Di tanti pulpiti.

Dal 2006, episodiche esternazioni sulla musica lirica e amenità varie. Sempre tra il serio e il faceto, naturalmente. #verybullo

Il Re pastore di Mozart al Teatro Verdi di Trieste: qualche considerazione semiseria prima della prima di venerdì 24 ottobre.

Qualche tempo fa, su Twitter (a proposito, chi mi ama… mi segua! @Amfortas) girava uno di quei memo o giochi sciocchini tipici dei social network. Si chiedeva: Qual è l’attore cinematografico che ha interpretato meglio il ruolo di Dio? Io risposi Tom Hulce e ovviamente la capirono giusto quei quattro amici che, come me, s’intestardiscono ad ascoltare musica lirica o sinfonica.

Tom Hulce nel film Amadeus

Tom Hulce nel film Amadeus

Ve lo dico così, tanto perché capiate quale sia la mia opinione su Mozart.
Perciò non aspettatevi da me che ribadisca l’opinione di molti sul Re Pastore, e cioè che sarebbe una specie di operina cascame della produzione del salisburghese. Sempre Mozart è, voglio dire.
Il Re pastore fu scritto su commissione per quella che un tempo era una grande occasione (un evento, si direbbe malamente oggi) e cioè la visita a Salisburgo dell’arciduca Massimiliano, ultimogenito dell’imperatrice Maria Teresa, nel 1775. Per la parte di Aminta (soprano) fu ingaggiato il castrato Tommaso Consoli, il quale era famoso e strapagato, un top fee da 350 zecchini a recita. Ricordo che la piacevole pratica della castrazione era incentivata dalla Chiesa, che considerava le donne meretrices honestae nella migliore delle ipotesi, e perciò inadatte a esibirsi in pubblico. Che ci volete fare, quando un’istituzione è lungimirante bisogna togliersi il cappello.
Il Re pastore è una Serenata in due atti su libretto di Pietro Metastasio, laddove il vocabolo “serenata” individua in questo caso una composizione musicale nella quale la parte scenica dello spettacolo è ridotta al minimo. Anche nel corso degli anni le rappresentazioni del Re pastore sono state rare ed è la prima volta che l’opera è allestita a Trieste.
La trama o vicenda è piuttosto esile, come spesso succedeva a quei tempi, ed è più che altro un pretesto per i virtuosismi degli interpreti: la potete trovare efficacemente sintetizzata qui. Pazzesco pensare che una quantità industriale di compositori abbia musicato, perlopiù con risultati rivedibili, questo libretto.
Molto più interessante la struttura musicale, che si distingue per le tante arie bellissime e per il continuo mutare di atmosfere ora elegiache o bucoliche ora eroiche.
Tra le arie spiccano Se vincendo vi rendo felici (Alessandro), dove il flauto solista dialoga con la voce del cantante e che a me ricorda tanto un altro grande magnanimo, il Tito della Clemenza. Questa è l’interpretazione di Jerry Hadley, tenore tra i più sottovalutati degli ultimi decenni.


L’altra aria famosa (e bellissima!) è il rondò L’amerò sarò costante (Aminta), con tanto di violino obbligato. Ve la propongo cantata da Elisabeth Schwarzkopf:

 

Qui invece c’è tutta l’opera, in una pregevole registrazione diretta da Nikolaus Harnoncourt.

 

Fondamentale per la buona riuscita dell’esecuzione (lo è quasi sempre, a dire il vero) è il contributo del direttore, che deve avere mano leggera ma non moscia. Nulla rende meno giustizia alla musica di Mozart di una direzione slavata e anemica. E proprio perché quest’opera non è il Don Giovanni (lo ammetto, qualche momento di no…ehm… di stasi c’è, qua e là) diventa ancora più importante del solito la prestazione dei cantanti. Speriamo bene, anche perché c’è stato il consueto (purtroppo) cambiamento last minute o quasi del direttore previsto.
Chiudo con una breve considerazione sul Teatro Verdi, perché in molti mi hanno scritto in privato. Il sito da qualche tempo non è raggiungibile. Non so nulla di specifico se non che a breve (?) dovrebbe essere online una pagina rinnovata, si spera più funzionale di quella precedente che, per usare un termine tecnico, faceva schifo. Altro non so e per il momento non dico.
Poi, e chiudo, voglio ringraziare tutti coloro che mi hanno fatto i complimenti per l’intervista a Daniela Astolfi, sindacalista e flautista del “nostro” teatro. Grazie e grazie anche a chi, da anni (sono 10 ormai), continua a seguirmi sul blog in questo mio tentativo di mantenere viva l’attenzione su di una forma d’arte vilipesa che va tutelata perché a forte, fortissimo pericolo d’estinzione.

