Di tanti pulpiti.

Dal 2006, episodiche esternazioni sulla musica lirica e amenità varie. Sempre tra il serio e il faceto, naturalmente. #verybullo

Lo strano virus che colpisce gli scrittori: da Alessandro Baricco a Tiziano Scarpa.

Dopo le polemiche dei giorni scorsi sulla trasmissione “Mettiamoci all’opera”, andata in onda su RAI1, mi sono chiesto:
Ma tu, Amfortas, come la vedi una trasmissione sulla musica lirica?
Per la serie fatte ‘na domanda e datte ‘na risposta or v’apro un  mio pensier.
Intanto comincerei dal conduttore e credo che dopo le dichiarazioni rese al Corriere del Veneto, lo scrittore Tiziano Scarpa sia da escludere. O forse no, magari vuole solo le briciole del piatto, insomma che ci faccia sapere. Non sarebbe né il primo né l’ultimo che mette in atto questa strategia.
 
Leggete che genio, l’ultimo vincitore del Premio Strega.
 
"Questo è stato anche l’anno di grandi proteste e polemiche sui finanziamenti pubblici al cinema, al teatro, alla lirica, col mondo del cinema in fermento alla vigilia della Mostra del Cinema. Che ne pensa? “
 
«Nel teatro gran parte dei finanziamenti pubblici se li mangia l’opera, le risorse vanno tutte lì. La lirica è una sciagura! Non m’interessa, la vedo come una cosa triste, penso che bisognerebbe congedarsi dalla lirica, fare qualche dvd e smetterla: è una cosa che non ha più senso fare. L’Italia si è accorta di Emma Dante perché ha fatto la Carmen alla Scala! È umiliante che un’artista come lei debba fare le invenzioni sul già pronto. È il male della nostra epoca, un messaggio tristissimo».
 
“Lei è consapevole di attirarsi gli strali dei melomani? “
 
«Ma lo dico proprio perché c’è questa situazione coi finanziamenti: se fossimo ricchissimi potremmo fare di tutto, ma non è così. Non credo che rimettere in scena per l’ennesima volta la Carmen sia cultura. Così si uccide il teatro contemporaneo. Bisognerebbe tentare strade alternative: per esempio il musical. È l’equivalente dell’opera lirica nel passato. È una formula dove si potrebbe inventare qualcosa di nuovo. Non dico il musical alla Cocciante, che non è proprio di mio gusto, però se gli artisti fossero meno criptici e più ambiziosi e si mettessero a fare musical, se i musicisti contemporanei si misurassero con il musical forse potrebbe essere una strada, altrimenti continueremo sempre con questo fossile vivente (l’opera lirica, ndr), questi vampiri, questi zombie che succhiano artisticamente le nostre vite: i mostri sacri dell’800 ci tengono col piede sulla testa. Ma d’altronde è questa la condanna della nostra epoca: quando nell’800 è bruciata la Fenice l’hanno rifatta moderna, noi l’abbiamo rifatta uguale!» "
 
 
 
Ogni tanto salta fuori qualcuno con queste stronzate, l’altr’anno è toccato a Baricco: si vede che scrivere mina il cervello, in qualche modo, e dopo un po’ ti esce la cazzata sull’opera lirica.
Di solito a questa gente basta dare qualche soldo e poi non rompono più i coglioni, si limitano a tornare da dove erano venuti e noi ce ne dimentichiamo volentieri.
Allora, dicevo.
Io proverei con puntate monografiche a tema, focalizzando l’interesse di volta in volta su situazioni che si ripetono spesso nel melodramma o su soggetti frequentati da molti compositori.
Le lettere, per esempio. Ce ne sono tantissime, nella Traviata, nell’Eugenio Onegin, nel Macbeth e così via.
Le carceri, le pazzie, le maledizioni, i padri, le confidenti e le ancelle, il diavolo in tutte le sue forme, la luna, insomma c’è solo l’imbarazzo della scelta.
Quindi, scelto il soggetto, si spiega con intelligenza e spigliatezza, senza abusare di toni accademici ma neanche buttando tutto in caciara ché non va bene neanche.
Ad esempio spiegherei perché la pazzia di Lucia è diversa da quella di Imogene e per quale motivo la lettera che legge Violetta ha un significato drammaturgico e quella che legge Tatiana ne ha un altro.
Si propongono grandi interpretazioni delle scene in questione e per alleggerire il programma, magari quando bisogna lanciare la pubblicità, si sceneggiano alcuni siparietti divertenti realmente accaduti a teatro e dintorni: che ne so, la Ricciarelli che maledice il pubblico scaligero, Zeffirelli che in conferenza stampa dà della puttana a una giornalista, Del Monaco e la Callas che fanno a gara a chi tiene di più l’acuto rischiando di scoppiare. Anche qui l’aneddoto non manca, anzi.
È solo un abbozzo, certo, ma credo che ci si potrebbe lavorare sopra e farne qualcosa di decoroso, rispettoso della musica lirica prima di tutto, della tradizione che rappresenta e della necessità che continui ad essere conosciuta e apprezzata.
Un nome per dare un senso a tutto questo? Una persona che buca lo schermo e che sia intelligente, competente e simpatica, che sappia divulgare senza cadere nel pericolo di far addormentare il pubblico?
Io ce l’ho, questo nome.
Alfonso Antoniozzi, di professione cantante e regista d’opera.
L’ho detto.
Buona settimana a tutti.
 
