Di tanti pulpiti.

Dal 2006, episodiche esternazioni sulla musica lirica e amenità varie. Sempre tra il serio e il faceto, naturalmente. #verybullo

Archivi Mensili: marzo 2020

Tutto chiuso: Intervallo 28 (di navicelle e Bob Dylan)

 

Oh, tutto di navicelle coperto è il flutto.

È un verso del Prologo dall’Attila di Giuseppe Verdi.

Qui siamo a ottobre dell’anno scorso, in occasione della Barcolana. Un vero e proprio assembramento di quelli che oggi verrebbero sanzionati con la fucilazione.

 

Alla fine ci guida il vento, sempre. E tutto dipende dalle prospettive.

Quali sono le nostre prospettive: The answer my friend is blowing in the wind.


 

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Tutto chiuso: Intervallo 27 (l’equivoco stravagante del gioco dell’oca)

L’equivoco stravagante è un’opera lirica di quel geniaccio di Gioachino Rossini.
La dama è un gioco da tavola per due persone.
Il gioco dell’oca è un antico passatempo da tavolo per più persone.
Il fatto è che di notte tutto prende vita e gli animali che noi crediamo finti fanno i loro porci comodi, come ho già documentato nell’Intervallo 9 di questa serie.
Col buio però, qualche volta, sbagliano strada e fanno casini.

Tutto chiuso. Intervallo 26 (di quartetti muti e morali della favola)

Il termine ensemble, di derivazione francese, è usato per indicare una formazione musicale di proporzioni piccole o medie. Nel caso specifico, sarebbe più corretto definirlo trio, ma a me piace considerarlo, invece, un quartetto fantasma. Manca infatti, nella mia foto, il quarto strumento e cioè la fisarmonica che suonava mia mamma. Non la trovo più, sarà sicuramente sepolta in qualche anfratto della soffitta o della cantina (la fisarmonica, non mia mamma).
Gli altri strumenti invece erano terreno d’improvvisazione per mio papà (filicorno baritono), mio nonno (mandolino) e mio zio (chitarra). Ho avuto la fortuna di crescere in una famiglia in cui tutti sapevano suonare qualcosa: credo che il fatto che io, bestia rara in tal contesto, sia diventato un critico musicale sia uno degli esempi preclari della decadenza dell’umanità. Oltretutto loro tacciono da tempo, mentre io continuo a suonare le mie stronzate un po’ ovunque.
Pazienza.
Ps
Foto realizzata con la tecnica del light painting: tempo non mi manca.

Tutto chiuso: Intervallo 25 (di Puccini, Butterfly e cedronelle)

Dopo tutto, la povera Cio Cio San, protagonista di Madama Butterfly di Giacomo Puccini, voleva solo mimetizzarsi. In senso lato, ovviamente. A lei sarebbe piaciuta una vita normale, un marito, una famiglia: aspettative borghesi, piccoline, forse.
Del resto a un certo punto lo dice a Pinkerton: Vogliatemi bene, un bene piccolino, un bene da bambino quale a me si conviene.
Mimetizzarsi
per confondersi nell’ambiente è peraltro quello che fanno molti lepidotteri, come questa Cedronella che ho colto oggi in giardino. È un bel nome, Cedronella:


.. come t’han ben nomata tenue farfalla…

A un certo punto la Cedronella è scappata via ed è sparita. Lo fa anche Butterfly, purtroppo in modo più tragico, ma scappa e se ne va pure lei.

Tutto chiuso: Intervallo 24 (di vita e girovita).

La vita è dolce o i dolci sono la vita? Questo marzulliano interrogativo è meno banale di quanto possa apparire in un primo momento.
Infatti, vista la quantità di prelibatezze zuccherose che sta sfornando ex-Ripley (se non sapete chiedete pure) credo che si possa dire che probabilmente i dolci cambiano la vita.
Sicuramente cambiano il girovita.

Tutto chiuso: Intervallo 23 (di concetti borghesi, foto francesi, citazioni palesi e nascoste).

Diceva il sommo francese Henri Cartier-Bresson che la nitidezza è un concetto borghese, riferendosi alla fotografia: oggi per una simile affermazione sarebbe giustiziato in piazza oppure, più probabilmente, colpito da una shitstorm sui social.
Come se non bastasse, tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, sempre in Francia gli intellettuali volevano Épater la bourgeoisie (scandalizzare il borghese o la borghesia).
Oggi non si scandalizza più nessuno per alcun motivo e la borghesia si è estinta da un pezzo, ormai.
Restano le foto poco nitide di proletari innamorati che andavano a Barcola, ormai tanti anni fa. Spariranno anche queste, un giorno, come lacrime nella pioggia. Anche per quelli come me che di Tannhäuser hanno visto solo qualche recita in teatro, e non le porte.

Tutto chiuso: Intervallo 22 (di Violette e Aide in playback, senza farsi mancare citazioni di lingue morte)

Questa ragazza si chiama Veronica e non Violetta, però quando le ho scattato la foto pensavo a Sempre libera degg’io folleggiare di gioia in gioia
Non so se sappia cantare, ma il playback esiste proprio per questi casi. Dopotutto anche Sofia Loren fu doppiata da Renata Tebaldi nel famoso film del 1953.
Mutatis mutandis e Si parva licet.

Tutto chiuso: Intervallo 21 (di calembour operistici idioti)

Chi mi conosce de visu sa che ho una mente malata – in generale, non ci sono dubbi – e che sgravo mostri di ogni tipo, soprattutto freddure di solito incomprensibili ai più. Non so da dove nasca questa mia insana e nefasta passione per i giochi di parole e forse è meglio così (strasmile), perché su questi argomenti quel vecchio porco barbuto che risponde(va) al nome di Freud ha scritto cose fastidiose.
Il librettese, la non lingua dei libretti operistici, si presta particolarmente a questi miei calembour. Oggi un grande classico, ispirato da Francesco Maria Piave e dalla contingenza meteo: qui a Trieste le temperature sono invernali e tira una discreta bora.
Perciò, immaginando i due alberi della foto come due fidanzatini, vi propongo questo imperdonabile Amami al freddo.

Abbiate pazienza.

Tutto chiuso: Intervallo 20 (di montagne incantate e di prolungate malattie).

A un certo punto del romanzo La montagna incantata di Thomas Mann, Hans Castorp, ufficialmente guarito, si rifuta di tornare alla normalità*. Meglio l’isolamento tra le montagne, incantate o meno che siano*. Del resto, quando si decide di tornare lo aspetta la guerra, e del giovane Hans Castorp non sapremo più nulla.
Boh, pensateci.

* Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale.

Tutto chiuso: Intervallo 19 (di fiorite metafore)

Oggi siamo tutti piegati dalle intemperie, come nella prima foto. Ma rialzeremo la testa, come nella seconda. Vero?

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