Di tanti pulpiti.

Dal 2006, episodiche esternazioni sulla musica lirica e amenità varie. Sempre tra il serio e il faceto, naturalmente. #verybullo

Unicuique suum.

Nel Rigoletto di Giuseppe Verdi, il librettista Francesco Maria Piave mette in bocca a Monterone la seguente frase:
 
Slanciare il cane al leon morente, è vile o Duca              
 
Ecc ecc.

 
Mi è stato chiesto da più persone, in privato, di esprimere pubblicamente la mia opinione sui recenti fatti che hanno coinvolto alcuni professori dell’Orchestra del Verdi.
Riassumo brevemente per chi non è al corrente della situazione.
Sul quotidiano di Trieste, Il Piccolo, è apparso la scorsa settimana un articolo in cui si diceva che tredici persone (dodici orchestrali e un tenore) erano state raggiunte da una lettera di contestazione disciplinare da parte del Sindaco Roberto Di Piazza in qualità di Presidente del CdA del Teatro Verdi.
Sostanzialmente i coinvolti sono stati accusati di aver suonato su di una nave da crociera, la Ruby Princess, mentre risultavano indisponibili per vari motivi per il teatro.
I fatti oggi sembrano accertati, preciso, non ho notizia al momento di contestazioni in merito.
Bene, il mio parere è questo: se hanno sbagliato devono pagare applicando le clausole, che sicuramente ci saranno, del contratto.
Non vedo come potrei pensarla diversamente, peraltro.
Però, allo stesso tempo, trovo che chi ha deciso di pubblicare sul giornale i nomi delle persone coinvolte, a mo’ di lista di proscrizione e prima che i fatti fossero accertati, abbia compiuto un’operazione indegna e incivile.
Sì, indegna e incivile.
Perché quegli stessi giornalisti (non mi riferisco nello specifico ai firmatari degli articoli, ma in generale) normalmente si guardano bene dal pubblicare nomi e cognomi di politici o potentati economici coinvolti in scandali di proporzioni ben maggiori, almeno sino a quando gli stessi non sono più in grado di nuocere: il che significa quando sono morti o condannati definitivamente da un tribunale, oppure più semplicemente privati del loro potere.
Quindi a mio parere che modestamente condivido, questo non è giornalismo ma puro sciacallaggio ed ennesima prova di asservimento al potere.
Un potere arrogante che ha bisogno di trovare capri espiatori per perpetuarsi in una classe politica che è la prima responsabile del disastro economico dei teatri italiani (per restare solo in questo ambito), perché non solo non ha mai vigilato su come venivano allocate le risorse, ma ha imposto spesso-tutti i membri del CdA dei teatri e i sovrintendenti sono nominati dai politici con i consueti lungimiranti criteri di spartizione- dei ladri incompetenti ai vertici delle fondazioni liriche.
Quindi, chi ha sbagliato paghi, ma per favore la moralizzazione coatta da parte di politici e giornalisti ci sia, almeno questa, evitata, grazie.
Buon fine settimana a tutti. 

25 risposte a “Unicuique suum.

  1. utente anonimo 12 dicembre 2010 alle 7:42 am

    Amfortas,sono d'accordo con te.Che ci vuoi fare.E' sempre così.
    Chi dovrebbe tacere è sempre il primo a puntare il dito contro gli altri.
    A proposito di ipocriti:senz'altro lo conosci questo film.Uno dei miei preferiti. 🙂

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  2. amfortas 12 dicembre 2010 alle 9:07 am

    Vediamo se questa volta ci prendo…Monica vero?
    Comunque, non so perché ma al momento il link che m'hai mandato non mi porta a nulla, mi dice che il video non è disponibile…
    Ciao!

