Di tanti pulpiti.

Dal 2006, episodiche esternazioni sulla musica lirica e amenità varie. Sempre tra il serio e il faceto, naturalmente. #verybullo

Recensione semiseria di Rigoletto di Giuseppe Verdi al Teatro Verdi di Trieste. Metti, un gobbo a cena.

Rigoletto come un brodino caldo, che ristora momentaneamente il povero Teatro Verdi malato e febbricitante, in attesa delle vitamine Bohème prossime venture, che saranno somministrate dopo gli stravizi pasquali.
Una metafora culinaria di una tristezza agghiacciante, lo ammetto, scritta solo per scoraggiare i perditempo: ” ‘Mazza se comincia così neanche vado avanti.” – già li sento -.
Partitura Rigoletto
Dicevo, il Teatro Verdi è malato ma dà ancora segni di vita, seppure flebili.
Mi sarei aspettato che con Rigoletto ci fosse il primo sold out della stagione, invano. Pubblico numeroso, sì, ma non il pienone.
Peccato perché lo spettacolo merita soprattutto per le voci, ché di regia non si è notato nulla.
L’allestimento è quello già visto nel 2006, con le tradizionali scenografie – belline, anche se datate – di Lorenzo Ghiglia, i costumi d’epoca ben rivisitati da Chiara Barichello e l’impianto luci affidato a Nino Napoletano.
Interminabile il primo cambio di scena, con tanto di rumori di attrezzi vari in sala dall’effetto un po’ comico (qualche anno fa, mi pare in occasione di uno sfortunatissimo Roberto Devereux, si sentì distintamente un tecnico che sacramentava, smile!), che unito ai due intervalli hanno fatto perdere continuità alla narrazione.
Dicevo della regia, della quale non si è occupato Michele Mirabella, che immagino sarà stato pagato con le banconote del Monopoli (strasmile). Boh. Forse per fare una regia tradizionale di quelle lodate dallo stesso Mr. Mirabella in sede di prolusione dell’opera, basta chiedere a un cantante che prenda a calci un ritratto.
Voglio dire, ha senso chiamare il presunto – sia detto senza offesa – grande nome a firmare la ripresa di un allestimento già noto?
Per fortuna le cose sono andate piuttosto bene dal punto di vista musicale, che poi alla fine nella lirica è ciò che conta.
Mi è piaciuto il direttore, Corrado Rovaris, che propone una lettura vigorosa della partitura senza scadere però mai nel grossolano o in gratuiti effetti strappapplausi. Ne sia esempio l’ottima riuscita del duetto Rigoletto-Sparafucile in cui la tensione rimane alta ma prevale l’atmosfera notturna di angoscioso mistero. Inoltre Rovaris è attento all’accompagnamento dei cantanti e non li sovrasta alzando il volume dell’Orchestra del Verdi – in serata smagliante – neanche quando l’orchestrazione è particolarmente densa, come nella scena del temporale.
La prima registrava il debutto ufficiale – ha affrontato la parte in forma di concerto a Parma – di Luca Salsi nei panni del gobbo e il risultato è stato assai promettente.
Il baritono ha la voce giusta per Rigoletto, di timbro moderatamente scuro e facile agli acuti, peraltro elargiti con relativa parsimonia. Salsi ha scelto, per esempio, di non fare la puntatura di tradizione al sol nel monologo “Pari siamo”: qualcuno all’intervallo è rimasto sorpreso, ma Verdi quell’acuto non l’ha scritto.
Inoltre, l’artista cerca di approfondire la complessa psicologia del buffone calibrando con equilibrio il lato teneramente paterno con quello più scopertamente grossier del pagliaccio di corte, grazie a un fraseggio vario e attento alla parola scenica.
Direi che si è trattato di una buona prova, suscettibile di miglioramenti man mano che il baritono maturerà la parte, che è difficile sotto ogni punto di vista.
A Trieste non si sentiva un tenore pienamente soddisfacente dai tempi dello Jacopo Foscari di Stefano Secco.
Francesco Meli è andato oltre, interpretando un Duca pressoché ideale che ammette pochi confronti nel panorama artistico attuale. Voce solare, bellissima, di lirico pieno, che corre per tutto il teatro. Meli canta con eleganza e musicalità, dizione chiarissima, fraseggia con attenzione e ha doti tecniche che gli consentono di risolvere con apparente facilità anche le frasi musicali più impegnative: la pericolosa progressione del duetto con Gilda (adunque amiamoci…d’invidia agli uomini) è risolta con un legato inappuntabile e il si bemolle è raggiunto con facilità. Il difficile attacco del cantabile “Parmi veder le lagrime” è pulitissimo e qualche piccolo segno di fatica si percepisce solo sull’acuto finale, un po’ stiracchiato. Bene anche nella famosa canzone del terzo atto, seguita da un’impeccabile “Bella figlia dell’amore”.
Ribadisco, difficile trovare di meglio, oggi.
Non mi ha convinto, invece, il soprano Julia Novikova. Voce piccolina, di timbro anonimo, ma non è certo questo il problema. Il fatto è che il personaggio rimane confinato nell’ambito delle Gilda di tradizione, un po’ linfatiche e bamboleggianti, senza però possedere le qualità tecniche dei soprani di quella tradizione.
In particolare l’intonazione è sembrata piuttosto imprecisa in varie occasioni sia negli attacchi sia nella salita agli acuti. L’atteso “Caro nome” è scivolato via senza pathos e anche senza che si sentissero particolari preziosismi tecnici: i trilli, per esempio, sono parsi di effetto rivedibile. Riuscito, ma striminzito e flebile il mi bemolle in chiusura del duetto con Rigoletto del secondo atto (Sì, vendetta).
Il tutto nell’ambito di una prestazione complessivamente sufficiente, ma da un’artista della sua fama era lecito attendersi una prestazione più convincente.
Ha ben figurato la coppia di “cattivi” composta dal truce ma non truculento Sparafucile di Michail Ryssov, basso dalla voce abbastanza morbida, che ha sfumato con una punta d’ironia l’interpretazione, e la Maddalena del mezzosoprano Francesca Franci, contenuta nell’esprimere una sensualità non troppo esibita.
Bravo Nicolò Ceriani nella difficile e fondamentale parte di Monterone.
Di buon livello tutti i comprimari: Annika Kaschenz (Giovanna) Angelo Nardinocchi (Marullo), Mario Bolognesi (Borsa), Giuliano Pelizon (Conte di Ceprano), Marta Calcaterra (Contessa di Ceprano), Loredana Pellizzari (Paggio) e Ivo Federico (Usciere di corte).
In ottima serata il Coro, qui impegnato solo al maschile.
Pubblico contento, che ha applaudito spesso a scena aperta e alle uscite singole ha decretato un franco successo per tutta la compagnia artistica, con punte d’entusiasmo per Francesco Meli e Luca Salsi.
Speriamo bene per il futuro del Verdi, non si può andare avanti a palliativi e brodini, c’è bisogno di una programmazione seria e responsabile, che guardi l’interesse del pubblico – magari non solo di quello stanziale – ma consideri prioritarie anche le esigenze delle masse artistiche nel rispetto della contingenza economica disastrosa. Non che sia facile, eh? Ci si deve provare però, assolutamente.

