Di tanti pulpiti.

Dal 2006, episodiche esternazioni sulla musica lirica e amenità varie. Sempre tra il serio e il faceto, naturalmente. #verybullo

Recensione abbastanza seria di Verdi arias, il nuovo cd di Sondra Radvanovsky.

Dopo le polemiche estenuanti e stucchevoli dei giorni scorsi, è ora di andare avanti.
Speravate vero che la bora di questi giorni mi avesse portato via? E invece no.
Ursus

Evidentemente sono più saldo di questa piattaforma portuale, che è andata a farsi un giretto per il Golfo di Trieste!

Una delle tante conseguenze del disamore, non certo la più grave, nei confronti dell’opera lirica è che non si vendono più dischi o se ne vendono pochissimi e quindi non se ne incidono: la solita storia del gatto che si mangia la coda. I costi della sala di registrazione sono troppo alti e alle major discografiche non interessa fare beneficenza.
Anni fa la situazione era diversa e infatti possiamo contare su tante incisioni, effettuate anche da cantanti non memorabili.
Oggi invece, artisti di valore assoluto rischiano di non lasciare traccia ufficiale delle loro capacità.
La prova è che questo recital di Sondra Radvanovsky, Verdi arias, è la prima e per ora unica incisione in studio del soprano americano, tra l’altro non ancora distribuita in Italia; io ho dovuto ordinarla qui.
Ho sentito per la prima volta dal vivo la Radvanovsky al Verdi di Trieste, nel 2007, in occasione dell'apertura di stagione con l’Ernani in cui debuttava il personaggio di Elvira. Prima, l’artista aveva già esordito in Italia nel 2004 mi pare, avevo ascoltato solo qualche registrazione pirata e mi aveva fatto una bella impressione.
Quella sera quando attaccò la sortita di Elvira rimasi subito colpito dal volume della voce, che negli spazi non enormi del teatro triestino trovai addirittura torrenziale, e dal timbro particolare, un po’ asprigno, che rende l’artista immediatamente riconoscibile all’orecchio dell’appassionato. Sensazione poi confermata dalla brillantissima prova quale Leonora nel Trovatore all’Arena di Verona, la scorsa estate.
Il volume, soprattutto se il repertorio d’elezione è Verdi, è un fattore importante.
cover
La Sondra, come la chiamo confidenzialmente io-ragazza simpatica e intelligente, poco incline al divismo- ha però altre frecce al suo arco.
La più rilevante è una gestione della respirazione perfetta che le consente di legare le lunghe frasi melodiche verdiane con facilità, ma anche la tecnica che le permette di smorzare la voce anche a notevoli altezze sul pentagramma e inoltrarsi in filati e pianissimi che non si sentono di frequente, di questi tempi, nei teatri. Soprattutto è difficile che siano dote di voci così importanti e voluminose, contemporaneamente ampie ed estese.
Ovviamente Sondra non è immune da difetti, essendo pure lei umana.
Il primo è la dizione, spesso tipicamente yankee e comunque un po’ approssimativa senza essere meravigliosamente scandalosa come la Caballé o la Sutherland.
Il secondo è il vibrato stretto, che in teatro si percepisce meno che in registrazione a dire il vero, ma che indubbiamente è sempre presente quando la voce sale agli acuti. Poi, che a me non dia troppo fastidio è una questione di gusti personali.
Oggi Sondra Radvanovsky è il soprano drammatico di riferimento, a parer mio, e speriamo che dopo la bella Tosca alla Scala di Milano, parte in cui anche chi valuta gli artisti col bilancino del farmacista ha avuto poco da eccepire, possa confermare il proprio valore nei panni di Elena nei Vespri Siciliani al Regio di Torino.

