Di tanti pulpiti.

Dal 2006, episodiche esternazioni sulla musica lirica e amenità varie. Sempre tra il serio e il faceto, naturalmente. #verybullo

Recensione semiseria della Francesca da Rimini al Teatro Verdi di Trieste.

Aggiungo anche qui il collegamento al gustosissimo elzeviro che Gianni Gori ha scritto per OperaClick.

(cliccare sull’immagine per vedere meglio la vignetta)

Alla fine in teatro siamo rimasti io, mia moglie ex Ripley e i parenti più stretti degli artisti.

Partitura Francesca da Rimini
Perché, chiederete voi (ma anche no). Beh perché questa Francesca da Rimini è stata disertata dal pubblico in modo clamoroso, almeno alla prima, e non è una notizia positiva. Già vedo il cartellone dell’anno prossimo: Tosca, Rigoletto, Madama Farfalla, una bella Bohème e magari un Barbiere di Siviglia. Almeno così si andrebbe sul sicuro per quanto riguarda l’affluenza del pubblico ché, lo ricordo, pur contribuendo il botteghino solo per il 12% delle entrate, di questi tempi fare cassa è importante.
Come se non bastasse, già al primo intervallo molte persone se ne sono andate e altrettante l’hanno fatto durante la seconda pausa. Altri ancora, fingendo mestamente fulminanti attacchi di dissenteria hanno abbandonato durante i cambi scena del terzo e quarto atto: una strage.
Vabbé.
Peccato perché l’opera è bella e piena di musica importante, emozionante. Impossibile non apprezzare come Zandonai, attraverso la sua sensibilità artistica, abbia colto l’insegnamento di Puccini, Strauss, Wagner. Nella Francesca echeggiano il Tristan und Isolde (Brangania e Smaragdi poi sono parenti strette), il Rosenkavalier, addirittura l’entrata di Gianciotto ricorda quella di Otello nell’opera di Verdi.
Del resto Paolo il Bello lo dice apertamente: Nemica ebbi la luce, amica ebbi la notte – che potrebbe essere una specie di bigino del Tristan -.
L’allestimento di Giancarlo Del Monaco è godibilissimo, anche se all’entrata in teatro si resta un po’ scioccati dall’immagine del testone del Vate morto, ma poi ci si riprende subito.
Il Vate.
L’idea di ambientare la vicenda al Vittoriale è geniale e le scene di Carlo Centolavigna contribuiscono in modo decisivo alla realizzazione del progetto del regista, allo stesso modo dei bei costumi di Maria Filippi e delle luci di Nino Napoletano. Da questo lavoro di squadra esce quell’atmosfera malata e decadente, carica di una tensione sopita ma sempre presente, incombente, che caratterizza l’opera.
I momenti clou sono tutto il primo atto, di evidente ispirazione pittorica, e l’entrata di Gianciotto, davvero scenicamente formidabile, su di una sedia a rotelle. Ok, detta così non è granché, ma dovete fidarvi almeno un po’, no (smile)?
Si è comportata benissimo l’Orchestra del Verdi di Trieste con la guida di Francesco Maria Carminati sul podio.
Il direttore ha cercato essenzialmente il giusto equilibrio tra buca e palcoscenico, immagino perché sapeva che la compagnia di canto non era composta da cantanti dalla voce particolarmente poderosa, e aveva paura di coprirli. Avere attenzione per i cantanti è sempre buona cosa, per un direttore, soprattutto di questi tempi in cui le presunte primedonne sul podio sono ovunque. Concertazione misurata nelle sonorità, quindi, ma non certo disattenta alle esigenze della partitura, ricchissima, di Zandonai. Bello, seppure per i motivi esposti qui sopra un po’ flebile, il primo atto. Scarno e tempestoso il secondo, con la battaglia dei cuori e dei soldati in primo piano. Ricchi di contrasti il terzo e il quarto atto, in cui le sorti degli amanti precipitano verso il secco e agghiacciante finale.