Mi dicono che il commissario Orazi sta facendo un buon lavoro: non posso che esserne contento.

Un saluto a tutti.

 

33 risposte a “Recensione semiseria di Rigoletto di Giuseppe Verdi al Teatro Verdi di Trieste. Metti, un gobbo a cena.

  1. alucard4686 19 marzo 2012 alle 12:31 am

    Uno spettacolo che promette bene. Io vado il 25.
    P.S. Non so se sai ma al Tommaseo alle 17.30 c’è un incontro coi cantanti.

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  2. Fiordiligi (Francesca) 19 marzo 2012 alle 11:05 am

    Speriamo che Orazi sistemi almeno un po’ la situazione, perché il brodino va bene ogni tanto (se poi, da quello che leggo, è fatto bene, meglio), ma ci vuole anche qualcos’altro! Sono molto contenta che coro e orchestra siano tornati a un buon livello, nelle ultime occasioni avevo notato un calo di rendimento preoccupate, ma, fortunatamente, passeggero.
    Ps. Informazione di servizio: quanto dura lo spettacolo?

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    • amfortas 19 marzo 2012 alle 12:25 PM

      Francesca, lo spettacolo dura 3h 10min.
      Perciò che riguarda soprattutto l’orchestra, tieni conto che il Rigoletto è un’opera che buona parte dei professori conoscono già, avendola suonata spesso. Diverso è affrontare opere mai fatte prima, come nel caso della Battaglia di Legnano e Anna Bolena.
      A presto, spero, attendo tue nuove se riesci ad andare a sentire l’odiato Verdi 🙂
      Ciao e grazie.

