Il Festival di Lubiana è entrato nel vivo con l’esecuzione della Messa di Requiem di Giuseppe Verdi affidata alla bacchetta di Riccardo Muti, quattro eccellenti solisti e orchestra e coro assemblati cogliendo il meglio di alcune compagini europee. L’evento era dedicato a Carlos Kleiber, di cui in questi giorni si celebra il decimo anniversario dalla scomparsa avvenuta a Konjšica, nei pressi di Lubiana.

Quando ci si appresta a scrivere di una serata musicale all’aperto, è quasi d’obbligo citare la famosa frase di Arturo Toscanini il quale sosteneva – con quella severità viperina che ne contraddistinse la vita dentro e fuori il teatro – che all’aperto si gioca a bocce.
Ora, sarebbe assurdo negare che l’amplificazione, indispensabile nella splendida location della Piazza del Congresso (Kongresni Trg), non abbia creato qualche squilibrio sonoro. Per esempio il volume del coro in alcuni momenti era molto alto e in altri le voci dei solisti troppo evidenziate, ma nel complesso la resa drammaturgica e musicale non ne hanno risentito in modo tale da pregiudicare il risultato finale. In questo senso va elogiata anche l’organizzazione, che ha creato un cordone di sicurezza intorno alla piazza e la propensione del pubblico – cosmopolita più che mai – a una partecipazione consapevole e rispettosa della musica.
Sarebbe assai limitativo sostenere che Riccardo Muti ha riproposto la sua interpretazione della Messa di Requiem di Verdi, in quanto nelle esecuzioni di Muti non c’è mai neanche l’ombra della routine. Ci sono, com’è ovvio che sia, delle linee guida. Su tutto, a mio parere, domina una sorta di emotività controllata che ha i suoi estremi nel rilievo straordinario dato alle percussioni da un lato e all’eterea leggerezza degli archi dall’altro. C’è, sempre, quel senso di mistero, quasi di sbigottimento, che accompagna le domande per le quali non ci sono risposte certe. In ogni caso si è trattato di una performance notevole, anche considerate le difficoltà ambientali di cui sopra, per impatto emozionale e passo teatrale.
Nel quartetto dei solisti c’è stata una sostituzione dell’ultima ora di cui ignoro il motivo (immagino un’indisposizione): Krassimira Stoyanova ha preso il posto della prevista Tatiana Serjan.

Il soprano si è resa protagonista di un’ottima prestazione, in una parte di tessitura alta e impegnativa che conosce bene e che ha già interpretato anche con Muti. Acuti penetranti, messe di voce che presuppongono una tecnica perfetta le hanno consentito di risultare sempre convincente, incisiva e di brillare nel Libera me.
Magnifica la prova di Daniela Barcellona, sicura nei moderati acuti previsti ma soprattutto emozionante, intensa con la sua espressività trattenuta e composta. Assai suggestivo è risultato l’amalgama vocale con il soprano nel Recordare, che è stato uno dei momenti migliori della serata.
Bravo anche Saimir Pirgu, il quale oltre a palesare un notevole squillo nei due sibemolle dell’Ingemisco ha colpito per la capacità di cantare dolcissimo nell’Hostias.
Bene anche Riccardo Zanellato, che ha lasciato il segno per imponenza vocale e accento nel Mors stupebit e poi nel Confutatis.
Di grande rilievo la prova dell’Orchestra e del Coro (impressionante il Sanctus).
Alla fine il numeroso pubblico ha regalato applausi interminabili e meritati per tutti. La sensazione, per chi scrive, è di aver assistito a una serata che sarà considerata come un punto fermo nella storia del Festival di Lubiana.
Qui alcune foto amatoriali (fatte da me quindi, smile) della serata. A seguire la locandina in cui sono specificati tutti i protagonisti della serata.
