Di tanti pulpiti.

Dal 2006, episodiche esternazioni sulla musica lirica e amenità varie. Sempre tra il serio e il faceto, naturalmente. #verybullo

Archivi Mensili: agosto 2021

Al Festival di Portogruaro la protagonista è la violinista Francesca Dego. Bella serata con le musiche di Wolf-Ferrari, Mozart e Stravinskij.

Il Festival Internazionale di musica di Portogruaro – quest’anno intitolato Ouverture – è giunto felicemente alla trentanovesima edizione con il consueto programma di eventi musicali, conferenze e masterclass che coinvolgono professionisti del settore e appassionati. Una manifestazione che negli anni si è ritagliata, grazie alla qualità delle proposte, uno spazio artistico rilevante e un pubblico sempre più numeroso e partecipe.
Alessandro Taverna, pianista di fama più volte recensito anche su queste pagine, è il Direttore artistico della kermesse che da tempo ha tracimato gli angusti confini regionali ed è conosciuta e apprezzata, anche grazie alle trasmissioni su RADIO3, a livello internazionale.
Il concerto di questa sera, che aveva come fil rouge Venezia e compositori che hanno incrociato le loro esistenze con la città lagunare, era intrigante sia per il corposo programma sia per gli artisti impegnati in un exucursus musicale che ha spaziato da Mozart a Stravinskij.
A fare da apripista al concerto è stato però Ermanno Wolf-Ferrari, compositore del Novecento probabilmente più noto per alcune opere liriche (Il campiello, I quattro rusteghi, Il segreto di Susanna) ma qui colto in una composizione giovanile (1893), la Serenata per archi, che si dipana in quattro movimenti.Si tratta di un brano estremamente rigoroso nella sua, un po’scontata e convenzionale, classicità.
Daniel Smith, sul podio di una brillante Orchestra della Toscana, ne ha dato una lettura vivace, attenta alla scansione ritmica, varia nelle dinamiche e con agogiche stringenti ma mai frettolose. Da sottolineare l’ottimo lavoro degli archi gravi.

Eseguito per la prima volta nel 1877, il Concerto per violino e orchestra in si bemolle maggiore di Mozart si svolge in tre movimenti ed è una pagina musicale incantevole per la freschezza melodica e l’inventiva tipicamente mozartiane, quasi un marchio di fabbrica che rende immediatamente riconoscibile l’esprit del Salisburghese.
Il dialogo tra solista e orchestra è costante e, in questo senso, il buon affiatamento tra Francesca Dego e Daniel Smith si è rivelato un valore aggiunto.
Francesca Dego ha confermato una volta di più di avere la classe della grande interprete, che si manifesta anche nella gioiosa compostezza sul palco oltre che nella tecnica ineccepibile che le consente di essere espressiva anche nei passi più virtuosistici ed eloquente, emozionante nei momenti più melodici. Da ammirare la naturalezza e disinvoltura dell’artista sia nelle cadenze sia nei passi più cantabili.
Alla fine, dopo ripetute chiamate al proscenio, ha concesso come bis Come d’autunno, una composizione dedicatale da Carlo Boccadoro che omaggia al contempo Dante e Ungaretti.

Il concerto poi si è chiuso con la suite Pulcinella (1922) di Stravinskij, notoriamente tratta dall’originale balletto con canto composto nel 1920 dal quale l’autore eliminò le parti vocali sostituendole con il suono degli strumenti.
Il brano è, giustamente, considerato paradigmatico del neoclassicismo – termine forse superficiale, ma efficace, sul quale si sofferma acutamente Guido Barbieri nel programma di sala –  di Stravinskij perché rilegge la musica del Settecento napoletano (Pergolesi, nella fattispecie, anche se alcuni brani sono poi risultati apocrifi) in chiave novecentesca.
Si riconoscono i tipici stilemi della musica stravinskiana: gli sberleffi, le dissonanze che si stemperano all’improvviso, l’arguzia e l’ironia dissacranti e caricaturali.Anche in questo caso da lodare l’ottimo rendimento dell’Orchestra della Toscana – brillanti legni e ottoni –  che Smith ha guidato con entusiasmo in una pagina che presenta non pochi rischi esecutivi.
La serata è stata apprezzata dal pubblico, che ha accolto generosamente tutta la compagnia artistica manifestando il proprio gradimento con applausi più che convinti.

