Oggi sul quotidiano locale si ipotizza un complotto per i fischi a Servile, pilotati da fan di Oren.
Si dice anche che Servile ha cantato così alla generale, però, e si conferma (l’ipotesi era nota da tempo) che il suo ingaggio è stato un risarcimento dopo che lo stesso Oren lo protestò, a suo tempo.
Allora la mia opinione è:
1) che se Servile (o chiunque altro) canta così va protestato comunque, da qualsiasi direttore d’orchestra o artistico, prima che il pubblico lo senta e maledica l’ora di aver buttato i soldi del biglietto.
2) che se i metodi d’ingaggio dei cantanti sono questi, siamo davvero messi bene.
3) altro, che non posso scrivere qui perché esercito la nobile arte del turpiloquio, di cui sono maestro, solo de visu.
Serata grama al Verdi di Trieste, ieri sera.
Il Roberto Devereux di Donizetti è stato annientato da un cast in condizioni penose.
Il baritono Roberto Servile, Conte di Nottingham, è stato sostituito alla fine di un primo atto da tregenda. Improvvisa indisposizione, hanno detto.
Se un cantante sta male, non dovrebbe salire sul palcoscenico, per rispetto al pubblico ed anche a se stesso. Non credo che abbia preso freddo salendo le scale del palcoscenico no?
La sostituta dell’ultima ora, Nelly Miricioiu, ha affrontato uno dei ruoli più difficili del belcanto, quello di Elisabetta I Regina d’Inghilterra.
Bene, con tutto il rispetto che si deve all’artista per il suo passato, il biglietto gli spettatori lo pagano in euro e non in sesterzi, quindi non andava ingaggiata.
La sua prestazione, specialmente nel primo atto, è stata imbarazzante: non ha preso una nota che sia una in modo decente. Poi, probabilmente sollevata psicologicamente dalla sostituzione del baritono e riposatasi grazie ad un intervallo lunghissimo, si è limitata a cantare male sino alla fine.
Il tenore Roberto Aronica, che pure ha già cantato il ruolo del titolo abbastanza bene, tanto che esiste pure un DVD in commercio con la Gruberova come protagonista, ha fornito una prestazione deludente.
Sembrava l’incarnazione del tenore di quella famosa barzelletta sulla lirica: “Serata bellissima, teatro magnifico, persone vestite elegantemente, poltrone comode, peccato che ad un certo punto sul palco sia salito un signore che ha urlato per tutta la durata dell’opera!”
Un’interpretazione monocorde, senza un minimo di approfondimento psicologico del personaggio che suggerisse un colore della voce diverso. Tutto cantato forte o fortissimo e pure senza un minimo di legato, di gusto.
Laura Polverelli, nel ruolo di Sara, è stata l’unica che ha fornito una prova buona: attenta nel fraseggio, sicura negli acuti, dinamica in scena.
Paolo Rumetz, che ha sostituito Servile, almeno ha cantato con i pochi mezzi vocali disponibili ma con gusto, e gli va attribuito il merito di aver salvato la serata.
Molto buona la direzione del direttore Bruno Campanella, sempre attento a riacchiappare i cantanti che andavano sistematicamente fuori tempo e, contemporaneamente, ad accompagnarli con delicatezza, rispettando le dinamiche musicali donizettiane con sonorità appropriate dell’orchestra.
L’allestimento, che riprendeva una vecchia scenografia del Teatro dell’Opera di Roma, è stato tradizionale ma è risultato datato, polveroso, assolutamente improponibile nel 2008. Una cartolina ingiallita e putrescente.
Tra l’altro, la macchinosità dello spettacolo ha obbligato a numerosi e lunghissimi cambi di scena.
Regia comunque inesistente, con i cantanti schierati al proscenio costantemente, come nella peggiore iconografia degli anni’50.
Persino il Coro, che è da sempre uno dei punti di forza del teatro triestino, mi è parso incappare in una serata poco felice.
Il pubblico ha applaudito alla fine, per motivi misteriosi, dopo che addirittura aveva brontolato rumorosamente nel primo atto.
Io sono scappato velocemente e sono ancora inferocito.
Il più intonato di tutti è stato il solito cellulare, il cui squillo è risultato salvifico, mentre imperversava Nelly Miricioiu, così vicina al proscenio che ha rischiato, credo, di cadere nella buca orchestrale.
Il giornale radio regionale, con una faccia tosta straordinaria, ha parlato di una bella serata.
Vergogna.
Buon fine settimana a tutti.
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