Giuseppe Verdi: Messa di Requiem per soli, coro e orchestra |
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Soprano |
Krassimira Stojanova |
Mezzosoprano |
Daniela Barcellona |
Tenore |
Saimir Pirgu |
Basso |
Riccardo Zanellato |
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Direttore |
Riccardo Muti |
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Maestri del coro |
Paolo Vero, Marko Vatovec, Cristiano Dell’Oste, Martina Batič |
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Luigi Cherubini Youth Orchestra, Slovenian Philarmonic Orchestra |
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con il contributo di professori d’orchestra da |
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Berliner Philarmoniker
Chicago Symphony Orchestra
Orchestra del Teatro Verdi di Trieste
Saint Petersburg Philarmonic Orchestra
Orchestre National de France
Orchestre Symphonique du Théatre Royal de la Monnaie
London Philarmonia Orchestra
Wiener Philarmoniker |
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Cori impegnati nella serata |
Slovenian Chamber
Choir of Academy of Music Ljubljana
Choir Friuli Venezia Giulia
Coro del Teatro Verdi di Trieste |
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Ho potuto solo assistere in TV all’esecuzione di Redipuglia e già così era intensa ed emozionante, mi immagino cosa poteva essere dal vivo…
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Furio, ciao. Sia detto senza alcuna polemica, gli esiti meramente artistici tra Redipuglia e Lubiana sono stati enormemente differenti. Non per demerito degli artisti (anche se la Serjan…insomma, non era in gran serata diciamo), ma perché per “location” come Redipuglia vale proprio il detto di Toscanini, fermo restando il valore storico di questo appuntamento. A Lubiana erano tutti meno tesi e più sereni e le condizioni ambientali erano decisamente migliori. Poi che il Requiemi di Verdi emozioni sempre, siamo d’accordo 🙂
Ciao e grazie.
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Essere presenti e far parte del coro ripaga tutti gli sforzi compiuti per lo studio della più nobile arte che esiste sul nostro pianeta.
La cosa più bella è riuscire a superare l’emozione del momento per dedicarsi completamente alla concentrazione sul tema musicale, e dare il massimo con tutta l’anima per trasformare l’aria in potenza sonora, delicata e coinvolgente.
Non è facile trovare le parole per descrivere la grandiosità del maestro
Riccardo Muti, ho solo ricevuto quattro lezioni in quattro giorni e non trovo un termine più adatto della gioia che si è scatenata nel mio cuore, e non solo, mi ha regalato una ricarica di vita.
Una nota di ringraziamento al maestro del Coro del Friuli Venezia Giulia,
Cristiano Dell’Oste che ha veramente svolto un grandissimo lavoro di coordinamento dei Cori, e ha dato tutto se stesso per fornirci la professionalità necessaria per eseguire con sicurezza un capolavoro del nostro amatissimo Giuseppe Verdi.
Chissà per quale motivo… abito in via G.Verdi e sono un tenore.
Un cordiale saluto da Franco Pellegrini.
9 Luglio 2014-
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Franco, ciao e benvenuto. La tua testimonianza così appassionata mi fa davvero piacere perché apre uno squarcio nel “dietro il sipario”, se mi passi l’espressione. E poi sono sempre contento quando i protagonisti degli “spettacoli” leggono le testimonianze della critica.
Beh, non fare traslochi, mi raccomando!
Ciao e grazie.
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ho ascoltato pe radio, per puro caso, e mi sono chiesto il nome di questo tenore così bravo: Saimir Pirgu è davvero un nome difficile da memorizzare! Forse qui era il caso di scegliere uno pseudonimo, come fecero la Ceciarelli e la Norma Jean 🙂 e anche John Wayne, eccetera
Penso che tu lo abbia ascoltato in scena diverse volte, o almeno così ricordo.
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Giuliano, ciao! Sì ho ascoltato Pirgu in varie occasioni, è un bel tenore. Speriamo che si mantenga nel suo repertorio e non si allarghi troppo. Tra i cantanti recentemente ha scelto di cambiare nome il soprano Alexandrina Pendatchanska, che ora si fa chiamare Alex Penda. Beh, certo, il cognome qualche volta diventa un fardello: pensa a me, anche se a mio fratello che si chiama Franco è andata peggio 🙂
Per fortuna entrambi siamo privi di talento (anche se per combinare certi casini ci vuole una predisposizione).
Ciao e grazie, ti rispondo alla mail in giornata.
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Ho seguito in tv, ma credo che dal vivo fosse molto più emozionante. Ho regalato i biglietti per l’evento, svoltosi a Ravenna il giorno prima, ai miei genitori e leggendo la tua recensione…penso di aver fatto un bel regalo!
Ciao Amfortas!!!
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Bianca, cara, che piacere rileggerti! Sono sicuro che i tuoi avranno apprezzato. Il Requiem di Verdi è una garanzia, in questo senso. Spero tu stia bene, un abbraccione.
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