Era un debutto, per Carminati, direi che si è comportato bene e che già nelle prossime recite potrà migliorare il rendimento complessivo.
Carlo Barricelli ha interpretato Paolo e al momento è una parte che gli sta larghissima, innanzitutto perché il volume non è appropriato e quindi ha dovuto forzare la voce, col risultato che nel suo canto non c’è stata traccia di calore e seduzione. Il tenore ha però diverse attenuanti, soprattutto potrebbe essere giunto stanco alla prima perché il peso delle prove è stato tutto sulle sue spalle, viste le defezioni a catena dei suoi colleghi. Non me la sento di crocifiggerlo, sinceramente. Chissà, che non sia diventato buonista anch’io (smile)?
Brava, nonostante una freddezza di fondo, Hasmik Papian nella parte della protagonista.
La voce non è indimenticabile come colore, ma il volume è adeguato e ho notato che rispetto all’anno scorso – Maria Stuarda – anche la dizione e la pronuncia sono migliorate: in questo lavoro avere coscienza del testo è fondamentale, perché è una delle ricchezze dell’opera.
Azzeccato anche l’accento e approfondito il fraseggio, voglio dire che si sentiva che l’artista si era ben preparata. Ho percepito qualche tensione negli acuti, ma nulla di grave e anche grazie alla presenza scenica (è una bella donna, la Hasmik) e a una recitazione sobria la sua Francesca non passa inosservata.
Soggiogante, credo sia l’aggettivo giusto per definire la prestazione di Giorgio Surian quale Gianciotto. Una prova davvero eccellente sotto ogni punto di vista. L’artista fiumano è riuscito a esprimere tutte le caratteristiche del personaggio: protervia, autorevolezza, sensualità, frustrazione. Un perfetto esempio di recitar cantando. La voce è incisiva, l’accento sempre giusto, sia nei dialoghi con Malatestino sia nella magnifica sortita. Tornerei a vederlo, se avessi tempo, e non è detto che non lo faccia anche per sentire il Paolo di Marcello Giordani.
Non straordinaria dal punto di vista vocale la caratterizzazione di Gianluca Sorrentino nella parte di Malatestino, e anche sul versante della recitazione il tenore mi è sembrato forzare troppo il lato grandguignolesco, già abbastanza marcato, del personaggio.
Di buon livello la prestazione del resto del cast, in cui hanno spiccato l’autorevole Giovanni Gagliardo (Ostasio), la struggente Louise Callinan (Samaritana) e soprattutto l’accorata e commovente Carla Di Censo (Biancofiore) e la toccante Elena Traversi (Smaragdi).
Meritano la citazione però anche tutti gli altri: Manrico Signorini (Un giullare), Mario Bolognesi (Ser Toldo), Milena Josipovic (Adonella), Annika Kaschenz (Altichiara), Erika Pagan (Garsenda), Alessandro De Angelis (Un balestriere) e Andrea Vincenzo Bonsignore (Un torrigiano).
Molto bene il Coro, preparato da Alessandro Zuppardo.Applausi.
Il pubblico, o quello che ne era rimasto, ha gradito lo spettacolo e ha applaudito, senza troppo vigore a dire il vero, tutta la compagnia artistica. Festeggiati in modo un po’ più caloroso Giorgio Surian, Hasmik Papian e il direttore Francesco Maria Carminati.