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      • Fiordiligi (Francesca) 21 marzo 2012 alle 8:32 PM

        Che Rigoletto sia un’opera che “faciliti il compito” agli esecutori, visto che si esegue spesso, purtroppo per me 🙂 (giusto ieri calcolavo che è quella che ho visto più volte dal vivo…), è certo. Ma anche la manina del direttore penso che conti 😉
        Ciao

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      • amfortas 21 marzo 2012 alle 10:21 PM

        Francesca, certo che conta, e non poco. Volevo solo dire che cominciare da zero (penso per esempio alla Francesca da Rimini dell’anno scorso, opera davvero complessa) è sicuramente più difficile per tutti. Ciao!

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  3. Giorgio 19 marzo 2012 alle 1:46 PM

    Sono d’accordissimo con la tua recensione qui e su OC! Toglimi una curiosità, perché la non linkano anche su FB? Saluti.

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  4. lucasalsi@hotmail.com 19 marzo 2012 alle 11:33 PM

    Salve Paolo,oggi parlavamo appunto degli interventi su operaclick no?ecco uno ha aperto un tread a mio nome molto gentile devo dire e subito un altro,probabilmente collega invidioso o non so,ha scritto “a me Luca Salsi fa cagare”….ora capisci perché’ preferisco non leggere quel sito ne’ ne bene ne’ nel male…un abbraccio a presto!Luca

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    • Danilo 20 marzo 2012 alle 8:34 am

      Gentile Luca,
      OperaClick è il quotidiano online dedicato all’opera lirica, più letto in Italia, questo fa si che il suo forum nato nel lontano 2000 sia frequentatissimo e molto attivo. Come puoi ben immaginare il lavoro di moderazione che ci tocca non è semplice anche perchè i melomani scrivono nel forum un po’ come parlano nel foyer di un teatro… hai presente quante se ne dicono? Aldilà di questi piccoli incidenti di percorso ritengo che il ruolo svolto da OperaClick anche a favore dei lavoratori dei teatri sia stato ed è, piuttosto importante; già l’opera non se la fila più nessun media, vogliamo che chiuda anche OperaClick perchè ogni tanto nel suo forum qualche maleducato esagera?
      Non me ne volere, ma io credo che anche voi artisti dobbiate essere complessivamente un po’ più tolleranti e meno permalosi.
      Con stima
      Danilo

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    • amfortas 20 marzo 2012 alle 8:45 am

      Luca, ciao.
      In questo caso tutto è nato da un equivoco dovuto a un forumista appena iscritto, il quale o non sa come funziona un forum o vuole solo creare qualche casino. Comunque i colleghi moderatori – a me era sfuggito – hanno provveduto a modificare il messaggio maleducato.
      Vedo che ti ha risposto anche Danilo, spero che l’equivoco si sia chiarito.
      Ciao e in bocca al lupo per le prossime recite!

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  5. lucasalsi@hotmail.com 20 marzo 2012 alle 11:26 am

    non ho mai detto che operaclick sia da chiudere,mi sono solo lamentato di un mi fa cagare che trovavo alquanto maleducato.comunque tutto ok.buon tutto!luca

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  6. amfortas 20 marzo 2012 alle 6:31 PM

    Luca, ok ciao allora.

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  7. alessio 21 marzo 2012 alle 11:06 am

    1. sono “straeccitato” e pronto a urlare stasera se tutto andrà come penso e come ha scritto Paolo!! – voglio tornare a godere al Verdì…w Ve, w Ri, w Meli, w Salsi e w i DIRETTORI…
    2. anche perchè devo sfogare la MEGA.INCAXX… per quanto è successo a Firenze che avevo eletto a recita riparatrice della Bolena TS e invece non sono andato per lo sciopero MANGIANDOMI doppiamente le mani, SONO LIVIDO!!!
    3. in parte mi sono rifatto ier sera a Verona…..bellissima serata con un DIRETTORE che è un vero professionista come da tempo non ne vedevo e sentivo e dei cantanti che hanno strameritato il successo, PAOLO se la schiena non ti mena quasi ti consiglierei di tornarla a vedere……niente di stratosferico ma una vera e bella serata di ottimo teatro!
    4. La Novikova è stata SONORAMENTE buata nel Flauto che ho visto in ottobre a Vienna, era la regina (pessima prestazione e meritata contestazione)…..(Dio và anche nei teatri esteri ogni tanto)

