Di tanti pulpiti.

Dal 2006, episodiche esternazioni sulla musica lirica e amenità varie. Sempre tra il serio e il faceto, naturalmente. #verybullo

Archivi Mensili: settembre 2014

Recensione seria del nuovo disco di Jonas Kaufmann: You mean the world to me.

Preceduto dal consueto battage pubblicitario è uscito nei giorni scorsi, per la Sony Classical, l’ultimo disco dedicato all’operetta di Jonas Kaufmann. Voglio sgombrare subito il campo da ogni dubbio: si tratta di una registrazione straordinaria e, a costo di essere frainteso, non esito a definire questa incisione come la migliore della già lunga lista del tenore tedesco. Non mi metto neanche a operare i consueti sottili distinguo e lascio ai detrattori ad ogni costo il piacere di considerare il mio parere come una diminutio dell’arte di Kaufmann e annoverarmi nel nutrito elenco dei traditori venduti alle perfide multinazionali del disco.Jonas Kaufmann Du Bist Leggi il resto dell’articolo

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Recensione semiseria e horror del Trovatore di Giuseppe Verdi al Teatro La Fenice di Venezia: buon debutto di Gregory Kunde.

Siamo qui a parlare di nuovo di gabbiani assassini. Anche questa volta l’orrida Venezia non mi ha privato di una scena leggendaria, destinata a rimanere per sempre nella mia memoria e con la quale terrorizzerò i nipoti miei e quelli degli amici durante le altrettanto epocali sere invernali davanti al caminetto acceso come una pira.
Mentre ero sul vaporetto che mi stava portando alla Fenice, ho notato che su di una gondola che passava vicina una giapponesina cercava di farsi un selfie (la peste di questo secolo, a mio parere) in equilibrio precario sul natante. Ad un certo punto è stata attaccata dall’alto da un gabbiano gigante che ne ha compromesso la già periclitante stabilità.

Un esemplare di cucciolo di gabbiano gigante, pochi minuti dopo la nascita

Un esemplare di cucciolo di gabbiano gigante, pochi minuti dopo la nascita

Impaurita, ha perso la presa sulla fotocamera che è caduta in acqua. Allora, impavida, si è tuffata nelle salubri acque del Canal Grande per recuperarla, ma si è ricordata che non sapeva nuotare. Per sua fortuna la densità dell’acqua a Venezia è pari al mercurio (anche se , di fatto, il mercurio è meno tossico) per cui si è trovata a galleggiare vicino alla macchina fotografica. Il suo momentaneo sorriso di sollievo è stato stemperato dalla visione del remo del gondoliere il quale, evidentemente in combutta con i gabbiani, l’ha colpita violentemente sulla testa. La poverina ha perso i sensi ed è stata finita dal becco appuntito dell’enorme uccello che, una volta consumato il tetro pasto, diligentemente ha sfilato il portafoglio alla piccola salma smembrata e l’ha consegnato al Caronte lagunare. Una scena tremenda, che si può vedere solo a Venezia. Qui una foto che ho scattato al cadavere:
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Questa la reazione di una ragazza che ha assistito dalla riva:
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Ma passiamo alle cose meno serie e cioè alla musica (strasmile). Leggi il resto dell’articolo

Il ritorno del critico semiserio: una notizia sulla trasferta del Teatro Verdi di Trieste e poi La Fenice di Venezia.

Del Teatro Verdi Trieste non si sa nulla. Sono in tanti a chiedermelo, ma davvero non ci sono novità particolari, solo gossip più o meno spinto che a me interessa il giusto e cioè nulla.
L’unica cosa certa è che grazie – immagino io – ai buoni auspici del ex Direttore Artistico del teatro triestino, Umberto Fanni (il quale ora ricopre lo stesso ruolo alla Royal Opera House Muscat, in Oman) il Verdi sarà in tournée nello Stato arabico nella seconda metà di settembre con quel Macbeth (regia di Brockhaus, scene di Svoboda) che tanto successo ha riscosso in Italia, dove ha vinto anche il Premio Abbiati.img_5751-copy
Le date, inserite nella stagione 2014-2015 sono queste: 18, 20, 22 settembre.
Il cast impegna Csilla Boross (Lady Macbeth), Michel Chioldi (Macbeth) e Giorgio Giuseppini (Banco). Donato Renzetti dirigerà Coro e Orchestra del Teatro Verdi.
Perché la dirigenza triestina voglia tenere clandestina la cosa (poco cambia se domani mandano un comunicato stampa: mancano 10 giorni!) non si sa e perciò passiamo ad altro. Leggi il resto dell’articolo

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