Ermanno Wolf-FerrariSerenata per archi
Wolfgang Amadeus MozartConcerto per violino e orchestra n.1 in si bemolle maggiore K207
Igor StravinskijPulcinella, suite da concerto
  
DirettoreDaniel Smith
ViolinoFrancesca Dego
  

Orchestra della Toscana



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Jonas Kaufmann trionfa al Festival di Lubiana. Recital impegnativo, ma il tenore concede ben quattro bis!

Foto Gregor Hohenberg/Sony Classical

Nonostante le consuete difficoltà contingenti il Festival di Lubiana è arrivato alla 69esima edizione, ospitando come sempre grandi protagonisti della scena musicale contemporanea in varie sedi cittadine: piazze, sale da concerto, chiese. Come ho già scritto altre volte, questa manifestazione ha una forte impronta autenticamente popolare: la capitale slovena si dona alla musica.
Dopo l’inaugurazione del mese scorso con Valery Gergiev e l’Orchestra del Mariinsky, pochi giorni fa si è svolto il concerto della coppia Anna Netrebko/Yusif Eyfazov e, ieri sera, è stata la volta dell’attesissimo recital di Jonas Kaufmann con l’Orchestra sinfonica slovena guidata da Jochen Rieder.
Il tenore tedesco è oggi uno degli artisti più ambiti da qualsiasi teatro, oltre che argomento di discussione per gli appassionati e richiamo irresistibile per il pubblico che, infatti, anche ieri si è presentato numerosissimo nonostante il costo dei biglietti non fosse esattamente popolare.
Il programma è stato peculiare: la prima parte dedicata alla musica italiana e la seconda interamente a Wagner, alternando in entrambi i casi Preludi e Ouverture ad arie d’opera, per quanto sia superficiale definire così i lacerti wagneriani.
Jochen Rieder ha diretto con piglio sicuro l’eccellente compagine locale che ha ben figurato nonostante qualche veniale ed episodico sbandamento degli ottoni nella seconda parte della serata. Ottimi gli archi e i legni e vigorose le percussioni.
Da wagneriano fradicio avrei saltuariamente preferito qualche decibel in meno (prima parte del Preludio del Lohengrin), ma l’acustica della grande sala da concerto del Cankarjev dom è difficile da gestire, soprattutto con un numero limitatissimo di prove.
Impeccabili, invece, sono risultate le esecuzioni delle pagine musicali italiane e in particolare è stata godibile la riuscita della celeberrima “Danza delle ore” da La Gioconda di Ponchielli.
Jonas Kaufmann è stato semplicemente grandioso, senza se e senza ma, nell’arco dell’intera serata.
Di là delle doti vocali, del tenore tedesco colpiscono la gestione della respirazione, il legato, la musicalità impeccabile e soprattutto l’eloquenza del fraseggio e la capacità davvero fuori dal comune di dare senso compiuto ai testi, alla parola scenica, quella che “scolpisce e rende netta ed evidente la situazione”, per dirla con Giuseppe Verdi.
Inoltre, con pochi gesti da consumato attore, porta subito dentro il personaggio. In questo modo i vari Enzo Grimaldo, Alvaro, Canio sino agli eroi wagneriani risultano vivi e palpitanti, credibili.
I personaggi sono spogliati da ogni retorica e lasciano intravvedere il lato umano, passionale, quello che li rende più vicini a noi e perciò più comprensibili.
A dispetto dell’oneroso programma Kaufmann ha regalato anche ben quattro bis, attingendo ancora da Wagner e passando per il Lied, la romanza da camera e l’operetta.
Tutti in piedi alla fine, a decretare il trionfo di un artista popolare e soprattutto bravissimo.