    5. Gentile Luca, porto la testimonianza di un appassionato che ha smesso di scrivere su Operaclick perchè sostanzialmente in 2 dei miei ultimi 3-4 interventi ho subito ingressi diretti a gamba tesa da parte di artisti o addetti al settore e altri ne ho letti in altri thread….con calma e senza polemica vorrei esprimere il desiderio che i professionisti si concentrino nel loro ambito quello del palco e lascino perdere quanto accade o si scrive “liberamente” e informalmente su internet; CAPISCO PERFETTAMENTE che critiche a volte offensive (come una delle mie fù) indignino o facciano male però non può nemmeno essere giusto che dei professionisti si accapiglino o si mettano a discutere con degli spettatori o gente qualunque ad ogni cosa che appare scritta su di loro nell’inferno di internet!?!
    E’ COME SE un calciatore il lunedì si rechi in un qualunque bar dello sport e nascosto origli i commenti dei tifosi (magari avversari) al bar e non appena emerge una parolaccia o un commento pesante se ne venga fuori ed inizi a battibeccare con tutti……internet ha certo più rilievo dei 10-20 soggetti presenti al bar, PERO’ un forum è appunto una discussione aperta tra gente qualunque (come al bar)….non può dover essere censurata o controbattuta dal diretto interessato quasi sempre o molto spesso(altra cosa è l’insulto, quello inaccettabile)…
    SE POSSO PERMETTERMI, se fossi artista, la dura battaglia la farei nei confronti dei SEDICENTI CRITICI, quelli che invece scrivono UFFICIALMENTE, PUBBLICAMENTE e SERIAMENTE castronerie spaziali o menzogne….
    Le rivolgo un grande “in culo alla balena” per stasera ed il fututo,
    saluti
    alessio

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    • amfortas 21 marzo 2012 alle 12:38 PM

      Alessio, scusa se ti rispondo brevemente ma ho poco tempo.
      Io sono dell’opinione, che ho espresso più volte anche su OC – quindi non è opportunismo, spero che tu me ne dia atto – , che non ci sia assolutamente nulla di male se gli artisti intervengono in forum, blog ecc ecc. Credo sia un loro diritto in primis e una scelta in seconda battuta. Oggi viviamo nell’era della comunicazione globale, tutti, perché gli artisti dovrebbero vivere una vita diversa da noi?
      Spesso mi si risponde “eh, ma una volta non era così, il giudizio del pubblico era sacro. Sì, “una volta” appunto. Eravamo 30-40- 100 anni fa. Ora il giudizio del pubblico rimane sacro – aggettivo che già mi piace poco – ma è altrettanto “sacro” che spesso si leggono pareri che sono condanne a morte, spesso espressi in tono che definire incivile è un eufemismo. Io, se fossi un cantante, interverrei ogni volta che sentirei lesa la mia dignità di uomo e artista. Oggi – in una contingenza economica che è dura anche per i cantanti, soprattutto in Italia – succede che si debutti a (…) mettici il nome della città che vuoi tu, e neanche finita la recita si compare su Youtube sepolti da giudizi che passano dal “più grande di tutti i tempi” a “cane o cagna immonda”. Ovviamente giudizi anonimi, per il 99% dei casi. Non credo che io debba farti esempi concreti, lo sai benissimo. Questi sono esempi di quello che io definisco (anche quando si loda in modo sperticato eh?) linguaggio violento. Ecco di “linguaggio violento” io non sento necessità, né nel commentare una recita di opera né una partita di calcio. Inevitabile che a linguaggi di questo tipo corrispondano azioni contrarie dello stesso tono. O si pretenderebbe in nome di una presunta sacralità del giudizio del pubblico che un artista ingoi qualsiasi idiozia scritta da uno scemotto qualsiasi? Poi, è vero, ma è anche estremamente “umano” che difficilmente la reazione forte sarà nei confronti di una valutazione positiva, ne abbiamo avuti esempi anche qui su questo blog, e non una volta sola. Quindi dico: diamoci tutti una calmata, da una parte e dall’altra. Si può vivere con passione ed entusiasmo l’opera lirica senza gridare. Basta volerlo.
      Credo che tu capisca benissimo il mio discorso.
      Chiudo con un esempio che mi riguarda da vicinissimo.
      Ho scritto “bene” di Luca Salsi, perché l’ho trovato convincente. Ebbene, dopo il suo intervento qui sul blog ho ricevuto 3 commenti (cancellati, perché offensivi non per me, quelli li lascio sempre) e 4 mail – che conservo – in cui mi si accusa di essere suo amico. Peccato che io Luca Salsi l’abbia conosciuto – per puro caso – lunedì pomeriggio, 48 ore dopo la recita alla quale si riferisce questa recensione.
      Concluso quella che voleva essere solo una breve considerazione e si è trasformata in una lenzuolata. Spero che la Novikova canti meglio della prima e che gli altri ripetano la buona prova alla quale ho assistito io, così ti godrai un Rigoletto di livello eccellente.
      Ciao!

