Stasera alle 19.15, sul canale satellitare Arte, recital di Jonas Kaufmann. Il tenore canterà brani di Wagner, Beethoven e Weber.
Tutti voi sapete che io sono un wagneriano fradicio, l'ho scritto pure nel profilo in alto a sinistra, non mi nascondo dietro un dito.
Perciò quando esce qualche novità discografica o su altro supporto del mio compositore preferito, mi trasformo in una specie di cane da tartufo e punto negozi, edicole o quel che siano finché non riesco almeno a toccare fisicamente la novità. Poi posso anche decidere di non comprare nulla, ma prima devo accertarmi di persona.
Bella immagine, vero, quella di Amfortas a quattro zampe vicino a un'edicola (strasmile).
A distanza di circa sei mesi dall'uscita del Rheingold, di cui ho già parlato qui, la rivista Classic Opera è uscita con il DVD della Valchiria, sempre per la regia della Fura dels Baus.
Come già nell'occasione precedente oltre ai due DVD dello spettacolo è allegato un numero monografico, fatto piuttosto bene, sul compositore tedesco.
Divertente, tra le altre cose, il pezzo di Alberto Mattioli sulla "fauna" che popola le prime della Scala.
Il tutto a 14.90 e per qualche euro in più per le spese di spedizione direttamente sul sito.
Ricordo che questo Ring completo è stato allestito in Italia al Teatro Comunale di Firenze, con grandissimo successo di pubblico, e che io ho visto live solo il Siegfried e la Götterdämmerung.
La regia di Carlus Padrissa, lo ribadisco, è assai accattivante ma pure molto ingenua e didascalica nella realizzazione scenografica, quasi autocompiaciuta nella ricerca dell'effetto stupefacente.
Va detto però che in questo caso le scene sono davvero spettacolari e che il lavoro di regia vero e proprio, sui movimenti dei cantanti, appare più curato.
Le proiezioni sono forse la parte più scontata dello spettacolo, ma immagino che in teatro l'effetto fosse ragguardevole e comunque sono parte fondamentale della filosofia della Fura.
Alla testa di una decisamente buona Orchestra della Comunitat Valenciana c'è Zubin Mehta, come poi a Firenze.
Ebbene il direttore, spesso discusso per una certa superficialità d'intenti, in questa Valchiria torna quasi ai livelli d'assoluta eccellenza d'un tempo, nel solco della tradizone che si rifà più all'intimismo di un Karajan che alla magniloquenza di Georg Solti.
Merito indiscusso poi la grande attenzione ai cantanti in questa giornata del Ring in cui si disvelano sentimenti forti e contraddittori.
La compagnia di canto è molto buona a partire dallo splendido Siegmund di Peter Seiffert (il confronto con lo sbiadito, a voler essere generosi, Simon O'Neill della recente Valchria scaligera, è impietoso). In questo caso si percepisce davvero tutta la stanchezza ma anche l'audacia, la gioventù, l'ardimento del giovane eroe in fuga. Seiffert inoltre sfuma il canto e arricchisce l'interpretazione con mezzevoci, rendendo così plausibile il personaggio. Una grande prestazione.
Di qualità anche la performance di Petra Maria Schnitzer che restituisce a Sieglinde un tratto fondamentale, la gioventù. E aggiungerei anche una notevole carica erotica che non deriva dalla pur non disprezzabile fisicità, ma dall'accuratezza e dall'intensità del fraseggio.
Un po' meno centrata, come del resto già nel Rheingold, la prestazione di Anna Larsson, che tratteggia una Fricka piuttosto monolitica e banale, priva di originaltà. Un compitino sufficiente, diciamo.
Il grandissimo Matti Salminen dimostra come dopo decenni di frequentazione wagneriana si possa essere ancora in sorprendente forma vocale: il suo Hunding è una pietra miliare nel percorso interpretativo di questo personaggio. Anche qui, meglio non fare paragoni con l'orchesco Sir Tomlinson di questi giorni alla Scala di Milano.
Per quanto riguarda Jennifer Wilson, che ha l'arduo compito di dare vita alla Valchiria Brünnhilde, i risultati sono abbastanza buoni.
Certo la Wilson non può contare su una voce che le consenta di risolvere di forza il personaggio, e quindi, meritoriamente, punta di più sull'approfondimento psicologico.
Peraltro i do dell'entrata sono tutt'altro che disprezzabili, bisogna dirlo, così come è intensa tutta la scena dell'estenuante duetto finale con Wotan.
Da ultimo quello che, almeno per me, è uno dei migliori Wotan degli ultimi anni (insieme a Albert Dohmen, Falck Struckmann e allo semisconosciuto Greer Grimsley), e cioé Juha Uusitalo.
Dicevo nei post introduttivi che hanno preceduto la prima scaligera, che l'interprete di Wotan deve essere sì un ottimo cantante ma soprattutto un grande fraseggiatore. In questo caso il cantante è buono ma il fraseggiatore è brillantissimo, tanto che in questo DVD di Wotan s'apprezzano più, forse, i momenti d'introspezione psicologica che quelli più lirici, in cui il canto è più sfogato, libero, quasi più melodico.
Peraltro, nell'Addio alla Valchiria entusiasmano il legato e la morbidezza della voce dell'artista che sa poi nella frase finale ritrovare l'accento imperioso e virile, quasi sfrontato, del dio orgoglioso e despota.
Completano il cast le altre otto Valchirie che si comportano a mio parere meglio della media.
Sono Bernadette Flaitz (Gerhilde), Helen Huse Ralston (Ortlinde), Pilar Vasquez (Waltraute), Christa Meyer (Schwertleite), Eugenia Bethencourt (Helmwige), Heike Grotzinger (Siegrune), Manuela Bress (Grimgerde) e Hannah Ester Minutillo (Rossweisse).
Interessante l'ormai classico making of, perché ci dà modo di scrutare tra i "trucchi" della Fura.
Anche in questo caso consiglio l'acquisto del DVD soprattutto a chi non ha potuto vedere gli allestimenti della Fura dels Baus dal vivo, ma anche a qualche neofita che magari ha trovato qualche spunto d'interesse nello spettacolo di Cassiers alla Scala.
Un saluto a tutti.
Mi piace:
"Mi piace" Caricamento...
Hanno detto: