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Anche Oscar Wilde ne esce trionfatore!
Senza il suo genio una musica così sensuale e fortemente misteriosa non avrebbe avuto ispirazione.
Il tema del desiderio che non può essere esaudito e sfocia nella morte ("Ognuno uccide quello che ama…"recita Oscar Wilde nella ballata del carcere di Reading) ha qui la sua massima espressione drammatica e i significati simbolici sull'incesto, il desiderio dell'opposto e del proibito , l'istinto di morte, si accavallano lasciandoci un pò confusi, ma molto impressionati.
Buon ascolto. Ti invidio un pò per questa occasione. Speriamo sia all'altezza.
Marisa
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Anche Oscar Wilde ne esce trionfatore!
Senza il suo genio una musica così sensuale e fortemente misteriosa non avrebbe avuto ispirazione.
Il tema del desiderio che non può essere esaudito e sfocia nella morte ("Ognuno uccide quello che ama…"recita Oscar Wilde nella ballata del carcere di Reading) ha qui la sua massima espressione drammatica e i significati simbolici sull'incesto, il desiderio dell'opposto e del proibito , l'istinto di morte, si accavallano lasciandoci un pò confusi, ma molto impressionati.
Buon ascolto. Ti invidio un pò per questa occasione. Speriamo sia all'altezza.
Marisa
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Marisa, certo, ne esce trionfatore anche Wilde.
Però, ed è un argomento che andrebbe sviscerato con più cura, la musica ha una forza evocativa che le "aride" parole non hanno né potranno mai avere. E non vale solo per Strauss, ma per tutti i compositori che si sono cimentati con testi letterari particolarmente "alti": penso all'impressionante Verdi del Macbeth più che di Otello, solo per fare un esempio tra i tanti.
Ciao e grazie.
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Marisa, certo, ne esce trionfatore anche Wilde.
Però, ed è un argomento che andrebbe sviscerato con più cura, la musica ha una forza evocativa che le "aride" parole non hanno né potranno mai avere. E non vale solo per Strauss, ma per tutti i compositori che si sono cimentati con testi letterari particolarmente "alti": penso all'impressionante Verdi del Macbeth più che di Otello, solo per fare un esempio tra i tanti.
Ciao e grazie.
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da Giuliano:
Salome è una delle opere in cui il rischio xxxxxxx dei registi è molto alto. E dunque: andare all'opera, stare pronti a girare la testa altrove, non andare all'opera se hai il torcicollo…
🙂
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da Giuliano:
Salome è una delle opere in cui il rischio xxxxxxx dei registi è molto alto. E dunque: andare all'opera, stare pronti a girare la testa altrove, non andare all'opera se hai il torcicollo…
🙂
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Giuliano, hai ragione, ma in realtà io ho già visto questo allestimento di Gabriele Lavia a Bologna e mi è piaciuto. Certo c'è qualche incongruenza, però è uno spettacolo di buon livello.
Ho un po' di timore, ti dirò, per le reazioni del pubblico triestino 🙂
Ciao!
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Giuliano, hai ragione, ma in realtà io ho già visto questo allestimento di Gabriele Lavia a Bologna e mi è piaciuto. Certo c'è qualche incongruenza, però è uno spettacolo di buon livello.
Ho un po' di timore, ti dirò, per le reazioni del pubblico triestino 🙂
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Ma Allevi è pronto, secondo te, per scrivere la "Ruby"?
Ciao (e… obbligato per la citazione)
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Ma Allevi è pronto, secondo te, per scrivere la "Ruby"?
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Daland, perché solo Allevi? Anche Tutino lo vedo bene come futuro candidato a una nuova opera come "Ruby" 🙂
Ciao!
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Daland, perché solo Allevi? Anche Tutino lo vedo bene come futuro candidato a una nuova opera come "Ruby" 🙂
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Sono d'accordo con la forza evocativa che ha la musica rispetto alle "aride" parole, ma mi piace ricordare come la figura archetipica che c'è dietro tutte e due (parole e musica) sia Orfeo, che con la lira di Apollo canta i misteri di Dioniso, mette cioè in musica la tragedia, incantando persino gli animali e creando uno spazio di ascolto in tutta la natura con la creazione artistica.
Omero non era forse un cantore per eccellenza, che cantava le vicende epiche ? Solo dopo c'è stata divisione tra poesia e musica.
La perfetta fusione tra contenuto e forma musicale è, secondo me, la vera forza dell'opera, esaltazione, attraverso la musica di significati simbolici (anche quando crediamo si tratti solo di fatti di cronaca come la Carmen o fatti storici come il Don Carlos), ma che continuano ad agire comunque sul nostro immaginario, anche a dispetto della nostra ignoranza.
Per questo forse bisognerebbe ricordare più spesso anche i contenuti e fermarsi a cercare di capirli un pò.