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  8. lucasalsi@hotmail.com 21 marzo 2012 alle 2:30 PM

    Ma…vedete come e’?!?e’ un mondo allucinante…io Paolo l’ho conosciuto l’altro giorno,persona al dire il vero molto cordiale e preparata e chissà’ forse un giorno si diventerà’ amici..e quindi??poi non puo’ più’ scrivere bene o male di me?ma la gente cosa ha nella testa??comunque gentile Alessio,io non intervengo mai in nessuna polemica come può’ ben verificare,qui era solo perché’ era stato usato un ton e offensivo con una parolaccia che mi dava molto fastidio,tutto qui.Certamente la mia carriera e il mio umore e la mia professionalizza’ non cambierà’ per 2 persone che sfogano la loro frustrazione su un sito internet.
    Per quel che riguarda i critici,be’ quello e’ un mondo a parte…ci sono quelli preparati davvero e che conoscono e amano questo mondo e i ci sono i ciarlatani,dulcamara,come in tutti i campi….
    vuole sapere il mio metro di giudizio??io sono molto molto autocritico…allora il primo che si commenta sono io,poi guardo la reazione del pubblico e poi guardo se il teatro mi da un contratto per l’anno prossimo!!il resto e’ aria fritta…buona giornata!

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  9. alessio 21 marzo 2012 alle 4:47 PM

    Sig. Salsi, non ho scritto rivolto Lei per lamentarmi del suo comportamento…(spero di non aver dato luogo a fraintendimenti) ….ho solo colto l’occasione di condividere Le mie riflessioni con un professionista su un tema spinoso su cui stò ancora riflettendo data la mia recente scelta di uscire dalla rete….

    Condivido INTERNET è un mondo parallelo ALLUCINANTE che invece di essere luogo di confronto (anche con toni accessi) è la cassa di risonza delle peggiori frustazioni umane ……
    per me operaclick prima, ed oggi qui in occasione delle recite triestine, sono l’eccezione assoluta alla mia assenza nel digitale….non mi piace!

    per Paolo: l’argomento è complesso e complicato, arduo da dipanare….
    concordo sull’intervento del cantante se questo è volto al confronto o al chiarimento (ES: ti ricordi quando scriveva Armiliato per spiegare alcuni retroscena? o quando scriveva regolarmente Caoduro….questa roba SSSIII)
    ….ma gli interventi a cui mi riferisco sono altri, e non sono di confronto (ES ho deciso di uscire a seguito dell’intervento ALLUCINANTE fatto da l’agente o qualcun altro che ha voluto difendere Vassallo dopo il Trovatore di VE addirittura smerdando gli altri protagonisti della stessa recita a seguito di un mio giudizio negativo; ricordi Bosi dopo la Turandot che afferma che il pubblico non avrebbe dovuto giudicare perchè non sapeva che avevano provato malamente nei giorni precedenti….e così via!) vengono effettuati per ribaltare la frittata, difendere lo scarsamente difendibile o affermare il falso, attaccare zizzania…….il professionista VERO si autosvilisce

    ripeto che secondo me, il professionista dovrebbe in linea di principio tenersi fuori dall’arena di internet (ammesse eccezioni), è un luogo senza regole dove spesso si dà il peggio e oltretutto non è un luogo UFFICIALE, spesso lo è soltanto per lo sfogo….che vuoi fare, rispondere alle decine o centinai di post in luoghi diversi scritti da non si sà chi e perchè??? secondo me per il professionista significa iniziare un gioco al massacro senza scopi

    comunque forza rigulèt……

    PS: sig.Salsi, mica avrebbe voglia di accreditare un ALESSIO all’ingresso aritsti così la vengo a salutare dopo lo spettacolo?? in fondo siamo semi-concittadini vivendo io (perugino) a Parma da tanti anni!!

