Di tanti pulpiti.

Dal 2006, episodiche esternazioni sulla musica lirica e amenità varie. Sempre tra il serio e il faceto, naturalmente. #verybullo

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Antonino Siragusa trionfa nell’Italiana in Algeri al Teatro Verdi di Trieste.

Di Rossini preferisco le opere serie – non a caso il titolo del blog gioca su di un calembour di un’aria del Tancredi – ma ieri sera mi sono divertito e, per puro caso, stasera sarò a Lubiana per La Cenerentola.
Insomma un weekend di full immersion rossiniana e, tutto sommato, può andare peggio (strasmile).
Ieri la serata è stata allietata anche dai vestiti di alcune signore, che erano in tono con le scenografie dello spettacolo. Tutto come sempre, andiamo avanti! Leggi il resto dell’articolo

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Tristan und Isolde al Teatro Verdi di Trieste: cronaca di una non morte annunciata.

Insomma, siamo arrivati felicemente alla fine nonostante le difficoltà. Serata impegnativa, decisamente. Ah, sì, scusate, sto parlando di me percosso da una feroce infreddatura (strasmile) che mi ha reso ben più allucinato di Tristan nel terzo atto.
Qui qualche foto della generale.
Uno zombie, sembravo, e per fortuna che al Verdi mi vogliono bene e mi hanno sistemato in un palco sterilizzato dal secondo atto in poi. Nonostante questo, la democratica diffusione di bacilli durante il primo atto in platea ha decimato il pubblico triestino, che già di suo, mediamente, è pericolosamente esposto ai colpi d’aria vista l’età media rilevabile solo col Carbonio-14 o col carotaggio. Ho visto una coppia che presentava evidenti residui del Quaternario.
Ma passiamo alle cose meno serie, un saluto a tutti!

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Recensione seria di Il Campiello di Ermanno Wolf-Ferrari al Teatro Verdi di Trieste: il gioco di squadra paga.

Insomma, io cerco di evitare l’orrida Venezia per quanto mi è possibile e che succede? Me la ritrovo in casa, o meglio sul palcoscenico del Verdi! Un campiello di dimensioni quasi reali. E pensare che domani dovrò andare nella Venezia vera per il concerto di Jeffrey Tate, che interpreterà la Nona di Mahler. Mai una gioia, davvero.
Anche perché, a molti sarà sfuggito, ma io che nella città lagunare temo sempre per la mia incolumità sono particolarmente attento alle notizie, ora dopo i gabbiani assassini sembra che dovrò lottare pure con i coccodrilli (strasmile).
Ma veniamo alla serata di ieri al Teatro Verdi. Leggi il resto dell’articolo

Ultimo appuntamento con la Stagione Sinfonica al Teatro Verdi di Trieste: proposto un giovane Ferruccio Busoni.

Sabato mattina è stata presentata la Stagione Lirica 2013 del Teatro Verdi di Trieste.
Alla fine della conferenza stampa ho espresso la mia insoddisfazione, con un intervento che probabilmente è stato mal interpretato e che mi pare di capire abbia creato qualche malumore. Oppure mi sono espresso male io, tengo in considerazione anche questa ipotesi.
Nei prossimi giorni mi riprometto perciò di scrivere un post – che era in programma comunque, come da tradizione consolidata (che ne dite? L’anno scorso non scrissi proprio stupidaggini, vero?)… – in cui spiegherò, nello specifico, i motivi del mio disappunto.

Intanto è giusto dare spazio all’ultimo atto della Stagione Sinfonica. Leggi il resto dell’articolo

Recensione seria di Der Kaiser von Atlantis di Viktor Ullmann.

Leggo sul nostro quotidiano, Il Piccolo, che è confermata la prevista “replica” di questo spettacolo e invito tutti coloro che hanno tempo e voglia a partecipare. L’ingresso è libero.
L’appuntamento è per martedì 2 ottobre alle ore 21.00 alla Risiera di San Sabba.

Succede che ogni tanto anche nella devastata Trieste si organizzi qualche manifestazione interessante, magari fuori dai consueti circuiti che veicolano quella robaccia che si chiama cultura. Leggi il resto dell’articolo

Recensione semiseria di Rigoletto di Giuseppe Verdi al Teatro Verdi di Trieste. Metti, un gobbo a cena.

Rigoletto come un brodino caldo, che ristora momentaneamente il povero Teatro Verdi malato e febbricitante, in attesa delle vitamine Bohème prossime venture, che saranno somministrate dopo gli stravizi pasquali.
Una metafora culinaria di una tristezza agghiacciante, lo ammetto, scritta solo per scoraggiare i perditempo: ” ‘Mazza se comincia così neanche vado avanti.” – già li sento -. Leggi il resto dell’articolo

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