Marisa
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Sono d'accordo con la forza evocativa che ha la musica rispetto alle "aride" parole, ma mi piace ricordare come la figura archetipica che c'è dietro tutte e due (parole e musica) sia Orfeo, che con la lira di Apollo canta i misteri di Dioniso, mette cioè in musica la tragedia, incantando persino gli animali e creando uno spazio di ascolto in tutta la natura con la creazione artistica.
Omero non era forse un cantore per eccellenza, che cantava le vicende epiche ? Solo dopo c'è stata divisione tra poesia e musica.
La perfetta fusione tra contenuto e forma musicale è, secondo me, la vera forza dell'opera, esaltazione, attraverso la musica di significati simbolici (anche quando crediamo si tratti solo di fatti di cronaca come la Carmen o fatti storici come il Don Carlos), ma che continuano ad agire comunque sul nostro immaginario, anche a dispetto della nostra ignoranza.
Per questo forse bisognerebbe ricordare più spesso anche i contenuti e fermarsi a cercare di capirli un pò.
Marisa
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Marisa, sono d'accordo quando scrivi che si dovrebbe "ricordare più spesso i contenuti e fermarsi ecc ecc".
Immagino tu lo dica in generale e non solo per la Salome.
Purtroppo, sai, gli spazi del blog sono angusti e strettamente legati alla mia disponibilità di tempo.
Quando scrivo un post di solito cerco di lasciare una traccia di bricioline, in modo da stimolare i lettori a lasciare su quel percorso accennato le loro testimonianze attraverso i commenti.
Nel post precedente ho guardato la figura di Salome attraverso la lente (lente che ha un ruolo importante nello spettacolo di Lavia, tra l'altro) di alcune arti figurative, in questo invece mi sono lasciato trasportare dalle suggestioni di Franco Serpa.
Nel complesso credo che chi si è affacciato a questo blog ora ne sa qualcosa di più su Salome.
Insomma, faccio quello che posso :-); se mi dai una mano con i tuoi commenti a migliorare la quantità e la qualità delle informazioni, sono contento.
Ciao e grazie 🙂
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Marisa, sono d'accordo quando scrivi che si dovrebbe "ricordare più spesso i contenuti e fermarsi ecc ecc".
Immagino tu lo dica in generale e non solo per la Salome.
Purtroppo, sai, gli spazi del blog sono angusti e strettamente legati alla mia disponibilità di tempo.
Quando scrivo un post di solito cerco di lasciare una traccia di bricioline, in modo da stimolare i lettori a lasciare su quel percorso accennato le loro testimonianze attraverso i commenti.
Nel post precedente ho guardato la figura di Salome attraverso la lente (lente che ha un ruolo importante nello spettacolo di Lavia, tra l'altro) di alcune arti figurative, in questo invece mi sono lasciato trasportare dalle suggestioni di Franco Serpa.
Nel complesso credo che chi si è affacciato a questo blog ora ne sa qualcosa di più su Salome.
Insomma, faccio quello che posso :-); se mi dai una mano con i tuoi commenti a migliorare la quantità e la qualità delle informazioni, sono contento.
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Caro Amfortas, volentieri cercherò di aggiungere ogni tanto qualche considerazione sui contenuti che si prestano ad un arricchimento per quel che riguarda la comprensione dei contenuti simbolici.
Del resto il fatto stesso che ti identifichi con Amfortas mi fa pensare che la tua passione per Wagner non sia immune da una fascinazione per gli aspetti simbolici…
Per quel che riguarda la figura di Salomè il problema è molto complesso : Jung la considera una immagine della parte femminile dell'uomo ( aspetto erotico dell'anima) ,sensuale e seduttiva, che fa da contraltare alla razionalità e al logos maschile. In quanto Eros negato e rimosso non può che cercare di mettersi in contatto con l'opposto (l'asceta misogino rappresentato da Giovanni), con la seduzione (l'unico mezzo che conosce) .
Più infatti un aspetto viene rifiutato, maggiore è la tensione che si accumula nell'incoscio e i pericoli di una irruzione violenta aumentano. La passione incontrollata di Salomè è pari al disprezzo di Giovanni. Odio e Amore sono due facce della stessa medaglia.
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Caro Amfortas, volentieri cercherò di aggiungere ogni tanto qualche considerazione sui contenuti che si prestano ad un arricchimento per quel che riguarda la comprensione dei contenuti simbolici.
Del resto il fatto stesso che ti identifichi con Amfortas mi fa pensare che la tua passione per Wagner non sia immune da una fascinazione per gli aspetti simbolici…
Per quel che riguarda la figura di Salomè il problema è molto complesso : Jung la considera una immagine della parte femminile dell'uomo ( aspetto erotico dell'anima) ,sensuale e seduttiva, che fa da contraltare alla razionalità e al logos maschile. In quanto Eros negato e rimosso non può che cercare di mettersi in contatto con l'opposto (l'asceta misogino rappresentato da Giovanni), con la seduzione (l'unico mezzo che conosce) .
