan, poi, le emozioni non finiscono mai e spesso si scoprono angolazioni o visuali che erano rimaste nell’ombra.
    Ciao 🙂

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