Giuseppe VerdiOuverture da I vespri siciliani
Amilcare PonchielliCielo e mar da La Gioconda
Amilcare PonchielliDanza delle ore da La Gioconda
Giuseppe VerdiOh tu che in seno agli angeli da La forza del destino
Ruggero LeoncavalloIntermezzo da Pagliacci
Ruggero LeoncavalloVesti la giubba da Pagliacci
Richard WagnerCavalcata delle Valchirie da Die Walküre
Richard WagnerEin schwert mir der Vater da Die Walküre
Richard WagnerPreludio da Die Meistersinger von Nürnberg
Richard WagnerMorgenlich leuchtend in rosigen Schein da Die Meistersinger von Nürnberg
Richard WagnerPreludio da Lohengrin
Richard WagnerIn fernem Land da Lohengrin
  
TenoreJonas Kaufmann
DirettoreJochen Rieder
  

Orchestra Sinfonica Slovena
  




La scomparsa del Maestro Gianluigi Gelmetti

È arrivata da poco la tristissima notizia della scomparsa di Gianluigi Gelmetti, direttore d’orchestra, compositore e regista.
Ho avuto modo di frequentarlo quando era Direttore musicale al Teatro Verdi di Trieste e ne ho apprezzato la grande umanità, la competenza e la spiritualità fuori dal comune.
Era, inoltre, un uomo di cultura nella migliore accezione del termine; una cultura che non si limitava al campo musicale ma spaziava in molte altre discipline, dalla filosofia alle lettere. Questo gli consentiva un approccio alla Musica di spessore inusuale nell’attuale panorama artistico.
Aveva un carattere schietto e un umorismo spesso tagliente che non mancava di rivolgere a se stesso dimostrando una buona dose di autoironia.
Allievo di Sergiu Celibidache, Gelmetti è stato un talento precocissimo della cui Arte per fortuna non mancano testimonianze.
Ci sarà tempo nei prossimi giorni per analizzare nel dettaglio la sua lunga carriera, ora l’emozione prevale e il modo migliore per ricordarlo è ripubblicare un’intervista a tutto campo – attualissima per i temi trattati –  di pochissimi anni fa, in cui emerge prepotente l’Uomo oltre che l’Artista.
Riposi in pace.

INTERVISTA A GIANLUIGI GELMETTI

Tre voci autenticamente verdiane trionfano al Teatro Verdi di Trieste: green pass rimandato a ottobre.

