Questa estate sarà ricordata a lungo in Slovenia per le precipitazioni che definire abbondanti è davvero sottile eufemismo. Oltre al territorio devastato dalle inondazioni ne ha risentito anche la programmazione del Festival, perché alcuni eventi sono stati spostati last minute, per fortuna senza recare troppi disagi. È stato il caso del concerto di ieri sera, inizialmente previsto nel comprensorio di Križanke di cui ho accennato qui e spostato nella sede – prestigiosissima per storia e tradizione esecutiva – della Filarmonica slovena. I protagonisti sono stati il baritono Ludovic Tézier e il tenore Jonathan Tetelman, con Marco Boemi sul podio dell’orchestra di casa. Programma, come sempre in queste occasioni, piuttosto variegato e cucito su misura per esaltare i pregi dei solisti. Va spesa però una parola per l’ottimo Marco Boemi, che ha ben guidato un’orchestra brillante e ha saputo dare comunque un’impronta personale alla serata; circostanza tutt’altro che scontata in codeste esibizioni, che vivono delle prestazioni dei solisti e in cui direttore e orchestra sono quasi ai margini dell’interesse del pubblico. Boemi ha dato personalità e nerbo alle pagine orchestrali che trovate in locandina e particolarmente riuscita è stata l’esecuzione della Danza delle ore dalla Gioconda di Ponchielli, che ha esaltato gli spettatori. Molto ben interpretato anche il Baccanale dal Samson di Saint-Saëns, mentre più anonima – ma la musica è comunque adrenalinica – è sembrata l’Ouverture dalla Forza verdiana. Corretta, ma un po’ spenta, è sembrata l’esecuzione della Méditation dalla Thaïs interpretata dal solista Miran Kolbl. L’accompagnamento ai cantanti è sembrato accurato ma, almeno così è parso, meno appiattito sulle esigenze dei solisti di quanto lo sia di solito in questi recital. Per quanto riguarda i protagonisti, Ludovic Tézier si è confermato quel grande artista acclamato nei maggiori teatri del mondo. Disinvolto in scena, conta su di una voce di timbro scuro ma non tetro che modula con grande perizia tecnica. Eccellente la tecnica di respirazione, che gli consente legato ed emissione d’antan. Non sono un fan di certi riconoscimenti, ma indubbiamente il Premio Cappuccilli è andato in buone mani. Nello specifico, ho gradito molto la sua interpretazione della grande aria Nemico della Patria da Andrea Chénier. Jonathan Tetelman è il classico tenore emergente, ancora poco noto in Italia, ma presente all’estero in produzioni prestigiose; è di un mese fa il debutto a Salisburgo nei panni di Macduff. La voce è di timbro bello e solare, gli acuti esibiti con baldanza e il registro centrale rigogliosissimo. La sensazione è che l’artista tenda a essere un po’ superficiale nelle sue interpretazioni e che sia più a proprio agio in un canto muscolare che nelle sottigliezze psicologiche, ma un Recital non è sicuramente la sede adatta per una valutazione completa. In ogni caso, grazie anche all’estrosa comunicatività e alla bella presenza, è stato applauditissimo. Credo non sia un caso che la sua interpretazione più riuscita sia stata l’aria di Turiddu dalla Cavalleria rusticana di Mascagni, mentre nell’iniziale duetto dai Pêcheurs de perles è sembrato un po’ fuori parte. Alla fine successo al calor bianco per tutti e due bis eseguiti a furor di popolo: il duetto tra Marcello e Rodolfo dalla Bohème di Puccini e la riproposta del duetto dalla Carmen già prevista dal programma.
Georges Bizet
Au fond du temple saint da Les Pêcheurs de perles
Jules Massenet
Méditation da Thaïs
Jules Massenet
Voilà danc la terrible cité da Thaïs
Jules Massenet
Pourquoi me réveller da Werther
Georges Bizet
Votre toast, je peux vous le rendre da Carmen
Camille Saint-Saëns
Baccanale da Samson et Dalila
Georges Bizet
Je suis Escamillo da Carmen
Amilcare Ponchielli
La danza delle ore da Gioconda
Pietro Mascagni
Mamma, quel vino è generoso da Cavalleria rusticana
Hanno detto: