Di tanti pulpiti.

Dal 2006, episodiche esternazioni sulla musica lirica e amenità varie. Sempre tra il serio e il faceto, naturalmente. #verybullo

Archivi Mensili: dicembre 2015

La Top Ten 2015 su Di Tanti Pulpiti (con tante belle foto).

Consueta escursione sulle statistiche di questo ormai venerando blog.
La prima considerazione da fare è che nonostante l’invadenza insopportabile dei social – anch’io ho ceduto al fascino (mah!) di Twitter – molti lettori continuano a gradire un’informazione più dettagliata sugli spettacoli. E, dal mio punto di vista, è una bella cosa.
Poi, a dispetto del fatto che quest’anno abbia seguito la stagione sinfonica triestina e le prime tre tappe della stagione lirica in altro loco, e cioè La Classica Nota, il numero delle visite è aumentato e anzi, i lettori si soffermano di più su queste pagine.
Per me, che ho sempre privilegiato la divulgazione ai tecnicismi, è una bella soddisfazione.
La chiave di ricerca più usata per arrivare da queste parti è proprio Di Tanti Pulpiti, per quella più assurda ho una scelta amplissima, ma credo che almeno due meritino la citazione.albertazzi_650x435
Una è “Albertazzi nudo”, che comprendo perché si riferisce a uno dei post più letti di sempre, che mi valse anche una citazione sul Venerdì di Repubblica:

Minima moralia

L’altra è meno facile da spiegare perché, che ci crediate o meno, suona così: fa scopare la moglie con lorazopan. Appunto, ci vorrebbe un medico bravo e la medicina giusta (strasmile).

Inoltre, come credo sappiate, la senilità porta a riprendere vecchie passioni mai sopite. Per questo motivo da qualche tempo ho riabbracciato una mia vecchia passione: la fotografia. Probabile che nel 2016 le foto avranno uno spazio notevole sul blog, perciò vi metto qui anche il mio indirizzo su Flickr:

https://www.flickr.com/photos/amfortas/

Detto questo, a seguire ecco la Top Ten 2015 su Di Tanti Pulpiti (alcuni post sono degli anni precedenti), grazie di cuore a tutti voi che mi seguite e auguri per un 2016 ricco di soddisfazioni in ogni campo.
Ci si rilegge nel 2016, ovvio! Leggi il resto dell’articolo

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Natale col trombone.

DSC_1620No, avete capito male, quello è un filicorno baritono d’antan che mi serve per impreziosire il mio albero di Natale idiota più che mai.

Il trombone sono io, che quest’anno, nonostante le ben cinquanta serate a teatro vi annoio da due luoghi diversi. Qui, e su La classica nota.

E auguri (strasmile)

Elisir d’amore al Teatro Verdi di Trieste: buona la prima.

Di cui potete trovare la recensione qui, su La classica nota.
Consiglio chi può di andare a vedere questo spettacolo, mette di buon umore e na abbiamo bisogno tutti. Credo.

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Introduzione cialtrona e irrispettosa a L’elisir d’amore di Donizetti, al Teatro Verdi di Trieste questa settimana: la fattoria degli animali.

Sabine-Heinefetter

Sabine Heinefetter

Certo, la recensione della prima di venerdì prossimo comparirà su La classica nota, ma intanto forse è il caso di scrivere una specie di Elisir for dummies.
Tra appassionati, ogni tanto si sente dire: Un altro Elisir? Che palle… L’eleganza dell’espressione, che ho usato libenter anch’io e non solo per Elisir è dovuta al fatto che l’opera di Donizetti è tra le più rappresentate, non solo in Italia ma ovunque, e forse la possibilità di vederla spesso ci fa pensare non che sia un lavoro minore, ma che sia facile organizzare un cast decoroso e magari un allestimento intrigante.
E invece no, al contrario è un’opera estremamente impegnativa e sentirla cantata in modo soddisfacente è cosa rara. Qualità e quantità non sempre viaggiano insieme, si sa. Leggi il resto dell’articolo

Recensione semiseria ed espressa di Giovanna d’Arco al Teatro alla Scala di Milano: allestimento ridicolo e i registi erano due.

Anche quest’anno, quando le trovo e ho tempo, metterò qui le recensioni che trovo online:
OperaClick
Alberto Mattioli

Roberto Mastrosimone

Daland
Operadisc
Andrea Merli
Enrico Stinchelli

Il corriere musicale

Il corriere della Grisi

Repetita iuvant, per cominciare:

Come ogni anno e come nelle confezioni di medicinali (Amfortas ci sta, come nome di un presidio medico chirurgico: un lassativo?), prima di fare un uso improprio di questo post bisogna leggere le avvertenze, la prima delle quali è che so già che farò un uso sconsiderato di parentesi e incisi (forse anche qualche divagazione, che ne so) che renderanno la lettura più faticosa del solito. Come se non bastasse, alcune scene mi hanno ricordato in modo irresistibile questo film di James Bond (strasmile).Goldfinger_Golden-girl
Questa recensione è frutto della visione televisiva della prima scaligera, perciò attenzione: solo dal vivo uno spettacolo può essere valutato in modo completo, per ragioni tanto evidenti che non sto neanche a elencare. Detto questo, andiamo avanti. Leggi il resto dell’articolo

Giovanna d’Arco al Teatro alla Scala: seconda e ultima incursione semiseria prima della prima. E Fabrizio De André.

Giovanna d’Arco è sicuramente tra le meno note e meno rappresentate opere di Giuseppe Verdi, e ha caratteristiche piuttosto peculiari.
La fonte letteraria è il dramma teatrale Die Jungfrau von Orléans di Schiller e la vicenda era stata già musicata in precedenza da altri compositori: particolare risalto ebbe la versione di Giovanni Pacini, che debuttò alla Scala di Milano già nel 1830.
A seguire alcuni cenni sulla genesi dell’opera. Leggi il resto dell’articolo

Giovanna d’Arco al Teatro alla Scala di Milano: prima incursione poco seria.

Il 7 dicembre prossimo va in onda (è proprio il caso di dirlo perché ci sarà la diretta televisiva su RAI5 e RADIO3) il consueto caravanserraglio della prima dal Teatro Alla Scala di Milano, che quest’anno prevede la Giovanna d’Arco di Giuseppe Verdi.
Ora, potevo io far finta di niente? Magari – direte voi – e invece eccomi qui come ormai è infausta tradizione da molti anni. Perché sì, non è proprio l’opera migliore di Verdi (e polemiche inutili a parte, è obiettivamente così) ma è comunque un lavoro che ha fascino e anche qualche pagina ispirata.

Anna Netrebko beim Life Ball 2015

Anna Netrebko e Yusif Eyvazof

Ci sono poi tanti motivi d’interesse e due emergono con forza: è la prima volta da direttore musicale di Riccardo Chailly e, nei panni della vergine guerriera (definizione tra le più tristi mai coniate, rifletteteci) ci sarà Anna Netrebko, forse il soprano più famoso del momento e sicuramente la donna che si accompagna all’uomo peggio vestito di sempre (ok, anche lei non scherza, ma insomma…).
Completano il cast il tenore Francesco Meli, il baritono Carlos Álvarez, il basso Dmitry Beloselskiy e il tenore Michele Mauro.

A seguire una lenzuolata semiseria eppure noiosissima sugli anni di galera. Leggi il resto dell’articolo

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