Il concerto di canto è una rarità al Verdi di Trieste ed è altrettanto raro – diciamola tutta, senza mancare di rispetto a nessuno – avere l’occasione di ascoltare un trio di cantanti nel pieno dei loro mezzi artistici come quelli che si sono esibiti ieri sera.
Stiamo parlando di Anna Pirozzi, al debutto sul palcoscenico triestino, e di Fabio Sartori e Ambrogio Maestri, che da queste parti non si ascoltavano da tempo.
È stata l’occasione dell’esordio anche per un altro discusso protagonista appena venuto alla ribalta e cioè il green pass che ha creato qualche inconveniente all’ingresso, determinando uno slittamento di un quarto d’ora dell’inizio del concerto.
Il programma, tutto dedicato a Giuseppe Verdi, si è caratterizzato per una scelta di pagine musicali nobilmente popolari, spaziando dagli anni di galera del compositore sino alle opere della maturità più compiuta.
Jordi Bernàcer, sul podio di un’Orchestra del Verdi eccellente, è sembrato più a proprio agio nell’affrontare i forti contrasti dinamici e le agogiche infuocate del primo Verdi – penso alla ribollente tumultuosità della Sinfonia dalla Luisa Miller, per esempio  – che nelle ansiogene sottigliezze psicologiche dei duetti del Don Carlo, ma nel complesso la sua direzione sanguigna, seppur con qualche riserva, ha convinto. Bisogna pur tenere presente che le attuali norme costringono coro e orchestra a una disposizione che non favorisce l’uniformità del flusso sonoro.
Efficace la risposta dell’Orchestra del Verdi, come dicevo, che ha palesato una volta di più un carattere particolarmente adatto a queste pagine musicali. Ottimi gli archi, brillanti e precisi i legni, vigorosi gli ottoni e puntuali le percussioni. Nel Preludio de I masnadieri e nel balletto dal Don Carlo si sono messi in luce il primo violoncello di Matteo Salizzoni e il Konzermeister Stefano Furini.
Buona anche la prova del Coro istruito da Francesca Tosi, soprattutto nel lacerto dall’Otello (Fuoco di gioia) che immagino debba essere ben difficile da eseguire estrapolato dal contesto.
Anna Pirozzi è uno dei soprani più interessanti dell’attuale panorama operistico. Per certi versi è una cantante d’antan anche se solo da pochi anni si è affacciata alla ribalta internazionale. Voce torrenziale, da autentico soprano drammatico – e il repertorio che pratica abitualmente lo dimostra – padroneggia serenamente il suo importante strumento. Gli acuti sono folgoranti (la sortita di Odabella, Santo di Patria), sa cantare con dolcezza (La vergine degli angeli) e al contempo regala sontuose messe di voce (Tu che le vanità) e agilità di forza dirompenti.
Fabio Sartori è – a parere di chi scrive – uno degli artisti più sottovalutati dalla critica degli ultimi lustri, il che non toglie nulla al suo reale valore artistico. È un cantante che, rara avis, possiede autentico squillo tenorile (La mia letizia infondere), quello che ti fa saltare dalla sedia. Inoltre, è capace di fraseggiare con gusto (Cielo pietoso, duetto dal Don Carlo), ha un’ottima musicalità, un buon volume e una tecnica che gli consente una linea di canto pulita e omogenea. Avercene, di tenori così.
Ambrogio Maestri è un artista che non ha certo bisogno di presentazioni, il suo Falstaff è già di riferimento.
La voce è importante, di timbro scuro, adattissima alle insidiose parti verdiane scritte per baritono che richiedono ampiezza ed estensione e anche ieri sera ne ha dato ampia prova. L’accento luciferino e il fraseggio (Credo da Otello), il vigore drammatico (Terzetto dal Trovatore), la capacità di cesellare la parola scenica (Perfidi da Macbeth) sono peculiarità indispensabili per chi affronta questo repertorio così impegnativo.
Tutti i solisti sono stati ugualmente apprezzati dal pubblico che li ha meritatamene applauditi e acclamati durante il concerto e a fine serata, come ha fatto anche con Marina Pecchiar, arpista storica dell’orchestra triestina, che è felicemente andata in quiescenza.

Giuseppe Verdi
  

Musiche da Luisa MIller, Attila, I Lombardi alla Prima Crociata, Macbeth, La forza del destino, Simon Boccanegra, Otello, Il trovatore, I masnadieri, Nabucco, Don Carlo
  
SopranoAnna Pirozzi
TenoreFabio Sartori
BaritonoAmbrogio Maestri
  
DirettoreJordi Benàcer
Direttore del coroFrancesca Tosi

Orchestra e Coro del Teatro Verdi di Trieste

Domenica 8 agosto serata verdiana al Teatro Verdi di Trieste: il soprano Anna Pirozzi al debutto triestino.

COMUNICATO STAMPA

VIVA “IL VERDI”: OMAGGIO ALLA MUSICA DI GIUSEPPE VERDI

Primo appuntamento con obbligo di green pass per il pubblico

Trieste, 2 agosto 2021: una serata speciale per omaggiare Giuseppe Verdi, con interpreti di successo a livello internazionale, in scena domenica 8 agosto, alle 20.

Viva “Il” Verdi vedrà protagonisti il direttore Jordi Bernàcer, il soprano Anna Pirozzi, il tenore Fabio Sartori, il baritono Ambrogio Maestri. Orchestra e Coro della Fondazione Teatro Verdi di Trieste. Maestro del Coro Francesca Tosi. Un concerto che porta sul palco del teatro nomi molto conosciuti e apprezzati, in un evento che chiude la prima parte della stagione, prima di riprendere gli spettacoli a settembre.

