Di tanti pulpiti.

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Trieste – Teatro Verdi: Maxim Vengerov e Polina Osetinskaya in concerto

Dopo lo strepitoso successo del concerto inaugurale con un programma singolare dedicato alla musica antica, il secondo appuntamento del Festival di Trieste prevedeva una serata più “normale”, dedicata alla musica da camera ma con un altro grande nome tra gli interpreti, dopo quello di Jordi Savall.
Il protagonista del concerto è stato infatti Maxim Vengerov, uno dei violinisti più noti della scena internazionale, che esordiva a Trieste.
Dicevo del programma, davvero impegnativo, che si è dipanato in un crescendo di entusiasmo del pubblico tra le atmosfere prettamente cameristiche del brano iniziale di Clara Schumann sino alle tese inquietudini novecentesche di Sergej Prokofiev.
Maxim Vengerov era accompagnato al pianoforte da Polina Osetinskaya la quale, col suo pianismo robusto e determinato, ha dialogato con grande pertinenza stilistica con il risoluto artista russo.
Nella prima parte della serata atmosfere abbastanza soft quindi, con lo Scherzo dalla famosa sonata F-A-E di Brahms a fare da raccordo tra le cortesi melodie salottiere di Clara Schumann e le più decise e contrastate, soprattutto nel primo movimento, suggestioni di un Robert Schumann più movimentato che chiede molto nel finale ai due solisti, entrambi bravissimi e non certo avari di virtuosismi.
Dopo la pausa è stata la volta di Prokofiev, del quale sono stati eseguiti due brani piuttosto diversi per ispirazione.
Nei Cinque canti senza parole per violino e pianoforte op.35 convivono felicemente fascini diversi tra armoniose aperture melodiche e luciferini guizzi virtuosistici di sapore quasi iconoclastico.
Nella Sonata per violino e pianoforte n.2 in la minore, che si dipana in quattro movimenti ed è una trascrizione – fortemente caldeggiata da Ojstrach – di una pagina musicale che vedeva protagonista il flauto, il ritmo è vorticoso e la valenza emotiva arrembante, da togliere il fiato, tanto che i brevi lacerti più lineari sembrano quasi indispensabili per alleggerire la tensione.
Come nel caso di Savall, inutile stare a descrivere le virtù di uno dei più celebrati solisti del momento, ma indubbiamente la presenza di Vengerov sul palco è stata carismatica e coinvolgente.
Inoltre, dopo una serata fittissima, i solisti hanno concesso ben tre bis tutt’altro che di routine, attingendo ancora al repertorio di Prokofiev ed evocando un altro grande russo, Sergej Rachmaninov.
Il pubblico piuttosto numeroso e, ovviamente, in visibilio, ha decretato l’ottimo riuscita della seconda serata del Festival di Trieste.


Clara SchumannTre romanze per violino e pianoforte op.22
Johannes BrahmsScherzo di do minore per violino e pianoforte dalla Sonata F-A-E
Robert SchumannSonata per violino e pianoforte n.3 in la minore
Sergej ProkofievCinque canti senza parole per violino e pianoforte op.35bis
Sergej ProkofievSonata per violino e pianoforte n.2 op.94bis
  
ViolinoMaxim Vengerov
PianofortePolina Osetinskaya




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