Come ho già scritto, ascoltare CD è ormai uno dei pochi modi rimasti per stare vicini alla musica, il perché lo sapete tutti. Per me, che sono molto diffidente nei confronti degli spettacoli in streaming, è ancora più vero.
Per fortuna ogni tanto mi arriva qualche nuova incisione, alla quale do spazio volentieri soprattutto se editori e interpreti sono poco noti.

Una delle molte conseguenze del maledetto Covid-19 è che tantissime iniziative artistiche sono state bloccate oppure, e forse è peggio, lasciate a metà. È il caso di questo lavoro di Laura Menegozzo (viola) e Adele D’Aronzo (pianoforte), dedicato alla musica di Nino Rota e Krzysztof Penderecki.
Infatti, riportano le note nel booklet, l’incisione del CD è cominciata quasi in concomitanza col primo lockdown, nel marzo di questo nefasto 2020. Solo qualche mese dopo, alle porte dell’estate, è stato possibile finire il lavoro in studio (Auditorium Casa della Musica, a Trieste).
Nell’immaginario collettivo Nino Rota è un compositore di colonne sonore, perché è l’attività che gli ha dato notorietà universale grazie alla collaborazione con quasi tutti i più grandi registi di cinema.
In realtà, Rota è stato un artista a tutto campo, che ha spaziato dalla musica da camera alla sinfonica, dalle opere liriche – si pensi a Il cappello di paglia di Firenze – alle canzoni e altro ancora.
Il primo brano proposto è il celeberrimo Intermezzo per viola e pianoforte in Si minore, a seguire la Sonata per viola e pianoforte in Do maggiore e la Sonata per viola e pianoforte in Sol maggiore, entrambe in tre movimenti.
Si tratta di pagine musicali sofisticate, in cui la spigolosa temperie culturale del Novecento è smorzata da ampie e raffinate aperture melodiche che le rendono piacevolissime anche al primo ascolto.
Le due soliste dimostrano da subito un grande affiatamento artistico e il caldo suono della viola (che strumento meraviglioso!) si fonde alla perfezione con l’impeto metallico, quasi violento in certi passi, del pianoforte. Ma è un gioco di scambi, una complicità solidale che anima una musica viva e palpitante.
In altri momenti prevale una dolcezza che ha nulla di zuccheroso, come nell’Allegretto scorrevole che apre la prima sonata o nell’Andante successivo. Non mancano ovviamente diversi momenti in cui entrambe le interpreti danno fondo alle loro capacità virtuosistiche.

Penderecki, (che anch’io, come Laura Menegozzo, ho avuto il privilegio di conoscere in occasione di un’esecuzione del Requiem polacco a Lubiana) è purtroppo scomparso proprio quest’anno, a marzo.
Il compositore polacco non si è dedicato alle colonne sonore, ma due sue pagine musicali sono state inserite in film di grandioso successo: L’esorcista e Shining.
Esponente dell’avanguardia postmoderna – ammesso che voglia dire qualcosa – anche Penderecki è stato un compositore poliedrico, intrigante e sperimentatore. Spesso la sua musica pare aggressiva ma è sempre permeata da una grande spiritualità.
Già dal primo brano, Tempo di valse, s’intuisce che l’atmosfera è diversa rispetto alla musica di Rota.
Qui le pause, i silenzi, hanno una valenza espressiva e poco o nulla è concesso alla melodia. Le note si inerpicano e si aggrovigliano con gli stilemi paradigmatici della musica novecentesca. Traspare un senso di urgenza, quasi di ansiosa aspettativa, che costringe a un’attenzione non svagata, in particolare nell’ultimo brano proposto, Cadenza (tratta dal Concerto per viola e orchestra).
Laura Menegozzo, che è violista nell’Orchestra del Teatro Verdi di Trieste, vanta numerose esperienze come concertista e svariate collaborazioni internazionali e interpreta Penderecki con passione e virtuosismo.
Il CD è disponibile su buona parte degli store online dedicati alla musica.
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