Ma veniamo al nuovo disco nel quale propone alcune arie celebri verdiane, accompagnata da Constantine Orbelian sul podio della Philarmonia of Russia.
L’Orchestra è molto disciplinata ma il direttore non riesce mai a trarne quel suono che si definisce verdiano, che è costituito in primis da un fraseggio orchestrale intenso e mobile, che accende di vigore le cabalette per esempio, o che ammanta di malinconia i grandi momenti più elegiaci.
Una direzione onesta che non lascia il segno e qualche volta pare frigida, come nella splendida introduzione all’aria di Amelia. Inoltre, ma è probabile che in questo ci sia lo zampino, anzi la manina, di Sondra, i tempi sono molto dilatati col risultato che manca la tensione narrativa, il pathos. E certo in questi passi s’apprezza il virtuosismo nei pianissimi, nelle messe di voce, di una Radvanovsky leggermente auto compiaciuta.
Diciamo che si tratta di un accompagnamento ad personam (strasmile).
Terribile il Coro, che sembra davvero quello degli alpini con tutto il rispetto per gli alpini (smile), e rovina la meravigliosa Vergine degli angeli cantando forte o fortissimo, l’opposto di ciò che voleva Verdi.
La Radvanovsky è magnifica in tutte le arie, con l’unica eccezione appunto del brano appena citato, in cui canta adeguandosi al Coro quando invece dovrebbe sussurrare esprimendo emozionato raccoglimento e serenità.
cover 1
Ovvio che nelle arie dal Trovatore, da Ernani e dai Vespri, che sono le “sue” opere, sia particolarmente a proprio agio: nelle agilità di forza delle cabalette che si beve con facilità, nei recitativi curati anche nella dizione.
Il rendimento è però molto alto anche nella parte di Aida, in quel gioiellino che è Non so le tetre immagini dal Corsaro e soprattutto nella grande aria dalla Forza del destino i cui esiti straordinari fanno sperare che presto debutti la parte di Leonora anche in teatro.
Interlocutoria invece l’interpretazione dell’aria del Ballo in maschera, nel senso che stranamente per i suoi standard manca di calore e risulta piuttosto piatta.
Nel complesso quindi molte luci, alcune davvero abbaglianti, e qualche piccolissima ombra.
E, mi preme rilevarlo perché è importante, tutti i personaggi sono stati affrontati anche in teatro con l’unica eccezione della Leonora della Forza e di Medora del Corsaro.
A questo punto faccio un augurio al teatro della mia città nel quale, quando ancora si chiamava Teatro Grande, il 25 ottobre 1848 ebbe luogo la prima assoluta del Corsaro di Giuseppe Verdi. Sarebbe bello che un domani trovi le risorse per ospitare il debutto di Sondra nella parte, come già ha fatto per Elvira.
Oggi sembra fantascienza, ma bisogna essere ottimisti no?
Un saluto a tutti e speriamo che i veleni scaligeri siano, almeno per il momento, messi da parte.

Questa la tracklist:
VERDI ARIAS
Sondra Radvanovsky, soprano
Constantine Orbelian, conductor
Philharmonia of Russia
Academy of Choral Art, Moscow

Il Trovatore: “Tacea la notte” • “D’amor sull’ali rosee”
Un ballo in Maschera: “Ecco l’orrido campo… Ma dall’arido stelo divulsa”
Il Corsaro: “Non so le tetre immagini”
La Forza del destino: “Pace, pace, mio Dio!” • “La vergine degli Angeli”
Ernani: “Ernani, Ernani involami”
Aida: “O patria mia”
I vespri siciliani: “Arrigo! Ah, parli a un cor” • “Bolero”

19 risposte a “Recensione abbastanza seria di Verdi arias, il nuovo cd di Sondra Radvanovsky.

  1. utente anonimo 4 marzo 2011 alle 10:48 am

    Impressionante!
    Sembra di "vedere" la bora.

    Ciao!
    Laura

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  2. utente anonimo 4 marzo 2011 alle 10:48 am

    Impressionante!
    Sembra di "vedere" la bora.

    Ciao!
    Laura

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  3. amfortas 4 marzo 2011 alle 1:09 PM

    Laura, ciao, io l'ho vista molto da vicino, anche troppo considerati i danni che m'ha fatto in casa, porca miseria…

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  4. amfortas 4 marzo 2011 alle 1:09 PM

    Laura, ciao, io l'ho vista molto da vicino, anche troppo considerati i danni che m'ha fatto in casa, porca miseria…

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  5. utente anonimo 4 marzo 2011 alle 8:36 PM

    da Giuliano:
    adesso però mi devi spiegare come hai fatto a scrivere "Sondra Radvanovski" per 37 volte, tutte esatte…
    🙂
    (oggi mi sono ricomperato il mio primo disco d'opera in assoluto, l'Aida con Bjorling, Perlea, Milanov, Barbieri, Christoff….Siccome a quei tempi ero molto metodico posso anche dirti la data precisa: 15.05.1979, anche allora in edizione super economica.)

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  6. utente anonimo 4 marzo 2011 alle 8:36 PM

    da Giuliano:
    adesso però mi devi spiegare come hai fatto a scrivere "Sondra Radvanovski" per 37 volte, tutte esatte…
    🙂
    (oggi mi sono ricomperato il mio primo disco d'opera in assoluto, l'Aida con Bjorling, Perlea, Milanov, Barbieri, Christoff….Siccome a quei tempi ero molto metodico posso anche dirti la data precisa: 15.05.1979, anche allora in edizione super economica.)

