Di tanti pulpiti.

Dal 2006, episodiche esternazioni sulla musica lirica e amenità varie. Sempre tra il serio e il faceto, naturalmente. #verybullo

Opera in prima serata? No, grazie.

Inevitabile come le stronzate di Borghezio, nei prossimi giorni su questo infame spazio virtuale andrà in onda l’ormai tradizionale consegna dei premi per le migliori (e peggiori, ovviamente) prestazioni artistiche al Teatro Verdi di Trieste.
L’appuntamento, come potete immaginare, è attesissimo un po’ ovunque, dal Manzanarre al Reno, direi.
Quindi, stay tuned, come dicono quelli che millantano un’improbabile conoscenza della lingua inglese.
Nel frattempo, venerdì scorso in televisione si è visto l’ennesimo tentativo di rendere presentabile in prima serata l’opera lirica, con risultati che definirei -nella migliore delle ipotesi – raccapriccianti.
A parte che l’agghiacciante Fabrizio Frizzi, che presentava la serata, ucciderebbe l’interesse di chiunque su qualsiasi argomento, la trasmissione era veramente brutta e mal pensata.
Non ho neanche voglia di scendere in particolari ma almeno una cosa la voglio scrivere.
La lirica non è fatta per la televisione generalista, anzi è antitetica alla televisione stessa, perché i tempi dello spettacolo televisivo sono inconciliabili con quelli dell’opera in primis, e poi l’argomento è- nel 2011- totalmente sconosciuto ai più.
Ne consegue che per rendere digeribile la trasmissione (a chi, poi? Io sono certo che tra quei 2.500.000 di spettatori tirati su almeno l’80% erano già melomani) si procede con il solito metodo: presumendo, a ragione, che il pubblico televisivo sia composto da una massa di coglionazzi, si propina una specie di frullato composto di arie d’opera monche e scempiate dai tagli, di canzonette più o meno famose interpretate da uno sparuto manipolo di ragazzotti volenterosi e forse in buona fede e si affida il tutto a una giuria.
Ed ecco pronta quella boba (come diciamo qui a Trieste) da conati multipli che gli pseudo gastronomi del palinsesto chiamano talent show.
Il risultato è che le arie sono indigeribili per chi le conosce e noiose per chi non ne sa nulla e le canzonette, interpretate con pseudo tecnica da belcanto, ridicole e anche maltrattate nella loro dignità artistica.
Quindi, e mi fermo ché già ho scritto più di quello che pensavo e la mia schiena mi sta lanciando inquietanti presagi, vorrei che l’opera, se proprio deve andare in televisione, continui a essere relegata a ore da vampiri o confinata in canali che vedono pochissime persone realmente interessate al tema.
Vorrei che l’opera continui a restare un bene per pochi, se non altro per una banalissima considerazione.
In ogni campo, la percentuale dei deficienti è direttamente proporzionale al numero di persone che s’interessa all’argomento, e io di scemotti che si occupano di lirica ne conosco già troppi.

Amen.

25 risposte a “Opera in prima serata? No, grazie.

  1. Alucard4686 19 giugno 2011 alle 12:58 PM

    Io (purtroppo?) questa volta la puntata me la sono persa, ma le precedenti non erano esaltanti. L’avrei vista solo per sentire un po’ di opera in tv, sperando in un miglioramento della qualità, perché di certo il format sarebbe rimasto lo stesso…
    A questo punto però è meglio seguire i programmi notturni (tanto sono nottambulo!). L’unico motivo per cui il rpogramma dovrebbe continuare è per leggere i commenti tuoi e degli altri utenti su Operaclick ! 😀
    P.s. Io la tua recensione sulla stagione, devo dire sinceramente, l’attendo da giorni !!!
    P.p.s. Quali opere vorresti vedere la prossima stagione? Attendevo con ansia anche il sondaggio conclusivo a teatro!

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    • amfortas 19 giugno 2011 alle 4:35 PM

      Alucard, io non so neanche se ci saranno altre puntate, boh. Mi sa di no, ma posso sbagliarmi.
      La recensione sarà pubblicata a giorni, credo 🙂
      Per quanto riguarda la prossima stagione non saprei, nel senso che ho le mie preferenze e credo che in un cartellone non possa mancare mai un Mozart e un Wagner, ma il discorso sarebbe davvero lungo. Non ci resta che attendere la prossima conferenza stampa.
      Ciao!