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  10. Alan 21 marzo 2012 alle 8:37 PM

    Note (un po’ flash) dal solito turno E con il secondo cast. 🙂
    A livello generale voglio dire che, Mirabella o non Mirabella, ripresa o non ripresa, io ci metterei la firma per avere regie, scene, costumi e luci di questo tipo. Poi, come ho già detto, io sono un “tradizionalista” spinto quindi il mio punto di vista va preso per quel che è.
    Aggiungo che più che il primo cambio scena, a me ha dato fastidio il secondo intervallo, che sarà pure servito tecnicamente per il cambio della scenografia, ma forse poteva essere almeno ridotto un po’.
    Ad ogni modo, ottima prova del direttore Corrado Rovaris, dell’Orchestra e del Coro, per cui condivido pienamente le considerazioni del nostro padrone di casa.
    Devid Cecconi come Rigoletto è stato strepitoso: ottima voce, ottimo fraseggio, ottima interpretazione, ottimo tutto. Davvero una splendida prova sotto ogni punto di vista.
    Paola Cigna come Gilda è stata altrettanto splendida. Una dizione perfetta, eccezionale negli acuti, convincente nella parte. Un successone, in poche parole.
    Armando Kllogjeri come Duca di Mantova è sicuramente un buon tenore, decisamente in parte e con una voce piena e potente. Peccato solo per la dizione che andrebbe curata un (bel) po’ di più. Questo, sia chiaro, non sminuisce la buonissima riuscita della prova e sicuramente Kllogjeri si conferma per ora il miglior tenore ascoltato nei secondi cast quest’anno.
    Michail Ryssov come Sparafucile si è dimostrato un ottimo basso profondo e splendido è risultato in particolare il suo duetto del primo atto con Rigoletto.
    Antonella Colaianni come Maddalena forse era un po’ troppo “leggera” ma, nel complesso, la sua interpretazione è stata più che buona.
    Per gli altri comprimari, invariati rispetto alla prima, direi che posso ripetere quanto affermato dal tenutario del blog nel suo post.
    Teatro pienotto ma non strapieno, con molti giovani nella seconda galleria e in loggione.

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    • amfortas 21 marzo 2012 alle 10:34 PM

      Alan, mi dai l’occasione per spiegare meglio quello che intendevo su questa regia. L’allestimento è tradizionale e non è neanche male, anche se mostra evidentemente la corda, a mio parere, per tanti motivi. Sarebbe ottimo anche rifarlo ogni anno in un’ottica di risparmio e alzate di sipario, come fanno per esempio a Venezia con Il Barbiere di Siviglia. Non vedo l’utilità di elargire una cifra importante a un regista -chiunque sia- per la ripresa di un allestimento, soprattutto in momenti di crisi finanziaria profonda come questi, in cui sono a rischio posti di lavoro dei dipendenti del teatro. Forse sono stato più chiaro.
      Sono contento che il secondo cast sia di buon livello, Cecconi e la Cigna li ho sentiti in altre occasioni, e sono buoni cantanti, solidi. Della Colaianni ti posso dire solo che è una bella ragazza, non l’ho mai ascoltata. Del tenore non so nulla. Forse ce la faccio a vedere una recita del secondo cast, nel caso riferirò.
      Intanto ti ringrazio molto per la tua cronaca, ciao!

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      • Alan 22 marzo 2012 alle 5:58 PM

        No, no: sono stato io, nella mia elitticità, ad essere poco chiaro. Non ho visto l’allestimento precedente e se effettivamente come dici tu Mirabella ha cambiato solo un paio di movimenti scenici, e non ho alcun motivo per dubitare delle tue parole, è giusto segnalare la cosa e pretendere che non si sprechino soldi per operazioni del genere. Il mio discorso era più generale e a livello di chiacchiera da bar per cui, anche se datati e con lunghi cambi scena, ben vengano allestimenti di questo tipo. Ma, ripeto, era una nota tra il populistico e il tradizionalistico su cui si potrebbero spendere fiumi di bit (per dire, costano più allestimenti come questo in cui bisogna fare costumi ricchi e pieni di fronzoli e scenografie complesse o altri in cui le scene sono un po’ di tubi buttati sul palcoscenico e i costumi dei caschetti e dei giubbini da muratore presi per 10 euro al BricoCenter?) ed è un discorso che non è mia intenzione portare avanti.
        Grazie a te per lo spazio e scusa per l’incomprensione. 🙂

