Di tanti pulpiti.

Dal 2006, episodiche esternazioni sulla musica lirica e amenità varie. Sempre tra il serio e il faceto, naturalmente. #verybullo

Archivi Mensili: settembre 2013

Recensione semiseria della Traviata di Giuseppe Verdi alla Fenice di Venezia (2013).

Lo so che tutti conoscete la trama della Traviata di Giuseppe Verdi, però qui passa spesso anche qualche ignorantone, perciò non posso fare a meno di segnalare che la premiata ditta Arfonso&Giò (una coppia di fatto di nuovi mostri) offre aggratis questo servizio.  Cliccate e approfittatene [ahò, der servizio no de Arfonso o Giò (strasmile)].Traviata 1
Io lo sostengo da sempre, l’orrida Venezia sarà pure orrida, appunto, ma è unica. E non certo per le solite cose che dicono tutti e che non sto a ripetere. Venezia è unica per lo spettacolo gratuito che danno le persone, o meglio i turisti. Il turista è una mutazione genetica, non credo si possa considerare una persona in senso stretto. Leggi il resto dell’articolo

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Recensione semiseria della Carmen di Bizet alla Fenice di Venezia: è nata una stella?

Tenete presente che quella di ieri potrebbe essere stata la mia ultima trasferta nell’orrida Venezia. Sì, perché scopro chez Winckelmann che tra un paio di giorni da quelle parti consentono questo scempio e, di conseguenza, non è improbabile che dell’amata città lagunare non restino che macerie affondate o, se ci va bene, affioranti. Leggi il resto dell’articolo

Joseph Schmidt, “The pocket tenor”. Una storia che ci deve far riflettere.

Questo articolo è stato pensato e scritto per OperaClick, quindi (forse) lo troverete meno scanzonato del solito. L’argomento però è di quelli che non passano mai d’attualità e credo possa essere interessante anche per l’occasionale Wanderer che non sa neanche cosa sia la musica lirica. Per questo motivo pubblico il testo anche qui su Di Tanti Pulpiti.
Un saluto a tutti!

Sullo sfondo dei tragici avvenimenti che portarono alla ascesa al potere di Hitler in Germania, scorrono perlopiù sconosciute le terribili vicende di centinaia di migliaia di persone. Leggi il resto dell’articolo

Il bicentenario wagneriano in disco: Rienzi, der Letzte der Tribunen.

La terza opera di Wagner, Rienzi, oltre al valore puramente artistico ebbe anche un gran merito pratico e cioè quello di dare una certa soddisfazione economica al compositore il quale, abituato a uno stile di vita ancora più esagerato della lunghezza delle sue opere (e non è facile! Smile), era spesso in ambasce economiche. Leggi il resto dell’articolo

Recensione semiseria di Die Walküre al Festival di Lubiana: la quasi caduta degli dei.

Questa sarà una recensione più tragica del solito perché, accidenti, per la prima volta non ho pianto sulle note dell’addio di Wotan alla Valchiria. Voglio dire, mi è stato tolto qualcosa, mi è stata rubata l’emozione che sempre mi attanaglia in quel momento. Leggi il resto dell’articolo

Recensione semiseria di Das Rheingold di Richard Wagner al Festival di Lubiana: trionfo di Valery Giergiev, il direttore a scoppio ritardato.

Il Festival di Lubiana (Ljubljana) da molti anni attira l’attenzione degli appassionati di zona mitteleuropea per la qualità delle proposte.
Personalmente quest’anno ho seguito un paio di eventi e di qualcosa (lo Stabat Mater di Rossini) ho già riferito. Ho visto (e sentito eh?) anche la Nona di Beethoven diretta da Riccardo Chailly con la “sua” Orchestra di Lipsia, ma non ho tempo di scrivere le mie impressioni.
Nei giorni scorsi, invece, è toccato a un mezzo Ring (Das Rheingold e Die Walküre) affidato alla prestigiosa bacchetta di Valery Gergiev che dirigeva l’Orchestra del Teatro Mariinsky di San Pietroburgo. Operazioni che richiedono molti soldini come potete immaginare, e non è che dal punto vista economico la Slovenia sia messa meglio di noi. Anzi. Quindi, senza essere candidato ad alcuna carica nel settore economico di un futuro governo italiano, mi pare ovvio che la legislazione fiscale, da quelle parti, privilegia l’apporto finanziario dei privati di cui, infatti, sono ben presenti i numerosi nomi sui flyer che pubblicizzano gli eventi.
Forse qualcuno in Italia dovrebbe svegliarsi, anche perché – mi sia consentita l’uscita vernacolare e il qualunquismo campanilistico – altrimenti gli sloveni, prima o poi, ne magnerà la marenda. Ove per marenda s’intende quella parte di spettatori (già non numerosissima) che viene al Teatro Verdi dai paesi limitrofi per vedere l’opera lirica e la musica sinfonica.
Anche perché Lubiana è proprio al centro della mitteleuropa, ci si arriva in un baleno da tutti i paesi confinanti, e ha pure un mega posteggio sotterraneo (caro, peraltro) proprio sotto alla Cankarjev Dom.
Chiaro che non è possibile paragonare in toto la realtà triestina con quella di Lubiana che, non scordiamolo, è la capitale della Slovenia. Inoltre si tratta di eventi speciali, non di una stagione regolare.
Poi, certo, c’è pure da considerare che nel foyer si possono vedere scarpe come queste, che almeno per ora a Trieste non ho mai visto. Puntualizzo, prima che qualcuno venga ad arrestarmi, che le foto sono state scattate da ex Ripley, che ha passato un momento di scatto compulsivo (smile): non saprei se la presenza di tali orrori possa essere un’ulteriore attrazione per i potenziali spettatori o un deterrente (strasmile). Ovvio che le anonime ragazze rientrano ampiamente nella gallery dei nuovi mostri!

Sembra una severa malattia congenita, ma è solo un paio di scarpe.

Sembra una severa malattia congenita, ma è solo un paio di scarpe.

Scarpe 2

Gravissimo eritema? No, solo un paio di stivali.

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