Insomma, sembra che si possa fare anche un teatro bello, moderno. E nessuno si scandalizza.
La stagione operistica del Teatro dell’opera di Lubiana si è aperta ieri con Die Zauberflöte di Mozart, titolo di repertorio ma sempre interessante perché consente ai registi di interpretare la vicenda piuttosto liberamente. Questo significa, il più delle volte, che chi si appresta all’ascolto potrà godere di una porzione di quella meravigliosa forma d’Arte che è il teatro lirico, in cui musica e la recitazione concorrono a creare quella momentanea sospensione della realtà di cui tutti abbiamo necessità.

Čarobna piščal, SNG Opera in balet Ljubljana, režiser: Jaša Koceli, foto: Mankica Kranjec
Le prime a Lubiana mi inducono sempre a una riflessione che riguarda i cantanti: sono, infatti, tutti artisti residenti, ma quasi sempre la qualità del canto e la preparazione artistica generale sono tali che non si nota la differenza con molti nomi di fama internazionale.
Inoltre solo in ottobre saranno rappresentati, alternandosi al Flauto magico, Nabucco e La traviata di Verdi e La sposa venduta di Smetana, mentre a gennaio ci sarà una nuova produzione della Pulzella d’Orléans di Čajkovskij: un cartellone da far invidia a qualsiasi teatro del mondo.

Čarobna piščal, SNG Opera in balet Ljubljana, režiser: Jaša Koceli, foto: Mankica Kranjec
Die Zauberflöte è opera che si presta a mille speculazioni e, in questo caso, il regista Jaša Koceli sceglie una specie di via di mezzo: non tralascia i simboli massonici – triangoli, compassi, l’occhio che tutto vede compaiono spesso – ma senza che diventino troppo ingombranti e inceppino una narrazione teatrale che rimane fluida nella sua visione fiabesca, onirica e misteriosa della vicenda. Lo spettacolo ha uno dei punti di forza nelle bellissime luci di David Andrej Francky, che danno tridimensionalità alle scene minimaliste di Darjan Mihajović Cerar e cromie appropriate alle varie e ambigue atmosfere del viaggio iniziatico del più famoso Singspiel del mondo. I costumi, curati da Branka Pavlić, sono un mix di tradizione (Papageno, Sarastro, Tamino) e contenuta creatività (le Tre Dame, la Regina della notte, Papagena, Pamina) che contribuiscono a rendere lo spettacolo gradevole e divertente. Forse i tre mimi/ballerini, in scena praticamente dall’inizio, sarebbero stati da usare con più parsimonia, ma non è certo un peccato grave.

Čarobna piščal, SNG Opera in balet Ljubljana, režiser: Jaša Koceli, foto: Mankica Kranjec
Jaroslav Kyzlink, sul podio di un’eccellente Orchestra del Teatro dell’opera di Lubiana che si è distinta per precisione e leggerezza di suono, sceglie agogiche meditate ma non certo letargiche, mentre avrebbe potuto forse osare qualcosa di più nelle dinamiche che sono sembrate un po’ troppo sommesse in alcune occasioni.

Čarobna piščal, SNG Opera in balet Ljubljana, režiser: Jaša Koceli, foto: Mankica Kranjec
Detto del rendimento perfetto del Coro, è parsa molto buona, anche dal lato scenico e attoriale, la prestazione di tutta la compagnia di canto.
Il Tamino di Dejan Maksimilijan Vrbančič si è distinto per fraseggio e canto virile, privo di quelle svenevolezze che spesso mortificano le parti tenorili mozartiane.
Davvero brava Urška Arlič Gololičič, che ha tratteggiato una Pamina dolcemente appassionata e sensuale e ha sfoggiato una voce di bel timbro lirico.

Čarobna piščal, SNG Opera in balet Ljubljana, režiser: Jaša Koceli, foto: Mankica Kranjec
Ottimamente in parte Matjaž Robavs, che si è disimpegnato brillantemente nei panni di Papageno senza ricorrere a forzature per delineare la popolaresca ingenuità contadina dell’uccellatore.
Saša Čano ha caratterizzato Sarastro con la ieraticità solenne che si conviene al personaggio, grazie a una voce morbida e al bel legato.

Čarobna piščal, SNG Opera in balet Ljubljana, režiser: Jaša Koceli, foto: Mankica Kranjec
Monostatos è un carattere difficile e capita di vederlo ridotto a macchietta: non è stato questo il caso, in quanto il bravo Andrej Debevec ne ha colto con misura la melliflua ambiguità.
Martina Robinšak è sembrata a proprio agio come Papagena ipercinetica e fricchettona.
Splendida Nina Dominko, Regina della Notte aggressiva, cupa ma brillantissima nell’interpretazione delle due famosissime arie che le competono e non solo per i fa sovracuti ma anche e soprattutto per il fraseggio.

Čarobna piščal, SNG Opera in balet Ljubljana, režiser: Jaša Koceli, foto: Mankica Kranjec
Perfettamente in parte anche le Tre Dame, Katja Konvalinka, Štefica Stipančević e Inez Ozina Rues, e molto bravi anche i tre ragazzi che hanno impersonato i genietti: Ambrož Sušnik, Zan Penič e Matevž Sušnik. Completavano il cast in modo più che onorevole David Čadež e Janko Volčanšek.
I tre mimi, centrali nella visione registica, Anamaria Bagarić, Kany Obenga e Tajda Podobnik sono sembrati espressivi e disinvolti.
Alla fine, il pubblico che gremiva il bellissimo teatro della capitale slovena ha decretato un trionfo per lo spettacolo, applaudendo con grande calore e chiamando più volte tutti al proscenio.
arastro |
Saša Čano |
Tamino |
Dejan Maksimilijan Vrbančič |
Pamina |
Urška Arlič Gololičič |
Papageno |
Matjaž Robavs |
Papagena |
Martina Robinšak |
Monostatos |
Andrej Debevec |
Regina della notte |
Nina Dominko |
Prima Dama |
Katja Konvalinka |
Seconda Dama |
Štefica Stipančević |
Terza Dama |
Inez Ozina Rues |
Primo genietto |
Ambrož Sušnik |
Secondo genietto |
Zan Penič |
Terzo genietto |
Matevž Sušnik |
Sacerdoti |
David Čadež e Janko Volčanšek |
Mimi e ballerini |
Anamaria Bagarić, Kany Obenga e Tajda Podobnik |
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Direttore d’orchestra |
Jaroslav Kyzlink |
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Regia |
Jaša Koceli |
Scene |
Darjan Mihajović Cerar |
Costumi |
Branka Pavlić |
Luci |
David Andrej Francky |
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Orchestra e Coro del Teatro dell’opera di Lubiana |
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