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Alla fine del ‘700, nei canti di Ossian, una delle fonti del successivo Romanticismo, scriveva Macpherson:
“(…) Di Fingal fu forte
Il braccio giovenil, forte è l’antico.
Cadrà Loclin sotto l’invitta spada,
Cadrà di nuovo: esci da’ nembi, o luna:
Mostra la bella faccia, e per l’oscura
Onda notturna le sue vele aspergi
Della serena tua candida luce.
E se forse lassù sopra quel basso
Nebuloso vapor sospeso alberghi,
O qual che tu ti sia spirto del cielo,
Cavalcator di turbini e tempeste,
Tu proteggi l’eroe (…)”
Ma la Luna è anche la mamma dei licantropi, e i loro ululati ancora si sentono a volte risuonare nei teatri del mondo…
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Furio, ciao. Grazie per il contributo.
Sui licantropi speriamo bene, la luna piena è il 24 gennaio e la prima di Norma il 29. Certo, la possibilità dell’ululato serotino è sempre presente. Devo andare a cercare in che fase lunare eravamo quando Pollione fu interpretato da Brandon Jovanovich, nel 2009 al Verdi.
Ciao e grazie 🙂
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CASSANDRO
Scusami, Amfortas, se intervengo di nuovo e no sotto un profilo musicale, come sarebbe opportuno, giacché in tale campo non ho frecce al mio arco.
Ma siccome piacevolmente si è un poco divagato con i richiami letterari, permettimi di dire qualcosa controcorrente, e cioè che mentre tutti quelli che operano nel mondo artistico, siano questi poeti o pittori o musicisti o scrittori, parlano sempre bene della luna io vorrei spezzare una lancia adversum eam . . . anche per non farla insuperbire.
ODIO LA LUNA
Odio la luna e tutti quelli che
parlano della luna, io compreso.
Diamoci un taglio netto, come se
si trattasse . . . boh, che ne so? . . . di Creso
. . . Margutte . . . Filottete . . . di Sant’Ivo . . .
Parliamo noi di questi? Ovvio che no,
quindi anche di lei, astro passivo,
con quella faccia fessa da oblò,
che appare e che scompare . . . che sorride,
prendendoci ogni volta per quel posto,
chè per quante in passato lei ne vide
ne rivedrà altrettante a zero costo
. . . tutte le stesse! No, non cambia mai
il mondo, si ripete all’infinito:
vince sul bene il male, e tu lo sai,
tu che guardi la luna incitrullito
e chiedi a lei, che certo se ne frega,
“Cosa accadrà domani?” . . . Beh, vi invito
almeno a dir che non vale una sega,
e manco di un cane il guaito!
Per consolarci pure si può dire,
dato che sol ci guarda e non ci assiste
nel vivere e manco nel morire
che Luna è come mafia… “non esiste”!
Sì, come in Norma forse sarà “casta”,
avrà bello . . . bellissimo . . . il “sembiante”,
però per me è ora di dir “Basta”:
con lei o senza lei ama l’amante,
il ricco non si fa meno arrogante
e il mendicante resta mendicante.
Dire di lei bene forse si usa
sol perché è per gli artisti . . . buona scusa.
(Cassandro)
Tanto per concludere, caro Amfortas, tu che vivisezioni quasi la musica lirica, conosci qualche situazione scenica in cui si canta “contro l’invadenza o l’indifferenza” della luna? Tanto per potere essere un poco in compagnia. O il cattivo sono solo io?
Grazie sempre per l’ospitalità. Ciao
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CASSANDRO, ciao. Lo sai che è sempre un piacere ospitare le tue rime 🙂 , che questa volta tradiscono anche una tipica espressione toscana che riguarda quegli atti impuri che notoriamente portano alla cecità 🙂
Per quanto rigurda la luna, credo che l’indicazione di Marisa giunga a proposito anche nel…male, pensa a cosa succede al povero principe di Persia che avversa ebbe fortuna!
Ciao e grazie!
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L’opera maggiormente centrata sulla luna e il suo simbolismo è sicuramente Turandot, in cui la Luna non mostra solo il volto argenteo e benigno, ma la parte oscura e distruttiva del femminile a lei collegato (l’esecuzione del giovane principe al sorger della luna). La contrapposizione tra sole e luna viene poi risolta con la vittoria mattutina di Calaf, eroe solare. Ne ho parlato diffusamente in Opera omnia.
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Marisa, ciao e bentornata su questo…schermo. Hai ragione e già che ci sono metto il link al tuo bel post
http://operaomniablog.blogspot.it/2010/10/turandot-4-la-luna.html
Ciao e grazie 🙂
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