Il cast: Jordi Bernàcer giovane direttore spagnolo, si è diplomato in flauto al Conservatorio di Valencia e in Direzione d’orchestra al Conservatorio di Vienna. È stato assistente di Riccardo Chailly, Sir Andrew Davis, Valery Gergiev, Nicola Luisotti, Zubin Mehta, Georges Prêtre e del M° Lorin Maazel che lo ha nominato Direttore Associato al Festival di Castleton nel 2007. Nel 2015, e per tre stagioni, è stato Direttore Residente alla San Francisco Opera. Ha lavorato in diversi teatri prestigiosi, come il Teatro Real di Madrid, la Deutsche Oper di Berlino, la Semperoper di Dresda, il Teatro San Carlo di Napoli, il Teatro dell’Opera di Roma, Arena di Verona, Opera di Los Angeles, Opera di San Francisco, Teatro Mariinski di San Pietroburgo, Opéra Royal de Wallonie, Royal Opera House Muscat. Presente anche in festival internazionali, in tutto il mondo. Attivo nel repertorio sinfonico, è ospite delle principali orchestre spagnole. Dal 2012 ha consolidato la partnership con Plácido Domingo dirigendolo in diversi concerti e produzioni operistiche.

Anna Pirozzi, fin dal suo debutto nel 2012 al Teatro Regio di Torino nel ruolo di Amelia in Un ballo in maschera, ha raccolto ampi consenti. Al Festival di Salisburgo debutta

sotto la direzione musicale di Riccardo Muti nella parte di Abigaille in Nabucco, per approdare poi all’Arena di Verona, al Palau de les Arts Reina Sofía di Valencia, al NCPA Pechino, alla New Israeli Opera Tel Aviv, ai Teatri d’Opera di Lipsia e Stoccarda, Las Palmas, Menorca, al Festival di Sanxay e a Bologna, Firenze, Parma, Palermo e Cagliari e al Teatro alla Scala. Tanti gli impegni internazionali successivi, nei teatri di tutto il mondo. Nel 2018 in particolare debutta in ruoli importanti: Odabella in Attila, al Gran Teatre del Liceu, Norma all’ABAO Bilbao e Manon Lescaut all’Opera di Liegi. Ha cantato inoltre nel ruolo del titolo in Aida al Teatro Real di Madrid oltre a tante altre interpretazioni. Collabora regolarmente con i direttori d’orchestra più rinomati a livello internazionale, come Riccardo Muti, Zubin Mehta, Nello Santi, Nicola Luisotti, Daniel Oren, Donato Renzetti, Gianandrea Noseda, Michele Mariotti e Renato Palumbo. Tra i suoi prossimi impegni è attesa a Monaco, Tokyo, Londra, Vienna, Napoli, Madrid e Zurigo.

Fabrizio Sartori debutta nel 1996 ne La Boheme, alla Fenice di Venezia e la stagione seguente è al Teatro alla Scala, in Macbeth, sotto la direzione del M° Mut. Nel 1998 debutta anche in due importanti ruoli verdiani: quello di Gabriele Adorno in Simon Boccanegra al Teatro Comunale di Bologna e quello in Don Carlo, sempre a Bologna e al Teatro Regio di Parma. Negli anni successivi ricopre altri ruoli importanti nei teatri di tutto il mondo, a Berlino, Vienna, Chicago, Zurigo. Recentemente ha cantato in Simon Boccanegra a Berlino, Milano, Barcellona e Madrid, in tournée a Buenos Aires con il Teatro alla Scala. Attila a Milano e in Cina, con una lunga serie di successi internazionali.  Ospite abituale del Teatro alla Scala, vi è tornato con Simon Boccanegra, anche in tournée a Taipei, Seoul e Mosca. Nel 2018 debutta alla Royal Opera House con Canio in Pagliacci, ha cantato Aida al Teatro alla Scala di Milano, Macbeth di Berlino e Il Trovatore a Liegi. Ha inaugurato la stagione del Teatro alla Scala 2018/19 con la fortunata produzione di Attila. Al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino ha cantato Nabucco nell’ottobre 2020 e ha debuttato nel ruolo del titolo in Otello.

