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Bene, da domani siamo tutti cani sciolti, tutti a spasso, cercando di assaporare visivamente ogni angolo e ogni dettaglio di questa città che per due mesi ci è stata preclusa…
In questo momento, nonostante la vecchiaia, mi sento come una scolaretta che scalpita in attesa della vacanza e non voglio essere pessimista. Certo non sarà facile, il pericolo c’è ancora e possiamo solo dire “io speriamo che me la cavo”…
In quanto a lei, che si definisce “un vecchio che fa il verso all’upupa, non so se ridere o darle una tirata di… mascherina: alla sua età non ci si può definire vecchi! Quindi da domani niente pessimismo, via i pensieri neri e sì, le auguro di riprendere il suo lavoro in serenità.
Ora devo ancora dirle grazie per averci tenuto compagnia col
suo quotidiano “Diario della quarantena” che, ribadisco, potrebbe pubblicare. Grazie anche per aver letto pazientemente i miei commenti ed avermi sempre risposto…
Un saluto e in bocca al lupo
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Cara Signora Emma, da lei accetto anche la “tirata di mascherina”. Peraltro gli elastici della stessa mi mozzano le orecchie e perciò assomiglio a un bulldog che deve partecipare a un concorso di bellezza.
La ringrazio di nuovo per l’apprezzamento al mio diario e chiudo con una nota di speranza: la mia corrispondente da Fiume mi ha detto che da dopodomani lì riaprono i teatri con la musica da camera e operette. Ovviamente con le opportune precauzioni, speriamo succeda anche da noi al più presto!
Buona giornata e grazie, Paolo
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Già Paolo, da domani ci sarà il ” liberi tutti! ” Io però sono timorosa al pensiero di tornare in mezzo alla gente. Prima di buttarmi nella mischia, con le dovute cautele, aspetterò ancora un po’.
Nel frattempo continuerò a passeggiare col mio cane nel bosco che circonda la zona dove abito. E lì, ti assucuro che ascolto e vedo le upupe!!! Ma non sono ne’ brava , ne’ svelta per fotografarle, altrimenti te le invierei qualche bella immagine! Belle le tue foto del gioardino, molto ben frequentato!!!
Auguri per il ritorno alla quasi normalità e felice di averti riletto. Mi sono mancati i tuoi intervalli!!!
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Ciao Vitty, anch’io sono timoroso, ma non tanto del virus quanto del comportamento delle persone e dei commenti. Oggi, in negozio di mia moglie, potrò fare un test approfondito.
Prima o poi ce la farà a fotografare anche la fottuta upupa, maledizione!
Ciao, Paolo
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anch’io temo il comportamento delle persone, non si sa mai chi incontri sia in bene che in male, e anche con le persone che conosci è meglio stare attenti. Di sicuro servirebbe un sostegno psichiatrico consistente per la terza fase (chissà se Lucy van Pelt è ancora disponibile, si faceva pagare poco…)
Restando sulla musica, io devo ancora riavermi dopo aver letto e ascoltato gli entusiasti della Scala “in streaming”. A parte il fatto che le dirette radio e tv si fanno da quando esistono radio e tv (che cos’è lo streaming, se non una trasmissione in diretta?), questa gente dimostra ampiamente di essere incompetente ma nessuno glielo fa notare. Per questa gente, “concerto” è un tizio col microfono in mano e dietro la base registrata… In queste settimane ho guardato le registrazioni del Macbeth diretto da Abbado, io c’ero in teatro e quell’onda sonora che ti arriva addosso alla fine del primo atto me la ricordo come se fosse oggi; ma i tecnici audio hanno abbassato il sonoro in quel punto, e per forza, altrimenti sarebbero saltati tutti i microfoni. Si passava dal sussurro del dialogo precedente al pieno di orchestra e coro, come si fa a rendere in streaming una cosa così? idem per i pianissimo, i silenzi, le pause, la vita sospesa mentre Mirella Freni canta il finale della Bohème o Isaac Stern suona la cadenza del concerto per violino di Beethoven…
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Ciao Giuliano, poco da aggiungere sulle persone, hai ragione tu.
Sulla musica in streaming ho scritto che è come lavarsi i piedi con le scarpe…credo renda l’idea 😀
La musica si apprezza solo dal vivo, tutto il resto sono succedanei più o meno validi. Certo, sono meglio di niente…però io per esempio preferisco ascoltare un cd piuttosto che vedere un dvd, soprattutto negli ultimi anni in cui abbondano i primissimi piani.
Spero di poter tornare a teatro presto, in sicurezza, speriamo bene.
