Di tanti pulpiti.

Dal 2006, episodiche esternazioni sulla musica lirica e amenità varie. Sempre tra il serio e il faceto, naturalmente. #verybullo

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Dal nostro inviato speciale al Festival di Bayreuth!

Come sapete da qualche anno Di tanti pulpiti ha un agente segreto all’interno del Festival di Bayreuth. L’inviato speciale ci racconta i retroscena del Festival esprimendo le sue opinioni: ecco il primo dossier (strasmile).

Ripartire non è stato facile ma era, a dir poco, necessario. Sarà per tutti noi che lavoriamo qui un festival da ricordare e, al contempo, da dimenticare. Stringatamente:

1) Tampone quotidiano obbligatorio (tornerò a casa con le narici di un equino!).

2) Ingressi ed uscite dal palcoscenico, sala coro, camerini etc.etc differenziati (della serie: si entra da una parte e si esce dall’altra che, solitamente dista circa un km. Tornerò con i polpacci di un maratoneta)

3) Il coro è diviso in due gruppi ciascuno di 70 elementi. Un gruppo canta dalla sala coro con tanto di microfono ed il tutto viene trasmesso in tempo reale in palcoscenico. L’ altro gruppo è in palcoscenico e..”muove la bocca”. Si, hai letto bene: cantiamo in…playback”. Risultati, durante le prove, discutibili. Tornerò a casa con uno spiccato sviluppo della muscolatura facciale.

4) Abbiamo fatto tutte le prove in palcoscenico con la mascherina 😷😠in sala coro hai visto come siamo stati “ingabbiati”. Per fortuna a partire dalle prove di assieme abbiamo potuto liberare il nostro volto… 5) Riguardo Holländer: ottima a dire poco la Grigorian anche se, a mio avviso, troppo “temperamentosa”. Ciò, in alcuni momenti va a scapito della voce ma glielo perdono. Direttrice d’orchestra molto in gamba che riesce a tenere testa ad un’orchestra che, con i direttori, sa essere molto critica e lo manifesta apertamente. Ciò fino ad ora non è avvenuto. Regia: mi farebbe piacere sapere che cosa mai hanno passato nella loro infanzia e adolescenza i registi attuali…Tutto sommato non è male ma c’è tanto Freud e non troppo Wagner…Ma qui si usa così…

6) Le altre opere sono collaudate e non c’è molto da dire se non che sono state ridimensionate scenicamente e registicamente per un coro dimezzato…

7) Non so come risulti, all’ascolto, il tutto. Posso giudicare solo ciò che arriva in palcoscenico e preferisco non farlo.

8) Non mi viene, per il momento, in mente altro 🤔..Ah! Sì! Nei Meistersinger, Festwiese, noi, meschini! che sediamo negli ultimi banchi abbiamo in dotazione anche i tappi per le orecchie perché abbiamo alle nostre spalle i riporti…

9) Tutto è terribilmente triste e non solo per quanto ho detto ma perché si avverte un tentativo forzato di ritorno alla normalità. Già il fatto di non vedere pubblico alle generali non è stato bello. Spero che con gli spettacoli la cosa cambi. Gli spettatori in sala saranno 900, salvo restrizioni dettate dall’andamento dei contagi. Il resto me lo dovrete dire voi che ascolterete. Io potrò solo darvi notizia di quanto accadrà…

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I’m in Bayreuth state of mind 2021

Mentre venerdì prossimo, al Teatro Verdi di Trieste, si svolgerà la prima de La vedova allegra di Lehár, sulla sacra collina domenica 25 luglio si aprirà il Festival di Bayreuth 2021 con Der fliegende Holländer di (ovviamente!) Richard Wagner.
Dunque, per quanto in modo limitato, la grande festa wagneriana avrà luogo al contrario dell’anno scorso, quando la pandemia ne consigliò la cancellazione.
Non mi pare di poter dire che ci sia – almeno qui in Italia – una grande eccitazione e anzi, percepisco una certa indifferenza: le vicende del COVID-19 ormai hanno travolto qualsiasi notizia che non sia adiacente all’argomento virus.
Noi perfect wagnerite, wagneriani fradici più che perfetti, invece siamo sempre sul pezzo (strasmile).
Il programma prevede, oltre a una serata concerto con Andris Nelsons sul podio dell’Orchestra di Bayreuth, quattro opere: Der fliegende Holländer, Die Meistersinger von Nürnberg, Tannhäuser e Die Walküre.
Le curiosità sono molte, per esempio la direzione di Oksana Lyniv nell’Olandese, che si gioverà (?) della regia di Dmitri Tcherniakov e della mia amatissima Asmik Grigorian nell’insidiosa parte di Senta.