Ambrogio Maestri debutta nel 2001 con l’evento musicale più importante del “Centenario Verdiano”: il Falstaff, che, sotto la direzione del Maestro Riccardo Muti e per la regia di Giorgio Strehler, lo vede protagonista al Teatro la Scala di Milano e allo storico Teatro Verdi di Busseto. La collaborazione con il Maestro Muti lo porta, nei tre anni successivi, a debuttare al Teatro alla Scala alcuni dei più emblematici ruoli verdiani quali Jago in Otello, Renato in Un ballo in maschera, Don Carlo di Vargas ne La forza del destino e Giorgio Germont in La Traviata.  Ospite dei più prestigiosi enti lirici mondiali (Metropolitan Opera, Opera de Paris, Covent Garden, Staatsoper di Vienna, Deutsche Oper di Berlino…) prosegue il suo percorso verdiano interpretando il Conte di Luna ne Il Trovatore, Amonasro in Aida, Rolando ne la battaglia di Legnano, Simon Boccanegra, Rigoletto e Nabucco nel ruolo di protagonista. La collaborazione decennale con l’Arena di Verona lo porta a festeggiare nella stagione 2012 le cento recite di Aida. Viene diretto dai migliori direttori della scena internazionale. Nel 2012 il regista Ferzan Ozpetek gli offre un ruolo nel suo film Magnifica presenza, mentre continua l’attività nei teatri di tutto il mondo. Recentemente si è esibito in diverse opere a Vienna e al Metropolitan Opera di New York, a Barcellona e Vienna, nella passata stagione a Milano, Monaco, Amsterdam, San Paolo del Brasile, Buenos Aires, Chicago, e Salisburgo.

Programma: nella prima parte Sinfonia da Luisa Miller, Santo di Patria da Attila, La mia letizia infondere da I Lombardi alla prima crociata, Pietà, rispetto, amore da Macbeth, La vergine degli angeli da La forza del destino, O Inferno! … Cielo pietoso rendila da Simon Boccanegra, Credo da Otello, Fuoco di gioia da Otello, Udiste…Mira d’ acerbe lagrime da Il Trovatore. Nella seconda parte Preludio da I masnadieri, Tu che le vanità da Don Carlo, Dio, che nell’alma infondere da Don Carlo, Ballet de la Reina da Don Carlo, Io vengo a domandar da Don Carlo, Va pensiero da Nabucco, Tace la notte!  da Il Trovatore. Bis Libiamo da La Traviata.                    

Green pass: Viva “Il” Verdi sarà il primo appuntamento con le nuove regole introdotte dal 6 agosto e legate al contenimento del Covid-19. Tutti gli spettatori dovranno esibire all’ingresso, insieme al biglietto nominativo, anche il green pass, la certificazione conseguente al vaccino o la negatività al tampone.

Resta in vigore l’obbligo di indossare la mascherina ffp2 o ffp3 durante tutto lo spettacolo.

Ampliata con Madama Butterfly l’attività al Teatro Verdi di Trieste.

COMUNICATO STAMPA

L’ATTIVITÀ DA SETTEMBRE A DICEMBRE SI ARRICCHISCE CON MADAMA BUTTERFLY

Tra le novità anche la ripresa di Mozartiade e Pasticci a Trieste

Trieste, 2 agosto 2021: All’attività artistica del Teatro Verdi di Trieste, già presentata nei mesi scorsi, si aggiungono alcune novità. Programmati gli spettacoli Mozartiade e Pasticci a Trieste, rispettivamente a settembre e ottobre, che vengono recuperati dopo l’annullamento nel 2020 a causa della pandemia. Inserita nel calendario anche Madama Butterfly, un’ ulteriore opera, titolo molto amato e popolare, in scena a ottobre. A seguire, come già annunciato, Il barbiere di Siviglia, a dicembre, e il tradizionale concerto di Natale e quello di Fine anno. 

