Aggiungo qui all’inizio le foto che il Teatro Verdi mi ha mandato, riferite al concerto di Aquileia.

Ho scattato molte foto della serata, alcune sono anche decenti (smile). Le trovate tutte qui (chi vuole mi può richiedere copia, ovviamente).

Il 10 luglio 2013 è stato un giorno importante per i rapporti tra il Friuli Venezia Giulia e la Slovenia, in cui si sono gettate le basi per una maggior cooperazione politica bilaterale con incontri ai massimi livelli. Mi riferisco, in particolare, al meeting tra il governatore della regione Debora Serracchiani e il premier sloveno Alenka Bratušek.
In altro contesto, inserito nell’ambito delle manifestazioni del Festival di Lubiana (Ljubljana), presso la Slovenska Filharmonija si è svolto un concerto che prevedeva l’esecuzione dello Stabat Mater di Rossini con un quartetto di solisti di rilievo e la direzione di Gianluigi Gelmetti alla guida dell’Orchestra e del Coro del Teatro Verdi di Trieste. Un’esperienza di interscambio culturale da lodare sotto ogni punto di vista e che speriamo non rimanga isolata, alla quale ha presenziato, tra gli altri, anche il sindaco di Trieste Roberto Cosolini.
La splendida partitura rossiniana, una sequenza liturgica in musica composta da dieci numeri, era già stata affrontata dai complessi artistici triestini in occasione della stagione sinfonica del 2012, sempre con Gelmetti sul podio. Probabilmente anche questa circostanza ha favorito l’ottimo risultato artistico finale, soprattutto considerato che le prove non sono state molte. E, indubbiamente, al successo hanno contribuito anche l’eccellente acustica e le dimensioni ridotte della sala da concerto, che hanno consentito ai solisti di cantare con grande serenità.
In occasione del concerto triestino dell’anno scorso ho scritto: Gianluigi Gelmetti, rossiniano raffinatissimo, ha dato una lettura di grande carattere e impatto teatrale a questa riflessione religiosa ai piedi della croce, magnificamente supportato dall’Orchestra e dal Coro del Teatro Verdi di Trieste, che hanno confermato una volta di più il loro valore artistico assoluto.
Gelmetti ha scelto sonorità vigorose, intense, ma perfettamente equilibrate con le pagine più intime e spirituali, creando un’atmosfera di grande tensione emotiva e accompagnando con attenzione i solisti nelle loro bellissime arie.
Parole che mi sento di ripetere, aggiungendo che ho apprezzato particolarmente come Gelmetti abbia spogliato – mi è parso – la partitura di una certa monumentalità senza che ne risenta la maestosità e il raccoglimento di una pagina che rimane pur sempre di ispirazione religiosa.
Shalva Mukeria ha confermato di essere dotato di un registro acuto spettacolare e ha gestito con facilità la salita al re bemolle di Cuius animam. La voce, di timbro un po’ asprigno, si espande in modo eccellente in sala.
Bravissima Marina Comparato, particolarmente ispirata anche nel volto, che nonostante fosse al debutto nella parte è stata sempre impeccabile nell’intonazione e a proprio agio nella cavatina Fac ut portem come nel duettino Quis est homo con il soprano.
Molto bene anche Cinzia Forte, che ha sopperito a una certa esilità vocale con un espressivo accento tragico nell’Inflammatus e ha svettato negli impegnativi acuti della parte.
Anche Gabriele Sagona è stato protagonista di una prova convincente, sia nella famosa aria Pro peccatis sia nel più intimo e raccolto recitativo Eia mater.

Un pubblico cosmopolita, numeroso ma non straripante, ha tributato un successo trionfale a tutta la compagnia artistica.
Segnalo che questo Stabat Mater ha avuto, se così si può dire, una replica questa sera presso la Basilica Patriarcale di Aquileia nell’ambito della stagione concertistica estiva, organizzata dalla Società per la conservazione della Basilica.
Ovviamente se qualche lettore era presente ad Aquileia, mi faccia sapere come è andata.
Un saluto a tutti, alla prossima!
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belle parole e belle foto. come esserci.
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Lapo, grazie. La cosa più bella era l’espressione di Marina Comparato, che oltre a cantare benissmo, era evidentemente serena, gioiosa, tranquilla. Gli artisti sono da invidiare per questo: al contrario della maggior parte di noi, fanno un lavoro che il più delle volte li rasserena. Spero che sia così, almeno.
Ciao.
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Io ero ad Aquileia.
Una bel concerto, anche se devo dire che la serata vissuta in autunno mi aveva maggiormente coinvolto ed emozionato.
Bravissima la Comparato, che ha spiccato su tutti. Non mi ha convinto la Forte nell’Inflammatus (tra l’altro un po’ velocino per i miei gusti). Per quanto riguarda gli altri confermo quando hai detto tu.
Segnalo un folto e caloroso pubblico mitteleuropeo e per la maggior parte seduto per terra. Infatti sui mosaici era stato allestito un enorme (e scomodo) tappeto rosso.
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Alu, grazie della testimonianza, mi pare che sostanzialmente siamo d’accordo 🙂 Mi manca solo la fetta di torta…ciao, alla prossima!
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Shalva Mukeria, me lo devo segnare?
🙂
Lo hai già ascoltato in altri ruoli? per me questa parte è Pavarotti nel pieno splendore… (il cd famoso)
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Giuliano, ciao. Sì ho ascoltato Mukeria nella Sonnambula nell’orrida Venezia, quando il pubblico applaudì un pullman 🙂 e fui assalito dai gabbiani assassini lagunari. Non fu eccezionale per una certa inerzia espressiva, ma indubbiamente ha buona tecnica ed è adatto a parti di tenore leggero. Meglio di tanti tanti altri, comunque. Vorrei risentirlo come Edgardo e forse anche in qualche parte da haute-contre. Chissà, magari sarò esaudito proprio a Trieste…ciao, sono in quasi partenza per la montagna, a presto!
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Dimenticavo, quel re bemolle di Pavarotti è una folgore…
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Pingback:Carmina Burana a Trieste: un paio di considerazioni (abbastanza serie) a margine. | Di tanti pulpiti.