Di tanti pulpiti.

Dal 2006, episodiche esternazioni sulla musica lirica e amenità varie. Sempre tra il serio e il faceto, naturalmente. #verybullo

Festoso Concerto di fine anno al Teatro Verdi di Trieste. Teatro esaurito, ed è una bella notizia.

Il Concerto di fine anno del Verdi di Trieste, ultimo atto di un 2022 difficile, è stato un successo e, soprattutto, ha visto il ritorno del pubblico che ha gremito il teatro in ogni ordine di posti e ha applaudito tutta la compagnia artistica con convinzione. Probabilmente il dato saliente della serata è questo, il resto sono bazzecole, quisquilie e pinzillacchere, come diceva Totò.
Dopo una breve introduzione del Sovrintendente Giuliano Polo, che ha ringraziato le maestranze e le istituzioni e del Sindaco Roberto Dipiazza che ha professato ottimismo per il futuro della città e del teatro, è cominciato il concerto.
Il programma era, come sempre in queste circostanze, piuttosto incoerente nella scelta dei brani, ma qua e là è trapelato qualche richiamo alle radici storiche di Trieste, centro della Mitteleuropa. Sarebbe bello che questi concerti celebrativi fossero più legati al territorio, soprattutto nei casi di città come Trieste, appunto, che può vantare una multiculturalità e una storia singolari e comunque diversa da altre realtà italiane. Non si tratterebbe di provincialismo, anzi, ma di una virtuosissima operazione di recupero del patrimonio culturale locale.
Sul podio dell’Orchestra del Verdi, ieri in gran spolvero e affiancata dal Coro della fondazione preparato da Paolo Longo, ha ben figurato Pietro Rizzo il quale, nonostante il sopra segnalato programma eterogeneo che trovate in locandina, ha guidato con mano sicura la compagine triestina.
Rizzo si è disimpegnato con sicurezza tra le atmosfere un po’ decadenti dell’Austria felix (Johann Strauss jr. Lehár, von Suppé), che richiedono vaporosa leggerezza, alle più dense atmosfere della musica russa (Ciajkovskij, Rachmaninov) passando per il goliardico e spumeggiante Offenbach, il drammatico Bizet di Carmen e l’etereo Delibes di Lakmé. E tanto altro, perché non sono mancati Verdi, Puccini, Leoncavallo, il nordico Grieg, il sensuale Lara di Granada, il brillante valzer “da camera” di Arditi e il brio spensierato del musical (My fair lady).
La compagnia di canto era composta da giovani con l’eccezione di una cantante nella piena maturità artistica, il mezzosoprano Marina Comparato che ha dato un gustoso e impegnativo assaggio del suo repertorio attuale. Nata come belcantista nel senso più classico (Rossini, Mozart e non solo) Marina Comparato ha assecondato con attenzione l’evoluzione del suo strumento e ora si affaccia a parti più drammatiche, come Eboli e Carmen. Ottima l’intesa con il soprano nel “duetto dei fiori” da Lakmé e brillante il rendimento nell’aria di Orlowsky. L’esperienza scenica consente alla Comparato di “entrare” nel personaggio con pochi gesti e sguardi che fanno subito teatro anche in un concerto senza costumi.
Brava la spumeggiante Mariam Battistelli, che nonostante la giovane età ha messo in risalto, anche dal lato scenico, tutte le sue qualità di soprano leggero. Ottima intonazione, facilità nella salita agli acuti, assieme a una indubbia comunicativa gioiosa nel canto sono state le sue carte vincenti.
Riccardo Della Sciucca, 27 anni, ha una bella voce di tenore lirico che gli ha consentito di superare, pur con qualche patema, arie impegnative ed esposte a ingenerosi confronti come Nessun dorma e la cavatina di Oronte da I lombardi alla prima crociata di Verdi, oltre che fare da “spalla” nei panni di Don José nella Seguidille cantata da Marina Comparato.
Il basso Viacheslav Strelkov è sembrato assai rinfrancato dopo l’esibizione del concerto natalizio. Certo, qualche problemino – soprattutto di intonazione – rimane, ma gestire una voce così importante da vero basso profondo non è facile. E sicuramente l’aria di Gremin e la cavatina di Aleko (per quanto scritta per baritono) gli si addicono meglio di parti mozartiane piuttosto acute.

Il concerto, che ha ottenuto come ho scritto all’inizio un successo strepitoso, si è chiuso con l’inevitabile bis del Brindisi dalla Traviata.

Franz von SuppéOuverture da Cavalleria leggera
Johann Strauss jr.Aria di Orlowsky da Die Fledermaus
Johann Strauss jr.Schwipslied (Annen Polka)
Jacques OffenbachGlou glou glou da Les contes d’Hoffmann
Petr Il’ic CiajkovskiAria di Gremin da Evgenij Oneghin
Giuseppe VerdiLa mia letizia infondere da I Lombardi alla prima crociata
Giuseppe VerdiNel giardin del bello da Don carlos
Luigi ArditiParla!
Edvard GriegIn the hall of the mountain King da Peer Gynt
Sergej RachmaninovVes tabar spit da Aleko
Georges BizetSur la grève en feu da Les pecheurs de perles
Augustin LaraGranada
Georges BizetSeguidille d Carmen
Franz LehárMeine Lippen da Giuditta
Léo DelibesDuetto dei fiori da Lakmé
Giacomo PucciniNessun dorma
Ruggero LeoncavalloDon, din, don suona vespero da Pagliacci
Frederick LoeweI could have danced all night da My fair lady
  
DirettorePietro Rizzo
  
Direttore del CoroPaolo Longo
  
SopranoMariam Battistelli
MezzosopranoMarina Comparato
TenoreRiccardo Della Sciucca
BassoViacheslav Strelkov
  
Orchestra e Coro del Teatro Verdi di Trieste
  
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