 

35 risposte a “Lo strano virus che colpisce gli scrittori: da Alessandro Baricco a Tiziano Scarpa.

  1. AntonioSabino 4 gennaio 2010 alle 5:39 PM

    Mi ero perso questa intervista, ammetto di aver sfogliato e letto qualche pagina del libro con il quale ha vinto il Premio Strega e di aver pensato "sarebbe ambientato nella Venezia di Vivaldi?  Saremmo all’Ospedale della Pietà o è una Pietà d’Ospedale -per la descrizione-?". Insomma avevo qualche dubbio, ora mi è stato fugato, uno che riesce a risolvere la "robetta" finanziamento alla lirica con l’illuminate chiudiamo tutto e facciamo un paio di dvd si commenta da solo…..pensa se qualcuno gli dicesse: i finanziamenti alle case editrici? Che spreco, chiudiamo tutto e mandiamo in giro le ristampe di cose gia’ uscite, cosa continuiamo a proporre scrittori?.

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  2. utente anonimo 4 gennaio 2010 alle 6:04 PM

    avevo letto qualcosa lo scorso anno sulla disputa Baricco-soldi pubblici…. Come scrittore mi sono sforzata di leggerlo (tutti dicevano che Baricco fosse un genio, sia mai che ero io a non capirlo?). Ogni sforzo è stato vano. Insipido, autoreferenziale, pseudo-barocco, lezioso, noioso. So di attirarmi gli strali di molti fan (soprattutto donne, vuoi mettere la parlata incantatrice del nostro?), ma quando una prosa non vibra, non c’è niente da fare.
    Quanto a Scarpa, non posso pronunciarmi, non l’ho mai letto. Ma una domanda mi sorge spontanea allora: Perchè i nostri non pensano a scrivere, piuttosto che occuparsi di lirica?
    Buon anno Amfortas, ti passo un po’ di grinta, ce ne vuole di questi tempi…

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  3. utente anonimo 4 gennaio 2010 alle 6:05 PM

    ehi, il commento n. 2 è mio! Ciao, ingeborg

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  4. amfortas 4 gennaio 2010 alle 7:39 PM

    Antonio, io conosco qualcosa di Scarpa e non mi dispiace neanche, ma il fatto è che quando leggo dichiarazioni di questo tipo, a prescindere da chi ne è l’artefice, mi girano, perché non ci vedo nulla di costruttivo ma solo desiderio d’apparire e fare notizia.
    Ciao e grazie.
    Flavia, Baricco invece proprio non mi piace per nulla, però la domanda da porsi è proprio la tua: Perché non scrivono, magari in silenzio?
    Grazie per essere passata e ancora auguri anche a te.

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  5. colfavoredellenebbie 4 gennaio 2010 alle 8:38 PM

    Ecco, anch’io non condivido quelle affermazioni: non mi piace chi affronta i problemi della cultura svilendo una parte della stessa, stilando graduatorie e confronti di valore.
    Ad ogni sottrazione parziale corrisponde una perdita globale.

    (ciao, Amfortas)

     

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  6. gabrilu 4 gennaio 2010 alle 9:22 PM

    Di carne al fuoco ne hai messa parecchia,  Amf,  ci vorrebbe un contro-post per riprendere tutti gli spunti.