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  2. giuliano 19 giugno 2011 alle 1:40 PM

    ne parlavo giusto oggi a pranzo…se fosse stato per quelli che me ne parlavano in tv o altrove, non mi sarei mai e poi interessato all’Opera. Invece per fortuna ci sono le registrazioni, la radio, i dischi, le enciclopedie, e qualche buon libro. Tagliare dritto, e andare subito alle fonti, cioè a Verdi, a Wagner, a Monteverdi, a Donizetti, eccetera, è il metodo migliore. Costa tempo e fatica, ma è l’unica via.
    Anche molti musicisti sono fatti come Frizzi, ahinoi…Suonano bene, alcuni benissimo, ma poi non è che dell’essenza della musica ne capiscano molto.
    Per un Accardo, un Abbado, un Pollini, un Massimo Mila, quanti ce ne sono che straparlano…
    Mah! Come se dise a Trieste, “bullshit”? Ecco, quelle cose lì quando si trovano per strada si scavalcano, non si sta lì a considerarle.
    ciao!
    Giuliano
    (e un saluto anche alla signora Amfortas, che è un po’ che non la saluto)
    🙂

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    • amfortas 19 giugno 2011 alle 4:39 PM

      Giuliano, e poi c’è pure …il teatro, anche se anche quello costa fatica e parecchi soldini. Hai ragione in merito a molti artisti che straparlano, soprattutto quando sono in televisione, che deve essere davvero una specie di droga. A Trieste si dice proprio come la traduzione di bullshit 🙂
      La signora Amfortas ricambia i saluti 🙂

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  3. ivy 19 giugno 2011 alle 2:24 PM

    eh… magari avessi tempo per l’opera… è un pezzo di cultura che mi manca e di cui mi vergogno.

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    • amfortas 19 giugno 2011 alle 4:41 PM

      ivy, tu fai e conosci un milione di cose, tante più di me, quindi non ti devi vergognare di un bel nulla! Mica c’è tempo per tutto e poi davvero l’opera richiede tanto tempo, è uno dei motivi per cui oggi è così misconosciuta.
      Ciao e grazie 🙂

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  4. daland 19 giugno 2011 alle 4:39 PM

    Amfortas, così ti prenderai del disfattista! Ti mancava solo di aggiungere che oggi l’opera fa mediamente schifo anche a teatro (smile!)

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    • amfortas 19 giugno 2011 alle 4:58 PM

      daland, no, quello non lo dirò mai 🙂 perché non lo penso e non ho quel tipo di atteggiamento mentale. E poi non voglio rubare “le arie di baule” a altri.
      Ciao e grazie 🙂

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  5. Giuseppe Sottotetti 19 giugno 2011 alle 11:20 PM

    Avendo ereditato da mio padre a 10 anni la passione per Wagner non so cosa sia il gradualismo nell’arte. Secondo me non c’è niente di meglio che trasmettere opere sottotitolate.
    Io seguo regolarmente BBC4 che dimostra che è sempre possibile fare della divulgazione senza banalizzare il soggetto, certo che fanno presentare la serie introduttiva all’opera da Pappano, non da Frizzi

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    • amfortas 20 giugno 2011 alle 8:29 am

      Giuseppe, sono ignorante: BBC4 è un canale pubblico o a pagamento?
      Sono d’accordo con te, comunque, l’ideale sarebbe l’opera con i sottotitoli.
      Quanto alla divulgazione, io sto cominciando a rimpiangere Baricco, e non l’avrei giammai creduto 🙂
      Ciao e grazie per il passaggio!

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  6. Giuseppe Sottotetti 20 giugno 2011 alle 5:05 PM

    E’ in chiaro e trasmette su Astra 28E – qui a Milano bastano 80 cm di parabola per riceverlo, penso che a Trieste ci voglia molto di più, però se si ha un’antenna motorizzata magari la si prende lo stesso. Baricco mi sta antipatico ma non è stupido. Il problema è che chiunque parli di cultura deve saper trovare il giusto equilibrio, mantenere un livello che soddisfi chi già conosce il tema senza essere paternalistico e spaventare gli “ignoranti” (i quali non sono delle bestie, ma soltanto persone che devono allenare la propria sensibilità ed al più avere qualche dritta su come orientarsi in un genere sconosciuto). In un altro settore trovo ottimi i programmi di Daverio su Rai5

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  7. amfortas 20 giugno 2011 alle 6:26 PM

    Giuseppe, grazie delle informazioni. Condivido inoltre il tuo pensiero sulla divulgazione, che è mestiere o vocazione assai più difficile di quanto possa sembrare. RAI5, con tutti i limiti del caso, è un bel canale anche se da quel che sento in giro non tutte le città-purtroppo anche tra quella già raggiunte dallo switch off- lo vedono.
    Siamo tutti ignoranti, io sicuramente più di altri. Ci sono dei vuoti paurosi nella mia cultura e, quando le circostanze me lo consentono, cerco di tappare qualche buco.
    Ecco, credo che lo spirito giusro sia questo, non smettere d’incuriosirsi sapendo che c’è sempre tanto da imparare.
    Ciao e grazie.

