Di tanti pulpiti.

Dal 2006, episodiche esternazioni sulla musica lirica e amenità varie. Sempre tra il serio e il faceto, naturalmente. #verybullo

Il Bajazet di Francesco Gasparini, ovvero il Barocco questo sconosciuto.

Si sa che in Italia la musica barocca non ha gran presa sul pubblico, anche se si dovrebbe riflettere – alla luce di recenti proposte in alcuni teatri – su quanto incida, nel cristallizzarsi di questa tendenza, la scelta deliberata di escludere, sostanzialmente, tutto un periodo di storia artistica dalla programmazione dei maggiori teatri nazionali. All’estero, e in Francia in particolare, la situazione è molto diversa.CD Bajazet
Questa proposta della casa discografica Glossa è perciò particolarmente meritevole dal lato divulgativo. La registrazione è stata fatta nella Chiesa del Crocefisso di Barga, dove da decenni si svolge un Festival che si occupa del recupero di tesori musicali nascosti, opere di compositori oggi quasi sconosciuti.
È il caso di Francesco Gasparini, autore di circa sessanta opere e popolarissimo nei primi anni del 1700, poi fagocitato dal successo di Vivaldi, Porpora e quello stesso Händel che attinse a piene mani dalla musica del compositore toscano.
Per capire la popolarità di Gasparini basta scorrere i nomi dei primi interpreti del Bajazet, che costituiscono un parterre du roi dei cantanti dell’epoca: il castrato Antonio Maria Bernacchi, il baritenore Francesco Borosini, il mezzosoprano Faustina Bordoni e il soprano Marianna Bulgarelli, detta La Romanina.CD Bajazet 1
Gasparini, tra il 1711 e il 1723 musicò ben tre volte il Bajazet, su libretto di Agostino Piovene e Ippolito Zanelli: senza addentrarmi troppo in spinose questioni filologiche dirò che in questa registrazione si fa riferimento alla versione approntata a Reggio Emilia per il Carnevale del 1719 con l’aggiunta della sinfonia iniziale espunta da un’altra opera del compositore, L’Ambleto.
Insomma, una vera e propria operazione culturale che dobbiamo a Carlo Ipata e al suo ensemble Auser Musici.
La direzione di Ipata è varia nelle dinamiche ed estremamente attenta ai recitativi che non solo non attenuano la narrazione ma anzi ne esaltano la scorrevolezza. Ottima è la prova dell’orchestra e brillante è il rendimento nelle arie con strumento obbligato.Carlo Ipata
La compagnia di canto è piuttosto omogenea e complessivamente all’altezza della situazione in parti di enorme difficoltà tecnica, scritte per i fuoriclasse cui ho accennato all’inizio.
Ho trovato incantevole Benedetta Mazzucato (Clearco), dotata di uno strumento vocale delicato e allo stesso tempo affascinante per colore e purezza della linea di canto.
Dei tre controtenori impegnati, il più in parte mi è sembrato Filippo Mineccia (Tamerlano), che forse non può contare su di un timbro privilegiato ma interpreta con grande proprietà un personaggio sfaccettato e alla fine convincente. Da lodare comunque anche le prestazioni di Antonio Giovannini (Andronico) e Raffaele Pe (Leone), dalla voce agile e timbrata.
Giuseppina Bridelli (Asteria) si fa apprezzare per le agilità e la voce squillante, mentre meno a proprio agio mi è parsa Ewa Gubańska (Irene) che proprio nelle agilità pasticcia un pochino. Discreta la Zaida adolescenziale di Giorgia Cinciripi.
Leonardo De Lisi
è nei panni, scomodissimi, di Bajazet. La voce è da tenore leggero tendente al lirico e perciò non adatta a una parte baritenorile; deve perciò far di necessità virtù e se la cava piuttosto bene nonostante qualche suono non bellissimo nella prima ottava, riscattato da un fraseggio eloquente e vario.
Le tre ore abbondanti di musica volano e il packaging è elegante e curato. Peccato che le interessanti note di Antonella D’Ovidio siano solo in inglese e francese, davvero non ne comprendo la ragione.

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2 risposte a “Il Bajazet di Francesco Gasparini, ovvero il Barocco questo sconosciuto.

  1. Heldentenor 8 febbraio 2016 alle 8:38 PM

    Interessante. L’ultimo disco di musica barocca che ho comprato è “The sound of light”, musiche di Rameau, con un complesso che si chiama Musicaeterna, diretto da tale Teodor Currentzis ? Ne hai sentito parlare ? Il genere da noi è poco frequentato, peccato. A Zurigo c’è addirittura un’orchestra (La Scintilla), che suona musica barocca. Altri mondi, altro interesse per ogni tipo di musica, sponsor e pubblico interessato. Così è.

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    • Amfortas 9 febbraio 2016 alle 9:08 am

      Heldentenor, ciao. Non conosco la registrazione specifica che nomini, ma non mi è ignoto, invece, Currentzis. Dopo aver ascoltato il Così e Le Nozze devo ancora capire se è un saltimbanco o un direttore. Propenderei per una mostruosa creatura ibrida, al momento. Per certo ti posso dire che, anche dal vivo, suscita reazioni contrastanti. C’è chi lo vuole morto e chi vorrebbe solo picchiarlo duramente. Spero di aver opportunità di sentirlo in teatro, perché come sai bene le registrazioni valgono sino a un certo punto.
      Ciao e grazie!

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