Di tanti pulpiti.

Dal 2006, episodiche esternazioni sulla musica lirica e amenità varie. Sempre tra il serio e il faceto, naturalmente. #verybullo

Recensione semiseria del Barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini al Teatro Verdi di Trieste: il cast alternativo.

Per favore, se qualcuno ha problemi di visualizzazione dei post  – tipo il testo scentrato e sguincio –  me lo segnali, grazie!

Domenica pomeriggio ho assistito alla prima recita del Barbiere di Siviglia in cui era impegnato il cast alternativo, qui al Teatro Verdi di Trieste.
Spartito Barbiere 1
Intanto credo sia indispensabile sottolineare come di nuovo il teatro fosse sold out: due esauriti a poche ore di distanza non si vedevano da gran tempo a Trieste.
In seconda battuta bisogna rendere omaggio ad Antonino Siragusa, il quale con grande sprezzo del pericolo (aveva cantato la sera prima, ricordiamolo) ha accettato di sostituire il collega Alessandro Luciano, improvvisamente ammalatosi. Almeno così è stato annunciato prima della recita, speriamo che non sia stato male a sua insaputa (smile).
Per quanto riguarda l’allestimento confermo tutto ciò che ho scritto nella recensione della prima, spettacolo generalmente gradevole, “carino”, ma molto, troppo affollato. In questa recita non è cambiato molto, con l’eccezione di qualche piccolo particolare probabilmente perché il regista ha lasciato liberi gli artisti di improvvisare un pochino.
Anche la valutazione dei coprotagonisti non cambia così come allo stesso modo hanno ottimamente figurato Orchestra e Coro del Verdi, diretti con tranquillità da Corrado Rovaris.
A Marco Vinco (Don Basilio) è toccato un piccolo incidente di quelli che sono destinati ad aumentare la già sterminata aneddotica sull’argomento bloopers in teatro: gli si è spezzato il bastone da passeggio che mulinava in scena come fosse un moschettiere. Io sarei stato preso dal panico, ma invece il cantante con grande presenza di spirito ha colto l’occasione per farsi una risata e proseguire divertito e divertente.
Segnalo che Giuliano Pelizon era l’Ufficiale al posto di Ivo Federico e ha fatto la sua bella figura.
Il trio Figaro/Bartolo/Rosina era composto da artisti tutti all’esordio sul palcoscenico triestino.

Vittorio Prato

Figaro era in questo caso interpretato da Vittorio Prato, un cantante giovane che può già vantare un curriculum piuttosto denso.
Nel complesso la sua prova è stata sufficiente, si apprezzano la cura del fraseggio e una buona dizione ma per il momento al suo Figaro manca autorevolezza vocale e anche un po’ di volume, mentre dal punto di vista scenico il baritono è sembrato abbastanza disinvolto.
Mi ha fatto ridere che Almaviva lo veda grasso e tondo: Prato è magrissimo, beato lui. Ho realizzato quindi che la pancia di De Candia (il Figaro del primo cast) non era un trucco, ma una dote naturale (strasmile).

Andrea Porta

Lo stesso discorso si può riproporre per Andrea Porta, l’interprete di Bartolo, che sicuramente possiede la spigliatezza e la vis comica adatte alla parte – preciso anche il sillabato – ma nei momenti topici si sente la mancanza di un peso vocale più consistente. L’artista è stato simpatico anche alle singole, durante le quali ha continuato a “bartoleggiare” divertendo gli spettatori.

Marina Comparato

Note decisamente più positive per quanto riguarda la protagonista femminile, in quanto Marina Comparato ha fornito una prova di rilievo nei panni di Rosina.
L’artista ha fatto valere la frequentazione di lungo corso col personaggio [(oh, lei è giovane eh? Non vorrei che mi mandi qualche accidente (smile)] e se è vero che non è stata immune a qualche tensione nel registro acuto – nel finale della cavatina – è anche vero che il duetto con Figaro nel primo atto, l’aria della lezione e il terzetto del secondo atto sono risultati assai ben eseguiti.
La caratterizzazione attoriale è poi davvero notevole, perché esprime con buon gusto tutta la civetteria maliziosa, la gioventù e la voglia di vivere di Rosina senza che ci sia mai il sospetto di leziosità o maniera.
Peraltro, ripeto, la sua Rosina (e aggiungo almeno il suo Cherubino) è nota e apprezzata da tempo.
Ilaria Zanetti, per una volta profeta in patria, è stata una frizzante Berta e si è ben disimpegnata nella sua aria Il vecchiotto cerca moglie. Anche lei fa parte di quel novero di artisti che hanno la capacità di calamitare l’attenzione anche quando interpretano piccole parti.
Pubblico felice, festoso e plaudente. Ancora grande successo per questo spettacolo e in particolare per Marina Comparato e Andrea Porta, oltre che, ovviamente, per Antonino Siragusa.
Chiudo con un mesto copia/incolla dal post precedente.
Cercate, fuori da ogni retorica, di stare vicini al Teatro Verdi in ogni modo: se avete visto lo spettacolo dite che è stato grandioso, se non avete mai sentito un’opera nella vostra vita mentite per la gola (cit.) e inventatevi qualcosa, tanto mentiamo tutti prima o poi (strasmile) e l’Inferno è un’impostura della gente plebea (cit.).

Un saluto a tutti, alla prossima!

5 risposte a “Recensione semiseria del Barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini al Teatro Verdi di Trieste: il cast alternativo.

  1. alucard4686 28 novembre 2012 alle 9:05 am

    Ho visto ieri sera il secondo cast e confermo tutto. Soprattutto voglio dire che si sente che la Comparato sa cantare ! Brava.
    Teatro non esaurito, ma molto pieno.

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  2. Barbara 28 novembre 2012 alle 9:35 am

    Presente anch’io alla prima di sabato e ieri sera, sono d’accordissimo su tutto. Ha detto bene lei, la regia era “troppa” e proprio volendo cercare il pelo nell’uovo c’erano anche parecchie contraddizioni col libretto. Bravissima la Comparato, spero di rivederla al Verdi più spesso.
    Mi potrebbe dire come posso contattarla per favore?

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