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  8. CASSANDRO 20 giugno 2011 alle 9:19 PM

    CASSANDRO

    Mi sembri un poco abbattuto, Amfortas, per quello che succede nel tuo aureo mondo, o meglio per come le autorità pubbliche lo trattano.
    Ci posso provare se riesco a farti sorridere un poco?
    Io appartengo, tu lo sai, al gruppo di Ivy, e quindi mi perdonerai.

    COLPO DI SONNO

    L’Opera seguo ad occhi semichiusi:
    non è i m m e d e s i m a z i o n e, ma
    piuttosto un po’ di sonno . . . beh, si sa
    che anche a color che sono adusi

    ad ascoltar la musica alle volte
    può accadere! . . . L’importante è
    non dar nell’occhio e fare in modo che
    sembri tutto normale: da qui molte

    espressioni (appena risvegliati
    ed è la testa ritornata su)
    inusuali: volti concentrati
    occhi sbarrati, mano al mento giù,

    e sguardi roteanti per sapere
    se sei stato sgamato dai presenti.
    Ma noooo! . . . tutto normale . . . il sedere
    si sposta allora, e si torna attenti.

    Il colpo di sonno è una jattura,
    ma stare svegli è spesso proprio dura!

    (Cassandro)

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    • amfortas 21 giugno 2011 alle 8:34 am

      Cassandro, colpo di sonno che sembra abbia colpito più di uno spettatore in un recente allestimento dell’Incoronazione di Poppea.
      Sai, anche gli addetti ai lavori (leggi direttori) si dilettano in tagli, qualche volta le mutilazioni sono imposte per questioni economiche, così non si pagano gli straordinari alle maestranze.
      Il risultato è che le opere perdono continuità drammaturgica e diventano, appunto noiose.
      Beh che vuoi che ti dica, per fortuna c’è chi prende l’argomento con spirito, chissà che le nostre risate non sveglino qualcuno 🙂
      Ciao e grazie!

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  9. biondasirocchia 21 giugno 2011 alle 7:04 PM

    Già. Che tristezza. Io non sapevo ci fosse quella roba, perciò non l’ho vista, ma mi è stato riferito da colleghi di lavoro stpitissimi che proprio io (?!) non ne sapessi niente. Mi hanno anche detto che si prestarono all’orrida bisogna come giurati artisti che non avrei mai pensato potessero scendere così in basso… Ahimé!

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    • amfortas 21 giugno 2011 alle 7:25 PM

      bionda, io sbaglierò ma non riesco a dare colpe particolari ai giurati. Per loro è un lavoro come un altro, l’importante è che siano in buonafede.
      Per quanto riguarda la trasmissione sembra che non ci sarà un seguito: non è un male.
      Ciao!

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  10. beppe 22 giugno 2011 alle 8:51 am

    conosco un pochettino quello che c’è dietro alle trasmissioni televisive che raccontano la lirica.
    conosco persone serie e di induscussa professionalità che credono nel progetto rai televisione di stato .
    ma ho visto anche mille paletti inflitti agli stessi con ricatti e obblighi da responsabili direttori agenzie cantanti……un esempio spicciolo?
    la ragazzina friulana in concorso nella trasmissione(registrata) era nelle stessa sera ospite all’apertura del teatro Ristori Cividale con Katia Ricciarelli….che ha cantato per tutti i presenti…che strana combinazione..
    conosco una seria e appassionata produttrice che alla richiesta di avere ospite un soprano tedesco strepitoso come risposta ha avuto il cantante leggero con qualche do di petto (costato di più come gettone di presenza)!!!!!!.insomma crediamo veramente che questa trasmissione possa essere presa in considerazione confrontata con quello che avviene in quelle due ore su un palcoscenico dal vivo con tutti i musicisti e le persone che lavorano anche dietro le quinti per creare la magia che ci emoziona e che ci spinge a credere ancora nell’opera lirica?
    la trasmissione aavrà un seguito….gli interessi sono troppi…caro signor Bullo coraggio e salviamo il nostro teatro..

