Di tanti pulpiti.

Dal 2006, episodiche esternazioni sulla musica lirica e amenità varie. Sempre tra il serio e il faceto, naturalmente. #verybullo

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Trieste – Teatro Verdi: Jordi Savall e l’Ensemble Hesperion XXI inaugurano Il Festival di Trieste

È sempre emozionante assistere a una nascita in generale, nello specifico all’esordio di una manifestazione culturale alla quale, da queste pagine dedicate alla Musica, OperaClick fa gli auguri di una vita lunga e felice.
Sto parlando di Il Festival di Trieste-Il Faro della musica, un’iniziativa in sinergia tra due grandi e gloriose istituzioni culturali triestine: La Società dei Concerti e il Teatro Verdi di Trieste.
Un progetto che ha richiesto – come specificato nell’intervento che ha preceduto la serata dalle autorità e dai dirigenti – anni di lavoro e che ha coinvolto moltissime realtà culturali e non solo del territorio.
Il primo concerto è andato alla ricerca metaforica della scaturigine della musica per come la intendiamo oggi e cioè la musica antica. Ovviamente è una semplificazione, perché alla musica e all’Arte in generale poco si attagliano le etichette o le tassonomie: l’estro artistico, per fare un paragone geograficamente calzante, è come un fiume carsico che riaffiora per poi scomparire e formare ancora nuove sorgenti anche in luoghi inaspettati e sorprendenti.
Jordi Savall insieme all’Ensemble Hesperion XXI è da sempre uno dei divulgatori più prestigiosi e costanti di questo repertorio, che ha alcune caratteristiche che bisogna conoscere se si vuole apprezzarne la bellezza.
La circostanza fondamentale da considerare è che quasi mai ci sono edizioni critiche come per la lirica o la sinfonica, ma semplicemente delle trascrizioni che assomigliano a un work in progress che comprende improvvisazioni anche fulminee, come è norma in ambito musicale jazzistico.
Voglio dire non è il dipanarsi di una sinfonia tardo romantica con la sua architettura stabile suddivisa in movimenti e tempi in cui lo spazio per l’interpretazione c’è ma deve rispondere a vincoli precisi: la musica fluisce in soluzioni armoniche reiterate e “mascherate” creando atmosfere cangianti che si compenetrano, si attorcigliano, si completano vicendevolmente. Sono composizioni anarchiche, libere dalle forme.
L’ispirazione è etnica e folclorica, nella serata di ieri di provenienza spagnola e portoghese con sfumature celtiche, italiane e inglesi. Le danze popolari, le cantilene, le nenie nelle loro infinite variazioni sono il fulcro di una serata dedicata a questa musica.
Non starò qui a sottolineare il magistero tecnico e il virtuosismo di Savall, che vive in simbiosi con la viola e la viola da gamba, qualità che distinguono anche Andrew Lawrence-King (arpa) e David Mayoral (percussioni).
Quello che conta è che nell’arco della serata il trio tra sguardi, sorrisi e ammiccamenti ha creato un’atmosfera incantata e fiabesca alla quale ha contribuito anche il pubblico con un silenzio e un’attenzione che non riscontravo da anni in un teatro o in una sala da concerto. L’ambiente immacolato deve essere stato terapeutico perché ha miracolato all’istante i tossitori seriali e gli scartatori compulsivi di caramelle, neanche fosse uno di quegli elisir portentosi di cui si favoleggia nella lirica.
Anche nelle fasi più accese e sensuali – penso a Savall che amoreggia con la viola – la tensione emotiva era altissima e al contempo eterea, impalpabile come la visione in un sogno di cui si ricordano a stento solo i frammenti.
Arpa e percussioni non sono state certo ancelle in questa festa della musica, ma protagoniste al pari della viola. In particolare l’intervento anche delicatissimo delle percussioni ha dato sempre una profonda tridimensionalità all’esecuzione.
Pubblico più che numeroso che ha tributato un uragano di applausi agli artisti i quali, generosamente considerando che la serata non aveva intervalli, hanno concesso bis a ripetizione.
Un Festival che è nato sotto una buona stella, che nella seconda serata affronterà tutt’altro repertorio.

Jordi SavallViola da gamba
Andrew Lawrence-KingArpa
David MayoralPercussioni