Nei Cantori nessuna sorpresa, sarà ripreso l’allestimento del 2017 di Barry Kosky con Philippe Jordan sul podio.
Per Tannhäuser si ripropone il discusso allestimento del 2019 con la regia di Tobias Kratzer e la direzione di Axel Kober. Tra i protagonisti Stephen Gould, Lise Davidsen ed Ekaterina Gubanova.
Le prefate opere saranno in forma scenica, mentre Die Walküre si svolgerà in forma semiscenica con i macabri e temuti (da me, almeno) interventi di Hermann Nitsch.
L’Olandese sarà trasmesso in diretta da Radio3, mentre, se ho ben capito, per le altre occasioni bisognerà arrangiarsi smanettando sulle frequenze internazionali.
Tutto sommato anche il ritorno del Festival di Bayreuth è un tentativo di ripristinare una parvenza di normalità, perciò ben vengano anche le provocazioni.

I’m in Bayreuth state of mind 2018. Parte domani il Festival wagneriano più famoso del mondo.

In un clima di notevole indifferenza, o almeno così pare a me, anche quest’anno sta per ripartire il Festival di Bayreuth.
Siccome dalle statistiche vedo che tanti nuovi lettori si affacciano sul mesto panorama di questo blog desolato, do un paio di indicazioni minime su cosa sia codesta manifestazione per brontosauri (strasmile).
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Il bicentenario wagneriano in disco: Der fliegende Holländer (L’Olandese volante).

In attesa della presentazione della stagione lirica 2014 del Teatro Verdi di Trieste, che avverrà lunedì prossimo alle 11.30, proseguo con la mia piccola guida ragionata alla discografia di Richard Wagner.
Cliccando sotto potete trovare le precedenti puntate:
Die Feen (Le Fate)

Das Liebesverbot (Il divieto d’amare)

Rienzi Leggi il resto dell’articolo

Il bicentenario wagneriano in disco: Rienzi, der Letzte der Tribunen.

La terza opera di Wagner, Rienzi, oltre al valore puramente artistico ebbe anche un gran merito pratico e cioè quello di dare una certa soddisfazione economica al compositore il quale, abituato a uno stile di vita ancora più esagerato della lunghezza delle sue opere (e non è facile! Smile), era spesso in ambasce economiche. Leggi il resto dell’articolo

Il bicentenario wagneriano in disco: Das Liebesverbot oder Die Novize von Palermo (Il divieto di amare).

Ѐ sempre difficile per uno scribacchino come me esprimere valutazioni negative su chicchessia, figuriamoci poi quando mi sento di parlare “male” di Wagner!
Peraltro, avete voluto la Libertà di Internet? Ecco, questi sono i risultati (strasmile). Leggi il resto dell’articolo

Il bicentenario wagneriano in disco: Die Feen (Le Fate).

In molti, in occasione di questo 2013 in cui si festeggiano – piuttosto male, peraltro – i compleanni postumi di Verdi e Wagner, mi hanno chiesto di pubblicare una guida ragionata delle incisioni di questi due compositori e ho deciso di accontentare i miei happy few. O meglio, verrò incontro ai desiderata dei wagneriani, perché analizzare anche la produzione discografica verdiana sarebbe troppo oneroso. E poi di Verdi è più facile trovare paginate di suggerimenti e consigli.
I wagneriani, invece, sono sì agguerriti ma sostanzialmente in via d’estinzione, come l’asino selvatico africano (Equus africanus) e hanno bisogno di attenzione, di cura e amore. Se vi chiedete come mai tra tutte le bestie in pericolo ho scelto proprio un asino, ecco, significa proprio che ho fatto l’esempio giusto (strasmile).
1675368-un-giovane-africano-asino-selvatico-in-uno-zoo-in-tailandia Leggi il resto dell’articolo

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