Di tanti pulpiti.

Dal 2006, episodiche esternazioni sulla musica lirica e amenità varie. Sempre tra il serio e il faceto, naturalmente. #verybullo

Archivi Mensili: settembre 2016

Una serata al femminile al Teatro Verdi di Trieste.

Anche il secondo concerto della stagione sinfonica triestina è stato un successo di pubblico. Mi pare che l’affluenza, a occhio perché non ho dati precisi, sia decisamente più alta dell’anno scorso. In percentuale – ed è importante – credo che anche gli spettatori più giovani, favoriti da prezzi davvero convenienti, siano in aumento.

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In quest’occasione il programma prevedeva un’Ouverture, un concerto per pianoforte e orchestra, una sinfonia. Il tutto amalgamato da Valentina Peleggi, giovane bacchetta all’esordio a Trieste, che ha fatto un buon lavoro anche grazie all’Orchestra del Verdi che si sta assestando su livelli di rendimento molto alti.chloe-mun
La solista, Chloe Mun, merita un discorso a parte e su La Classica nota potete trovare i particolari (dal mio punto di vista, ovviamente) su di lei e sulla serata in generale.

Chiudo con una segnalazione e una piccola postilla personale.
Vi invito a seguire questo nuovo blog, curato dal mio amico Giuliano.
E poi.
Non sono in formissima e perciò una volta di più ringrazio la mia passione per la musica che, come più volte in passato, mi ha aiutato a superare momenti difficili.
Un saluto a tutti, alla prossima.

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Parte con il piede giusto la stagione sinfonica al Teatro Verdi di Trieste.

È partita col botto la Stagione sinfonica del Teatro Verdi di Trieste, e fa davvero molto piacere segnalarlo.
Come di consueto qui, su La Classica nota, potete leggere i particolari di una serata per molti versi davvero eccellente.
Felix Mendelssohn-Bartholdy
e Gustav Mahler sono compositori che non deludono mai, soprattutto quando gli interpreti ricreano la magia senza tempo di pagine musicali così belle. E così difficili da eseguire, anche.
Ieri sera però gli artisti hanno dato il meglio, a partire da Gianluigi Gelmetti passando per il Coro femminile e la violinista Leticia Moreno, con un’Orchestra del Verdi in forma strepitosa a legare il tutto.
La palma del migliore va però a Stefano Furini, primo violino dell’orchestra triestina che si è reso protagonista di una prodezza inaudita.c1
All’inizio del bis bachiano della Moreno ha trattenuto a stento uno starnuto e, rischiando seriamente di soffocare, è restato in apnea sino alla fine del brano. A un certo punto era più rosso del fiammante vestito della violinista.
Non si diventa primi violini per niente (strasmile, ciao Stefano).

Ultima trasferta a Lubiana, protagonista Piotr Beczala.

Con Il recital di Piotr Beczala, di cui potete leggere la cronaca su La Classica Nota, si è chiusa anche quest’anno la mia esperienza da cronista al Festival di Lubiana.
È stata una bella – e impegnativa, devo dire – galoppata tra generi musicali diversi interpretati da artisti e orchestre che di solito a Trieste non si vedono. La qualità complessiva delle serate è stata di ottimo livello e mi sono divertito sempre.
Noi che scriviamo di musica, l’ho già detto da qualche parte, siamo fortunati perché possiamo vedere più spesso di altri il lato migliore di quest’umanità che nel complesso non dà proprio un’immagine edificante di se stessa.
Il Festival di Lubiana è una manifestazione molto bella, di là dei meriti artistici la trovo autenticamente popolare: per la politica dei prezzi, anche, che consente a una larga parte di persone di accedere agli spettacoli senza svenarsi. E poi perché il pubblico di Lubiana è interessante029 dal lato antropologico, in quanto rappresenta bene una nazione piccola, giovane, che ci tiene alle proprie tradizioni ma non ne fa una bandiera da ostentare. In molti avrebbero da imparare da questo tipo di filosofia ma, come ben sapete, qui si parla di musica e oltretutto in modo semiserio perciò…lascio ancora qualche foto (cliccare) dell’ultimo concerto senza approfondire un discorso che sarebbe doloroso.
La prossima settimana comincia la stagione sinfonica, che si presenta interessante, al Teatro Verdi di Trieste: ne parlerò anche qui, in qualche modo.

Un saluto a tutti, alla prossima!

Daniele Gatti e la Royal Concertgebouw Orchestra trionfano a Lubiana.

Debussy e Stravinskij sono compositori particolari, ai quali non ci si deve accostare con quello spirito molto italiano che pretende una melodia fluida e lineare, altrimenti si rischia una delusione.
Quello sopra è il classico fervorino che faccio a qualche neofita quando incontra buona parte della musica del Novecento. Beh, avreste dovuto sentire Métaboles di Henri Dutilleux (strasmile)!
Il programma del concerto a Lubiana della Royal Concertgebouw Orchestra era piuttosto impegnativo, vero. Ma quando sul podio c’è un fuoriclasse (per me) o almeno un direttore sempre interessante e mai banale (e questo spero valga per tutti) come Daniele Gatti gli ostacoli sembrano più facili da affrontare.
Qui, su La Classica nota, potete leggere le mie sensazioni sulla serata e anche qualche considerazione più personale sulla fortuna che abbiamo noi che, per passione o per mestiere, frequentiamo i teatri.
Anche questa volta ho scattato un paio di foto (cliccare), rischiando di essere cacciato (smile).

Un saluto a tutti, alla prossima!

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