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  7. utente anonimo 4 marzo 2011 alle 10:09 PM

    Sei davvero un ottimo critico, capace di parlare anche dei tuoi beniamini con equanimità. Io non ho mai sentito Sondra dal vivo, e nelle registrazioni non mi ha esaltata, la trovo un po'… acida, preferisco voci più morbide (probabilmente perché mi trovo acida io, e non mi piaccio, le mie registrazioni mi fanno orrore). Però mi hai fatto venire voglia di ascoltarla di persona, mentre se le avessi tributato lodi sperticate da agiografia, la voglia non mi sarebbe venuta… Sei un grande.
    Biondasirocchia

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  8. utente anonimo 4 marzo 2011 alle 10:09 PM

    Sei davvero un ottimo critico, capace di parlare anche dei tuoi beniamini con equanimità. Io non ho mai sentito Sondra dal vivo, e nelle registrazioni non mi ha esaltata, la trovo un po'… acida, preferisco voci più morbide (probabilmente perché mi trovo acida io, e non mi piaccio, le mie registrazioni mi fanno orrore). Però mi hai fatto venire voglia di ascoltarla di persona, mentre se le avessi tributato lodi sperticate da agiografia, la voglia non mi sarebbe venuta… Sei un grande.
    Biondasirocchia

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  9. amfortas 5 marzo 2011 alle 8:20 am

    Giuliano, l'ho scritto giusto perché lo ripeto come un mantra non so quante volte al giorno 🙂
    Bell'acquisto o meglio riacquisto, direi. E poi c'è pure la mia concittadina Fedora!
    Ciao 🙂
    Bionda, sai una cosa? Ci riflettevo proprio ieri, riascoltando il cd.
    La Sondra non ha foce fonogenica, è molto meglio ascoltarla dal vivo per apprezzarne proprio una qualità che in disco subisce una discreta ridimensionata: il calore nella voce, una certa sensualità di fondo.
    A questo aggiungici che sul palco ha una presenza scenica soggiogante, che è un altro fattore che si perde nei dischi.
    Il 18 marzo trasmettono i Vespri da Torino su RAI5, se da te lo switch off è già operativo ti consiglio di guardarla.
    Grazie per i complimenti che, come dico sempre, fanno sempre piacere.
    Ciao!

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  10. amfortas 5 marzo 2011 alle 8:20 am

    Giuliano, l'ho scritto giusto perché lo ripeto come un mantra non so quante volte al giorno 🙂
    Bell'acquisto o meglio riacquisto, direi. E poi c'è pure la mia concittadina Fedora!
    Ciao 🙂
    Bionda, sai una cosa? Ci riflettevo proprio ieri, riascoltando il cd.
    La Sondra non ha foce fonogenica, è molto meglio ascoltarla dal vivo per apprezzarne proprio una qualità che in disco subisce una discreta ridimensionata: il calore nella voce, una certa sensualità di fondo.
    A questo aggiungici che sul palco ha una presenza scenica soggiogante, che è un altro fattore che si perde nei dischi.
    Il 18 marzo trasmettono i Vespri da Torino su RAI5, se da te lo switch off è già operativo ti consiglio di guardarla.
    Grazie per i complimenti che, come dico sempre, fanno sempre piacere.
    Ciao!

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  11. utente anonimo 6 marzo 2011 alle 10:20 am

    da Giuliano:
    adesso che ci sono penso, Sondra è la protagonista di "Orizzonte perduto" di Frank Capra, il mito di Shangri-La. (gli ho dedicato sette puntate,  Jane Wyatt è un bel tipino ma non somiglia per niente a Sondra Radvanovsky)

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  12. utente anonimo 6 marzo 2011 alle 10:20 am

    da Giuliano:
    adesso che ci sono penso, Sondra è la protagonista di "Orizzonte perduto" di Frank Capra, il mito di Shangri-La. (gli ho dedicato sette puntate,  Jane Wyatt è un bel tipino ma non somiglia per niente a Sondra Radvanovsky)

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  13. amfortas 6 marzo 2011 alle 2:18 PM

    Giuliano, bellissimo film, me lo ricordo bene perché l'avrò visto una decina di volte.
    E a proposito di film ora vado a vedere The black swan, speriamo bene!
    Ciao 🙂

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  14. amfortas 6 marzo 2011 alle 2:18 PM

    Giuliano, bellissimo film, me lo ricordo bene perché l'avrò visto una decina di volte.
    E a proposito di film ora vado a vedere The black swan, speriamo bene!
    Ciao 🙂

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  15. utente anonimo 6 marzo 2011 alle 7:26 PM

    Non faccio complimenti, c'est la constatation d'un fait. Il 18 non me lo perdo di sicuro, grazie per l'informazione.
    Biondasirocchia

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  16. utente anonimo 6 marzo 2011 alle 7:26 PM

    Non faccio complimenti, c'est la constatation d'un fait. Il 18 non me lo perdo di sicuro, grazie per l'informazione.
    Biondasirocchia

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  17. amfortas 6 marzo 2011 alle 9:05 PM

    Mercé, diletta amica 🙂

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  18. ivyphoenix 9 marzo 2011 alle 12:30 PM

    ignorando ciò di cui scrivi resto estasiata dalla foto… che colori… trieste è splendida anche con la bora a 176 km/h

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  19. amfortas 9 marzo 2011 alle 3:52 PM

    Ivy, verità sacrosanta 🙂

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