Più infatti un aspetto viene rifiutato, maggiore è la tensione che si accumula nell'incoscio e i pericoli di una irruzione violenta aumentano. La passione incontrollata di Salomè è pari al disprezzo di Giovanni. Odio e Amore sono due facce della stessa medaglia.
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Scusa, ho dimenticato di firmare il commento precedente.
Sono Marisa
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Marisa, argomento complesso vero, per essere trattato in poche righe?
Ti rispondo per quanto riguarda il nick.
La scelta di Amfortas non è casuale e, se non mi sbaglio, ho scritto pure un post qualche tempo fa sui motivi che mi hanno spinto a questa decisione, motivi che sono strettamente legati al rapporto di parentela tra Amfortas e il padre Titurel nel Parsifal e relativa (parziale) identificazione.
La spiegazione junghiana del rapporto insano Salome-Jochanaan è interessante e condivisibile, soprattutto perché individua una situazione tipo che si ritrova spesso nella vita quotidiana, basta guardarsi in giro con un po' d'attenzione. Le attrazioni più o meno fatali sono ovunque e, a mio parere, prescindono dai rapporti amorosi.
Ciao e grazie per il contributo 🙂
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Marisa, argomento complesso vero, per essere trattato in poche righe?
Ti rispondo per quanto riguarda il nick.
La scelta di Amfortas non è casuale e, se non mi sbaglio, ho scritto pure un post qualche tempo fa sui motivi che mi hanno spinto a questa decisione, motivi che sono strettamente legati al rapporto di parentela tra Amfortas e il padre Titurel nel Parsifal e relativa (parziale) identificazione.
La spiegazione junghiana del rapporto insano Salome-Jochanaan è interessante e condivisibile, soprattutto perché individua una situazione tipo che si ritrova spesso nella vita quotidiana, basta guardarsi in giro con un po' d'attenzione. Le attrazioni più o meno fatali sono ovunque e, a mio parere, prescindono dai rapporti amorosi.
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La progenie di Salomè è viva, e governa insieme (???) a noi.
Mi terrete aggiornata se verrà scritta una Ruby, vero? O una Noemi, una Nicole…
Certo che è proprio vero comunque, certi nomi portano alla sciacquettitudine e poi oltre.
La bigotta Margot
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La progenie di Salomè è viva, e governa insieme (???) a noi.
Mi terrete aggiornata se verrà scritta una Ruby, vero? O una Noemi, una Nicole…
Certo che è proprio vero comunque, certi nomi portano alla sciacquettitudine e poi oltre.
La bigotta Margot
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margie, ero certo che saresti intervenuta!
Manca un nome alla tua lista, lo sai vero? 🙂
Ciao!
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margie, ero certo che saresti intervenuta!
Manca un nome alla tua lista, lo sai vero? 🙂
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Mi colpisce la considerazione sulla capacità di penetrazione drammaturgica della musica del Macbeth verdiano: lo penso anch'io.
Come dicevi anche tu, pare che questo valga anche per Salome, che in effetti rappresenta un progresso straordinario rispetto all'incertissima Feuersnot. Non c'è dubbio che nella ripresa della pièce wildiana, Strauss sia riuscito a dare una forma compiuta (perfetta, se la perfezione esistesse) alla sua profonda conoscenza del teatro (non solo musicale), che tanto affascinò Mahler (altro eccellente conoscitore di teatro… lato sensu). A presto,
kundry
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Mi colpisce la considerazione sulla capacità di penetrazione drammaturgica della musica del Macbeth verdiano: lo penso anch'io.
Come dicevi anche tu, pare che questo valga anche per Salome, che in effetti rappresenta un progresso straordinario rispetto all'incertissima Feuersnot. Non c'è dubbio che nella ripresa della pièce wildiana, Strauss sia riuscito a dare una forma compiuta (perfetta, se la perfezione esistesse) alla sua profonda conoscenza del teatro (non solo musicale), che tanto affascinò Mahler (altro eccellente conoscitore di teatro… lato sensu). A presto,
kundry
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kundry, concordo in toto e non ho altro da aggiungere.
Solo una piccola notazione personale e quindi soggettiva.
Sin da ragazzo sono stato molto impressionato dalla scena della Lady che si lava le mani sporche di sangue, e credo che proprio quella scena (una macchia è qui tuttora) sia particolarmente valorizzata dalla musica di verdi.
Ciao e grazie.
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kundry, concordo in toto e non ho altro da aggiungere.
Solo una piccola notazione personale e quindi soggettiva.
Sin da ragazzo sono stato molto impressionato dalla scena della Lady che si lava le mani sporche di sangue, e credo che proprio quella scena (una macchia è qui tuttora) sia particolarmente valorizzata dalla musica di verdi.
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