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gli sarò sempre riconoscente, mi ha dato qualcosa che non avrei mai avuto da altri. Probabilmente senza Abbado non avrei mai capito che anch’io potevo andare alla Scala, non solo i ricchi annoiati.
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Grandissimo vuoto, ma quel che ha dato e lascia è di valore incalcolabile: la terra gli sia lieve.. gli è dovuto.
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Non disdegnava di venire da noi, periferia dell’Italia: il 20 febbraio avrebbe dovuto essere a Udine per un concerto. Al suo posto ci sarà Barenboim, che con Pappano ed altri, come Abbado fino ad oggi, vuole una musica per tutti, una musica che unisca e che esalti ciò che nell’uomo c’è di buono.
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Pingback:Claudio Abbado non c’è più. | La principessa sul pisello
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Pochi giorni fa ci ha lasciati Arnoldo Foà (e l’anno scorso Mariangela Melato), ed ora Abbado. Che tristezza.
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Oggi siamo a lutto.grazie Abbado! Adriano
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Eh si, ce l’aspettavamo ma questo non consola. Però se è vero che muore veramente chi muore nel ricordo, di sicuro a lui questo non succederà.
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Che triste, triste giorno! Quando venne a Brescia, nel 2011, mentre dirigeva mi sembro’ un uomo in diretto contatto con l’infinito, con l’eterno.
Indimenticabile.
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So che nello specifico la trasmissione non è di tuo gradimento… ma anche grazie a questa partecipazione io, ignorante come non mai, ho conosciuto Abbado.
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margie, grazie per aver postato il video. Come ben sai, per me Fazio è…troppo ma va bene così. Grazie anche a tutti gli altri per il loro passaggio.
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giusto qualche riga per ricordare anche l’incompetenza e la pochezza di molti commenti nei tg e nei giornali… uno di loro, inviato speciale in Piazza Scala (quanto ci costano queste persone?) ha buttato là che Abbado è rimasto alla Scala fino al 1986: i distratti avranno pensato che fosse andato in pensione, invece Abbado lasciata la Scala è andato a dirigere le più grandi orchestre del mondo, Vienna Berlino Londra…
Il nostro problema è proprio questo, i grandi non sono stati rimpiazzati. Abbado non c’è più, però abbiamo ancora gli imbecilli che si sono chiesti “che titoli hanno questi qua per essere diventati senatori a vita”: mah, solo un Nobel per la Fisica magari, o l’aver tenuto alto il prestigio del nostro Paese per mezzo secolo in tutto il mondo, come Abbado (la scelta dei Berliner di avere lui dopo una leggenda come Karajan mi riempie di orgoglio ancora oggi, come italiano e come lombardo).
Come direttori d’orchestra siamo abbastanza fortunati ancora oggi, ma è Abbado come persona che non è stato sostituito da nessuno. Non in Italia, non a Milano.
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Giuliano, hai perfettamente ragione. Ed è proprio per questi motivi che noi dobbiamo cercare di scrivere e testimoniare, per combattere – nel nostro piccolo – non tanto l’ignoranza ma l’arroganza di chi non sa nulla e gode di palcoscenici privilegiati.
Ciao e grazie!
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Grazie per questa bellissima testimonianza sul grande Claudio,che ho avuto piu’ volte occasione di incontrare, e che non perdeva mai l’occasione per ricordare il suo affetto per Trieste,città dei suoi esordi……Io vorrei invece ricordarlo per una delle piu’ grandi emozioni che ho mai vissuto nella mia vita “musicale”,quel suo concerto al Verdi alla testa della London Symphony Orchestra (Una notte sul Monte Calvo,Il mandarino meraviglioso,Quadri di un’esposizione,e come bis un fantasmagorico finale dell’Uccello di fuoco):file di mattina presto per un posto in loggione, e pubblico incandescente come mai al termine del concerto! Indimenticabile!!!!GRAZIE CLAUDIO!!!!
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Don José, per una volta il nostro provincialissimo quotidiano non ha bisogno di arrampicarsi sugli specchi per trovare relazioni tra Trieste e una personalità che ci ha lasciato per sempre. Lo so che non è bello da dire, ma è così.
Ciao a presto.
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CASSANDRO
Sì, Claudio Abbado non c’è più, ma i suoi insegnamenti restano. Ergo: c’è!