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  3. utente anonimo 12 dicembre 2010 alle 11:43 am

    Certamente in Italia c'e' il vizio di pubblicare nomi e cognomi, anche prima che le responsabilita' siano accertate nelle preposte sedi…..pero', con i dovuti aggiustamenti, il giornalismo denuncia e' una risorsa. Purtroppo questo non e' che un caso. L'Italia e' stracolma di enti pubblici dove la gente esce, fa la spesa, si assenta, o chissa' che altro. O vogliamo citare le centinaia di migliaia di persone che si dichiarano addirittura invalide essendo invece sane come dei pesciolini. O vogliamo parlare degli spergiuri di Ippocrate che firmano queste false pratiche?  Questo, a una persona come me che e' l'unica impiegata di una picccola ditta, dove non puoi mancare nemmeno quando hai la febbre, o a una persona come mio marito che lavora per una grande catena commerciale, dove e' misurata al centesimo di euro la produttivita', fa una grande rabbia. Una tale rabbia che poi l'etica passa in secondo piano.
    Sei sempre mitico…
    IRIS

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  4. amfortas 12 dicembre 2010 alle 12:30 PM

    Iris, chiaro che hai più che ragione, ognuno di noi potrebbe raccontare tante esperienze.
    Per restare nello specifico, mi dà fastidio che la questione sia strumentalizzata come pretesto per dimostrare la tesi truffaldina e volgare che la colpa del disatro economico dei teatri sia nell'inadempienza contrattuale delle maestranze, quando non è così.
    Il tuo mitico Amfortas.

    P.S.
    Ognuno ha i miti che si merita :-), tu tra me e Kaufmann non sei messa bene eh? 🙂

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  5. utente anonimo 12 dicembre 2010 alle 2:34 PM

    Ciao Amfortas.

    Che la storia sia saltata fuori proprio ma proprio ora è frutto del caso, o di qualche opportunità? Mah.
    Di certo, il risultato ricercato è la solita dose di perbenismo qualunquista, mescolato all'idea "Tanto lo fanno tutti". Un po' di cacca in più negli ingranaggi (perdona la metafora).
    Cannibalismo furbetto e indegno, fare i nomi!

    Ieri sera mi sono consolata guardando il film sul Sistema in Venezuela, la musica che diventa più che risorsa: tesoro. 
    (Intanto registravo il Don Giovanni da Vienna, che adesso sto ascoltando).

    Buona domenica pomeriggio!

    Laura/Codirosso

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  6. utente anonimo 12 dicembre 2010 alle 3:13 PM

    Beh, è come dire che la scuola va male perché ci sono alcuni insegnanti (le maestranze, appunto) che fanno le ripetizioni private… Così si distoglie l'attenzione da chi sta in alto e dalle loro inadempienze.
    Adesso va di moda pubblicare foto, nomi, cognomi e mail dei "traditori". La "deontologia" gionalistica firmata Libero fa proseliti, spacciata, ovviamente, per giornalismo-denuncia.

    mala tempora…
    Ghismunda

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  7. utente anonimo 12 dicembre 2010 alle 3:35 PM

    Scusa, perche' dici che sono messa male?…….
    "Cosa avrai voluto dire?…….."
    IRIS

     

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  8. utente anonimo 12 dicembre 2010 alle 3:37 PM

    Dimenticavo! Chissà che quel tenore non faccia carriera…
    Conosco uno che cantava sulle navi da crociera e ha finito per diventare… Presidente del Consiglio!
    Un saluto sempre da Ghismunda

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  9. utente anonimo 12 dicembre 2010 alle 3:43 PM

    Scusi, Ghismunda, un conto e' che un profe dia lezioni private nel tempo libero, un conto e' che si dia malato per esercitare….a spese nostre. Mi permetta di farLe notare che se la fronda dell'albero non e' tanto bella, spesso la colpa e' delle radici o del terreno. Il problema in Italia tante volte parte dal basso. Se ognuno di noi vuole sempre approfittare e non tollera di essere scoperto…….le cose non andranno mai bene.
    IRIS

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  10. utente anonimo 12 dicembre 2010 alle 3:58 PM

    Il paragone non è poi così azzardato: purtroppo, e mi duole dirlo, ci sono insegnanti che recuperano all'esterno quello che non riescono a produrre all'interno dell'istituzione, a spese nostre… In ogni caso, non sono certo per le "coperture", ma nemmeno per le strumentalizzazioni: le clausole possono essere applicate senza liste di proscrizione. Credo che in gioco, più che il fatto in sé, chiaramente condannabile, sia una certa etica del giornalismo.
    Ghismunda

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  11. amfortas 12 dicembre 2010 alle 4:41 PM

