Di tanti pulpiti.

Dal 2006, episodiche esternazioni sulla musica lirica e amenità varie. Sempre tra il serio e il faceto, naturalmente. #verybullo

Terzo concerto della stagione sinfonica al Teatro Verdi di Trieste all’insegna di Wagner e Bruckner

Un paio di giorni prima del secondo concerto della stagione sinfonica triestina è stato annunciato un cambio di programma: il Preludio del Lohengrin avrebbe sostituito il previsto Salmo 83 di Alexander von Zemlinsky a causa di una non precisata – ma facilmente intuibile – indisposizione di alcuni artisti del coro.
Perciò, davanti a un teatro discretamente affollato, sono state le note di Wagner a principiare la serata.
Il Vorspiel del Lohengrin è uno di quei brani musicali che, per quanto brevi, incantano sempre il pubblico.
Nikolas Nägele, di nuovo alla testa dell’Orchestra del Verdi dopo il buon Die Fledermaus estivo, ha dato della paradisiaca pagina wagneriana una lettura corretta ma un po’ timida nelle dinamiche, in cui non si è percepito quell’ammaliante trascolorare ininterrotto di slanci emotivi che, nelle intenzioni del compositore, dovrebbe rappresentare la discesa del Sacro Graal. Buona, in ogni caso, la risposta dell’orchestra nelle sezioni più esposte degli archi e degli ottoni.

A seguire è stata eseguita la Sinfonia n.4 in mi bemolle maggiore (Romantische) di Anton Bruckner, dopo la Wagneriana del primo concerto della stagione.
Si sa che la genesi della sinfonia fu particolarmente tormentata e che Bruckner ci mise mano più volte nell’arco di tre lustri, sino a quando, nel 1888, il grande Hans Richter la portò al trionfo a Vienna.
Il dibattito sulla pagina musicale è sempre stato vivace: si tratta di musica a tema? La risposta non è univoca, ma indubbiamente indizi in tal senso sono piuttosto evidenti, soprattutto nel primo e nel terzo movimento.
Dal mio punto di vista il problema maggiore nell’eseguire la musica di Bruckner è trovare equilibrio tra l’esuberanza un po’ ingombrante degli ottoni e le altre sezioni dell’orchestra. In questo senso, per quanto si siano percepite disomogeneità, mi pare che Nägele abbia fatto un buon lavoro anche se più che un’interpretazione la sua mi è sembrata una semplice esecuzione.
Molto belli i tremoli – e anche i pizzicati – degli archi, eccellenti i dialoghi tra corno e legni, tra le altre cose. Dinamiche, come sempre in Bruckner, piuttosto ruspanti ma ben controllate da agogiche spedite ma non frettolose che conducono a un finale che forse giustifica più di tante chiacchiere l’appellativo “Romantica” della sinfonia.
Di là delle mie considerazioni la serata è stata un successo, testimoniato dalle numerose chiamate al proscenio per Nikolas Nägele.

Richard WagnerPreludio dal Lohengrin
Anton BrucknerSinfonia n.4 in mi bemolle maggiore
  
DirettoreNikolas Nägele
  
Orchestra del Teatro Verdi di Trieste



6 risposte a “Terzo concerto della stagione sinfonica al Teatro Verdi di Trieste all’insegna di Wagner e Bruckner

  1. Don jose 3 ottobre 2022 alle 6:54 am

    Teatro discretamente affollato…..davvero assai triste, e preoccupante, se consideriamo che non tanti anni fa avevamo 2 turni di abbonamento!!!!!
    Per quanto riguarda il concerto bella l’idea di accoppiare Wagner(ci stava anche l’Overtoure del Tanhauser), ma abbiamo ascoltato soltanto un bel compitino.

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  2. Amfortas 3 ottobre 2022 alle 8:02 am

    Don ciao 😀, vero, sino a pochi anni fa venerdì e sabato. Del resto, onestamente, credo non sia colpa di nessuno, anche se ovviamente una programmazione poco fantasiosa, beghe interne al teatro e una promozione rivedibile non aiutano la causa. Ora non c’è neanche un foglietto con 2 parole sul programma del concerto, boh. Il fatto è che dobbiamo rassegnarci, ormai la musica classica e lirica non sono più popolari. I motivi sono molteplici, forse un giorno ne scriverò ma la parte di Don Chisciotte non mi si addice molto 😉
    Ciao, Paolo

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    • Enrico 7 ottobre 2022 alle 2:42 PM

      Eh la lirica è da un pezzo che non è più popolare…basta pensare al racconto di “Mondo piccolo” di Guareschi – quindi parliamo di 60 anni fa – che si intitola “Musica”

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  3. Don jose 3 ottobre 2022 alle 12:24 PM

    In verità io addebito parecchie responsabilità alla direzione del teatro, soprattutto per la programmazione artistica ed il rapporto con l’utenza: ormai siamo il fanalino di coda fra tutte le Fondazioni, e ci sovrastano pure tanti teatri “provinciali”.
    Avevo fiducia in Polo, ma finora questa fiducia è stata largamente delusa.

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  4. Amfortas 3 ottobre 2022 alle 12:55 PM

    È presto per trarre conclusioni, certo però che vedere che a Maribor hanno dato una Gioconda proveniente dal circuito lombardo…magari al posto di Tosca ci stava, boh. Ma forse è difficile parlare dal di fuori, non so.
    Ciao bel

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