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      • amfortas 22 marzo 2012 alle 6:11 PM

        Alan, nessuna incomprensione, si chiacchiera tranquillamente 🙂 Guarda che davvero se Trieste fosse una città turistica – non lo è, nonostante in molti si affannino da anni a pretenderlo – non sarebbe male avere 3 allestimenti ipertradizionali pronti, magari con cast non di eccellenza e solo “normali”. Tra l’altro credo che si potrebbe pure fare, sai quanti artisti di medio valore ma comunque dignitosi sono disoccupati?
        Ciao e grazie anche a te.

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  11. Furio 22 marzo 2012 alle 3:58 PM

    Ho assistito alla rappresentazione con il secondo cast: sono soddisfatto! E’ chiaro che di un’opera così ascoltata ognuno abbia in mente un’interpretazione “ideale” (qui ci andrebbe una mezza voce… sì vendetta: più coinvolto!…), ma non canto mica io!
    Poi… con quello che ho sentito qualche volta per radio dal Metropolitan… mi sento in paradiso.
    Anche le signore più anziane di me (ammirevole asse portante del Teatro) erano molto soddisfatte. Mi sembra che i secondi cast siano stati scelti bene e facciano del loro meglio per farsi conoscere meglio ottenendo critiche positive.

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    • amfortas 22 marzo 2012 alle 6:06 PM

      Furio, hai ragione, ognuno di noi ha il suo Rigoletto in testa, è inevitabile. Ed è giusto anche quello che dici del Met, dal quale si sentono spesso cose orribili. In questo caso il secondo cast ha soddisfatto un po’ tutti, ma non è stato così per la Battaglia di Legnano, per esempio. Tra l’altro mi ricordo che Cecconi cantò proprio in questo stesso allestimento 6 anni fa, io lo vidi a Pordenone, e bissò a furor di popolo “la vendetta” insieme ad Anna Skibinsky che interpretava Gilda. Cecconi lo rividi poi a Parma, nella Giovanna d’Arco.
      Le signore anziane sono una risorsa del teatro è verissimo 🙂
      Ciao e grazie!

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  12. alucard4686 26 marzo 2012 alle 7:19 PM

    Finalmente non sono uscito con l’ansia !
    Sicuramente un bel spettacolo.
    Molto bene Meli, fraseggio pertinente e con gusto, acuti avanti, bene, bene. Unica cosa, come si diceva con Fiordiligi e Armida nell’intervallo, sfalsettante nei piani. In ogni caso un ottimo Duca.
    Non mi ha entusiasmato la direzione nel primo atto e il finale, un moscietta, ma forse, specialmente nell’ultimo caso, le attese dovute agli ascolti prediletti hanno avuto il loro peso. Lentissimo E’ il sol dell’anima.
    In ogni caso un balsamo dopo i precedenti orrori.
    La Novikova non convince molto come cantante. Sarà stata affaticata, ma nella recita è andata in calando e diventava sempre più stonata e in difficoltà. Respiri un po’ affannosi. Non capisco xkè la Cigna fosse nel 2o cast. BOH !
    Salsi ha proprio la voce giusta ed è convincente come Rigoletto. Cauto nelle scene iniziali, tecnicamente sicuro, il debutto mi è sembrato positivo.
    P.s. Sfruttando gli sconti di cui posso usufruire fintanto che sono giovine ho preso i biglietti per tutte le prime, quindi avrò ben 3 tentativi per salutarti 😀

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    • amfortas 26 marzo 2012 alle 8:20 PM

      Alu, grazie della testimonianza, mi sa che alla prossima Bohème ci becchiamo, finalmente. Ma ci sono anche le prodi Armida e Aspasia/Fiordiligi? Devo saperlo, così mi metto un po’ in ordine.
      Dalle testimonianze che ho raccolto in giro, la Cigna è risultata decisamente più convincente della Novikova.
      A presto, allora!

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      • alucard4686 27 marzo 2012 alle 11:08 am

        L’altro giorno c’erano, non so i loro piani futuri. Vediamo se lasciano pure loro un commento qui e ci aggiornano, oppure ti faccio sapere io ! 😀

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  13. amfortas 1 aprile 2012 alle 4:05 PM

    Francesca, ok, nel caso fammi sapere 🙂

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