Di tanti pulpiti.

Dal 2006, episodiche esternazioni sulla musica lirica e amenità varie. Sempre tra il serio e il faceto, naturalmente. #verybullo

Recensione semiseria del dittico The Medium/Gianni Schicchi al Teatro Verdi di Trieste.

Devo rinunciare alla trasferta di Bologna per l’Ernani, ahimé, a causa delle condizioni della mia schiena che mi costringono a una postura grottesca. Una gentile maschera del Verdi, ieri sera, mi ha detto che curvo e con il bastone somigliavo a un demoniaco Capitano Achab, vedete un po’ voi come son messo. C’è anche da dire che al Verdi non mancano mai le balene bianche, quindi, tutto sommato, il paragone ci può stare (strasmile).
Ma vengo subito al dunque e cioè al dittico The Medium/Gianni Schicchi proposto ieri sera a Trieste.
Partitura The Medium
Non mi convincono troppo questi accorpamenti forzati tra opere che nascono in contesti diversi, specialmente nel caso del Gianni Schicchi che ha un suo senso drammaturgico preciso inserito nell’ambito del Trittico di Puccini.Paritura Gianni Schicchi
Nonostante ciò, l’accoppiata Menotti-Puccini ha funzionato piuttosto bene soprattutto per merito del regista Giulio Ciabatti che ha ideato un nuovo spettacolo realizzato in modo esemplare grazie alle scabre ma belle scenografie di Pier Paolo Bisleri, ai bellissimi costumi – spettacolari quelli dello Schicchi – di Giuseppe Palella e alle luci funzionali e suggestive di Nino Napoletano.

Una scena dal Gianni Schicchi: foto di F.Parenzan.

Ciabatti non si limita a decorare il palcoscenico, come troppo spesso succede di questi tempi, ma cura i movimenti degli artisti in modo che i personaggi esprimano una loro identità precisa. Fa il suo mestiere, direte voi, ma ho visto troppi allestimenti con i cantanti lasciati allo sbaraglio per non sottolinearlo.

Sul podio dell’eccellente Orchestra del Verdi di Trieste c’era il talentuoso Matteo Beltrami che ha convinto con una concertazione attenta a evitare – tranne qualche singolo momento – clangori e prestando attenzione alle esigenze dei cantanti e ai cromatismi della partitura. Ne è derivata una narrazione nervosa, ma allo stesso tempo omogenea, che ha esaltato la plumbea atmosfera del lavoro di Menotti mentre nello Schicchi è prevalsa una febbrile briosità che ha dato ulteriore risalto ai noti squarci melodici pucciniani.
La serata è cominciata con The Medium di Menotti e la presenza di Tiziana Fabbricini nella parte di Madame Flora ha catalizzato l’attenzione.

La scena della seduta spiritica nella Medium di Menotti.

Il soprano si è disimpegnato complessivamente piuttosto bene ma dal lato vocale, se il volume è notevole e gli acuti penetranti, non si può tacere che l’artista è ricorsa spesso al parlato. Oddio, non che quella di Baba sia una parte belcantistica, però le difficoltà erano evidenti soprattutto nel registro grave. A dispetto di ciò è innegabile che il personaggio sia tratteggiato con grande cura, perché la perizia attoriale dell’artista sopperisce alle carenze appena rilevate.
Diletta Rizzo Marin, nella parte ambigua di Monica mi ha sorpreso per la maturità artistica dimostrata, considerata la giovane età.
La voce è di timbro gradevole, non particolarmente grande, ma luminosa e prettamente sopranile. La dizione molto buona, gli acuti disinvolti e una bella presenza scenica le hanno permesso di caratterizzare bene le inquietudini del personaggio che, lo ricordo, è un’adolescente.
Bene si sono comportati anche Giuliano Pelizon e Ilaria Zanetti, i coniugi Gobineau, e Annika Kaschenz nella patetica parte di Mrs.Nolan.
Convincente la recitazione di Giulio Cancelli nei panni di Toby.
Dopo l’intervallo è stata la volta della gigantesca burla del Gianni Schicchi di Puccini, in cui è emersa la straripante personalità di Nicola Alaimo.
Il cantante ha sfoggiato una bella voce baritonale e un temperamento adatto alla parte, che gli hanno consentito di tratteggiare un personaggio divertito e divertente e quindi convincente.
Molto bene si è comportato il tenore Atalla Ayan, dal timbro accattivante, acuti sicuri e dizione perfetta.
Un po’ meno a suo agio nella parte di Lauretta mi è sembrata Diletta Rizzo Marin, segnatamente nell’aria O mio babbino caro in cui mi è parsa forzare un po’, forse perché preoccupata di “bucare” l’orchestra.
Tra la miriade di comprimari ho trovato mirabile la caratterizzazione di Giovanna Lanza nella parte dell’inacidita Zita, ma davvero tutti meritano un encomio sia per le qualità vocali sia per l’impegno attoriale, e quindi eccoli qui: Francesco Piccoli (Gherardo), Ilaria Zanetti (Nella), Osman Spangher (Gherardino), Federico Benetti (Betto di Signa), Giuliano Pelizon (Simome), Federico Longhi (Marco), Annika Kaschenz (La Ciesca), Alessandro Battiato (Spinnelloccio(Sermantio di Nicolai), Simone Alberti (Pinellino) e Mario Bellanova (Guccio).
Il pubblico, tornato abbastanza numeroso in teatro, ha accolto assai bene entrambi gli spettacoli, applaudendo con convinzione tutti i protagonisti.