“La ripresa a settembre è nel segno dell’ottimismo – sottolinea il Sovrintendente Stefano Pace – mantenendo sempre le misure di sicurezza che saranno necessarie, ma auspicando che al più presto si possa tornare a una situazione di normalità”.  “La vendita dei biglietti – ricorda il Direttore Generale Antonio Tasca – inizierà il primo giorno di settembre, per l’attività fino a dicembre. Il teatro va avanti e rilancia. Sempre a settembre verrà anche presentata la nuova campagna abbonamenti, per la stagione 2022 (gennaio-giugno)”. Stagione che si aprirà con la prima opera di Nicola Piovani, Amorosa Presenza. 

Mozartiade e Pasticci a Trieste: Mozartiade (ovvero Bastiano e Bastiana), sarà in scena dal 10 al 16 settembre. Maestro concertatore e direttore Roberto Gianola, interpreti Rinako Hara (Bastiana), Andrea Schifaudo (Bastiano), Nina Dominko (La Regina) e Andrea Binetti (Cola), con il nuovo allestimento della Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste, con Orchestra, Coro e Tecnici della Fondazione

“Mozartiade ritorna al Verdi. Il Singspiel in un atto – spiega il Direttore Artistico Paolo Rodda – su libretto di Friedrich Willhelm Weiskern e Johann Andrea Schachtner da Le divine du village di Jean-Jacques Rousseau, con la musica di Wolfgang Amadeus Mozart, viene proposto nella nuova orchestrazione a cura di Marco Taralli e Paola Magnini, la traduzione e versione ritmica di Andrea Binetti e Roberto Gianola”. 

Pasticci a Trieste (ovvero La prova di un’opera seria), sarà in scena dal 23 al 29 ottobre. Maestro concertatore e direttore Yuki Yamasaki, interpreti Daniela Mazzucato (Giuditta), Nicoletta Curiel (Fedora), Max René Cosotti (Aureliano) e Andrea Binetti (Raffaello Pasticci). “Si tratta – prosegue Rodda – di una rivisitazione dell’opera di Francesco Gnecco. In questa nuova messa in scena il Poeta Pasticci, uno dei protagonisti, guiderà il pubblico all’interno del duttile canovaccio pensato dal compositore Gnecco, nel mondo musicale di una Trieste che forse non tutti conoscono. La parte musicale è stata riorchestrata dal compositore Matteo Musumeci, la regia è affidata a Andrea Binetti”.

“Ricordo – aggiunge Rodda – che entrambi gli spettacoli erano inizialmente previsti al Ridotto, mentre andranno in scena nella sala principale”. 

Madama Butterfly: l’opera, con musica di Giacomo Puccini, sarà in scena dall’1 al 9 ottobre. Maestro concertatore e direttore Francesco Ivan Ciampa, regia di Alberto Triola. Interpreti principali: Eugenia Muraveva/Federica Vitali (Madama Butterfly), Francesco Castoro/Riccardo Rados (F.B.Pinkerton), Elia Fabbian/Luca Galli (Sharpless) e Na’ama Goldmann (Suzuki). L’opera è già andata in scena nella stagione 2018-2019 e torna con nomi importanti e molto apprezzati. Lo spettacolo sarà presentato nel dettaglio a fine estate. 

Il Verdi ritrova il suo pubblico: il teatro ha ripreso l’attività con il pubblico in presenza lo scorso 12 giugno con l’evento speciale “Stabat Mater”, concerto in memoria delle vittime della pandemia. Spazio poi a “La Traviata”, “Il Lago dei Cigni”, “La Vedova Allegra” e lo scorso week end “Tango e dintorni”, spettacoli molto amati, che più volte hanno fatto registrare il tutto esaurito. Gran finale della prima parte della stagione con Viva “Il” Verdi, l’atteso concerto in programma domenica 8 agosto.

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