    Mi limito ad una quisquilia, che però secondo  me non è marginale come sembra: dell’intervista a Scarpa (che, per rifarmi alla  celebre  frase di Manganelli, "non ho letto e non mi piace")  mi ha colpita l’insistenza con cui lui continua a ripetere  "a gusto mio, a me piace/non piace".

    Ora, ognuno è padronissimo di avere i gusti che  gli paiono, ci mancherebbe. Ma quando si tratta di discutere su cosa fare e non fare su larga scala bisognererebbe  mettere un po’ da parte il "a me piace/a me non mi piace"  ed avere una visione  delle cose un  po’ meno becera e  di  più ampio respiro.

    Musical: se riuscissi a  mettere  per un attimo da parte    le cretinaggini abissali   che  S.  dice sulla lirica, sul  discorso  di una maggiore apertura  al musical   (che in genere, diciamocelo, viene snobbato dai "puristi" che hanno sempre la puzza al naso )  potrei anche essere d’accordo.

    Ma questa cosa  sul musical è detta in in mezzo ad una tale abbondanza di scempiaggini che   il sig. Scarpa dicendo queste cose fa più male che bene, alla valorizzazione  del musical…Se  io  fossi un artista di musical gli tirerei  una  scarpa in testa 

    In quanto alle tue  idee, Amf,   ed al ragionar per  temi, ci si potrebbe lavorar sopra.

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  7. amfortas 5 gennaio 2010 alle 9:32 am

    Zena, molto bello il tuo commento, non posso che essere d’accordo.
    Però lo sai che io non sono troppo diplomatico, e credo che un ragionamento del genere non valga la pena di spenderlo per Tiziano Scarpa, basta un semplice vaffanculo, cretino.
    Gabrilu, come sai a me il musical piace e quindi sfondi (tu, non Scarpa) una porta aperta.
    Io continuo a pensare che il nostro abbia parlato per avere un po’ di visibilità ulteriore e basta: purtroppo oggi si usa così.
    Meriterebbe che qualche lavoratore del teatro (un corista, un professore d’orchestra) che magari vede il suo posto di lavoro in pericolo, lo prenda a calci in culo.
    Una riflessione tra me e me: può essere che l’anno nuovo abbia peggiorato la mia naturale tendenza alla coprolalia?
    Buona giornata a tutti.

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  8. Milady-de-Winter 5 gennaio 2010 alle 10:10 am

    Come Tiziano, preferisco il pittore, e come Scarpa preferisco quella che indosso ora, spuntata, di raso verde e con un utilissimo tacco a stiletto da tirare a certa gente.

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  9. amfortas 5 gennaio 2010 alle 1:04 PM

    Milady, bella la scarpa di raso verde e tacco alto, ma con cosa l’abbini? Mica è facilissimo.
    Ciao 🙂

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  10. utente anonimo 5 gennaio 2010 alle 1:41 PM

    da Giuliano:
    mi soffermo sul commento n.1 di Antonio Sabino:
    "pensa se qualcuno gli dicesse: i finanziamenti alle case editrici? Che spreco, chiudiamo tutto e mandiamo in giro le ristampe di cose gia’ uscite, cosa continuiamo a proporre scrittori?."
    Questo Scarpa era quello che sceneggiava i fumetti su Frigidaire, io l’ho mollato lì – i disegni erano quasi sempre belli, le storie mai.
    Però non è una questione di gusti, ognuno si legga i suoi autori e ascolti la musica che gli pare: è che l’Opera è la storia culturale dell’Italia, che si fa, si buttano via Verdi, Palestrina, Gesualdo, Monteverdi, Vivaldi… Allora poi possiamo buttar giù il Castello Sforzesco, il Duomo e il Colosseo, far su un bel grattacielo e un po’ di villette a schiera e di supermarket.
    (a proposito, Hendrix è roba di 40-45 anni fa: buttiamo via anche lui?) (e John Coltrane?)

    bella anche la battuta sul musical…Musical ce ne sono tanti, buoni e cattivi: si entri un po’ nello specifico. Per esempio l’altra sera ascoltando Humperdinck, "Haensel e Gretel", ci ho trovato dentro tutti i musical dei cinquant’anni seguenti (ma anche da Offenbach, quanto si è scopiazzato!).

