Di tanti pulpiti.

Dal 2006, episodiche esternazioni sulla musica lirica e amenità varie. Sempre tra il serio e il faceto, naturalmente. #verybullo

Archivi Mensili: gennaio 2015

Recensione abbastanza seria dell’Elisir d’amore di Donizetti al Teatro La Fenice di Venezia.

Serata speciale ieri, al Teatro La Fenice di Venezia, perché è avvenuto una specie di miracolo.
Samantha Cristoforetti (@astrosamantha) ha ricevuto il premio “Stelle della Fenice nel Mondo”, una spilla in oro e metallo appositamente realizzata dagli artigiani vicentini del Consorzio Argento Italiano, che è stata consegnata prima dello spettacolo ai genitori Sergio e Angela.
Ma dove sta il miracolo? – chiederete –

Astrosamantha!

Astrosamantha!

Beh, il miracolo sta nel fatto che questo vecchio cinico nel vedere Samantha che ci parlava dallo spazio mentre scorrevano le immagini satellitari dell’orrida Venezia si è accorto che – almeno vista da lassù – Venezia non è poi così brutta e, oltretutto, si è un po’ commosso. Vi pare poco (strasmile)?

Venezia da...lassù!

Venezia da…lassù!

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Recensione semiseria del Nabucco di Giuseppe Verdi al Teatro Verdi di Trieste.

Un amico mi ha detto, alla fine dello spettacolo, che gli era sembrato che l’allestimento di questo Nabucco fosse un po’ iettatorio. Ma no – ho risposto – anche se si vede con superstizioso disagio (strasmile). Leggi il resto dell’articolo

Insopportabile lenzuolata sul Nabucco in scena giovedì prossimo al Teatro Verdi di Trieste: dove si parla di circhi, di galere e della Callas.

Dunque questo è il primo post che cialtronescamente scrivo nell’era di #verybullo. Non mi metto neanche a fare sottili distinguo sul come e sul perché e passo direttamente al sodo e cioè alla (quasi) consueta presentazione semiseria dell’opera in programma al Teatro Verdi di Trieste da giovedì 29 gennaio e cioè Nabucco di Giuseppe Verdi.
Considerate perciò un caso che in questo post si parli di anni di galera, i politici non c’entrano nulla. Forse. Leggi il resto dell’articolo

Recensione semiseria di Il Signor Bruschino di Rossini al Teatro Malibran di Venezia: l’opera vive e lotta con noi.

Ok, lo sappiamo, l’opera è morta o quasi ma ogni tanto – e guarda cosa mi deve capitare proprio nell’orrida Venezia – un raggio di luce squarcia le tenebre e scopriamo che è proprio vero che la speranza è l’ultima dea.
Ieri, in un bar vicino alla stazione ferroviaria, ho lasciato incustoditi il programma di sala del Signor Bruschino e l’iPad: cavolo, mi hanno fregato il programma. Non l’avrei giammai creduto. Un melomane poco avvezzo all’informatica? Un ladro frettoloso? Spero non sia il risultato di una nuova, terribile, mutazione genetica: il gabbiano ladro e melomane. Sarebbe troppo anche per me (strasmile).
Ma veniamo, come sempre, alle cose meno serie e cioè alla cronaca di una bella serata veneziana in una città lagunare semideserta (!!!), dove probabilmente tutti stanno facendo allenamento per la prossima orgia carnascialesca. Leggi il resto dell’articolo

Recensione semiseria de I Capuleti e i Montecchi di Bellini al Teatro La Fenice di Venezia. Tragedia: muoiono Romeo e Giulietta.

Dell’orrida Venezia che dire? Poco, questa volta, soprattutto perché evidentemente in gennaio i gabbiani assassini stanno ancora smaltendo qualche viaggiatore morto avanzato dalle crapule festive e la carne fresca – visto il ridotto afflusso turistico (si fa per dire) – è più difficilmente reperibile.

Un gabbiano gigante travestito da aereo, mentre attacca uno stormo di aquile.

Un gabbiano assassino gigante travestito da aereo, mentre attacca uno stormo di aquile.

Peraltro, anche in questo periodo la trasferta lagunare mi ha lasciato un bel ricordo: l’immagine di una coppia etero di giapponesi in cui l’elemento maschile avanzava per le calli tenendo teso un braccio che brandiva una prolunga di circa 1.5m con in cima una minitelecamera rivolta verso l’alto. Ha rischiato di levare gli occhi più volte ai passanti ma forse , ci ho pensato ora, non era a scopo turistico ma il tipo si è inventato una specie di NORAD in salsa orientale per difendersi dagli attacchi dei gabbiani kamikaze. Dopotutto i giapponesi hanno esperienza di questo tipo di incursioni (strasmile).
Ma, come sempre, passiamo alle cose meno serie. Leggi il resto dell’articolo

Ancora un Wagner giovanile (tra le altre cose) per la stagione sinfonica al Teatro Verdi di Trieste.

Qui una mia intervista a Radio Capodistria, per la quale ringrazio la collega e amica Luisa Antoni, che non è responsabile di un mio orrendo errore di consecutio (strasmile).
L’intervista sarà replicata mercoledì prossimo alle 22.30 qui:

È molto bello che il primo post del 2015 sia una cronaca dal Teatro Verdi di Trieste, ed è così soprattutto per una ragione e cioè che Di Tanti Pulpiti è praticamente l’unica voce triestina che si occupa di queste faccende. Sì, lo so, ce ne sono anche un altro paio online, ma quasi sempre si limitano a un mesto lavoro di copia/incolla dei comunicati stampa del teatro, ai quali aggiungono un aggettivo qui e un sostantivo lì.
Di musica classica e lirica si parla poco e sapete cosa succede no? Che parla poco oggi e parla poco domani, poi nessuno ne parla più. Vabbè. Leggi il resto dell’articolo

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