Ciao, Paolo
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“In quanto a lei, che si definisce ‘un vecchio che fa il verso all’upupa’, non so se ridere o darle una tirata di… mascherina: alla sua età non ci si può definire vecchi! Quindi da domani niente pessimismo, via i pensieri neri e sì, le auguro di riprendere il suo lavoro in serenità”.
Così di te, caro Amfortas, scrive egregiamente la Signora Emma, con il cui scritto concordo pienamente: infatti, oltre all’augurare che possa tu ‘al travaglio usato fare ritorno’, è importante quel ‘via i pensieri neri’.
Già ho trattato l’argomento con la composizione “Mai acquietarsi” intervenendo nel tuo precedente post “Tutto chiuso: Intervallo 38 (di eclissi finte, Mina e spin off verdiani)”, per cui ora qui, se permetti, preciso ulteriormente il mio pensiero sul segmento di età che benignamente vivi.
DA 60 ANNI A 70 ANNI
Avere 60 anni è un’età
di certo ragguardevole, però
da qui a 70 anni, ah, se ci sta
del tempo per potere fare ciò
che per la testa passa, ed in più
con un vantaggio massimo, cioè,
brutta figura più non fare! Tu,
se una bella donna, esempio, c’è
che a te di corteggiare un poco va,
provaci pure: in questo caso qui
ne esci sempre bene. Ci sarà
— vantaggio uno — chi ti dirà “Sì”,
e ognun da sé il resto ben vedrà,
mentre se tu un bel “No” ricevi. . . embeh! . . .
potrai sempre dire “A questa età”
— ed esci liscio — “può capitare che . . .”
Mettila come vuoi, a 60 anni
o ti va dritta . . . o non ti becchi danni.
E meglio di così? . . . Ovviamente
ciò vale pure al femminile, gente!
E da 70 a 80? . . . Boh! . . .
per il momento ancora non lo so:
con i tempi che corrono . . . peròòòòò!
La classe non è acqua, e perciò
cerca la pupa e l’upupa no!
(Cassandro)
A proposito, prima di entrare ”in bocca all’upupa”, potresti precisarmi, dato che lo stai imparando, se il verso di tale uccellino tende a non dispiacere, o è piuttosto lugubre per come in noi ha impresso il Foscolo (“famelica ululando e uscir del teschio, ove fuggìa la luna, l’ùpupa, e svolazzar su per le croci sparse per la funerea campagna”)
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Ciao Cassandro, ammiro la tua pertinacia nello spronarmi a una visione meno funerea del futuro, come del resto fa la Signora Emma, ma resto della mia idea e cioè che l’ottimismo è una perversione 😂
Tra un paio di settimane ne compio 65 e quindi sono pienamente in tema con la tua composizione.
Quanto all’upupa non saprei, giudica tu stesso. Puoi ascoltarla qui:
https://www.canti-uccelli.it/upupa/
Mi sembra un cuculo pessimista oppure il figlio o figlia più allegro della civetta.
Del resto anche nel Macbeth di Verdi quando “tre volte l’upupa lamenta e ulula” le streghe si danno da fare.
Ciao, Paolo
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Okkei okkei . . . Allora, spezziamo una lancia a favore di chi, in attesa che l’upupa si metta in posa per essere fotografata, tanto ottimista dice di non essere.
OTTIMISTA E PESSIMISTA
Tutti lo sanno: ottimista è chi
vede il bicchiere sempre mezzo pieno
mentre è pessimista chi ogni dì
per metà vuoto vede questo. Il freno
lo lascia il primo sempre un po’ allentato,
mentre il secondo lo trattiene forte,
il primo dice: “Il Cielo sia lodato!”
piange il secondo sulla propria sorte.
Dei due chi preferire non si sa,
però ho più paura di chi dice:
“Tutto va bene! . . . Bene qui si sta!”
perché ritengo questo già felice
in quanto molto molto ha già arraffato,
ha messo tutti gli altri a giacere
a terra, ed ha bevuto a perdifiato
la parte che ora manca nel bicchiere
. . . e la metà che resta dopotutto
spera di berla lui, gli altri all’asciutto!
Facile si può dire a prima vista
essere a tale punto un ottimista.
Vuoi vedere tu che ha ragione
chi dice: “è l’ottimismo perversione”?
(Cassandro)
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Anche nel pessimismo, caro Cassandro, ci sono delle sfumature. Prendi l’esempio del bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto: io di solito non vedo neanche il bicchiere oppure, nella migliore delle ipotesi, lo vedo rotto. Che poi se ci pensi bene è una variazione sul paradosso di Schrödinger a noi tanto caro: se versi un liquido in un bicchiere moderatamente rotto ci sarà un momento in cui sarà pieno ma, dopo un po’, sarà vuoto.
Ciao, Paolo 😀
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