    Hai aperto un discorsone…
    Finisco qui e passo!
    Giuliano

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  11. sangervasio 5 gennaio 2010 alle 2:31 PM

    come già ti dissi lo sai cosa mi piacerebbe??

    c he tu sfruttassi la tua cultura per darci qualche lezione generale,
    piu’ che altro parlo di me che gradirei tantissimo sapere piu’ di lirica o classica,tu mi sembri la persona piu’ adatta,penso che ti seguiremmo in tantissimi

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  12. amfortas 5 gennaio 2010 alle 3:52 PM

    Giuliano, è proprio la totale superficialità del discorso che offende, anche perché trattandosi di argomento, la lirica, ormai desueto, c’è il rischio che chi legge dica "Ah sì, quel vecchiume e quel mondo di parassiti".
    Insomma Scarpa è solo un piccolo Brunetta (lo so che è agghiacciante, come immagine).
    Tu nomini Offenbach, compositore straordinario che io amo moltissimo e che davvero è stato un precursore di tante soluzioni stilistiche, ma ce ne sono tantissimi così.
    Io non contesto minimamente la capacità di Scarpa nel suo specifico, ma la sua approssimazione nel momento in cui esce dal suo orticello. È un atteggiamento, questo sì, rappresenattivo di un vecchiume culturale.
    sangervasio, ti ringrazio, io sono già contento così perché mi piace ciò che scrivo e ci metto attenzione e passione. Insomma prendendo spunto da quello che leggi qui, volendo, si può approfondire.
    Ciao!

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  13. utente anonimo 5 gennaio 2010 alle 5:09 PM

    Tiziano Scarpa. Bruciamolo come la Fenice. E non lo ricostruiamo mai più.
    Per quanto riguarda tutto il resto…beh sembra una buona idea. Io lo farei anche con le stagioni liriche dei teatri. Stagioni a tema come fa Pizzi allo Sferisterio di Macerata. Invece di avere sempre tutti sti casini di titoli slegati tra loro per epoca, stile, soggetto.. (vedi le stagioni di Lissner alla Scala)
    saluti

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  14. mamikazen 5 gennaio 2010 alle 5:18 PM

    Paolo, ma io ti sposo!
    Ah no, sei già sposato.
    Ah già, sono sposata anch’io.
    Beh vabbé, è il pensiero che conta…

    Allora a me lo Stabat Mater di Scarpa m’è piaciuto così tanto (anche se non è un capolavoro della letteratura, eh, è che mi prendeva in certe corde) che l’ho seminato in giro a tutti e prima di tutti al mio M.o Ad, che gli è piaciuto pure a lui, e ci siamo trovati anche a settembre ad ascoltarlo, Scarpa, alla festa dell’Unità (che non si chiama più così ma è sempre uguale). Quindi spero caldamente che abbia detto quel che ha detto per provocazione e anche per la frustrazione, legittima, di chi fa teatro contemporaneo e non trova gli spazi, i soldi, e macari neppure il pubblico. Però se vogliamo ammazzare l’Opera allora, che so, bruciamo anche l’Edipo a Colono, buttiamo a mare Plauto, sotterriamo Manzoni. Signor Scarpa, mi rivolgo a lei direttamente, non è che le devo spiegare io cos’è un classico, a cosa servono i classici, cosa vuol dire reinterpretare un classico, no? Bene, allora facciamo come non avesse parlato.

    Quanto a te, Paolo, quello che vorresti fare in tivvù è quello che faccio io tutti i giorni al Museo Cigno… non è che ti serve una valletta? (un po’ attempata, ma se mi metto un reggiseno a balconcino ancora faccio la mia porca figura). Soprattutto se riesci a ingaggiare Alfonso Antoniozzi, io lo adoro, lo stra-amo! (ps: se lui ti dà buca ti suggerisco un altro nome: Paolo Bordogna)

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  15. amfortas 5 gennaio 2010 alle 6:04 PM

    13, grazie per l’apprezzamento, chissà che qualcuno non ci legga 🙂
    Voglio dire, mi hanno copiato post interi, recensioni spazi bianchi compresi, possibile che quando serve non mi caga nessuno???
    Mami (ma il tuo nome è Lucia), spero che lo Scarpa legga il tuo accorato appello!
    Quanto a te, accidenti, ti definisci "attempata" ? Che devo fare, minacciarti di farti da valletto alla mia età?
    Bordogna è pure assai simpatico, ma l’Antoniozzi sarebbe il massimo (recentemente ha cantato Scarp(i)a, lo sapevi?)
    Ciao!