    Bene, vedo che Iris e Ghismunda si sono spiegate.
    In effetti mi preme in questo caso stigmatizzare, più che il comportamento sbagliato e censurabile degli orchestrali, un certo modo di fare giornalismo che a me proprio non piace.
    Iris, la mia era una battuta, scherzavo sulla tua passione per il bel Jonas e la assai più inquietante attribuizione di "mito" alla mia persona, tutto qui 🙂

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  12. amfortas 12 dicembre 2010 alle 5:38 PM

    Laura, vedo ora che mi sono colpevolmente scordato di te, scusa 🙂
    Dove hai visto il film sul Venezuela?
    E poi il DG da Vienna, mi sono perso anche quello perché sono orrendamente preso dalle Valchirie! Oggi l'ultima arrivata, quella in DVD diretta da Mehta con la regia della Fura, 14.90 in edicola.
    Io vidi a Firenze le due giornate conclusive, spettacolo controverso ma a parer mio interessante, molto più di quello insipido di Cassiers.
    Ciao!

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  13. utente anonimo 12 dicembre 2010 alle 6:37 PM

    Oh, tranquillo, tu con la Walchiria, io invece preda del Don…  trattandosi dell'Ildebrando poi, mi sento praticamente elvirizzata ;))) 

    Il film, da lacrime agli occhi, pugni stretti e voglia di urlare, era su Rai3 alle 21,30; lo ha segnalato Operaclick nel solito fantastico thread
    http://www.operaclick-servizi.com/forum/viewtopic.php?f=1&t=10471&start=1440
    (infatti mi appresto a ringraziare in quella sede).

    E' un film bellissimo! Mio marito, inizialmente perplesso/divertito di fronte a una pazza che aveva imposto per il sabato sera un film sulla musica (e lo stava guardando tenendo però mezzo orecchio auricolato al portatile sul quale arrivava lo streaming), alla fine tirava su col naso anche lui.
    Film come questo andrebbero diffusi nelle scuole, trasmessi negli autogrill, nelle stazioni, negli aeroporti, negli ospedali e nelle case di riposo.

    P.S.: sto leggendo Celletti, imparo un sacco di cose! Grazie!

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  14. amfortas 12 dicembre 2010 alle 7:26 PM

    Laura, ora vedo se riesco a recuperare il film in qualche modo, magari online, boh!
    Questo blog ormai sta diventando un rifugio di groupies di cantanti: Kaufmann, D'Arcangelo…mi sa che tra poco dovrò fare anch'io il mio outing!
    Quando ti consigliai il buon Rodolfo, aggiunsi l'avvertenza "leggere con moderazione, può nuocere alla salute?" 🙂
    Mi raccomando, leggete Celletti consapevolmente!

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  15. utente anonimo 12 dicembre 2010 alle 8:27 PM

    Condivido ogni parola!
    Donato (senzapre7ese)

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  16. mamikazen 12 dicembre 2010 alle 9:54 PM

    Amfortas, non mi dire che ieri sera non eri su rai tre!!!!!!!!!! Ommioddio. Ti denuncerò ad Abreu, e pure ad Abbado… sarai infilzato a colpi di bacchetta… La storia la conoscevo già, perché un mio conoscente pianista/direttore/compositore l'anno scorso è andato in Venezuela col suo trio a tenere degli stages proprio nelle scuole che descriveva il film, è tornato con racconti, foto e un entusiasmo straordinario che ho cominciato a capire meglio solo ieri sera, dopo aver pianto come un vitello per due ore davanti alla tivù (ma piangeva anche Abbado, quindi mi son sentita giustificata).
    Loro lì, a costruire se stessi per mezzo della musica, in mezzo alle baracche, alla malattia, alla droga e ai mitra e noi qui, a strillare come damine isteriche per la fettina di una torta ch'è sparita da un pezzo. Che tristezza.

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  17. utente anonimo 13 dicembre 2010 alle 8:20 am

    Commento 1=si,Monica.Non ci fare caso,sono un pò imbranata: da sempre:D
    Non vedi il video perchè ho sbagliato a trascriverlo:(
    http://www.youtube.com/watch?v=zX4onA_eKds
    Ciao!