Un saluto a tutti, sto cercando con risultati penosi di trasferire il vecchio blog sulla nuova piattaforma. Forse un giorno ce la farò!

29 risposte a “Recensione semiseria della Francesca da Rimini al Teatro Verdi di Trieste.

  1. Luciana 21 aprile 2011 alle 11:57 am

    Ciao Amfortas, ho visto anch’io la recita e sono d’accordo con te.
    Vai avedere Giordani? io forse sì.

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  2. pasquale 21 aprile 2011 alle 12:43 PM

    come fa un teatro a tentare di mettere in allestimento opere del novecento o perlo meno poco conosciute se questi sono i risultati?

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  3. Alucard4686 21 aprile 2011 alle 1:00 PM

    Sono proprio curioso di vedere l’opera.
    Peccato per la mancanza di pubblico, perché dalle foto e dai video su Youtube che si riferiscono alle recite parigine, l’allestimento è bellissimo !
    Però se si pensa che molti hanno disertato già il Sansone e Dalila, che mi pare abbastanza nota…
    Vedrò il secondo cast appena il 29, ma anche io ero curioso di sentire Giordani !

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    • Alucard4686 21 aprile 2011 alle 1:01 PM

      P.S. Bella la vignetta !

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    • amfortas 21 aprile 2011 alle 3:47 PM

      Alucard, l’allestimento è soprattutto molto pertinente con lo spirito dell’opera, quasi una rarità oggigiorno.
      Il pubblico, più o meno, è così ovunque. Certo, vedere il teatro mezzo vuoto non fa mai piacere. Per Giordani decido domani, vediamo.
      Ringrazio a nome del vignettaio per l’apprezzamento.
      Ciao!

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  4. Enrico 21 aprile 2011 alle 5:22 PM

    io l’ allestimento l’ ho trovato veramente bello. Sai qualche titolo in anteprima per la prossima stagione? ciao

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    • amfortas 21 aprile 2011 alle 6:06 PM

      Enrico, sì è uno spettacolo molto accattivante.
      Della prossima stagione so qualche anterprima ma mi astengo, almeno per il momento. Purtroppo sembra che si comincerà a gennaio, sembra ormai sicuro.
      Ciao e grazie.

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  5. daland 21 aprile 2011 alle 6:01 PM

    Confesso vergognosamente di non aver mai visto la Francesca dal vivo… ma se Milano è lontana da Trieste, è esattamente vero anche il viceversa!
    Ecco, invece di ripetere quella discutibile Tosca o riesumare un’antica Aida, la Scala avrebbe fatto meglio a pensare a un’opera del genere per la prossima stagione.
    Ciao!

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    • amfortas 21 aprile 2011 alle 6:09 PM

      Daland, guarda che era la prima Francesca live anche per me, perché mi sono perso la Raina nel 1980.
      E hai assolutamente ragione in merito alla Scala, questa Francesca ci sarebbe stata benissimo, anche con questa regia.
      Ciao!

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  6. vitty 22 aprile 2011 alle 9:29 PM

    Ciao Amfortas, complimenti per il bell’allestimento del blog,mi ha fatto piacere anche conoscere i tratti del tuo viso 🙂

    Sono passata per augurarti una bella e serena Buona Pasqua!
    Un caro saluto,ciao!!!

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    • amfortas 23 aprile 2011 alle 8:12 am

      Vitty, insomma , non sono ancora troppo soddisfatto…cercherò di fare qualcosa per il blog, mentre per quanto riguarda i tratti del mio viso…la situazione non può che peggiorare 🙂
      Auguri anche a te!

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  7. biondasirocchia 23 aprile 2011 alle 12:53 PM

    Buona Pasqua a te, ai tuoi famigliari e ai gentili frequentanti questo bel blog.

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  8. amfortas 23 aprile 2011 alle 3:29 PM

    Bionda, grazie degli auguri, contraccambio!

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  9. Carla di censo 23 aprile 2011 alle 8:17 PM

    Volevo sinceramente ringraziare per le belle parole espresse su di me( accorata e commovente mi piacciono proprio tanto) grazie ancora e tanti auguri Carla Di Censo

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  10. zena 23 aprile 2011 alle 11:19 PM

    Sono venuta a trovarti…
    Ora cerco di ambientarmi.
    Auguri, intanto.
    zena

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  11. Adriana 24 aprile 2011 alle 8:45 am

    Buona Pasqua anche da me, e, anche da me, “Piacere” per la conoscenza, benchè virtuale: è più facile rapportarsi con qualcuno di cui sappiamo anche la fisionomia.
    Grazie, auguri! A.

