Ci si potrebbe chiedere, e io l’ho fatto, quanto possa interessare a un giovane della vicenda di Medea, oggi in Italia nel febbraio 2013. Forse poco, in generale, ma se gli insegnanti a scuola preparano in qualche modo alla visione gli studenti, anche una storia torbida, raccontata attraverso canoni essenzialmente estranei alla comunicazione odierna può lasciare un seme di conoscenza o almeno stimolare la curiosità ad approfondire.

Clara Galante
In questo senso, avendo nel mirino le scuole, il Teatro Verdi di Trieste, (ri)proponendosi come forza trainante della cultura regionale, ha organizzato e allestito questa Medea del compositore ceco Jiří Antonín Benda introdotto dalla prima esecuzione assoluta del compositore Marco Taralli: Riflessioni su Medea di Jiří Antonín Benda. La programmazione – nella Sala de Banfield Tripcovich – prevede infatti ben tre recite in orario privilegiato per gli studenti, alle 10.30 del mattino.
Inutile nominare tutti i lavori, in molteplici campi artistici, che sono stati tratti nel tempo dalla Medea di Euripide. Sono davvero tanti, anche nella musica lirica.
La curiosità principale di questo spettacolo stava nella forma scelta da Benda (che è un compositore ceco del Settecento) per raccontare la storia di Medea: il melologo, sul quale si potrebbe anche impostare una discussione, ovviamente, ma io preferisco segnalare questo link che porta a una lucida ed esaustiva analisi del fenomeno firmata da Angelo Foletto.
Brevemente, il melologo genera un linguaggio teatrale particolare, un amalgama in cui le due espressività (il declamato e la musica) quasi si rincorrono senza mai intersecarsi.
In questo contesto si inserisce la “riflessione” del compositore Marco Taralli, che dà voce e musica al Coro, un coro greco che come da tradizione ci introduce nella tragedia esprimendosi in lingua originale. I versi sono stati frammentariamente espunti dal testo di Euripide e contribuiscono in modo fondamentale a creare la giusta tensione emotiva, prima dell’entrata in scena della protagonista.
L’allestimento è firmato da Alessio Pizzech che si avvale della scenografia – straordinaria – e dagli appropriati costumi di Pier Paolo Bisleri, che in codeste ambientazioni classicistiche dà sempre il meglio di se stesso e lo conferma una volta di più.
La scena è d’impronta tipicamente minimalista, essenziale, ed è caratterizzata da una sorta di porta metallica soggiogante che mi è sembrata carica di significato metaforico, come se dividesse il prima e il dopo dell’esistenza di Medea. Alla base della porta i resti di un incendio mentre intorno lo spazio si espande in un non luogo ove alcuni oggetti ricordano i figli, Giasone, gli dei.
L’impianto, magnificamente valorizzato da luci vivide che danno profondità all’allestimento e generano un cromatismo inquietante in perfetta simbiosi con la drammatica vicenda, risulta selvaggiamente emozionante.
Ancora una volta sugli scudi la prestazione del Coro, nel piccolo ma incisivo intervento, e dell’Orchestra guidata con precisione da Diego Dini Ciacci.
Clara Galante, artista poliedrica e appassionata, dà il volto e la voce alla protagonista. Anzi, si può affermare tranquillamente che la fa rivivere donandole l’anima.
L’interpretazione dell’attrice è davvero emozionante e il risultato è ottenuto con una recitazione sobria, asciutta, che esprime la tragicità del ruolo con una geometria spigolosa che ben si accompagna alla scenografia.
La Galante è straordinaria nella gestualità ma soprattutto nell’uso della voce, che diventa uno strumento che si piega alle esigenze di espressività del testo e dal quale l’interprete trae accenti ora ferini ora dolcissimi e anche, nelle fulminee caratterizzazioni di Giasone e dei figli, un po’ inquietanti.
Il percorso di dolore – una Via Crucis, è definita nel libretto di sala – di Medea è interiorizzato e restituito sul palcoscenico con il carisma della grande interprete che può contare anche su di una padronanza eccellente della scena.
L’intensità della prova attoriale è stata recepita dal pubblico, ahimè non troppo numeroso ma partecipe, che ha tributato un caloroso successo a tutta la compagnia artistica.
Non ero presente, ma mi è stato riferito che nella recita mattutina i ragazzi hanno apprezzato molto questa singolare esperienza. Non posso che esserne felice.
Un saluto a tutti, alla prossima!
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bellissima esperienza teatrale, proprio il declamato anticipato e poi seguito dalla musica ha reso lo spettacolo estremamente coinvolgente, grazie sicuramente per gran parte all’interprete ma pure per la musica solo apparentemente slegata,ma in realtà abile strumento per sottolineare la drammaticità della scena. Betta
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Betta, ah però, vedo che sei rimasta sulle tue opinioni! Non ho altro da aggiungere! Ciao 🙂
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C’ero anche io e come sempre ti ringrazio per la puntuale e competente disamina. La domanda è sempre la stessa, perchè il Piccolo non ne parla? Scusa se sono noiosa ma proprio non mi va giù questa situazione. Ciao.Laura
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Laura, grazie a te. Sul Piccolo: non lo so, forse ne parleranno domani? Per coloro che mi hanno scritto in privato: sì, sono Paolo Bullo e scrivo anche su OperaClick :-).
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