Di tanti pulpiti.

Dal 2006, episodiche esternazioni sulla musica lirica e amenità varie. Sempre tra il serio e il faceto, naturalmente. #verybullo

L’amico Fritz di Pietro Mascagni al Teatro Verdi di Trieste: le 10 cose semiserie da sapere e un ascolto un po’ stravagante.

Arrivo un po’ trafelato a scrivere qualcosa sull’Amico Fritz di Pietro Mascagni che debutterà domani al Teatro Verdi di Trieste.

Teatro per il quale, detto per inciso, le notizie non sono incoraggianti. Il prossimo appuntamento infatti è previsto per il 23 giugno, con una ripresa della Vedova Allegra che va a sostituire il previsto C’est ainsi – commedia musicale di Pirandello – per motivi di bilancio e anche, mi pare di capire, a causa di una gestione artistica che definirei – con un eufemismo – avventata.
Dopo la Vedova Allegra il nulla fino a settembre. Credo che avrò modo di riparlarne, perché prevedo polemiche a iosa.
Il nome di Mascagni evoca quasi sempre il ricordo del suo lavoro più famoso, Cavalleria rusticana. Ebbene chi dovesse per la prima volta ascoltare qualche nota dell’Amico Fritz stenterebbe a credere che si tratti dello stesso compositore. Non solo, anche la vicenda narrata non ha certo nulla di quell’atmosfera grandguignolesca e tesa della triste storia di Compare Turiddu.
Qui siamo piuttosto vicini alle storie d’amore da romanzo Harmony, nonostante il libretto sia tratto da un romanzo di Erckmann-Chatrian, premiata (?) coppia di scrittori francesi (alsaziani, per essere precisi) della metà dell’Ottocento.
In realtà gli studiosi sono dell’idea che Mascagni, dopo il successo orgiastico di Cavalleria, abbia voluto dimostrare – anche a se stesso – di poter essere un compositore a 360°, capace di passare dal dramma ai buoni sentimenti.
Va anche detto che la trama non è poi tanto più stucchevole di altre opere ben più famose, ognuno pensi agli esempi che vuole. Il fatto è che Mascagni è sempre stato visto (e ascoltato) con un sospetto da una parte della critica musicale, che tende a ridimensionarne i meriti oltre il lecito. Eppure, Mascagni fu una celebrità assoluta ai suoi tempi e anche ammesso che la popolarità – allora come oggi – non sia autenticamente garanzia di qualità, si dovrebbe guardare con meno sufficienza al suo lavoro.
Fatta questa goffa premessa, direi che posso andare a presentare

Dieci cose semiserie da sapere sull’Amico Fritz di Pietro Mascagni

 

1)      Verdi definì il libretto come uno dei più sciocchi e privi d’azione e di caratteri del melodramma italiano.

2)      Gianandrea Gavazzeni definì L’amico Fritz come la commedia idillica più sciocca del mondo.

3)      Il libretto è firmato da P.Suardon (pseudonimo di Nicola Daspuro) ma alla riduzione drammaturgica lavorano in molti, tra i quali lo stesso Mascagni.

4)      Il debutto dell’opera avvenne a Roma, il 31 ottobre 1891 e fu un grande successo di pubblico, mentre la critica fu assai cauta.

5)      I protagonisti della prima furono nientemeno che il tenore Fernando De Lucia e il soprano Emma Calvè.

6)      In una rappresentazione del 1941 di cui esiste documentazione, il personaggio del “Rabbino” è sostituito da un più generico “Dottore”, a causa delle leggi razziali fasciste. Purtroppo lo stesso Pietro Mascagni approvò il cambiamento.

7)      Mascagni ritorna ad una delle tradizioni operistiche dei primi dell’Ottocento, affidando a un mezzosoprano  (en travesti) la parte maschile di Beppe.

8)      L’opera è stata rappresentata al Teatro Verdi di Trieste solo sei volte: la prima nel 1893, l’ultima nel 1987.

9)      L’incisione discografica più famosa è quella EMI del 1969, protagonisti Luciano Pavarotti e Mirella Freni. Per l’occasione i dirigenti della casa discografica diedero prova d’incompetenza grandiosa, definendo Pavarotti e il sessantenne Gianandrea Gavazzeni che diresse l’opera come “due sconosciuti” (an unknown Fritz and an unknown conductor).

10)   Gustav Mahler diresse L’amico Fritz nell’esordio in Germania.

Ecco qui “Il duetto delle ciliegie” in versione particolare (smile!).

 

Bene, direi che può bastare così e, dopo aver ricordato ancora che il Teatro Verdi è anche su Facebook (cliccate e moltiplicatevi!), vi do appuntamento per i prossimi giorni per la consueta recensione semiseria.

Un saluto a tutti.

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8 risposte a “L’amico Fritz di Pietro Mascagni al Teatro Verdi di Trieste: le 10 cose semiserie da sapere e un ascolto un po’ stravagante.

  1. alucard4686 16 Maggio 2012 alle 1:08 PM

    Appena ho letto “ascolto un po’ stravagante” ho immaginato subito che avresti messo questo !
    Ah, me piace molto la versione di Gigli con sua figlia 🙂
    p.s. Ciò, ma riveremo a vederse?

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  2. alucard4686 16 Maggio 2012 alle 1:35 PM

    E per quanto riguarda la programmazione le maestranze sono alquanto basite…

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  3. amfortas 16 Maggio 2012 alle 4:32 PM

    Alu, in effetti avrei potuto scrivere “ascolto scontato”, però io penso sempre ai tanti non melomani che leggono il blog e che magari si stupiscono nel sapere che una volta l’opera lirica era davvero popolare, tanto da “meritare” senza troppi patemi un passaggio televisivo.
    Per il nostro meeting facciamo così: se vedi un vecchio piuttosto rincoglionito che assomiglia vagamente alla foto che c’è nell’altra pagina, prova a contattarlo. Porto una moglie che dimostra vent’anni meno di me al fianco 🙂
    Ciao, a domani!

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  4. giuliano 16 Maggio 2012 alle 4:34 PM

    una foto di Erckmann con Chatrian non l’avevo ancora mai vista. A dire il vero, non avevo mai visto nemmeno una foto di Erckmann da solo, e nemmeno di Chatrian da solo, e nemmeno di nessuno dei due con la fidanzata, o con il cane. Insomma, sono ancora qui che devo riprendermi, non me l’aspettavo.
    (Claudio Villa invece piaceva a mio papà, ho ancora i suoi dischi in cantina…)

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  5. amfortas 16 Maggio 2012 alle 6:02 PM

    Giuliano, per fortuna ci sono wikipedia e google! Chissà, magari si trova pure qualche foto dei Fruttero&Lucentini dell’epoca con qualche bestia. Ho appena riletto il capitolo della Coscienza di Svevo in cui il protagonista “fa amicizia” col cane del suo amico Guido, per quello sono sensibile all’argomento!
    Però vedi che strano, a mio papà invece Claudio Villa proprio non piaceva, boh!
    Ciao 🙂

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  6. amfortas 16 Maggio 2012 alle 6:03 PM

    E a proposito, da notare il lapsus qui sopra, mannaggia…

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