Di tanti pulpiti.

Dal 2006, episodiche esternazioni sulla musica lirica e amenità varie. Sempre tra il serio e il faceto, naturalmente. #verybullo

Recensione abbastanza seria dell’Elisir d’amore di Donizetti al Teatro La Fenice di Venezia.

Serata speciale ieri, al Teatro La Fenice di Venezia, perché è avvenuto una specie di miracolo.
Samantha Cristoforetti (@astrosamantha) ha ricevuto il premio “Stelle della Fenice nel Mondo”, una spilla in oro e metallo appositamente realizzata dagli artigiani vicentini del Consorzio Argento Italiano, che è stata consegnata prima dello spettacolo ai genitori Sergio e Angela.
Ma dove sta il miracolo? – chiederete –

Astrosamantha!

Astrosamantha!

Beh, il miracolo sta nel fatto che questo vecchio cinico nel vedere Samantha che ci parlava dallo spazio mentre scorrevano le immagini satellitari dell’orrida Venezia si è accorto che – almeno vista da lassù – Venezia non è poi così brutta e, oltretutto, si è un po’ commosso. Vi pare poco (strasmile)?

Venezia da...lassù!

Venezia da…lassù!


Non credo ci sia bisogno di presentazioni per un’opera nota come L’elisir d’amore di Donizetti: è semplicemente una specie di splendido Bignami di quella tradizione operistica italiana detta di mezzo carattere, perché alterna momenti comici ad altri patetici o più spiccatamente lirici. elisir 1
Bepi Morassi ha pensato a un allestimento tradizionale per questa produzione e, se da un lato i fondali dipinti sembrano un gradevole anacronismo, dall’altro bisogna sottolineare la cura con cui sono stati realizzati e, soprattutto, l’attenzione dedicata alla recitazione dei cantanti e alle controscene. Voglio dire che questo non è un allestimento da cartolina illustrata, statico, ma al contrario è dinamico e vivace, brioso come si conviene a un Elisir degno di questo nome.
Inoltre, e lo scrivo in apertura, alcune scelte molto nazionalpopolari – alcune di gusto dubbio – come Dulcamara che canta e recita anche in platea, il lancio dalle gallerie di manifestini (un omaggio a Visconti?) che reclamizzano “l’elisir” o il coinvolgimento del direttore d’orchestra in un siparietto sono state apprezzate dal pubblico che ha decretato un vero e proprio trionfo allo spettacolo. E il pubblico, si sa, ha sempre ragione.
Apprezzamento che è proseguito sui social network dove – onore al merito – il Teatro La Fenice è consapevolmente attivo come nessun altro teatro in Italia.elisir 2
La direzione di Omer Meir Wellber è sembrata abbastanza in sintonia con l’ispirazione registica seppure, in occasione delle strette e dei concertati, la mano del direttore tenda a risultare piuttosto greve. Discreta invece la scansione ritmica e appropriato l’accompagnamento ai cantanti.
Buone le prestazioni dell’Orchestra e del Coro della Fenice, quest’ultimo piuttosto impegnato anche dal punto di vista scenico.
Tra gli interpreti molto bravo Carlo Lepore il quale, nei panni di un personaggio (Dulcamara) che si presterebbe a qualche eccesso, è rimasto invece nell’alveo di una recitazione briosa e intelligente e ha cantato bene, con voce timbrata e gradevole, la sua parte.
Centrata anche la caratterizzazione di Alessandro Luongo (Belcore), voce bella e sonora e recitazione mai sopra le righe, che si è ben disimpegnato nell’aria Come Paride vezzoso e, in generale, è sembrato vocalmente a proprio agio nella parte.3gecg1422539386
Dopo un inizio piuttosto faticoso (Quanto è bella, quanto è cara) – ma quest’aria di sortita è sempre da affrontare con cautela – il rendimento di Giorgio Misseri è cresciuto nell’arco della recita e l’artista ha saputo trovare la tinta e gli accenti giusti per rendere discretamente un personaggio impegnativo come Nemorino, sempre in bilico tra il buffo farsesco e il lirismo patetico.

Mihaela Marcu

Mihaela Marcu

Brillante la prestazione di Mihaela Marcu (qui un’intervista che le ho fatto qualche settimana fa) la quale, per molti versi, è sembrata un’Adina ideale. Il giovane soprano possiede già un’invidiabile disinvoltura sul palcoscenico e ha impersonato con gusto una figura femminile archetipica dell’opera, caratterizzata da una vitale civetteria screziata da malinconie improvvise. Dal lato vocale, a parte qualche opacità nella prima ottava, il soprano ha sfoggiato una voce di timbro fresco e gradevole, che sale con facilità agli acuti e sovracuti che sono fermi e penetranti.
Arianna Donadelli, nonostante una voce piccolina e puntuta, ha delineato una convincente Giannetta.
Il pubblico, numeroso e cosmopolita come sempre alla Fenice, ha tributato allo spettacolo e alla compagnia di canto un grande successo. Addirittura trionfali gli applausi per Carlo Lepore e Mihaela Marcu.
A seguire la locandina.
Un saluto a tutti, alla prossima da @Amfortas

VENEZIA, Teatro La Fenice 30 gennaio 2015: L’elisir d’amore
 
Adina Mihaela Marcu
Nemorino Giorgio Misseri
Belcore Alessandro Luongo
Il Dottor Dulcamara Carlo Lepore
Giannetta Arianna Donadelli
   
   
Direttore Omer Meir Wellber
Regia Bepi Morassi
Scene e costumi Gianmaurizio Fercioni
Luci Vilmo Furian
Coreografie Barbara Pessina
 
 
Orchestra e Coro del Teatro La Fenice
 Maestro del Coro Claudio Marino Moretti
 

 

 

6 risposte a “Recensione abbastanza seria dell’Elisir d’amore di Donizetti al Teatro La Fenice di Venezia.

  1. Don jose' 1 febbraio 2015 alle 7:51 am

    Mihaela cresce…….ed è sempre più bella!!!!

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    • Amfortas 2 febbraio 2015 alle 4:53 PM

      Marina, ti capisco :-), però non si può pensare (né pensare) che l’opera viva in una campana di vetro. Perciò la discriminante dovrebbe essere la qualità e non la presenza o meno di un allestimento trendy o, come dire, d’antan.
      Ciao e grazie.

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  2. daland 4 febbraio 2015 alle 2:03 PM

    Caro Amortas, adesso non pretenderai che la platea e i palchi della Fenice vengano spostati su una piattaforma spaziale… solo perchè lassù i gabbiani non danno noia!

    Ciao!

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