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  18. amfortas 13 dicembre 2010 alle 8:43 am

    Donato, ti ringrazio per l'appoggio!
    Ciao 🙂
    Mami, anch'io, facendo ordine nella mia mente confusa, mi sono accorto che conosco già la storia…è che sono perso!
    Però non ho visto il film e spero di rimediare al più presto.
    Ti prego, non denunciarmi anche tu, ché qua è tutto una denuncia…
    Ciao 🙂
    Monica, ah Juliette Binoche, che brava attrice e che bella donna. E che film bellissimo!
    Ciao 🙂

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  19. utente anonimo 13 dicembre 2010 alle 7:57 PM

    SI'!!! L'OUTING di AMFORTAS!!! Lo vogliamo!!!  ;)))
    ciao
    Laura/Codirosso

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  20. amfortas 14 dicembre 2010 alle 8:43 am

    Laura, in giornata scriverò i nomi degli artisti che mi piacciono "a prescindere" tra quelli in carriera.
    Contenta^
    Ciao!

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  21. amfortas 14 dicembre 2010 alle 7:03 PM

    Allora, ecco il mio outing, limitato alle donne 🙂 e a cantanti che ho apprezzato dal vivo.
    La prima artista per la quale stravedo è Daniela Dessì, la miglior Tosca e la miglior Cio Cio San che abbia visto in teatro e, soprattutto, un'artista che anche nelle serate meno felici mi sa dare quel qualcosa, una frase, un gesto, che mi fa pensare che sono di fronte ad una fuoriclasse.
    La seconda è Daniela Barcellona, perché ha una voce bellissima e affronta un repertorio (mi riferisco a quello rossiniano) di difficoltà mostruosa e spesso sopporta critiche strumentali e capziose.
    La terza è Sondra Radvanovsky che, a mio modestissimo parere, è il soprano drammatico migliore del momento. Di lei conservo, in particolare, un'invocazione alla luna dalla Rusalka d'intensità straordinaria anche perché quasi improvvisata con l'accompagnamento del pianoforte.
    Poi, ovviamente, ci sono tanti altri nomi che potrei fare, ma diciamo che per queste signore sono sempre pronto ad una trasferta.
    Ecco!
    Un saluto a voi 🙂

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  22. utente anonimo 14 dicembre 2010 alle 7:51 PM

    Ehi, ma tu sei un groupie poligamo! 😉

    Scherzo, naturalmente. Grazie dell'outing e soprattutto delle motivazioni, che abbracciano aspetti diversi (delle artiste ma anche tuoi) e descrivono bene di quante sfumature è fatta una passione. 

    Essendo un'ascoltatrice (auto)limitata conosco solo le prime due (un po' di più la seconda). Signore da leccarsi i baffi.

    Grazie ancora!
    Laura/Codirosso

     

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  23. amfortas 15 dicembre 2010 alle 8:14 am

    Laura, grazie a te e ciao 🙂 Oggi arriva un'altra recensione…abbastanza seria!

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  24. AntonioSabino 15 dicembre 2010 alle 2:08 PM

    Hai perfettamente ragione, siamo davanti all'ennesimo caso di garanzie ad intermittenza, come le lucine di natale ma senza bellezza. Questa Nazione ha dato, anche in tempi recenti, varie prove di questa ineguaglianza, penso a casi di cronaca dove leggi le intercettazioni, gli interrogatori, vedi qualsiasi tipo di documento sulle televisioni e sui giornali, salvo poi minacciare di mettere "al gabbio" chi si azzarda a pubblicare mezza-foto imbarazzante del politico di turno. I giornalisti stessi finiscono, spesso, ad essere gli esecutori di questa carneficina legalizzata. Triste.

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  25. amfortas 15 dicembre 2010 alle 4:35 PM

    Antonio, purtroppo la classe politica, e non dico questa, ma tutti i politici…da sempre, hanno bisogno di una stampa asservita.
    Certo, ci sono state lodevoli eccezioni (più tra i giornalisti che tra i politici, direi) ma il discorso di fondo non cambia.
    Sbranare facendo più rumore possibile il debole, sperano che il casino distolga l'attenzione da altro.
    Ciao!

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