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  16. utente anonimo 5 gennaio 2010 alle 7:22 PM

    "Lei è un melomane!"
    "No, guardi, non ho fatto nulla di male, anzi, stimo Sarpa!"

    "Ah, vabbé, allora vada"

    Dialogo fra piovre

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  17. amfortas 6 gennaio 2010 alle 9:29 am

    Octopus, chissà, un giorno noi melomani dovremo passare alla clandestinità…
    Ciao!

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  18. annaritav 6 gennaio 2010 alle 11:56 am

    L’argomento è vasto e intrigante; la tua proposta, Amfortas, molto originale. Magari si potesse fare. Avevo un poco più di stima di Tiziano Scarpa, prima che gli scappassero quelle esternazioni. Quoto Gabrilu, Mamikazen e Giuliano. Discussione molto interessante, commenti sui quali riflettere. Non preoccuparti per Baricco, a me personalmente piaceva solo quando presentava Picwick e i suoi libri non mi hanno mai catturata. Speriamo sia calata la febbre del piacione, è avvilente apprezzare uno scrittore soprattutto perché è carino! Salutissimi, Annarita

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  19. amfortas 6 gennaio 2010 alle 3:50 PM

    Annarita, valgono anche per te le risposte che ho dato agli altri riguardo a Scarpa.
    Piuttosto, anche il Tiziano nostro è carino?
    Ciao!

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  20. utente anonimo 6 gennaio 2010 alle 5:48 PM

    da Giuliano:
    adesso che ci penso: Baricco e Frizzi hanno la mia stessa età. Può servire?
    (il Servizio Informazioni Inutili è del tutto gratis, s’intende!)

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  21. utente anonimo 6 gennaio 2010 alle 7:47 PM

    Ma ha ragione!!! Quest’uomo è un genio!!!! Basta con questo vecchiume, basta con questa pseudo-cultura trita e ritrita. Basta con queste cose ormai superate. Largo ai giovani, alle innovazioni, alle sperimentazioni.
    Via tutto quello che è vecchio, la musica, i quadri, le statue, i monumenti (vuoi mettere un bel parcheggio multipiano al posto del Colosseo, per dire?), i libri.
    Ma che leggiamo ancora a fare, che ne so, i Promessi Sposi, quando possiamo leggere l’opera omnia di una Scarpa?

    La sola vera risposta da dare a questo tizio e ai suoi simili è questa: ANDATE A LAVORARE!!!!!!

    L’orripilata Margot

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  22. amfortas 6 gennaio 2010 alle 8:58 PM

    Giuliano, i nostri due avranno pure la tua età, ma almeno tu ci sei arrivato meglio 🙂
    margie, sul Colosseo concordo 🙂 A parte gli scherzi, oggi per la serie "se vuoi combattere il tuo nemico impara a conoscerlo", ho acquistato Stabat Mater di Scarpa. Probabilmente è quello che voelva, me ne rendo conto, però magari si becca una recensione inferocita 🙂
    Ciao!

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  23. ivyphoenix 6 gennaio 2010 alle 9:47 PM

    sì ho letto intervista e anche i commenti che ha scatenato…
    questa gente saprà anche scrivere ma in quanto a cultura generale (l’opera, è diffusa nel mondo come la pizza) e fierezza italiana… mah?!?
    di certo io boicotterò i suoi libri  

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  24. amfortas 7 gennaio 2010 alle 8:26 am

    Ivy, bah, vediamo com’è il suo libro, ti saprò dire.
    Ciao.

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  25. megbr 7 gennaio 2010 alle 9:26 am

    No non ci credo … ma davvero Scarpa ha detto questo? io non conosco questo signore (so chi è ma non lo conosco .. un pò come nell’epitaffio dell’Aretino:" di tutti disse mal fuorchè di Cristo scusandosli col dir: non lo conosco…") però mi sembra talmente stupido quello che ha detto che non può essere vero…. però aspetta… forse dobbiamo allora credere che  anche la stupidità e l’ottusità è senza limiti? mah….

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  26. amfortas 7 gennaio 2010 alle 1:56 PM

    megbr, bella la citazione, mi sa che me la rivendo appena posso 🙂
    La risposta alla tua domanda retorica è sì!
    Ciao.

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  27. mamikazen 7 gennaio 2010 alle 10:50 PM

    Due cose:
    punto primo, le decoltè di raso verde si abbinano con tutto.
    punto secondo, "Tosca, nel tuo cuore s’annida Scarpia" è una delle frasi più belle mai scritte, musicate e cantate.
    Ho detto.