Ecco, almeno quattro cosine dovevo dirle, no?
Un saluto a tutti e alla prossima!

10 risposte a “Il Re pastore di Mozart al Teatro Verdi di Trieste: qualche considerazione semiseria prima della prima di venerdì 24 ottobre.

  1. Heldentenor 21 ottobre 2014 alle 5:53 PM

    Operina divertente, l’ho vista a Zurigo due anni fa con quello che restava di Villazon………….

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  2. Giuliano 21 ottobre 2014 alle 6:31 PM

    anche Gino Cervi ha interpretato il ruolo di Dio, lo sapevi? 🙂
    Melodie eterne di Carmine Gallone, con Conchita Montenegro e con Paolo Stoppa nel ruolo di un amico violinista di Mozart (o violoncellista? chi se lo ricorda più, è una vita che non vedo quel film…)
    Il Re Pastore mi riporta a un teatro che non c’è più, la Piccola Scala. Ci sei stato? L’aveva aperta Toscanini…

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    • Amfortas 22 ottobre 2014 alle 12:57 PM

      Giuliano, ciao. No, non sono mai stato alla Piccola Scala, ahimè 🙂 né ricordo (sarà l’età?) Gino Cervi in quel film. Mi ricordo però che mio nonno me ne ha parlato, pensa te…mi pare – ma non sono sicuro – perché in qualche modo c’entrava un soprano che gli piaceva molto. Forse la Pagliughi o la Carosio, boh.
      Ciao e grazie!

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      • Giuliano 22 ottobre 2014 alle 1:41 PM

        La Piccola Scala è stata una delle vittime delle normative “sulla sicurezza” del 1983, dopo l’incendio del cinema Statuto di Torino; cavilli burocratici, più o meno. Fu chiusa e adibita a magazzino, poi è scomparsa del tutto quando hanno messo l’autosilo nella biglietteria 😦 (io lo chiamo autosilo, un obbrobrio firmato arch. Botta così come la scatola da scarpe che oggi sormonta il tetto del teatro)
        Era un teatro piccolo, molto adatto al repertorio come questo; si era a due passi dai cantanti, quasi un salotto.
        Il film di Gallone è degli anni ’40, non è un capolavoro ma sarebbe da rivedere. Circola “clandestinamente” su qualche piccola tv locale, clandestino nel senso che è impossibile sapere l’ora e il giorno in cui lo mandano in onda – fanno così con ogni tipo di film, siamo di fornte a dei veri geni del marketing, insomma.
        (giusto per completezza, caso mai qualcuno si fosse chiesto di cosa stavamo parlando…)
        🙂

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      • Amfortas 22 ottobre 2014 alle 6:52 PM

        Giuliano, ricordo bene la tragedia del cinema ma non sapevo che la Piccola Scala fosse stata chiusa per quei motivi, pensavo a una specie di lunga agonia, come spesso succede per molti teatri. Sono andato a vedere su wikipedia e effettivamente Margherita Carosio risulta come cantante delle arie presenti nel film 🙂
        Quest’estate in montagna, dove il segnale digitale terrestre è più flebile della difesa della Roma, ho visto per la 56esima volta su di un’emittente locale (tipo TVnonsocosa) Don Camillo e l’onorevole Peppone, pellicola mia coetanea :-). Purtroppo la qualità video era indecente, per cui a un certo punto ho cambiato canale e ho guardato un documentario sugli UFO mentre divoravo una fetta gigante di sacher.
        Alu, ho trovato la Moffo. Brava, ma così a orecchio mi sa che si facilita un po’ il compito, omettendo qualche acuto e qualche trillo. Domani se ho tempo controllo sullo spartito.
        Ciao a voi e grazie!

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  3. Alucard 22 ottobre 2014 alle 11:59 am

    Ma la Schwarzkopf qui non è complice di un direttore dalla mano un po’ moscia o mi sbaglio? Preferisco la Moffo 🙂 A venerdì!

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    • Amfortas 22 ottobre 2014 alle 1:05 PM

      Alu, ciao. No, a me non sembra che Krips sia moscio, forse i tempi sono diversi da quelli che siamo soliti sentire, ma la direzione mi pare molto bella. La Moffo è stata un grande soprano ma non conosco la sua versione dell’aria, magari stasera cerco su YT. A presto, quindi, ciao e grazie!

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  4. petrossi 24 ottobre 2014 alle 9:12 PM

    Direi che questa… interessante… versione cinematografica non possa essere dimenticata: https://www.youtube.com/watch?v=ssZ8fWZi4D8 🙂 😉

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