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    • amfortas 22 giugno 2011 alle 9:12 am

      Beppe, ciao. Se non sbaglio, ma dovrei controllare e non ho tempo, anche l’anno scorso tra i concorrenti c’era un protetto o protetta della Katia.
      Quello che è certo è che Ivanna Speranza è tutt’altro che un’esordiente, in quanto io stesso l’ho recensita quando ha interpretato Lisa nella Sonnambula, al Verdi di Trieste. E parliamo di quattro (!) anni fa.
      Per quanto riguarda le agenzie chiunque bazzichi, anche da lontanissimo, il mondo della lirica, sa quanto la loro presenza sia invasiva e spesso addirittura controproducente (per gli spettatori) nella composizione dei cast.
      Qualcuno, anche tra gli artisti, sostiene che siano indispensabili. Non ne dubito, ma anche a Trieste abbiamo sentito cantanti inadeguati alla parte, imposti dall’agenzia che magari “concedeva” il/la protagonista o il direttore.
      In ogni campo ci sono coloro che coltivano il proprio orticello con troppa cura, ma magari i risultati del raccolto sono buoni. Qui non è il caso, avrei preferito una bella grandinata che eliminasse direttamente i…germogli!
      E con questa alata metafora bucolica ti saluto 🙂

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  11. beppe 22 giugno 2011 alle 9:14 am

    troppo divertente….viva la grandine

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  12. paoletto1 23 giugno 2011 alle 1:08 PM

    Diciamocelo chiaramente.: noi melomani accogliamo sempre con un barlume di speranza questi programmi cosiddetti “divulgativi” sull’opera, perché in fondo ci piacerebbe che anche il resto del mondo capisse quanto è bella l’opera. Poi però la speranza si infrange regolarmente contro la difficoltà di mettere in piedi un programma che non sia la solita macchiettizzazione dell’opera affidata al Frizzi di truno, cioè il tentativo estrarre da una forma d’arte complessa qualche briciola che sia digeribile per il popolo supposto bue. Di questa roba non si sente proprio più il bisogno. Per quel che mi riguarda, di tutta la produzione della Rai relativa alla lirica (inclusi i penosi commentari negli intervalli delle poche opere trasmesse) salvo solo il remoto “L’amore è un dardo” di Baricco, che per quanto ammorbato dall’autocompiacimento dell’autore, qualche brivido di curiosità verso l’approfondimento lo trasmetteva.
    Detto questo, riconosciutici come una minoranza televisivamente e pubblicitariamente improduttiva ma pagatrice di canone, non potremmo essere comunque beneficiati da mamma RAI con qualche programma dichiaratamente destinato a noi, abbandonando gli infelici che non conoscono l’opera al loro infausto destino? Che ne so, un documentario su questo o quel cantante di oggi o del passato, un’intervista fatta non dallo zerbino adorante Fazio ma da un critico a questo o quel cantante o direttore, ecc. ecc.? Io sono spesso in Germania e lì sono cose all’ordine del giorno.
    Ciao
    Paolo

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    • amfortas 23 giugno 2011 alle 5:15 PM

      Paolo, hai ragione su tutta la linea, Baricco compreso. Ed è vero anche che ogni volta che annunciano un programma sull’opera lirica in televisione, ho un briciolo di speranza che sia rispettoso almeno della lirica stessa. Indarno, indarno.
      Fazio, con quel suo falso stupore furbetto, è addirittura peggio di Frizzi, per quanto mi riguarda. Credo che davvero non ci resti che sperare nei canali del digitale terrestre.
      Ciao e grazie.

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  13. Margot 23 giugno 2011 alle 2:54 PM

    La verità è che la televisione andrebbe tenuta spenta per il 90% della giornata. E oggi sai che sono particolarmente ottimista.
    Molto meglio andare in giro con una Prioper, per dire.

    La resistere-resistere-resistere Margot 🙂

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    • amfortas 23 giugno 2011 alle 5:19 PM

      margie, è vero, l’unica televisione bella è quella spenta, però sai, mi sa che dovrebbero essere troppe le cose da “spegnere”. L’ha capito la Prioper, che non prevede tra gli optional l’ormai scontato e banalissimo monitor per vedere la tv o i dvd.
      Ciao 🙂

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  14. annarita 24 giugno 2011 alle 4:46 PM

    Mi sento molto sciocca con questa domanda, ma mi viene spontanea. Sarebbe popi così difficile presentare in tivù opere registrate nei teatri? Non ci sarebbero pericoli di nausee varie e credo il pubblico digiuno apprezzerebbe i grandi melodrammi come fossero best seller o soap opera. Mi si perdoni il paragone che può sembrare irriverente, ma intendo riferirmi alla grande diffusione dei due pur diversissimi tipi di comunicazione. Salutissimi, Annarita

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  15. amfortas 24 giugno 2011 alle 5:38 PM

    Annarita, tu sai che le cose semplici sono spesso le più difficili da realizzare no? Ecco, questo è un caso esemplare.
    Purtroppo però questa semplicità si scontra con le dinamiche televisive, che prevedono tempi diversi e pretendono pubblici vastissimi per favorire o richiamare gli introiti pubblicitari.
    Il paragone, in un certo senso, è tutt’altro che improprio: l’opera lirica è stata per secoli autenticamente popolare.
    Ciao e grazie 🙂

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