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  12. amfortas 24 aprile 2011 alle 8:48 am

    Carla, figurati (tu informatico :-))auguri anche a te e in bocca al lupo per le prossime recite!

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  13. amfortas 24 aprile 2011 alle 8:50 am

    zena, grazie del passaggio che ricambierò al più presto. Auguri anche a te!
    Adriana, auguri e ancora grazie!
    Buona giornata a tutti 🙂

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  14. ivy 24 aprile 2011 alle 7:28 PM

    auguri di buona pasqua e pasquetta carissimo concittadino…

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  15. CASSANDRO 26 aprile 2011 alle 9:02 PM

    CASSANDRO
    Tanti auguri, Amfortas, pure se in ritardo per ferie pasquali un poco lunghe passate all’estero.

    Solo per notizia, ho lasciato nel blog di Vitty un commento attinente alla lontana al mondo musicale. Non avrei mai potuto inserirlo nel tuo blog, ammesso che ne avessi trovato l’occasione, in quanto spezzo una lancia in favore di una parte di pubblico che presenzia a manifestazioni musicali che tu certamente non ami né poco né tanto. Scusami, se puoi.

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  16. amfortas 27 aprile 2011 alle 8:28 am

    Cassandro, grazie per gli auguri, ricambio 🙂
    Appena ho tempo vado a vedere che hai combianto da Vitty!
    Ciao 🙂

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  17. La lobotomizzata margot 27 aprile 2011 alle 12:39 PM

    È che queste opere sono noiosissime rispetto a quello che vediamo ultimamente… cominciamo a dire che Francesca (nome d’arte Francy Spezzareni) è minorenne o forse no, è nipote di qualche capo di stato, magari mettiamo una sua bella foto scollacciata sulla locandina, affianchiamole un grande attore tipo De Sica o Boldi… allora sì che avremmo i teatri pieni!!! Facile no?

    Tristezza….

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    • amfortas 27 aprile 2011 alle 4:24 PM

      margie, sai una cosa? Una delle poche buone notiizie degli ultimi mesi è stata la constatazione che il remake di “Amici miei” si è rivelato un dramma al box office. Del resto erano riusciti a ingaggiare alcuni tra i peggiori attori di sempre: Placido, Ghini, De Sica ecc ecc in un film solo. Una specie di all star game dell’insipienza attoriale e della volgarità applicata al cinema.
      Francy Spezzareni la vedrei bene come partecipante a qualche reality tipo l’Isola dei Famosi, invece. E anche l’eventuale zio capo di stato, in quel contesto, farebbe la sua porca figura.
      Ciao 🙂

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  18. Alucard4686 9 Maggio 2011 alle 1:46 PM

    Sinceramente non capisco bene se l’opera mi sia piaciuta o no.
    Anche oggi a distanza di settimane non sono in grado di dirlo. Sarà il testo che la rende pesante e l’azione limitata, ma nel primo atto – complice anche la scenografia un po’ bucolica, i sopratitoli sfuocati e la trama che faticavo a comprendere- mi stavo addormentando di brutto.
    Per fortuna con il secondo atto il tutto si è un po’ movimentato e mi sono ripreso 😀
    Del secondo cast non mi ha entusiasmato nessuno. Mi è piaciuto abbastanza Paolo, che era l’unico che fraseggiava con gusto e tentava di dare senso a quello che diceva, nonostante spingesse leggermente e poi Smaragdi che aveva una bella voce.
    Di pubblico ce n’era abbastanza. Più persone che al Samson e Dalila e questa volta nessuno se n’è andato via.
    P.S. Molto bella la scena della lettura !

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    • amfortas 9 Maggio 2011 alle 4:28 PM

      Alucard, beh se era un primo ascolto è difficile apprezzare un’opera come la Francesca, è abbastanza normale.
      Ti suggerirei di procurarti qualche recensione storica, con qualche fraseggiatrice di razza nei panni della protagonista, oppure il DVD con la Scotto, che è piuttosto buono.
      Ciao!

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