Chiudo con due note negative, una per la fastidiosissima claque presente in sala (inutile peraltro, perché lo spettacolo piaceva) e un’altra per lo staff del Teatro Verdi: forse era il caso di dedicare la serata al soprano triestino Alda Noni, scomparsa nei giorni scorsi, che proprio qui al Verdi aveva cantato, tra le altre cose, la parte di Lauretta nel lontano 1941. C’è tempo per rimediare nelle prossime recite, spero che questo mio appello sia raccolto.
Un saluto a tutti!

20 risposte a “Recensione semiseria del dittico The Medium/Gianni Schicchi al Teatro Verdi di Trieste.

  1. Alucard4686 19 Maggio 2011 alle 12:54 PM

    Ho cambiato turno per sentire il primo cast sabato, speriamo bene!
    Intanto ti segnalo che sabato 21 maggio alle ore 10 danno la cittadinanza onoraria di Ts a Muti. Interessante. Ciao !

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  2. amfortas 19 Maggio 2011 alle 4:27 PM

    Alucard, credo che sarai soddisfatto, comunque fammi sapere.
    Muti triestino, sì, lo sapevo. Magari lo potrebbero fare sindaco, chissà 🙂
    Ciao!

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  3. Adriana 20 Maggio 2011 alle 10:59 am

    Tralasciando gli ovvi ringraziamenti per le notizie, e i sempre gustosi dettagli, come va il tuo “colpo della strega”, se tale era.. o è? 😉

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  4. Alucard4686 22 Maggio 2011 alle 2:04 PM

    Ho visto gli spettacoli e praticamente concordo con tutto ciò che hai scritto.
    Il Gianni Schicchi era veramente bello e divertente, the Medium non mi ha entusiasmato.
    Non hanno fatto nessun annuncio per Alda Noni, ma hanno dedicato la recita di ieri a un collaboratore mancato in mattinata.
    Inoltre c’era la claque (sempre quelli?) a cui hai accennato, e sinceramente non mi ha dato fastidio che applaudissero in maniera esagerata e gridassero “Brava” di continuo, quanto il fatto che se ne siano andati appena finita la recita di The Medium…
    Ora attendiamo la Lucia (per cui avevo votato nel sondaggio dell’anno scorso!).

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    • amfortas 22 Maggio 2011 alle 6:36 PM

      Alucard, questo dittico sta riscuotendo un buon successo, ne ho sentito parlare solo bene, e non può che farmi piacere. Forse The Medium è lontana dai tuoi gusti musicali, mica deve piacere tutto 🙂
      Attendo anch’io con entusiasmo la Lucia, anche perché è la prima opera che vidi (beh, si fa per dire, perché ero un ragazzino, in teatro).
      Ciao!

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  5. beppe 22 Maggio 2011 alle 6:12 PM

    Spero di vederla presente sempre al Verdi di Trieste per la Lucia di Lammermoor…sarebbe bello e mia premura poterle mostrare la preparazione che c’è dietro questo appuntamento.è bello sapere che ci sono persone che come lei credono nel nostro lavoro.
    Il costumista della medium e dello schicchi.

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    • amfortas 22 Maggio 2011 alle 6:43 PM

      Beppe, passo senza indugi al tu informatico, spero che non t’offenda.
      Ci sarò sicuramente alla prima della Lucia e probabilmente seguirò per OperaClick anche il secondo cast, quindi avrò modo di apprezzare il tuo lavoro direttamente sul palcoscenico.
      Ti ringrazio per l’invito, ma preferisco non avere contatti con gli artisti prima dello spettacolo, è solo una questione d’opportunità che credo tu possa comprendere 🙂
      In ogni caso, in bocca al lupo per il tuo e vostro lavoro.
      Ciao!

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  6. Enrico 23 Maggio 2011 alle 5:16 PM

    Cosa diresti se proponessimo finalmente una Lucia integrale? Basta con i soliti tagli routinari!!!

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    • amfortas 23 Maggio 2011 alle 6:09 PM

      Enrico, io spero che almeno non ci tolgano la scena della torre, sarebbe già qualcosa, anche perché Caoduro e Machado potrebbero tirare fuori qualcosa d’interessante.
      Ciao!

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  7. crismos 24 Maggio 2011 alle 10:58 am

    Lo spettacolo mi ha coivolta e soddisfatta.
    La Medium è un titolo che amo molto per i temi insoliti e difficili che tratta: l’adolescenza e l’aldilà visti poi da una sensibilità contemporanea vicina alla mia. Gianni Schicchi è sempre divertente e sagace ne ricordarci quanto è ridicola e triste, nello stesso tempo, l’avidità.
    Le note positive allo spettacolo sono molte: la regia curata, l’allestimento con le luci perfette alla scena, voci azzeccate ai personaggi, orchestra e direttore corretti.
    Peccato per il pubblico poco curioso e superficiale: Medium non gli interessa ( molti non entrano neanche in sala) e Gianni piace solo perchè si ride.

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  8. ivy 25 Maggio 2011 alle 6:35 PM

    se ti dico che io gianni schicchi l’ho sempre letto e mai visto… rabbrividisci d’orrore?

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  9. amfortas 25 Maggio 2011 alle 6:54 PM

    ivy, figurati se rabbrividisco per così poco 🙂
    Ciao!

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  10. beppe 31 Maggio 2011 alle 7:50 am

    dipende dai cast
    abbiamo avuto già un cambio interprete…………..speriamo non in altri…le energie e gli equilibri sono fondamentali tra gli artisti.
    corro a lavoro!!!

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