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  28. gabrilu 7 gennaio 2010 alle 11:51 PM

    Amf, se proprio vuoi leggerti lo S., mi pare di   aver visto  da qualche parte che ne ha già scodellato un altro, di libro… però non ne sono sicura… controlla, se non vuoi  apparire arretrato  (smile). 

    …E cmq, sei proprio sicuro di volerlo  (eventualmente  il suo libro non dovesse piacerti) stroncare?

    Sono contraria alle stroncature.

    Sono    grasso che cola  e cioè ottima pubblicità gratuita per il destinatario.

     

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  29. amfortas 8 gennaio 2010 alle 9:32 am

    mami, avrei scommesso ‘na cifra che avresti detto la tua sulle scarpe, tu e Milady avete un debole per questo argomento…
    Sulla frase di Scarpia non posso che concordare, anche perché, vedi com’è, l’ho sentita pochi minuti fa in automobile detta da Tito Gobbi (che, lo sappiamo, come intonazione era quello che ra, ma come fraseggiatore…)
    gabrilu, a dire il vero sto leggendo Stabat Mater con animo sereno e l’inizio non mi dispiace. Non è detto però che ne scriva, sai che i miei esercizi abusivi di critica letteraria sono piuttosto isolati.
    Non escludo però che se mi piace questo non compri il suo libro più recente.
    Sulle stroncature, peraltro, sono d’accordo con te.
    By the way, io appaio arretrato comunque, è il mio status naturale 🙂
    Approfitto dell’occasione per scusarmi con tutti per la mia prolungata latitanza dai vostri blog, purtroppo per voi presto tornerò a donare le mie perle di saggezza.
    Un saluto a tutti.

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  30. biondasirocchia 9 gennaio 2010 alle 1:53 PM

    Sì, bisognerebbe proprio farla una trasmissione così, come quella che proponi… ma educare l’orecchio è cosa lunga e difficile. Penso che la maggior parte della gente non coglierebbe differenza tra l’una e l’altra interpretazione dello stesso pezzo, né a maggior ragione la genialità del compositore nella parte orchestrale, il fine significato di un semitono in quel punto preciso, il valore di un punto di valore (scusa il bisticcio), il senso di una terzina… Sfuggono persino ai cantanti, queste cose! Bisognerebbe iniziare una educazione musicale profonda e seria, fin dalla scuola, che non consiste nel solfeggio, né nella tecnica strumentale, ma nell’affinare il gusto attraverso degli strumenti precisi, non a casaccio. 
    Io cerco di farlo con il mio piccolo coro di ragazzini,ma coem si può fare su vasta scala? 

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  31. amfortas 9 gennaio 2010 alle 6:04 PM

    Biondasirocchia, io non penso a una trasmissione troppo tecnica, ma animata da uno spirito divulgativo non troppo sbracato. È chiaro che se ci mettiamo a disquisire di semiminime, crome e biscrome non raggiungiamo un pubblico vasto.
    Credo che si possa essere rigorosi senza addentrarsi eccessivamente in tecnicismi.
    Sulla scuola hai ragione ma è una battaglia persa in partenza.
    Ciao e benvenuta.

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  32. giuba47 11 gennaio 2010 alle 6:11 PM

    Tu lo sai vero che non so molto sugli argomenti che affronti, quindi taccio, ma volgio farti sapere che ti leggo sempre (o quasi) con molto interesse e con la volgia di imparare. Grazie e un caro saluto

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  33. amfortas 11 gennaio 2010 alle 6:52 PM

    Giulia, so che sei assidua nel leggere i miei noiosissimi post, ti mando un saluto!

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  34. gabrilu 17 gennaio 2010 alle 4:10 PM

    Amfortas, mi permetto di segnalarti questo Muti  nell’improbabilissimo e    remotissimo caso ti fosse sfuggito.

    Revereeeeenza  and smile.  

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  35. amfortas 18 gennaio 2010 alle 9:00 am

    Gabrilu, come non essere d’accordo con Muti? Peraltro nei giorni scorsi ho letto un articolo di Costanzo di supporto alla trasmissione di Frizzi. E oggi conta molto di più il parere di Costanzo che quello di Muti, per quanto possa essere aberrante la cosa.
    Ciao!

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