Caro Amfortas, permetti anche a me di ricordare Abbado, non solo per la sua istruttiva e consolatoria direzione orchestrale, ma più semplicemente per una sua ammonitrice considerazione, che non dovrebbe andare perduta, sugli applausi intempestivi a fine concerto (chissà quanti ne ha dovuto sopportare!), argomento questo che ho messo in evidenza in una mia composizione che ti inviai alcuni anni fa come commento al tuo post dell’8 agosto 2010 sulla recensione del Trovatore all’arena di Verona).
La considerazione di Abbado è quella che qui sotto figura virgolettata, e che ho utilizzato per aggiungerla e completare così quella detta composizione che si intitolava “Alla fine del concerto”, che ho ritrovato fra i tuoi post dell’epoca in quasi illeggibile formato discorsivo, e che se permetti ripropongo ora in edizione definitiva, arricchita ovviamente dell’ammonimento di Abbado
ALLA FINE DEL CONCERTO
(Gli intemperanti)
“O Direttore, che stai con la mano
alzata, chè non è ancor conclusa
la nota fine pezzo . . . è tutto vano!
Anche se la battuta non è chiusa
gli intemperanti sono già in agguato,
con le palme pronte ad incontrarsi
in modo, ovviamente, esagerato,
al cessare del suono . . . a scatenarsi
in un furioso clap, clap, clap, clappissimo.
Tu, direttore, sembri dir: ‘Pietà!’
— che bello se a frenarci riuscissimo —
con quella mano ancora alzata . . . o ‘Ma
. . . non è ancor completa la battuta!
ed il silenzio in questo caso è suono!!!!”.
Inutile. Siccome forza bruta
l’applauso aumenta, ed è già tuono.
Si gira il direttore . . . è incazzato,
ma mica lo può dire . . . Inchinato,
il pubblico ringrazia. Fosse stato
anche per questo assai ben pagato?
“Però i secondi di silenzio che
scorrono dopo l’esecuzione
sono il più grande applauso che c’è!”
Parole di Abbado . . . Attenzione,
perciò . . . soltanto poi l’ovazione,
e se possibile con discrezione:
lasciamo alla claque l’esplosione!
Poi alla fine sempre accompagnare
col battimano il suo rientrare
dietro le quinte, e no subito andare
di corsa all’uscita . . . non vi pare?
(Cassandro)
Ritengo però che forse tu conoscessi detta considerazione (o quanto meno che questa già
faceva parte della tua sensibilità), la quale invita alla discrezione nell’applaudire — con
quell’ossimoro di grande impatto (il silenzio è un grande applauso) – perché se il battimani
arriva intempestivamente rovina quasi l’esecuzione; infatti, rispondesti giustamente al
commento in maniera lapidaria: “Alcuni silenzi valgono più delle note stesse”.
Comunque, siamo in attesa che si realizzi quanto prima la tua promessa di scrivere “un post
sui silenzi nella musica”.
Scusami per lo spazio rubato e per l’intervento a tanta distanza di tempo.
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Cassandro, a parte che in questi giorni sono molto preso da una tua – credo – parente, tale Cassandra che vive nei Troiani di Berlioz 🙂 , ti ringrazio molto per il tuo articolato commento.
Mi spiace deluderti ma credo che per questioni di tempo il post sui silenzi non vedrà mai la luce: sarebbe impegnativo e io ho davvero poco tempo.
In ogni caso, ne parlavo con amici tempo fa, proprio sull’onda dell’emozione per la morte di Abbado, a testimoniare la qualità delle sue esecuzioni sono proprio alcuni silenzi del pubblico che hanno seguito alcune sue performance documentate anche in video. Su Youtube ci sono parecchi esempi, in questo senso.
E, tanto per restare all’attualità, tra un paio di giorni qui a Trieste ci sarà la prima di una produzione di Butterfly. Bene, mi pare piuttosto scontato ricordare il coro a bocca chiusa. Certo, non è silenzio, ma è qualcosa che gli assomiglia molto. Un caro saluto e grazie per le tue sempre godibilissime rime, ricche anche di quell’ironia che ci dovrebbe accompagnare sempre.
A presto, forse già oggi con qualche considerazione semiseria su Butterfly 🙂
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